Calcio

La Figc pagherà gli studi ai nove ragazzi orfani dopo il crollo del ponte Morandi

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Un’amichevole per Genova, quella che mercoledì 10 ottobre vedrà Italia e Ucraina sfidarsi sul prato del Luigi Ferraris: per gli azzurri c’è da pensare all’impegno delicato in Nations League del 14 ottobre contro la Polonia, ma per 90 minuti si andrà oltre al calcio e al prato verde. L’Italia è lì per aiutare una città profondamente colpita dalla tragedia del crollo di ponte Morandi dello scorso 14 agosto che ha provocato 43 morti e circa 600 sfollati.

Numeri devastanti e per questo sarà una partita dal forte valore simbolico: i 600 sfollati sono stati invitati alla partita, al 43’ di gioco, invece, l’arbitro fischierà una pausa di trenta secondi, un momento di riflessone per chi sarà allo stadio e per chi seguirà da casa la partita. Sulla maglia dei ragazzi del ct Roberto Mancini, poi, ci sarà il logo di “Genova nel cuore”.

Roberto Mancini, da giocatore della Sampdoria, ha lasciato un ricordo indelebile. Ora spera di farlo ancora con questa amichevole:

 Sono felice di essere qui in questo momento, contento di essere ct della Nazionale per questa occasione. Sono dispiaciuto per quanto è accaduto in quella che è stata casa mia per tanti anni, spero che in quei due giorni nei quali saremo qui si possa fare qualcosa per le persone colpite da questa grandissima tragedia. Spero che la presenza dell’Italia qui possa essere d’aiuto a questa città: mi riempie di gioia poter aiutare la città di Genova

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Oltre al simbolismo del match, la Federazione italiana ha annunciato un gesto solidale e umanamente profondo: i nove ragazzi orfani, che hanno perso i genitori nella tragedia, verranno seguiti nel percorso scolastico dalla stessa Figc che pagherà le spese per garantire ai ragazzi un futuro sereno.

Il coraggio passa attraverso un pallone: Genoa ha dimostrato negli anni di avere forza e tenacia. Si può ripartire, si deve ripartire.

Giornalista professionista, cura “Curiosità sportive”, rubrica-memorabilia di aneddoti, storie e miti legati allo sport, riavvolgendo le lancette del tempo perché il suo cuore è ancora fermo sulla traversa dove si è stampato il rigore tirato da Di Biagio nel Mondiale del ’98.

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