Shane Smeltz, il cui nome alla maggior parte di noi italiani potrebbe non dire nulla, ai suoi nipoti potrà raccontare di esser stato uno dei più amari dispiaceri nella storia pallonara della penisola verde, bianca e rossa.
E dirà anche di avere una percentuale realizzativa, contro gli azzurri, davvero invidiabile: due partite giocate contro la Nazionale italiana, due gol.
Smeltz, a 36 anni, ha deciso di ritirarsi dal calcio e in patria, in Nuova Zelanda, è passato da mito a leggenda. Nato a Göppingen, in Germania nel 1981, Shane Smeltz è stato l’attaccante degli All Whites (appellativo dato, nel 1981, alla Nazionale di calcio neozelandese in contrapposizione agli All Blacks più famosi del rugby) durante lo storico Mondiale del 2010 in Sudafrica, il secondo nella storia dello stato insulare dell’Oceania dopo l’edizione del 1982 (tre sconfitte sue tre incontri con 12 gol subiti).
Con il numero 9 sulle spalle, Smeltz ha trascinato la squadra in un’autentica impresa sportiva: inseriti nel Girone F, il 15 giugno 2010, nella partita d’esordio contro la Slovacchia, gli All Whites scrivono la storia, conquistando il primo punto nella fase finale di un campionato mondiale. La partita termina infatti 1-1, grazie al pareggio raggiunto dai neozelandesi al 93’ con Winston Reid su assist proprio di Shane Smeltz. Ma è cinque giorni dopo, il 20 giugno, che succede l’imponderabile: la Nuova Zelanda riesce a impalare l’Italia, detentrice della Coppa del Mondo, sull’1-1. La rete del vantaggio degli oceaniani arriva al 7’ nemmeno a dirlo con Smeltz che approfitta di un goffo e impacciato intervento di Cannavaro.
Iaquinta, su dischetto, riesce solo a pareggiare la situazione: il pareggio – con la successiva sconfitta dell’Italia contro la Slovacchia e l’eliminazione al primo turno – sancisce uno dei punti più bassi della Nazionale. Anche la Nuova Zelanda esce al primo turno, ma nell’ultima partita trova un altro un pareggio, 0-0, contro il Paraguay. Con grande gli oceaniani chiudono al terzo posto e alla fine della manifestazione iridata quella neozelandese risulterà l’unica nazionale del Mondiale ad aver concluso il torneo senza sconfitte.
Smeltz, che in 18 anni di carriera da professionista ha giocato in Inghilterra, Turchia, Indonesia, Malaysia e soprattutto in Australia, ha segnato 24 gol con la maglia neozelandese, uno score che gli vale il secondo posto nella classifica dei cannoniere di tutti i tempi alle spalle di Vaughan Coveny con 28.
Di certo il peso specifico di quella rete “mondiale” contro gli Azzurri è ineguagliabile. Ma non è tutto: perché, come detto in apertura, l’attaccante ha incontrato l’Italia un’altra volta nella sua carriera segnando nuovamente il referto dell’arbitro con il suo nome.
Sempre in Sudafrica, ma un anno prima, in un’amichevole di preparazione alla Confederations Cup del 2009 che sarebbe iniziata di lì a poco e che vedeva sia Italia che neozelandesi impegnati in due gironi differenti (l’Italia con Egitto, Brasile e Stati Uniti si piazzerà terza nel girone).
Nel test-match giocato il 10 giugno, anche in questa circostanza Shane Smeltz apre i giochi segnando la rete del momentaneo vantaggio. La partita, a dir poco rocambolesca, verrà vinta dall’Italia 4-3, ma per Smeltz e per i suoi compagni fu solo l’antipasto di una partita memorabile da incorniciare e da raccontare ai propri nipoti.
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