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Questa, nel calcio non si era ancora vista. In Danimarca, la Federazione e il sindacato di tutela dei calciatori sono ai ferri corti sulla delicata questione legata ai contratti di sponsorizzazione. Capeggiati da Eriksen, i nazionali hanno deciso di scioperare per un mancato accordo sui diritti commerciali non rispondendo alla convocazione per l’amichevole di mercoledì 5 settembre contro la Slovacchia (ma potrebbe riguardare anche l’esordio in Nations League contro il Galles).

Così, per evitare sanzioni da parte della Uefa che ha addirittura paventato l’esclusione da Euro 2020, la Dbu ha risposto con un colpo a sorpresa: per presentare una squadra “dignitosa”, oltre a chiamare le seconde linee, in campo scenderanno anche i migliori calciatori di futsal.  Ed è John Jensen, campione d’Europa nel 1992, a dirigere la Danimarca nelle prossime due partite, visto che allo sciopero ha aderito anche il commissario tecnico Age Hareide.

John Jensen, campione d’Europa nel 1992

Al centro del caso c’è il nuovo contratto legato agli sponsor e i diritti di immagine, in conflitto con gli sponsor privati dei calciatori soprattutto di quelli dal risalto internazionale come Eriksen per l’appunto, stella del Tottenham. Una scelta drastica, precipitata il 31 agosto e che mai ci si sarebbe aspettati di vedere dopo lo splendido mondiale vissuto dalla Danimarca, uscita agli ottavi di finale, ai rigori, contro la Croazia finalista.

Il tecnico ad interim Jensen ha annunciato la lista dei convocati nella quale compaiono giocatori di seconda e terza categoria, oltre ai più bravi calciatori di calcio a cinque del Paese che sono sei: Christopher Haagh, Victor Hansen, Adam Fogt, Christian Christensen, Kevin Jorgensen e Louis Veis.
La Danimarca è stata inserita nella League B, nel Gruppo 4 assieme a Irlanda e Galles e proprio contro quest’ultimi gioca il match d’esordio il 9 settembre.

 

Anche se i Mondiali di Russia 2018 sono ancora nella prima fase, regalano già sorprese interessanti e record che entrano negli annali di storia.

Se da una parte abbiamo Ronaldo che entra nella leggenda per il numero di reti, dall’altro abbiamo Yussuf Yurary Poulsen, giocatore danese, capace di provocare ben due rigori nelle due partite finora giocate dalla sua squadra.

Il primo episodio è legato al match Danimarca-Perù: qui in area di rigore regala a Cueva la possibilità di portarsi in vantaggio alla fine del primo tempo nella partita d’esordio per entrambe le nazionali. Il Perù sbaglia e Poulsen se la cava con una ramanzina.

Il secondo episodio, invece, avviene nella partita successiva, quando la nazionale danese si scontra con l’Australia. Stavolta il fallo di mano concede una chance di pareggiare all’avversaria, che non sbaglia il colpo e segna quella rete che poi ha determinato la parità a fine partita.

Risultato? Poulsen, che nel prossimo match in programma contro la Francia non sarà in campo, raggiunge un record che non veniva sfiorato dal lontano 1966, durante i Mondiali di Inghilterra. Da allora non era più capitato che uno stesso giocatore fosse capace di commettere più falli di rigore nella stessa edizione di Coppa del Mondo.

Ma è soprattutto un fattore che ha giocato a sfavore del giocatore danese e si chiama Var. I mondiali di calcio del 2018 hanno portato con sé questa grande innovazione tecnologica che permette di analizzare tutto quello che succede in campo nei dettagli.

Non sono, dunque, sfuggiti nemmeno i due falli di Poulsen in area di rigore e il calciatore deve fare i conti con la sua modalità di gioco che probabilmente richiede qualche revisione.

Avrà tempo di riflettere durante la pausa che lo vedrà in panchina per l’ultima partita di qualificazione e, in caso di passaggio turno, potrà farsi perdonare nei match successivi e regalare nuovamente emozioni come quando ha segnato il gol decisivo contro la nazionale peruviana.

In vista dell’inizio dei Mondiali di Russia 2018 si torna a parlare del Perù. Ancora in crisi per l’esclusione clamorosa del suo capitano Paolo Guerrero, di cui non accennano a diminuire petizioni e ricorsi per una sospensione temporanea della squalifica, la nazionale peruviana decide però di andare avanti e lo fa mettendo in risalto l’orgoglio di un paese che non partecipa ai Mondiali di calcio dal 1982.

Si tratta di 36 anni di attesa e di speranze, che non possono non fare sentire il proprio peso adesso che finalmente il Perù ha ottenuto la qualificazione per la fase finale che comincerà a breve in Russia.

C’è grande rispetto tra le avversarie del Girone C, come hanno già dimostrato i capitani avversari della Danimarca, Francia e Australia che hanno voluto dire la propria nel caso “Guerrero” chiedendo una sua riammissione in squadra. Ed è anche questa una delle ragioni che ha spinto la blanquirroja a realizzare un video, carico di emozioni, rivolto proprio a loro, come messaggio di presentazione.

Si tratta di un racconto di sé in cui il Perù si mette a nudo, tra problemi e gioie, tra avversità e lotta per il successo.

Un’idea pensata e voluta dalla nazionale peruviana per mostrarsi senza ombre a chi dovrà affrontarli nelle prossime gare, evidenziando i drammi del passato, le difficoltà di oggi e le speranze per il domani.

Si tratta di un unico messaggio trasmesso sui social e rivolto alle tre nazioni sfidanti, diverso solo per i sottotitoli presenti.

Per la Francia:

 

Per la Danimarca:

Per l’Australia:

Come non rimanere colpiti dall’orgoglio nazionale del Perù? I video, che stanno facendo il giro del mondo, sono la dimostrazione evidente di come il calcio è molto di più che un semplice sport e spesso e volentieri serve a rinnovare ideali e valori di un paese che cerca il suo momento di gloria, ma senza scavalcare nessuno e soprattutto nel pieno rispetto delle sue avversarie in campo.

La vicenda della prolungata squalifica di Guerrero, che gli impedisce di partecipare ai Mondiali di Russia 2018, non poteva non avere conseguenze.

La decisione del Tas, su richiesta dell’Agenzia Mondiale antidoping, è stata considerata da più parti troppo severa. Nonostante le proteste dello stesso giocatore, per lui rimane solo il sogno infranto di non potere coronare la sua carriera entrando in campo con il suo Perù a giocarsi il titolo mondiale.

Ma dalla Fifpro (Federazione Internazionale Calciatori Professionisti) arriva un colpo di scena che potrebbe anche cambiare le sorti del capitano peruviano.

Sono proprio i suoi diretti avversari che stavolta decidono di prendere la parola per incitare la Fifa a dare una seconda chance a Guerrero, con tanto di lettera firmata.

Australia, Danimarca e Francia: le tre squadre che insieme al Perù si batteranno nel girone C, si ritrovano concordi nel protestare contro questa decisione ingiusta e rivogliono Guerrero in campo.

Quattordici anni trascorsi con quella maglia sulle spalle, rappresentando il proprio Paese e inseguendo un sogno: trascinare la nazionale peruviana ai Mondiali. In Russia, tra qualche settimana, il Perù disputerà il campionato del mondo, dopo un’astinenza durata ben 36 anni. In campo, però, non ci sarà il suo capitano, Paolo Guerrero

Queste solo alcune parole scritte da Mile Jedinak, Simon Kjaer e Hugo Lloris, che rivolgendosi direttamente al segretario generale della Fifa, vogliono far riflettere l’intero comitato sullo sbaglio commesso nell’escludere un capitano dalla sua squadra, dopo ben 36 anni dall’ultima qualificazione e dopo i molteplici gol segnati da Guerrero con la maglia del Perù.

Non accennano a placarsi, quindi le polemiche, né in Perù né altrove. Questa nuova protesta si aggiunge ai ricorsi già in atto presentati dalla Federazione peruviana contro il provvedimento disciplinare nei confronti del giocatore.

L’oggetto della lettera è sempre lo stesso: “urgente richiesta di clemenza, affinché la squalifica di Guerrero sia temporaneamente interrotta, per la durata dei prossimi Mondiali in Russia, fino al momento dell’eliminazione del Perù dalla suddetta competizione”.

Che la Fifa decida di sospendere o meno la pena di Guerrero, per il calciatore peruviano rimane la soddisfazione di avere non solo gli amici, ma anche gli avversari, dalla sua parte, come segno di grande rispetto per ciò che ha rappresentato nel panorama calcistico degli ultimi tempi.

I mondiali di calcio del 2018, ancor prima di iniziare, sono già entrati negli annali della storia di questo sport per almeno due paesi. Si tratta di Panama ed Islanda, che fanno il loro debutto in Russia dopo la qualificazione alla fase finale della competizione iridata.

L’Islanda, il più piccolo paese per numero di abitanti a partecipare a un mondiale, ma dalle grandi aspirazioni, vuole dimostrare al mondo la sua crescita, che gli permette oggi di potersi avvalere di giocatori preparati e con tutte le carte in regola per poter competere alla pari con i suoi avversari.

Panama, finora conosciuto solo per il suo regime fiscale e per il suo mare, adesso affronta la nuova sfida calcistica con la grinta di chi si è impegnato per anni e vuole sfruttare al massimo la sua occasione.

Entrambe le squadre, a giugno, cominciano un’avventura nuova che li condurrà direttamente in Russia per la prova sul campo, proprio come prima di loro hanno fatto altre squadre oggi considerate “forti”. Ecco le nazionali che al loro esordio assoluto hanno fatto meglio:

Portogallo

Per rivivere il debutto della squadra portoghese bisogna andare lontano nel tempo fino al 1966. Al posto di Ronaldo c’era Eusebio a far sognare il suo paese, con la voglia di arrivare in fondo e dimostrare di essere una squadra giovane ma forte. Con grande sorpresa di tutti, il Portogallo al suo debutto, scavalca squadre come il Brasile e giunge in semifinale, dove però la sua corsa al titolo viene interrotta da un’Inghilterra caparbia che per 2-1 giunge in finale contro la Germania e diventa poi Campione del Mondo.

Terzo posto per un paese al suo esordio in un mondiale, che deve essere di buon auspicio per le debuttanti del 2018.

Danimarca

Meno profittevole il risultato dei danesi in corsa per i mondiali nel 1986. Al loro debutto assoluto, si spingono con successo fino agli ottavi di finale, ma con un secco 5-1 il sogno viene infranto dalla Spagna, che passa il turno e lascia l’amaro in bocca ad un team che fino ad allora si era battuto molto bene.

Grinta, reti e una strategia di gioco diversa dalle altre non sono bastate alla Danimarca per accedere alla finale, ma il suo esordio sarà ricordato come uno dei più audaci grazie a giocatori come Jesper Olsen, Preben Elkjaer e Michael Laudrup.

Croazia

Siamo nel 1998 ed è il turno dell’esordio della squadra croata. Ed è un inizio che lascia tutti col fiato sospeso, data l’inaspettata potenza calcistica di un team che fino ad allora non aveva mai preso parte ad una competizione mondiale. Nessuno si aspettava che la Croazia fosse capace di scavalcare le sue avversarie, come la Germania, e giungere in semifinale. Ma contro la padrona di casa, la Francia, la Croazia si piega per 2-1 uscendo però a testa alta con un terzo posto memorabile.

Sulla scia del Portogallo, anche la Croazia riesce a immortalare nel tempo un debutto che ha segnato la nascita di una nuova potenza calcistica in grado di dare filo da torcere ai campioni.

Senegal

In Corea del Sud, nel 2002, si assiste poi al debutto del Senegal. Un esordio promettente che porta i leoni africani direttamente agli ottavi di finale contro la Svezia. Battuta per 2-1, sarà la Turchia nei quarti di finale a interrompere bruscamente la corsa senegalese.

Il Senegal non è riuscito nell’intento di diventare la prima squadra proveniente dall’Africa a giocarsi una semifinale, ma il suo debutto non è di certo passato inosservato.

Quattro squadre debuttanti del passato, quattro esordi da ricordare. A giugno tocca a Islanda e Panama, che tenteranno di emulare questi grandi risultati per lasciare il loro segno nella storia con la loro presenza ai Mondiali di Russia 2018.

È un’Italia inarrestabile quella che chiude con successo gli Europei in vasca corta in programma in Danimarca. Ancora podi, ancori medaglie e nel giorno in cui chiude i battenti la competizione europea si festeggiano ben due tre, degnamente conquistati da Dotto, Orsi e Sabbioni.

Luca Dotto si aggiudica la medaglia d’oro nei 100 stile libero in 46″11. Una performances perfetta che rende orgoglioso anche il protagonista dell’impresa:

Volevo quest’oro. Ieri mi ero risparmiato, sono partito subito deciso e determinato staccando il gruppo fino alla fine. La vittoria mi ripaga da quella mancata nel 2011. Erano sette anni che non miglioravo e questa stagione mi dà un’iniezione di fiducia nuova che mi fa andare avanti con stimoli giusti

E può realmente festeggiare una stagione magica, in cui ha regalato all’Italia il sessantesimo oro azzurro.

Non è da meno il suo compagno Marco Orsi, che vince l’oro nei 100 misti. Una vittoria che contribuisce a festeggiare una rappresentanza azzurra che non ha eguali e si aggiudica un trofeo dopo l’altro. Orsi raggiunge con questo titolo la quota di 8 medaglie individuali.

La terza medaglia d’oro è conquistata dal neo biondo platino Simone Sabbioni nei 50 dorso in 23”05. Anche lui conclude questa competizione con successo e raggiunge il terzo oro continentale in vasca corta.

 

La pioggia di medaglie, però, continua con l’argento della staffetta mista maschile, seconda solo alla Russia, con i protagonisti Simone Sabbioni 23”14, poi Fabio Scozzoli 25”45, Piero Codia 22”72 e Luca Dotto 20”60.

L’Italia raggiunge la quota di 17 medaglie conquistate in questi magici Europei, che hanno messo in luce i rappresentanti azzurri che hanno portato alto il nome del nostro paese. E non è tutto: l’Italia vince la classifica per nazioni dei campionati europei in vasca corta con 959 punti, seguita da Russia e Ungheria.

Ecco i numeri di questa grande avventura italiana in Danimarca: 5 ori individuali di Fabio Scozzoli nei 50 rana, Matteo Rivolta nei 100 farfalla, Luca Dotto nei 100 stile libero, Marco Orsi nei 100 misti e Simone Sabbioni nei 50 dorso, 7 argenti e 5 bronzi. Inoltre, si aggiungono 42 primati personali, tra cui un record europeo e 11 primati italiani e il LEN Trophy.

Esaustive le parole di Cesare Buttini, il direttore tecnico:

Siamo prossimi a capodanno e possiamo tranquillamente dire che abbiamo disputato un campionato europeo col botto. Ultima giornata entusiasmante con i tre ori di Luca Dotto nei 100 stile libero, Marco Orsi nei 100 misti e Simone Sabbioni nei 50 dorso e un argento con i ragazzi della 4×50 mista, che vanno a completare un bottino di 17 medaglie, pari a quello di Netanya 2015. La squadra ha girato molto bene ed ha saputo esprimersi ad altissimi livelli, sebbene avessimo assenza illustri

Siamo pienamente d’accordo con lui e l’intera nazione fa i complimenti ad una nazionale di nuoto così in gran forma.

Quasi completo il quadro delle nazionali europee qualificate al Mondiale di Russia 2018.

Nella gara di ritorno tra Irlanda – Danimarca sono proprio i danesi a strappare il pass per la competizione mondiale. Un netto 5-1 all’Aviva Stadium di Dublino e le speranze dell’Irlanda di poter partecipare alla fase finale di un campionato del mondo sono svanite via.

Mattatore della serata il danese più talentuoso, Christian Eriksen che è salito in cattedra disputando una partita semplicemente perfetta, condita da ben tre gol.

Sfuma così per l’Irlanda l’approdo in Russia, ma c’è da sottolineare la forza e soprattutto il cinismo della Danimarca che ha voluto a tutti i costi vincere il match.

E dire che per la Repubblica irlandese le cose si erano messe più che bene dopo solo 6 minuti di gioco. Spinti dalle oltre 50mila persone sugli spalti dell’Aviva Stadium, gli uomini guidati dal ct O’Neill sono andati in vantaggio con Duffy: punizione di Brady dalla trequarti, Jorgensen allunga la traiettoria verso la sua porta e proprio Duffy, approfittando di un’uscita maldestra di Schmeichel, di testa insacca.

Tuttavia la Danimarca si scuote ma è più vicina l’Irlanda a fare il secondo gol che gli scandinavi a quello del pareggio. Alla mezz’ora grande azione sulla sinistra di Sisto che penetra in area e serve al centro per Christensen, tap-in rocambolesco con palla prima tra palo e Christie prima di accomodarsi in rete. Il pareggio scuote l’Irlanda e pochi minuti dopo un contropiede fulminante vale anche il vantaggio danese: azione di Poulsen che serve al centro Jorgensen, palla di prima verso sinistra per Eriksen che con il destro, di prima intenzione dal limite dell’area, insacca sotto l’incrocio.

Nel secondo tempo l’Irlanda ci mette cuore e tecnica, ma la Danimarca ha dimostrato di essere più forte e che segna altre due volte con il gioiello del Tottenham, Eriksen, il quale raggiunge quota 21 reti in nazionale. Sul finire di gara c’è gioia anche per l’ex bianconero Nicklas Bendtner che si guadagna e realizza un calcio di rigore.

Sul momento più importante la difesa dell’Irlanda ha ceduto. Inoltre, negli scontri diretti, gli irlandesi erano in vantaggio per 5 vittorie a 3 contro la Danimarca. Il successo di ieri sera dei danesi, però, è davvero pesante visto che restano ancora indietro, ma staccano il pass per il Mondiale in Russia.

 

Il fischio d’inizio sarà alle 20.45 e al Parken Stadium di Copenaghen e le temperature caleranno intorno ai 5 gradi.

Farà freddo nella capitale danese, ma entrambe la nazionali sono abituati alle temperature rigide e comunque sia il pubblico cercherà di riscaldare l’ambiente e i calciatori saranno concentratissimi e andranno ben oltre le fredde temperature.

Non è la prima volta che le due squadre si incontrano anche se spesso è accaduto in amichevoli. Domani sera non sarà affatto una partita passerella ma sarà una vera e propria sfida alle ultime giocate per cercare di mettere il primo tassello in vista del Mondiale russo del 2018.

Tredici partite sono state precedenti effettuate tra le due nazionali. Il pronostico “storico” è dalla parte degli irlandesi che nel totale hanno ottenuto 5 vittorie. Tre, invece, i trionfi danesi e cinque i pareggi.

L’ultimo match però risale addirittura a più di dieci anni fa, in un’amichevole estiva del 22 agosto 2007 quando la Repubblica d’Irlanda rifilò un secco 4-0 ai danesi in casa loro allo Ceres Park di Aarhus. In quell’occasione si mise in mostra il goleador per eccellenza dell’Irlanda, il capitano Robbie Keane, con una doppietta. Vittoria irlandese anche nell’amichevole del marzo 2002 per 3-0, con reti di Ian Harte, Robbie Keane e Clinton Morrison.

Per cercare una partita ufficiale bisogna fare un tuffo negli anni 1992/93, quando le due nazionali si ritrovarono nello stesso girone per le Qualificazioni ai Mondiali di Usa 1994. Nella doppia sfida del gruppo 3, Irlanda e Danimarca non andarono oltre due pareggi. Nella gara d’andata a Copenaghen risultato di 0-0, il ritorno a Dublino 1-1. In quell’occasione fu l’Irlanda ad andare al Mondiale americano.

Due vittorie danese avvennero nel biennio 1984/85. Era la Danimarca di Michael Laudrup che vinse per 3-0 in casa e 4-1 a Dublino. Il talentuoso Laudrup segnò una rete al ritorno e Danimarca che volò al suo mondiale in Messico.

Le nazionale danese e quella irlandese arrivano al doppio confronto con entrambi delle consapevolezze positive.

La Danimarca di capitan Kjaer è giunta secondo alla spalle di una straripante Polonia che con un Lewandowski in stato di grazia ha superato agevolmente il turno con 5 punti di distanza proprio sui danesi, i quali hanno dovuto più preoccuparsi del ritorno del Montenegro più che puntare al leader del gruppo E.

Situazione più o meno simile per l’Irlanda che seppur sia finita a soli 2 punti dalla Serbia, prima qualificata, ha dovuto giocarsi un posto ai playoff nell’ultimo match decisivo contro il Galles, privo di Gareth Bale. Un caparbio James McClean ha spianato la strada per lo spareggio.

La Danimarca ha ottenuto sei vittorie, 2 pareggi e altrettante sconfitte contro (Polonia e Montenegro), con ben 20 gol realizzati (secondo miglior attacco del girone insieme al Montenegro) e 8 subiti (miglior difesa). C’è da ribadire che dei 20 gol, 8 ne ha realizzati il numero 10 Christian Eriksen. Non importa chi o come ma, poiché il primo match si giocherà in casa allo stadio Parken della capitale danese, gli uomini di Hareide dovranno fare il risultato davanti al proprio pubblico, per poi andare a Dublino con più sicurezze.

L’Irlanda invece ha vinto 5 gare del gruppo D, 4 pareggi e una sola sconfitta patita contro la capolista Serbia. La squadra allenata dal commissario tecnico nordirlandese O’Neill ha una buona organizzazione difensiva tanto da aver subito solo 6 reti (insieme al Galles), mentre è un po’ sterile in attacco. In effetti i 12 gol realizzati fanno pensare molto all’assenza di Robbie Keane, leader della classifica marcatori dell’Irlanda ma che ha lasciato la nazionale lo scorso agosto.

Nelle ultime 4 partite l’Eire ha segnato 4 reti e subite 2, l’aspetto migliore sarà appunto cercare di non prendere gol nella partita d’andata che si giocherà a Copenaghen, per puntare a fare bene in casa all’Aviva Stadium di Dublino.

Non solo Italia! Per gli spareggi mondiali ci sono altre 6 squadre che si giocano il pass per un posto al Mondiale di Russia 2018.

Tra le altre partite c’è sicuramente Danimarca – Irlanda sabato 11 novembre, con andata al Parken Stadium di Copenaghen.

Due squadre toste a confronto che sono arrivate seconde nel proprio girone: la Danimarca dietro un’avvincente Polonia e l’Eire alle spalle della sorprendente Serbia.

A confronto anche i due commissari tecnici: il norvegese Åge Hareide e il nordirlandese Martin O’Neill. Due allenatori stranieri per la loro nazionale che però hanno voglia di proseguire il percorso professionale e cogliere una qualificazione che per la Danimarca sarebbe la quinta partecipazione, mentre per la Repubblica d’Irlanda la quarta.

I convocati della Danimarca:

PORTIERI: Schmeichel (Leicester City), Ronnow (Brondby), Lossl (Huddersfield);

DIFENSORI: Christensen (Chelsea), Knudsen (Ipswich), Vestergaard (Borussia Monchengladbach), Kjaer (Siviglia), Bjelland (Brentford), M. Jorgensen (Huddersfield), Ankersen (FC Copenaghen), Stryger Larsen (Udinese);

CENTROCAMPISTI: Kvist (FC Copenaghen), Delaney (Werder Bremen), Eriksen (Tottenham Hotspur), Schone (Ajax), Lerager (Bordeaux), Jensen (Rosenborg), Pione Sisto (Celta Vigo);

ATTACCANTI: Poulsen (Lipsia), Fischer (Mainz 05), N. Jorgensen (Feyenoord), Bendtner (Rosenborg), Cornelius (Atalanta).

I convocati dell’Irlanda:

PORTIERI: Randolph (Middlesbrough), Westwood (Sheffield Wednesday), Elliot (Newcastle), Doyle (Bradford);

DIFENSORI: Christie (Middlesbrough), Doherty (Wolves), McShane (Reading), Keogh (Derby), Duffy (Brighton), Clark (Newcastle), O’Shea (Sunderland), K. Long (Burnley), Ward (Burnley);

CENTROCAMPISTI: McGeady (Sunderland), Horgan (Preston), Browne (Preston), Whelan (Aston Villa), Hourihane (Aston Villa), Arter (Bournemouth), McCarthy (Everton), Brady (Burnley), Hendrick (Burnley), O’Kane (Leeds), Meyler (Hull), Hoolahan (Norwich), O’Dowda (Bristol City), Hayes (Celtic), McClean (West Brom);

ATTACCANTI: Long (Southampton), Murphy (Nottingham Forest), McGoldrick (Ipswich), Maguire (Preston), Hogan (Aston Villa), O’Brien (Millwall).

Tra le fila della nazionale danese figurano anche due “italiani” che militano in Serie A. Il terzino destro Jens Stryger Larsen che gioca nell’Udinese, acquistato nella sessione di mercato estiva dall’Austria Vienna e l’attaccante Cornelius, il numero 9 dell’Atalanta che in 8 giornate ha segnato 2 reti in campionato.