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18 giugno 1995, Città del Capo, Sudafrica. Al Newlands Stadium è di scena la prima semifinale del Mondiale di rugby, Inghilterra contro Nuova Zelanda. Jonah Lomu, allora 20enne, prende per mano gli All Blacks spazzando via da solo l’Inghilterra con quattro mete.  Al 3’, poi al 26’ e ancora al 42’ e al 71’. The Big Man nella partita vinta 45 a 29 dai suoi mette in mostra tutta la sua progressione devastante, cambiando da quel momento per sempre il modo di giocare nel rugby.

Un’ala anomala, non più solamente piccola e rapida, ma un carro armato di pura potenza, velocità e tecnica, 196 centimetri per 120 chili, capace di scardinare da solo l’intera difesa inglese. Di farla letteralmente volare. Catt viene spazzato via e Jonah Lomu scriverà una pagina leggendaria di sport ancora oggi impressa. E poco importa che poi in finale gli All Blacks sono battuti dai padroni di casa del Sudafrica.

Lomu ha realizzato ben 15 mete in due edizioni dei Mondiali di rugby, ed è insieme al sudafricano Bryan Habana, il miglior marcatore di mete della Coppa del Mondo. Devastante in un corpo tragico: a soli 24 anni, interrompe bruscamente la sua carriera a causa di una sindrome nefrosica che rese necessario un trapianto di rene. Ebbe un breve rientro in attività, ma i problemi di salute derivanti dalla sua malattia non ne permisero mai un completo ritorno ai livelli di prima del 1999 e, nel 2010, si ritirò definitivamente dopo una stagione da dilettante in Francia. La sua malattia renale è considerata tra le ragioni primarie di un arresto cardiaco a causa del quale morì ad Auckland, sua città natale, il 18 novembre 2015, a soli 40 anni.

 Le mete contro l’Inghilterra a partire dal minuto 1:00