Ci sono storie di uomini che non riescono a essere profeti in patria ma diventano famosi all’estero e l’Intervista a Marco Rossi parla di uno di questi casi. L’allenatore italiano, infatti, ha conquistato il cuore di tutti gli ungheresi; alla guida di una squadra considerata la più debole di Euro2020, ha dimostrato di essere molto preparato dal punto di vista tattico.
Basti ricordare, a tal proposito, che fino al minuto 84, l’Ungheria è qualificata agli ottavi a scapito della grande Germania. Nel corso della lunga intervista concessa a Calcio News24, Rossi parla di questo e di molto altro.
Intervista a Marco Rossi – Le sue Parole
L’allenatore italiano esordisce parlando del suo amore per l’Ungheria, che va al di là dell’aspetto calcistico. Quando era bambino, infatti, suo nonno gli raccontava le gesta del Mitico Torino e dell’ Aranycsapat di Puskas, il calciatore più grande della storia ungherese. Per questo motivo, avere giocato nel Torino e avere allenato l’Honved, con cui ha vinto uno scudetto, e la nazionale ungherese rappresentano una serie di sogni divenuti realtà.
Tutto questo comporta anche delle grandi responsabilità e, in virtù di questo affetto reciproco, Rossi ha rifiutato ottime offerte in Premier League; sentendo, però, che non poteva abbandonare la squadra in questo momento, ha deciso di rimanere alla guida dell’Ungheria.
Ciò che lo disturba un po’ è, però, l’eccessivo aumento delle aspettative attorno a questa nazionale; che fino a qualche anno fa perdeva anche contro squadre come l’Andorra. Dopo l’ottimo Europeo, infatti, gli ungheresi si sono abituati troppo bene; la sconfitta contro l’Albania ha portato a critiche, a suo giudizio, eccessive, per una squadra che ha ottenuto miracoli. Non bisogna dimenticare, infatti, che recentemente, in occasione delle qualificazioni ai Mondiali di Qatar 2022, l’Ungheria, pur avendo molte defezioni, ha pareggiato a Wembley contro l’Inghilterra; ottenendo, in tal modo, l’unico risultato positivo contro gli inglesi dal lontano 1953. La sua squadra, inoltre, parteciperà alla Nations League, che inizia a giugno 2022, a testimonianza del lavoro straordinario e quasi irripetibile.
Il suo impegno ha comportato una lunga osservazione delle partite del campionato ungherese, perché i suoi giocatori militano principalmente in questa competizione, eccetto quattro atleti che giocano in Bundesliga. Per questo motivo, è molto difficile qualificarsi ai mondiali in un girone con Polonia, Inghilterra e Albania; tutte queste nazionali, infatti, possono contare su giocatori che si cimentano in campionati molto più competitivi e prestigiosi.
Questo comporta una certa propensione ad accontentarsi e a non puntare a traguardi più grandi; pertanto, Rossi sta lavorando soprattutto sull’aspetto mentale dei suoi giocatori per migliorare anche in questo. Per lui, pochi ungheresi potrebbero giocare in Serie A e due di questi sono Szalai e Schafer.
Per il suo futuro, ha dichiarato di non voler tornare in Italia e che preferirebbe un’esperienza in campionati esteri, tra cui la Premier League; che considera la miglior competizione del mondo.
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