Quarant’anni e non sentirli.
Una frase che per Valentino Rossi è realtà. Il nove volte campione del mondo festeggia i suoi primi 40 anni e non ha intenzione di smettere. Dopo tante soddisfazioni, momenti indelebili che hha regalato e si è regalato, tuttora, non gli è passata l’idea di sfilarsi il casco e abdicare.
No perché, aldilà della carta d’identità, Valentino ha ancora tanta voglia di scendere in pista e di gareggiare. Oltre le vittorie e i punteggi il Dottore sente il bisogno di continuare a divertirsi e a far divertire. Perché per Rossi il divertimento, l’agonismo e lo spettacolo sono ancora gli aspetti più importanti del motociclismo e dello sport.
Con il numero 46 è diventato famoso in tutto il mondo mettendo in mostra: talento, carisma e voglia di vincere, che solo i grandi atleti hanno.
Proprio come pochi di loro, è considerato tra le icone sportive più grandi di sempre come: Alì, Maradona, Pelè, Schumacher, Fangio, Bolt, Phelps, Tomba ecc…

Valentino è la dimostrazione vivente dello sportivo che ama quello che fa senza pensare ai vincoli dell’età. La sua passione l’ha trasmessa al pubblico che è cresciuto con le sue vittorie ed è stato ammaliato dal suo talento e dai suoi capolavori in pista. Generazioni di ragazzi incollati alla tv ad ammirare i sorpassi mozzafiato e i riti scaramantici prima dell’inizio di gara, riti che sono diventati abitudine per chiunque.

Se si pensa che la prima vittoria è stata in 125 e risale al 18 agosto 1996, possiamo certamente dire che di tempo ne è passato. Ma Vale46 è sempre lì, con la voglia di un ragazzino a cui piace mettersi in gioco, anche a 40 anni. E Rossi lo fa da quando, a 17 anni in sella all’Aprilia, quell giovane pilota di Tavullia vinceva la sua prima gara sul circuito di Brno in Repubblica Ceca.

L’anno successivo è quello del primo dei nove Mondiali in bacheca. Undici gran premi vinti e titolo 1997 in saccoccia. Con quella vittoria abbiamo conosciuto anche il Rossi “attore”: protagonsita indiscusso di scenografie bislacche al termine di molti gran premi.

Nel 1999 vince il titolo in 250 e poi inizia l’ingresso nella 500 (diventata poi MotoGp). Con la Honda domina tra il 2001 e il 2003 per poi accettare la scommessa di passare alla “meno competitiva Yamaha”. Beh la storia si ripete e il Dottore nel 2004 riesce a vincere anche sulla M1 sottolineando il fatto che aldilà dell’avere una moto potente serve soprattutto un pilota all’altezza.

In Yamaha sono gli anni dei duelli con Sete Gibernau prima e con Max Biaggi e Casey Stoner poi.
Stagioni in cui ci sono stati successi, sorpassi mozzafiato, scelte sbagliate (come quella di passare in Ducati) e i duelli con gli spagnoli Lorenzo e Marquez.
Sono gli anni del presente in cui la Honda detta nuovamente legge in MotoGp ma che non ha perso ancora il suo protagonista assoluto: il classe ’79 Valentino Rossi da Tavullia con la moto numero 46.
Lo spagnolo della Hrc dice basta col motomondiale, mentre il ducatista vola in squadra con Marquez. Petrucci premiato in Ducati ufficiale
Ancora lui, ancora Marc Marquez. Lo spagnolo vince il Gp di Motegi in Giappone ed è nuovamente campione del Mondo con tre gran premi d’anticipo.
Un’altra prova di forza per l’iberico e per la Honda che, dopo un avvio di stagione un po’ a rilento, sono riusciti a rialzare la testa e ha dimostrare ancora una volta che sono loro i protagonisti da battere. Per lo spagnolo è il settimo titolo iridato in carriera.
Marc Marquez is the 2018 MotoGP World Champion. #Level7 completed https://t.co/baH4RVf4FL pic.twitter.com/BJWPsfeM1X
— Repsol Honda Team (@HRC_MotoGP) 21 ottobre 2018
Non ce l’hanno fatta a stare dietro a Marquez, né Valentino Rossi né Andrea Dovizioso. Il dottore ha mollato dopo qualche Gp a causa della poca affidabilità della sua Yamaha M1. Il Dovi ha provato a riaccendere i duelli come l’anno scorso e in alcuni casi è stato anche molto bravo, ma lo spagnolo è riuscito a essere più costante e più concreto.
Grande gara anche a Motegi con l’ennesimo primo posto per il pilota Honda e una gran bella gara per il ducatista. Peccato per la caduta al penultimo giro. Tuttavia la sfida per il 2019 è lanciata con Dovizioso che vuole essere ancora l’antagonista dell’iberico.
Ha chiuso invece quarto il dottore. Rossi dopo una buona prima parte di gara si è dovuto accontentare di prendersi la posizione ai piedi del podio. Una gara un po’ come la sua stagione: partenza positiva, seconda parte negativa. Resta il fatto di aver ottenuto un buon terzo posto in classifica alle soglia dei 40 anni. Per l’anno prossimo ci sarà ancora lui a tentare ancora una volta l’assalto al decimo titolo mondiale.
Marc Marquez lo insegue ora a poca distanza. A 25 anni lo spagnolo ottiene il settimo titolo iridato in undici stagioni e si lancia tra i grandi delle due ruote. Nell’albo d’oro, infatti, raggiunge due leggende delle due ruote come John Surtees e Phil Read ed è a due lunghezze da Angel Nieto e proprio da Valentino Rossi.
Due anni di studio prima di trionfare in 125, uno prima di alzare il trofeo in 250 e poi un dominio praticamente incontrastato in MotoGP, con il solo passaggio a vuoto del 2015 (a trionfare è stato Lorenzo).
L’anno prossimo sarà antagonista anche Lorenzo che, tra l’altro, sarà compagno di squadra del numero 93. C’è da capire come la Honda riuscirà a gestire questa competizione interna.
A cinque GP dalla fine della stagione, il pilota spagnolo è a 72 punti di vantaggio sul secondo, Dovizioso. Marquez potrebbe vincere il suo quinto titolo
Dopo il folle gesto durante il gp di Misano Romano Fenati sarà ascoltato il 14 settembre dal Tribunale Federale. Rischia la radiazione
Vittoria per Marquez nella tappa di Motomondiale di Jerez, tra l’incidente di Lorenzo e lo sconforto di Valentino Rossi
Motomondiale
Motomondiale: Tutte le ultime news sul Motomondiale, la serie di corse motociclistiche più importante del mondo, suddiviso nei vari Gran Premi che si disputano in diversi circuiti sparsi nel globo.