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Scott Barrett parte titolare nella Nuova Zelanda che alle 10 di sabato 26 ottobre affronta l’Inghilterra nella semifinale della Coppa del Mondo di rugby. E’ il solo cambio degli All Blacks rispetto al match della scorsa settimana, stravinto (46-14) con l’Irlanda. Un metro e 97 centimetri, 118 chilogrammi: giocherà nel ruolo di openside flanker, terza linea e primo placcatore, molto utile però anche nelle rimesse laterali. Con lui dal primo minuto ci sarà naturalmente Beauden, il fratello più vecchio dei Barrett (28 anni), schierato nel ruolo di estremo, talento e cervello: impossibile farne a meno. Jordie, il terzo della famiglia, il bambino (22), quello che corre veloce, va in panchina: entrerà nel corso del match.

Quella dei Barrett è una famiglia di agricoltori di origine irlandese, una fattoria nel paesino di Pungarehu. Il padre è Kevin detto “Smiley” perché sorride sempre come un’emoticon. Buon giocatore negli avanti di Taranaki e Hurricanes. La mamma, Robyn. Duecento mucche. E 8 figli. In realtà il più vecchio è Kane, 29 anni, seconda-terza linea, già capitano di Taranaki, ritiratosi per problemi di concussion. Poi c’è Beauden, 28, il più “piccolo” fisicamente – 1.88 per 92 kg –: apertura di ruolo, finto estremo nella squadra di Steve Hansen che scommette sul suo fisico ma pure sulle abilità manuali di Mo’unga. Lo hanno soprannominato “Beaudy”. Scott Barrett deve compiere 26 anni tra un mese, lo chiamano Dogroll o Lloyd: Lloyd da Lloys Christmas, personaggio interpretato da Jim Carrey nel film “Scemo e più scemo”. Blake non ha avuto molto successo con la palla ovale. Quindi tocca a Jordie, detto “Udon” perché – parola di Beauden – “è bianco e secco come uno spaghetto cinese”. Tre sorelle: Jenna, Zara, Ella. Zara, 16 anni, affetta da sindrome di down, è la più coccolata dai “fratelloni” che le hanno promesso la prossima Coppa del Mondo.

 

Il programma tv delle semifinali della Rugby World Cup 2019

Sabato 26 ottobre 2019 – Yokohama
All Blacks v Inghilterra, ore 10 – diretta Rai 2 e Rai Play

Domenica 27 ottobre 2019 – Yokohama
Galles v Sudadrica, ore 10 – diretta Rai 2 e Rai Play

Proiettati come all’interno di un videogioco, con la possibilità di seguire gli atleti da diverse angolazioni e zoomare per vivere le progressioni e le azioni accanto a loro. Una delle novità della Coppa del Mondo di rugby in corso in Giappone è il Free Viewpoint Video di Canon, un sistema di riprese 3D in fase di sperimentazione, testato in sette partite del torneo, le più importanti.

Il sistema installato dall’azienda giapponese consiste in una ventina di telecamere ad alta risoluzione disposte attorno ai campi da gioco. Queste telecamere effettueranno riprese simultanee che poi verranno elaborate da un processore e montate in un unico filmato tridimensionale. Il primo video è stato realizzato durante Nuova Zelanda-Sudafrica di sabato 21 settembre e ricostruisce la meta del neozelandese George Bridge, la prima della partita poi vinta 23-13 dagli All Blacks. Benvenuti nel mondo ir-reale!

Sono entrambe quasi fuori, ma hanno ancora una remota speranza di qualificarsi. Camerun Nuova Zelanda chiude il gruppo E dei Mondiali femminili, in contemporanea con Olanda Canada. Ma se quest’ultimo match è uno spareggio per il primo posto, la gara tra le africane e le oceaniche somiglia a un’ultima spiaggia che potrebbe anche non bastare. Entrambe le formazioni sono inchiodate all’ultimo posto a quota zero punti. Per coltivare speranze di qualificazione devono affidarsi alla differenza reti per il pass come migliori terze. Un’ipotesi che potrebbe interessare l’Italia negli incroci degli ottavi.

Un Mondiale deludente

Alle 18 allo Stade de la Mosson di Montpellier (diretta Sky Sport Football) Camerun e Nuova Zelanda proveranno a scuotersi da un Mondiale, finora, deludente. Le ragazze africane sono reduci da due sconfitte contro Canada (0-1) e Olanda (1-3). L’unico momento di luce per le leonesse indomabili è stato il gol realizzato da Gabrielle Aboudi Onguene per il provvisorio 1-1 contro l’Olanda. La calciatrice africana ha dedicato la rete all’ex capitano Ghislaine Bebom, scomparsa qualche giorno fa.


La Nuova Zelanda ha la stessa differenza reti delle camerunensi ma non avendo all’attivo alcuna marcatura. Hanno perso 0-1 contro l’Olanda e 0-2 contro il Canada. La speranza per entrambe le Nazionali è vincere con almeno due gol di scarto. Solo così potrebbero ancora pensare di accedere alla fase successiva tra le migliori terze. In lizza ci sono anche Thailandia e Cile che si scontrano alle 21 a Rennes per la gara conclusiva del gruppo F, assieme a Svezia Usa.

Risultati già definitivi nel gruppo E del Mondiale femminile di Francia2019: Olanda e Canada sono agli ottavi di finale grazie al doppio successo in altrettante partite.

Le Orange hanno battuto il Camerun, mentre le nordamericane hanno superato le neozelandesi.

Olanda – Camerun 3-1

Protagonista del match è stata Vivianne Miedema con una doppietta. A sbloccare il match è stata proprio l’attaccante dell’Arsenal al 41esimo minuto dopo una prima frazione di gara un po’ noiosa.

Un bel colpo di testa su assist dalla destra di Van de Sanden ha sorpreso l’estremo difensore camerunense Ngo Ndom. Il pareggio africano è quasi momentaneo con la difesa olandese che si è fatta sorprendere da un lancio dalla difesa per l’esterna Onguene che, sul limite del fuorigioco, riesce a beffare il portiere Van Veenendaal in uscita con un colpo di testa.

Il secondo tempo, però, è un film olandese. La differenza tecnica è netta e lo si può evincere anche dal grave errore di Abam che sbaglia un rinvio e regala il pallone del 2-1 a Bloodworth, al 48esimo minuto.
Ancora Miedema chiude il match al minuto 85 con un bel tiro sul primo palo dopo una bello spunto. Sei punti e prima in classifica. Sarà decisivo lo scontro diretto per decretare la prima del girone.

Canada – Nuova Zelanda 2-0

Agli ottava volano anche le canadesi che battono le oceaniche grazie alle reti nella ripresa da Fleming e Prince.
Dopo un primo tempo abbastanza equilibrato con una sola vera palla gol dell’attaccante nordamericana Sinclair stampatasi sulla traversa.

Nel secondo tempo, invece, il Canada riesce subito a sbloccare il punteggio: grande azione di Prince sulla sinistra e preciso assist per Fleming che fa 1-0. Dopo il vantaggio, Prince ha un paio di occasioni per il raddoppio e al 71esimo si vede parare il tiro dal portiere Nayler. Il 2-0 arriva poco più tardi sempre con Prince, che chiude così il discorso qualificazione.

Shane Smeltz,  il cui nome alla maggior parte di noi italiani potrebbe non dire nulla, ai suoi nipoti potrà raccontare di esser stato uno dei più amari dispiaceri nella storia pallonara della penisola verde, bianca e rossa.
E dirà anche di avere una percentuale realizzativa, contro gli azzurri, davvero invidiabile: due partite giocate contro la Nazionale italiana, due gol.

Smeltz, a 36 anni, ha deciso di ritirarsi dal calcio e in patria, in Nuova Zelanda, è passato da mito a leggenda. Nato a Göppingen, in Germania nel 1981, Shane Smeltz è stato l’attaccante degli All Whites (appellativo dato, nel 1981, alla Nazionale di calcio neozelandese in contrapposizione agli All Blacks più famosi del rugby) durante lo storico Mondiale del 2010 in Sudafrica, il secondo nella storia dello stato insulare dell’Oceania dopo l’edizione del 1982 (tre sconfitte sue tre incontri con 12 gol subiti).

Con il numero 9 sulle spalle, Smeltz ha trascinato la squadra in un’autentica impresa sportiva: inseriti nel Girone F, il 15 giugno 2010, nella partita d’esordio contro la Slovacchia, gli All Whites scrivono la storia, conquistando il primo punto nella fase finale di un campionato mondiale. La partita termina infatti 1-1, grazie al pareggio raggiunto dai neozelandesi al 93’ con Winston Reid su assist proprio di Shane Smeltz. Ma è cinque giorni dopo, il 20 giugno, che succede l’imponderabile: la Nuova Zelanda riesce a impalare l’Italia, detentrice della Coppa del Mondo, sull’1-1. La rete del vantaggio degli oceaniani arriva al 7’ nemmeno a dirlo con Smeltz che approfitta di un goffo e impacciato intervento di Cannavaro.

Iaquinta, su dischetto, riesce solo a pareggiare la situazione: il pareggio – con la successiva sconfitta dell’Italia contro la Slovacchia e l’eliminazione al primo turno – sancisce uno dei punti più bassi della Nazionale.  Anche la Nuova Zelanda esce al primo turno, ma nell’ultima partita trova un altro un pareggio, 0-0, contro il Paraguay. Con grande gli oceaniani chiudono al terzo posto e alla fine della manifestazione iridata quella neozelandese risulterà l’unica nazionale del Mondiale ad aver concluso il torneo senza sconfitte.

Smeltz, che in 18 anni di carriera da professionista ha giocato in Inghilterra, Turchia, Indonesia, Malaysia e soprattutto in Australia, ha segnato 24 gol con la maglia neozelandese, uno score che gli vale il secondo posto nella classifica dei cannoniere di tutti i tempi alle spalle di Vaughan Coveny con 28.
Di certo il peso specifico di quella rete “mondiale” contro gli Azzurri è ineguagliabile. Ma non è tutto: perché, come detto in apertura, l’attaccante ha incontrato l’Italia un’altra volta nella sua carriera segnando nuovamente il referto dell’arbitro con il suo nome.

Sempre in Sudafrica, ma un anno prima, in un’amichevole di preparazione alla Confederations Cup del 2009 che sarebbe iniziata di lì a poco e che vedeva sia Italia che neozelandesi impegnati in due gironi differenti (l’Italia con Egitto, Brasile e Stati Uniti si piazzerà terza nel girone).
Nel test-match giocato il 10 giugno, anche in questa circostanza Shane Smeltz apre i giochi segnando la rete del momentaneo vantaggio. La partita, a dir poco rocambolesca, verrà vinta dall’Italia 4-3, ma per Smeltz e per i suoi compagni fu solo l’antipasto di una partita memorabile da incorniciare e da raccontare ai propri nipoti.

 

Si chiude definitivamente il cerchio delle Qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018, con le due partite tra sudamericane e oceaniche.

A volare in Russia la prossima estate saranno anche il Perù  e Australia che, nella doppia sfida dello spareggio, hanno battuto Nuova Zelanda e Honduras.

Dopo il doppio 0-0 delle gara d’andata, spettacolo e gol nei match di ritorno. I Socceroos hanno chiuso con un secco 3-1 con reti realizzate tutte da calcio piazzato, mentre i peruviani hanno surclassato gli All Whites per 2-0. Ma andiamo con ordine.

All’ANZ Stadium di Sydney gli australiani centrano la quinta qualificazione alla fase di un Mondiale della sua storia. Nulla da fare per la nazionale Bicolor che, in Oceania ha messo in evidenza tutti i suoi limiti calcistici, cosa che nella gara d’andata non si erano tanto notati.

Protagonista indiscusso del match, il 33enne centrocampista dell’Aston Villa, Mile Jedinak, autore di tre reti, tutte nel secondo tempo e da calcio piazzato: la punizione che ha aperto il match e due calci di rigore.

Se il capitano Tim Cahill era stato l’uomo copertina che ha dato la possibilità ai “Canguri” di giocarsi il Mondiale ai playoff, Jerdinak è diventato l’eroe che ha permesso di stappare il pass per Russia 2018.

E ora sono disposti a conquistare il Mondo!

Storica è invece la qualificazione del Perù che, dopo 35 anni, tornano a disputare una fase finale di Coppa del Mondo. Risale infatti al Mondiale di Spagna 1982 l’ultima apparizione della Blanquirroja.

A permettere ciò sono state le reti segnate da Farfan e Ramos che hanno piegato i neozelandesi nella ribollente cornice dello stadio Nacional di Lima dopo il pareggio a reti inviolate dell’andata.

Con l’assenza del giocatore peruviano più importante, Paolo Guerrero, il ct Ricardo Gareca, si è affidato proprio ai due marcatori. Farfan ha segnato dopo una bella combinazione con Cueva e poi è scoppiato in lacrime dedicando il gol all’amico Guerrero. Ramos ha poi chiuso i conti con un guizzo su calcio d’angolo. Solo un tentativo per gli oceanici con Chris Wood a pochi minuti dal 90esimo.

Al fischio finale è partita la festa per i sudamericani che sognavano da anni una serata simile. Il Governo ha dato l’ok per la festa nazionale, infatti i festeggiamenti iniziati nella notte proseguiranno per tutta la giornata di oggi sia lungo le strade della capitale Lima ma in tutti i centri peruviani.

Non solo spareggi in Europa, questa notte si sono disputati i due incontri oltreoceano tra Nuova Zelanda – Perù e Honduras – Australia.

Entrambi i match sono terminati con un pareggio a reti bianche e quindi il tutto si deciderà nei 90 minuti finali della gara di ritorno.

A Wellington in Nuova Zelanda, i peruviani, privi di Guerrero, hanno provato a sbloccare il risultato in 2/3 occasioni, ma la retroguardia degli All Whites si è difesa più che bene e al 34esimo del primo tempo ha avuto anche una ghiotta occasione con l’attaccante Kosta Barbarouses che ha non ha centrato la porta all’interno dell’area piccola, sfiorando il palo.

Tutto da rifare in Perù, con una gara che si preannuncia caldissima anche dal punto di vista del pubblico.

Stesso risultato per 0-0 nell’altro incontro tra Honduras – Australia. Allo stadio honduregno Olímpico Metropolitano di San Pedro Sula, la favorita Australia non è riuscita ad abbattere il muro Bicolor. Partita molto nervosa con parecchi falli soprattutto da parte dei Socceroos. L’arbitro italiano Orsato, infatti, ha tirato fuori molti cartellini gialli. Il capitano australiano Tim Cahill non ha preso parte alla partita a causa di un infortunio.

Pass per il Mondiale da conquistarsi nella gara di ritorno in Australia all’ANZ Stadium di Sidney.

La grande sorpresa arriva dall’Africa dove il Senegal ha battuto il Sudafrica per 2-0 e ha strappato il pass per il Mondiale russo. Sarà la seconda partecipazione per il paese africano dopo il Mondiale di Corea del Sud – Giappone del 2002. Il match, dominato dai Leoni del Tengara, era il remake di quello annullato dalla Fifa. Nello specifico si è rigiocato il match del 12 novembre 2016 che la federazione mondiale ha cancellato, perché falsata dall’arbitro ghanese Lamptey, che aveva alterato volontariamente il risultato della partita e per questo poi radiato a vita.

Non solo Europa ma per andarsi a giocare il Mondiale di Russia 2018 ci sono ancora da definire i tre posti dei gironi africani e due playoff intercontinentali: Nuova Zelanda-Perù e Honduras-Australia.

Questi ultimi due match promettono molte scintille tra viaggi infiniti, resi più difficili dal fatto che si gioca a distanza di 4-5 giorni con 17-18 fusi orari di differenza. Honduras e Australia, rappresentanti di Centroamerica e Asia (calcisticamente), e Nuova Zelanda e Perù (Oceania e Sudamerica) hanno già iniziato un tour de force aereo, anticipato il più possibile per adattarsi ai fusi orari e costoso anche economicamente (tanto che peruviani e neozelandesi viaggeranno sullo stesso charter prima del ritorno).

La nazionale del Perù è stata scossa dal caso di José Paolo Guerrero, il quale è stato sospeso dopo essere risultato positivo alla cocaina al test antidoping. Proverà a difendersi ma sicuramente per il match d’andata non ci sarà. Al suo posto giocherà Raul Ruidiaz anche se salgono le quotazioni di Jefferson Farfan.

I neozelandesi dovranno combattere per poter strappare il terzo pass Mondiale dopo 1982 e 2010. Tuttavia il recupero in extremis della stella Chris Wood (7 gol in 6 partite nelle qualificazioni), il calore dei tifosi e il vento a favore potranno dare qualche chance in più.

Più bilanciata lo spareggio tra Honduras – Australia. I Socceroos avranno in Tim Cahill un sostegno soprattutto di spogliatoio. Il capitano che ha permesso agli australiani di giocarsi questo playoff ha subìto un infortunio, ma comunque ci sarà e potrà giocare anche qualche minuto.

I dubbi sono più che altro legati al luogo in cui il match verrà giocato: San Pedro Sula, la seconda città honduregna e una con il più altro tasso di criminalità al mondo. Il governo ha schierato un vero e proprio esercito, mentre la nazionale punterà sull’attaccante Eddie Hernandez, il quale giocherà con una maschera protettiva.

Nuova Zelanda-Perù: sabato 11, ore 4.15 (italiane) a Wellington, ritorno giovedì 16 alle 3.15 (italiane) a Lima.

Honduras-Australia: venerdì 10, ore 23 (italiane) a San Pedro Sula, ritorno mercoledì 15 alle 10 (italiane) a Sydney.

Per quanto riguarda il continente africano i gironi ancora aperti sono A, C e D.

Il gruppo A: Tunisia 13, RD Congo 10, Libia e Guinea 3. Sabato: Tunisia-Libia e RD Congo-Guinea. Ai tunisini basta un pareggio a Rades per staccare il biglietto per la Russia. La Repubblica Democratica del Congo deve affidarsi alla Libia e vincere.

Il gruppo C: Marocco 9, Costa d’Avorio 8, Gabon 5, Mali 3. Sabato: Costa d’Avorio-Marocco, Gabon-Mali. Conta solo il big match di Abidjan, con il Marocco di Renard che cerca la prima qualificazione dal 1998, contro la squadra più continua in Africa nell’ultimo decennio. Benatia in campo, ai marocchini basta non perdere.

Il gruppo D: Senegal 8, Burkina Faso 6, Capo Verde 6, Sudafrica 4: Venerdì Sudafrica-Senegal. Martedì 14: Senegal-Sudafrica e Burkina Faso-Capo Verde. In teoria sono ancora tutte in gara, la matassa si dipanerà dopo il replay di Sudafrica-Senegal, gara aggiustata dall’arbitro Tettey, poi radiato. Ultimo turno martedì, col “ritorno” in Senegal e “spareggio” fra seconde.

 

Ieri si è concluso un altro turno della Rugby Championship con un altro successo della Nuova Zelanda, aggiudicandosi quella che è stata definita una vittoria annunciata contro l’Argentina.

Sono loro, gli All Blacks, che riescono a conquistare per la seconda volta la Coppa, collezionando ben cinque vittorie nel 4 Nazioni. E l’avversaria di turno, l’Argentina, viene battuta con un punteggio finale di 36-10, lasciando l’amaro in bocca ad una squadra che invano cerca di battere gli All Blacks da ben 24 partite.

Incessante, quindi, la scalata dei neo zelandesi, che stanno vivendo un momento d’oro, collezionando successi su successi.

Kieran Read, Damien McKenzie, Waisake Naholo e David Havill sono i giocatori di punta di questa partita, che sono riusciti a segnare le mete decisive contro l’Argentina. Mancavano all’appello, per scelta del coach Hansen, i giocatori Brodie Retallick, Sam Whitelock, Sam Cane, Liam Squire e Ryan Crotty. Una scelta fatta con accuratezza per permettere loro di riposarsi in vista della prossima partita che si disputerà contro il Sudafrica.

Ecco le dichiarazioni di Kieran Read, che ha segnato ben due mete nella partita di ieri:

Abbiamo segnato quattro mete e poi abbiamo gestito la situazione. Dobbiamo dare credito alla nostra difesa, abbiamo tenuto bene nonostante l’inferiorità numerica. Abbiamo giocato per l’onore e sono orgoglioso dei ragazzi, che hanno potuto fare esperienza su uno dei campi più caldi del mondo

Nonostante la vittoria schiacciante, la partita sembrava aver preso una direzione differente nel secondo tempo, a causa di una battuta d’arresto dei favoriti che commettono qualche errore. I Pumas argentini, però, non riescono ad approfittarne e permettono agli All Blacks di rimontare e vincere l’incontro.

Sono, dunque, 24 i punti totalizzati dalla Nuova Zelanda aggiudicandosi l’ultimo turno che si svolgerà la settimana prossima. Oltre alla Nuova Zelanda contro il Sudafrica, vedremo sfidarsi l’Argentina contro l’Australia.

Gli All Blacks sono giunti con anticipo a questo turno di gara a causa del pareggio inaspettato tra Sudafrica e Australia che chiudono l’incontro con un punteggio di 27-27.

Questo risultato aveva consegnato il successo ai neo zelandesi, che giocano con il trofeo già in tasca.

La squadra, però, non si risparmia e si impegna per meritarsi la Coppa cercando di colpire nel segno e conquistare gli applausi del pubblico. In effetti, nel primo tempo riescono bene a dare spettacolo e mettono da subito a tappeto l’avversaria con un punteggio di 29-3. Un vantaggio che gli è servito per concludere positivamente questa gara mondiale, visto il netto calo avuto nella seconda parte del match.

Il punto decisivo viene segnato addirittura a tempo scaduto. È David Havili a concludere la partita decretando la vittoria degli All Blacks.

L’Argentina, invece, riesce a totalizzare solo 10 punti, per le mete segnate da Juan Manuel e Nicholas Sanches.

Una prova non eccellente quella degli argentini, che hanno sicuramente contribuito alla vittoria neo zelandese, che si confermano campioni e si avviano verso l’ultimo turno con grandi aspettative.