Vent’anni dopo c’è di nuovo un Ronaldo protagonista di Juventus Inter. Non c’è Luis Nazario da Lima, l’ex Fenomeno che ha lasciato il calcio già da diversi anni per dedicarsi a tv…e cucina. Ma i fari saranno puntati sul suo omonimo, all’anagrafe e per talento. Cristiano Ronaldo da Funchal vivrà il suo primo derby d’Italia con la voglia di replicare quanto realizzato in Spagna nei clasici contro il Barcellona. L’Inter è una squadra che, indirettamente, è già entrata nel suo destino di calciatore. Quando era ancora un talento brufoloso e non ancora CR7.

Il 14 agosto 2002 non è una data come le altre. Entra di diritto nella storia del calcio perché il giorno del debutto di Cristiano Ronaldo con lo Sporting Lisbona. Cristiano ha 17 anni, alle spalle la gavetta nelle giovanili del club. In quella calda sera d’estate c’è il preliminare di Champions League. L’avversaria è l’Inter di Hector Cuper, ancora scottata dal 5 maggio. Al Jose Arvalade di Lisbona i Bauscia hanno Toldo in porta, Materazzi, Cordoba, Zanetti e Coco dietro. A centrocampo Di Biagio, Dalmat, Conceição e Morfeo. Davanti Vieri e Kallon. Nello Sporting allenato dal rumeno Boloni, con Quaresma esterno d’attacco, c’è un giovane molto promettente in panchina.
In quella partita il Ronaldo di cui si parlava era l’altro. Il fenomeno, però assente quella sera. Di Cristiano però si diceva già un gran bene, come ricorda il giornalista Pedro Marques a Uefa.com:
Lo Sporting aveva appena vinto il campionato ma non aveva diritto a entrare alla fase a gironi di UEFA Champions League, quindi doveva affrontare l’Inter. L’estate era stata difficile, perché molti giocatori importanti erano assenti per infortunio: per questo, Ronaldo ha giocato diverse amichevoli. Dopo quella contro il Lione, il quotidiano sportivo Record ha scritto: “Segnatevi il nome di questo ragazzo. È veloce, ha un grande dribbling e sa sempre dov’è la porta”.
Il giovane Ronaldo entra nella ripresa al posto di Tonito. Qualche dribbling e doppio passo davanti a Zanetti, dimostra subito già grande personalità. Il match termina 0-0, al ritorno l’Inter avrebbe poi vinto 2-0 qualificandosi per la fase a gironi di Champions. Dopo la partita di Lisbona, Gigi Di Biagio scambia la maglia proprio col futuro CR7. Ancora non sapeva che aveva in mano la reliquia del più forte giocatore degli anni a venire, assieme a Messi.
