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Dopo ben 24 anni l’Italia della pallavolo maschile torna sul tetto del mondo

La giovane Nazionale di Ferdinando De Giorgi scrive una pagina importantissima della già gloriosa storia della pallavolo italiana battendo 3-1 (22-25, 25-21, 25-18, 25-20) la Polonia alla Spodek Arena laureandosi così campione del Mondo a 24 anni di distanza dall’ultima medaglia d’oro vinta in Giappone.

Per gli azzurri si tratta del quarto titolo iridato dopo quelli ottenuti nel ’90, ’94 e ’98 e diventando così l’unica squadra dopo l’URSS (a quota 6 tra il ’49 e l’82) a raggiungere tale traguardo.

TABELLINO: POLONIA – ITALIA 1-3 (25-22, 21-25, 18-25, 20-25)

ITALIA: Giannelli 8, Michieletto 13, Anzani 8, Romanò 13, Lavia 21, Galassi, Balaso (L). Sbertoli, Russo 4. N.e: Recine, Bottolo, Pinali, Scanferla (L), Mosca. All. De Giorgi
POLONIA: Semeniuk 11, Bieniek 10, Janusz 1, Skiwka 12, Kochanowski 6, Kurek 8, Zatorski (L). Kaczmarek 7, Lomacz, Fornal 5, Kwolek. N.e. Klos, Poreba, Popiwczak (L). All. Grbic
Arbitri: Mokry (SVK) e Simonovic (Sui).
Durata set: 29′, 31′, 27′, 27′.
Spettatori: 11500.
Italia: 4 a, 18 bs, 10 mv, 22 et.
Polonia: 5 a, 15 bs, 5 mv, 30 et.

 

Primo set iniziato con gli azzurri bravi a contenere a muro gli attacchi dei polacchi e con Giannelli come sempre abile a sfruttare la buona vena di Lavia in attacco. Ciò che ne è derivato è stato un inizio gara equilibrato con le due squadre a contatto (18-15 per l’Italia) e con i ragazzi di De Giorgi molto efficaci in fase difensiva. Con il passare dei minuti Grbic ha poi inserito Kaczmarek al posto di Kurek, ma Giannelli e compagni hanno continuato a giocare davvero una buona pallavolo continuando ad amministrare un minimo vantaggio (21-17) successivamente recuperato dagli uomini di Grbic (21-21) che nel frattempo aveva cambiato anche il palleggiatore inserendo Lomacz. Il finale si è fatto vibrante con il pubblico di casa che ha continuato a far sentire la sua pressione e con i ragazzi di De Giorgi che nel frattempo hanno fatto molta fatica in attacco (solo 28%) proprio nella fase clou; gli uomini usciti dalla panchina polacca sono risultati determinanti e un muro su attacco di Romanò ha chiuso il primo set sul 25-22 per i padroni di casa.

I polacchi, sulle ali dell’entusiasmo sono andati subito sul 3-1, ma con il passare dei minuti gli azzurri si sono rifatti sotto agguantando la parità sul 7-7. Il match è proseguito a strappi con i padroni di casa che hanno tentato più di una volta di allungare ma con gli azzurri che hanno retto l’urto della forza offensiva polacca con una serie di muri; allo stesso modo però la fase offensiva dei laterali italiani ha continuato a essere deficitaria, ma nonostante questo l’orgoglio e il capitano hanno tenuto a galla i ragazzi di De Giorgi (18-18, 20-20). Nel finale tanto coraggio per gli azzurri che nel momento clou si sono portati avanti di 3 lunghezze (24-21) chiudendo poi sul 25-21 portando la gara sull’1-1.

Terzo set
iniziato con Russo in campo al posto di Galassi (cambio già effettuato nel corso del secondo set) e Polonia di nuovo avanti, ma nuovamente azzurri reattivi e caparbi nel non voler mollare niente (14-13); Gianelli e compagni ancora sugli scudi nella fase calda (23-16) e trascinati da una magnifica trance agonistica vanno a prendersi anche il terzo set (25-18) ribaltando la situazione sul 2-1.

Quarta frazione che ha visto ancora gli azzurri protagonisti di un’ottima organizzazione di gioco (14-10) e bravi a resistere a un ritorno di fuoco degli avversari (18-13). Con il proseguire del set i padroni di casa hanno tentato una disperata rimonta (19-16), ma Giannelli e compagni non hanno concesso nulla e, a 24 anni di distanza da Tokyo 1998, sono andati a riprendersi il titolo Mondiale (25-20).

Tutti i sostenitori della nazionale italiana hanno apprezzato e notato l’importanza del secondo portiere dell‘Italia di Mancini nel corso di Euro 2020 e nell’intervista a Intervista a Sirigu si parla di quei momenti e di molto altro. L’estremo difensore del Genoa, infatti, nel corso della chiacchierata con Repubblica, discute soprattutto di nazionale, oltre che della sua attuale squadra e del Torino.

Intervista a Sirigu – Le Sue Parole

La prima domanda è relativa al suo ruolo di motivatore e Sirigu dice che è nato grazie alla sua esperienza in azzurro, che gli ha fatto capire l’importanza di avere un gruppo coeso , dove tutti remano nella stessa direzione. La scalata del ranking è molto importante perché consente all’Italia di partire come testa di serie ai prossimi Mondiali ma prima c’è da affrontare la sfida Italia-Svizzera.

Questa partita è, infatti, fondamentale per raggiungere la qualificazione ai Mondiali 2022 in Qatar e quindi è una sfida da vincere; in assenza della vittoria, il ranking azzurro perde di significato e di importanza.

Il portiere parla poi degli allenatori avuti in nazionale, da cui è mancato solo per il periodo in cui il CT è Ventura e afferma che il cambio di passo con Mancini è evidente. Non si era mai vista, infatti, una squadra azzurra così spettacolare e i risultati le hanno dato ragione; tutto questo è stato possibile grazie alla propensione a giocare per divertirsi di tutti e anche per le buone individualità a centrocampo.

L’Italia ha cambiato mentalità, adesso anche all’estero se ne sono accorti e non la giudicano come una squadra difensivista ma la guardano da un’ottica diversa; per merito dell’allenatore e dei tanti giocatori adatti al possesso palla prolungato. Un neo relativo al calcio italiano è quello del lancio dei giovani e Sirigu porta l’esempio della Spagna che ha lanciato Gavi senza che lui abbia sofferto l’ansia dell’esordio. In Italia ciò di solito non accade di frequente, anche se c’è un miglioramento.

Gli ultimi tre portieri della nazionale, tra cui lo stesso Sirigu, sono passati dal PSG e l’estremo difensore del Genoa, a tal riguardo, dice che il club ha avuto una crescita spaventosa; che non è dovuta solo alla grande potenza economica del club ma anche a un buon lavoro della dirigenza. Sui fischi a Donnarumma, il suo secondo ovviamente non li ha approvati, perché stava giocando la nazionale.

Per quanto riguarda la sua carriera, si dice felice di aver militano in due squadre storiche, come Torino e Genoa e guarda con un po’ di diffidenza sia la Superlega che, soprattutto, il Mondiale ogni due anni. Sull’eliminazione con la Svezia, per Sirigu è stata una sofferenza, pur non avendola vissuta in prima persona perché non era tra i convocati. Deve essere un monito per la sfida interna contro la Svizzera, in cui si spera di cancellare quella brutta pagina e approdare ai Mondiali Qatar 2022.

Se parliamo della Storia dei Mondiali USA 1994, ci vengono in mente diversi ricordi, non tutti piacevoli. Si va, infatti, dalla squalifica per doping a Maradona, che sancisce di fatto la fine della sua carriera, all’uccisione di Escobar, al rigore fallito di Baggio; passando per il caldo infernale a cui sono sottoposti i calciatori, per giovane Ronaldo che non esordisce al mondiale e per gli schemi innovativi di Sacchi.

Quest’edizione dei Mondiali è, quindi, ricca di colpi di scena e avvenimenti memorabili. La Selecao vince la sua quarta Coppa del Mondo ai danni di un’Italia molto stanca che si classifica al secondo posto ma regge fino ai calci di rigore; in quest’occasione, il giocatore azzurro più rappresentativo, Roberto Baggio, la manda alta sopra traversa. La scena del divin codino in lacrime segna la fine della rassegna iridata nordamericana, che termina con la vittoria del Brasile.

Storia Mondiali USA 1994 – I Vincitori

Il Brasile non è ricchissimo di talenti come in passato e sembra una selezione di scarti del nostro campionato e, in generale, molto europea. Fa parte di quella squadra anche un giovanissimo Ronaldo, che il commissario tecnico Parreira, contro il parere di tutti, rifiuta categoricamente di far entrare in campo anche per un solo minuto. In attacco c’è il duo delle meraviglie Romario-Bebeto, che fa impaurire qualsiasi difesa e a centrocampo la solidità del mastino Dunga.

La prima partita vede i verdeoro impegnati contro la Russia, che termina con la vittoria dei sudamericani per due a zero, con reti di Romario e Raì. Nella seconda gara dei gruppo B, la Selecao sconfigge il Camerun per tre a zero, grazie ai gol di Romario, Marcio Santos e Bebeto, dimostrando anche una grande solidità difensiva. L’ultima contro la Svezia è una formalità e termina per uno a uno e Romario va ancora a segno.

Gli ottavi di finale mettono gli USA di fronte al Brasile, che soffre molto, anche perché rimane in dieci per l’espulsione di Leonardo, autore di una brutta gomitata ai danni di Ramos. Nella ripresa, però, Romario manda in porta Bebeto, che segna e porta la sua squadra ai Quarti.

La gara successiva è contro una buona Olanda, ricca di giovani talenti e dotata di un grande tasso tecnico, nonostante le assenze di Van Basten e Gullit. Il Brasile va in vantaggio per due a zero con Romario e Bebeto ma viene raggiunto dalle reti di Bergkamp e Winter ma una punizione formidabile di Branco regala la semifinale ai brasiliani.

In semifinale c’è ancora la Svezia, che dà del filo da torcere al Brasile finché, a dieci minuti dalla fine, non la sblocca il solito Romario. Nel video seguente, vediamo il gol del fortissimo attaccante brasiliano.

 

I Convocati

Portieri: Taffarel, Gilmar, Zetti;

Difensori: Aldair, Cafù, Branco, Marcio Santos, Jorginho, Ronaldao, Ricardo Rocha;

Centrocampisti: Dunga, Leonardo, Zinho, Mazinho, Paulo Sergio, Raì, Mauro Silva;

Attaccanti: Romario, Bebeto, Ronaldo, Muller, Viola.

 

Storia Mondiali USA 1994 – I Vinti

L’Italia comincia malissimo e perde la sfida dell’esordio contro l’EIRE, per via di un gol di Houghton da fuori area, che batte un Pagliuca inspiegabilmente molto avanzato. La seconda contro la Norvegia vede l’espulsione di Pagliuca e si complica drasticamente; a seguito di questa decisione dell’arbitro, Sacchi toglie Baggio che gli dà del “pazzo” in mondovisione. Alla fine gli azzurri vincono grazie a Dino Baggio. L’ultima contro il Messico termina per uno a uno, grazie alle reti di Massaro e Bernal e l’Italia passa come ripescata.

Agli ottavi, la nazionale pesca un’ottima Nigeria, che va in vantaggio con Amunike che batte Marchegiani; l’Italia non brilla e un arbitro scandaloso espelle anche Zola. Quando tutto sembra perduto, sale in cattedra un sinora assente Roberto Baggio, che segna allo scadere il gol del pareggio e ai supplementari realizza un calcio di rigore.

Ai quarti di finale, l’Italia trova la Spagna e la batte per due a uno grazie alle reti di Dino e Roberto Baggio, mentre per le “Furie Rosse” Caminero realizza il gol del momentaneo pareggio. La partita è viziata da una scorrettezza di Tassotti che rompe il naso a Luis Enrique in area ma, per fortuna dell’Italia, l’arbitro non vede.

In semifinale, contro la Bulgaria, ci pensa ancora Baggio, che segna una doppietta. La Bulgaria accorcia le distanze con Stoichkov (capocannoniere del torneo assieme a Salenko) ma non riesce a pareggiare. Il divin codino, però, esce dal campo dolorante perché subisce un intervento molto duro e ne risentirà in finale. Di seguito le reti con cui il dieci abbatte la Bulgaria.

 

I Convocati

Portieri: Pagliuca, Marchegiani, Bucci;

Difensori: Maldini, Baresi, Benarrivo, Tassotti, Costacurta, Apolloni, Mussi, Minotti;

Centrocampisti: Albertini, Dino Baggio, Berti, Donadoni, Conte, Evani;

Attaccanti: Casiraghi, Roberto Baggio, Signori, Zola, Massaro.

Storia Mondiali USA 1994 – La Finale

La finale si gioca a Pasadena e, per esigenze televisive, il calcio d’inizio è alle ore 12:30 e i giocatori sono esposti a una temperatura di 36 gradi, con il 70% di umidità. Il risultato di questa follia è una delle finali più brutte della storia dei Mondiali; con ventidue giocatori che giocano sotto un caldo soffocante e puntano più a non farsi male che a segnare.

Nel Brasile non cambia nulla mentre l‘Italia di Sacchi recupera  Franco Baresi, infortunatosi al menisco nella seconda del girone contro la Norvegia. Anche Roberto Baggio è in campo, sebbene abbia un problema al polpaccio destro, rimediato in semifinale contro la Bulgaria. Sacchi non fa turnover e opta per una squadra in cui diversi giocatori non stanno in piedi, tenendo in panchina gente come Conte, Casiraghi, Signori e Zola; deve, inoltre, fare a meno di due pilastri del calibro di Tassotti e Costacurta, squalificati.

Dopo qualche tentativo del Brasile, arriva una grandissima occasione per Massaro al diciottesimo ma il milanista si lascia ipnotizzare da Taffarel. Nella prima frazione di gioco, Perreira perde Jorginho e lo sostituisce con Cafù, sicuramente uno dei migliori in campo; Sacchi, invece, deve far fronte all’infortunio di Mussi e manda in campo Apolloni. La Selecao gioca un po’ meglio ma gli attaccanti si scontrano con il muro difensivo dell’Italia, guidato da Baresi, che non fa letteralmente toccare palla a Romario e Bebeto. Nel video c’è la sintesi della prestazione sontuosa del capitano azzurro, senza dubbio il migliore in campo.

 

I verdeoro si affacciano con maggiore frequenza in area azzurra ma il muro regge e l’occasione più pericolosa è un tiro di Mauro Silva; la palla sfugge dalle mani di Pagliuca, sbatte contro il palo e torna tra le braccia del portiere azzurro. Baggio non gioca male ma si vede che non è nel suo momento di forma migliore; spreca, infatti, un paio di occasioni da rete in modo a lui non abituale. Si va, quindi, ai calci di rigore e sbagliano proprio Baggio e Baresi, i migliori al mondo nei loro ruoli, accompagnati da Massaro. Pertanto, il Brasile diventa campione del mondo per la quarta volta nella sua storia.

Qualche volta le brutte notizie arrivano tutte assieme e l’infortunio di Nandez del Cagliari segue alla brutta sconfitta sul campo della Fiorentina. La debacle al Franchi inguaia la squadra di Mazzarri, al penultimo posto in classifica con soli sei punti in nove partite; il rischio della retrocessione è, al momento, tutt’altro che remoto e ci vuole una scossa che ancora il nuovo tecnico non ha dato.

Oltre alla disfatta di Firenze, c’è da aggiungere l’uscita di un calciatore importante come Nandez, per infortunio al minuto 71, con il conseguente ingresso in campo di Obert. Tale defezione segue a quella di Martin Caceres che al ventiquattresimo del primo tempo è costretto a uscire per far posto a Bellanova.

Infortunio Nandez Cagliari – La Situazione

La squadra sarda, nel corso di una partita in cui praticamente non entra mai in campo e non dà la sensazione di essere pericolosa, perde meritatamente contro la Viola; gli uomini di Mazzarri, infatti, hanno percentuali di possesso palla risibili e centrano lo specchio della porta avversaria solo in un’occasione in tutto l’incontro.

Oltre a questo, ora si scopre che il cambio di Nandez non è dovuto alla volontà del suo allenatore di fargli tirare il fiato ma a un problema muscolare del giocatore. Non dovrebbe trattarsi di un lungo stop ma il centrocampista uruguaiano potrebbe non riuscire a recuperare per il prossimo turno di campionato e questo preoccupa Mazzarri.

Il tecnico dei sardi, infatti, per il turno infrasettimanale, valido per la decima giornata di campionato, deve affrontare la Roma in casa e la squadra di Mouriho, anche per via delle ultime sconfitte, non è un cliente facile. Un’altra sconfitta netta potrebbe mettere in discussione la fiducia della società nel tecnico, che non è riuscito a scalare la classifica.

Nandez, dal canto suo, potrebbe essersi pentito di non aver cambiato squadra nella scorsa finestra di mercato e, visto che di solito le offerte non gli mancano, potrebbe valutare un trasferimento a metà stagione.

Ci sono sconfitte che non pregiudicano il cammino in una manifestazione ma perdere per sei a uno fa sempre male e, per questo, la Reazione Mourinho dopo Bodo Roma è veemente. Lo Special One, infatti, non aveva mai perso con un passivo così netto in tutta la sua carriera e non accetta di buon grado prestazioni simili.

A dire il vero, c’è la parziale scusante del campo sintetico, a cui gli avversari sono abituati e il massiccio turnover della trasferta norvegese. Tutto questo, però, non può essere una scusante accettabile e non può in alcun modo giustificare il fatto di aver subito sei reti dalla squadra campione di Norvegia; i cui giocatori in campo, in totale, costano circa 14 milioni di euro.

Per questo motivo, Mourinho ha sparato a zero sulle sue seconde linee, che non sono state all’altezza dei titolari e hanno perso troppo malamente.

Reazione Mourinho dopo Bodo Roma – La Situazione

Mourinho si è preso tutta la responsabilità della sconfitta ma sente di non poter contare sulle seconde linee della Roma e questo gli dà molto fastidio. Per la trasferta di Conference League, infatti, ha pensato di far riposare alcuni dei titolari e la scelta non è stata azzeccata. Per questo motivo pare abbia espresso ancora una volta delle lamentele sulla panchina corta della sua rosa, come aveva già sottolineato in passato; la proprietà potrebbe, quindi, intervenire nel mercato di gennaio per correggere questa situazione.

Pur avendo cercato di difendere la squadra, ha imposto il ritiro alla squadra e nessuno è potuto tornare a casa, al ritorno dalla Norvegia; tutti, infatti, hanno dormito nella struttura di Trigoria e il giorno successivo c’è stato l’allenamento, invece della pausa post match. Negli spogliatoi, inoltre, avrebbe detto che alcuni dei suoi ragazzi non potrebbero giocare nemmeno nella Serie B norvegese.

Per il portoghese ora, c’è solo da pensare alla difficile sfida interna contro il Napoli di Spalletti, prima in classifica a punteggio pieno, che può essere un’occasione di rilancio; anche se difficilmente cancellerebbe questa brutta figura contro il Bodo.

Nel corso di una partita, può accadere di dire qualche parola in più e che l’arbitro prenda provvedimenti drastici, come nel caso dell’Espulsione di Gasperini nella sfida Atalanta-Udinese. In questa occasione, una Dea rimaneggiata, soprattutto in difesa, passa in vantaggio e gioca molto bene ma, allo scadere, Beto agguanta il pareggio e la vittoria sfuma.

Nel primo minuto di recupero, però, il tecnico atalantino Gasperini rimedia un’espulsione, che lascia la squadra senza la sua guida tecnica; pochi minuti dopo, arriva il gol del pari dell’Udinese. L’allenatore non ci sta e spara sulla classe arbitrale italiana e sui direttori di gara, che non gli stanno molto simpatici.

Espulsione di Gasperini – Le Sue Parole

All’inizio del discorso, Gasperini non nasconde un pizzico di rammarico per via del pareggio ottenuto al termine di una gara che l’Atalanta avrebbe forse potuto chiudere prima. Sulla sua espulsione, il tecnico della Dea dice di non aver capito il motivo per cui l’arbitro abbia preso questa decisione; che evidentemente non condivide e non ha ancora digerito. Secondo lui, infatti, i direttori di gara devono, al termine della partita, spiegare le proprie decisioni e metterci la faccia, perché nella situazione attuale non si assumono le proprie responsabilità.

Sulla situazione della sua squadra nel reparto difensivo, il Gasp dice che il momento è delicato ma il gruppo riuscirà a superarlo, anche perché oggi gli avversari non sono riusciti a creare un gran numero di occasioni da gol. In questo momento, la squadra produce una grande mole di gioco e quindi le prestazioni sono all’altezza. Il problema è che i suoi giocatori concretizzano poco e sciupano molte palle gol. Chi entra deve essere più cattivo e cinico sotto porta, per chiudere le partite quando c’è la possibilità; altrimenti si rischia di perdere punti allo scadere delle partite, come contro l’Udinese.

Il mister ha dato la sua spiegazione in merito alla sostituzione di Ilicic, dicendo che il calendario è troppo fitto e i calciatori giocano veramente troppe partite. Per questo motivo, ha pensato di far riposare il proprio fantasista, visto che la rosa a sua diposizione gli consente una buona rotazione dei calciatori.

Far parte dei convocati in nazionale per una competizione importante è bello anche se a volte capita di dover subentrare a un compagno infortunato, come nel caso di Castrovilli e della sua Storia dell’Europeo 2020. Il centrocampista della Fiorentina, infatti, in un primo momento escluso dalla lista dei partecipanti, si aggrega al gruppo azzurro dopo l’infortunio di Pellegrini.

Partecipare a Euro 2020 in queste circostanze è meno piacevole rispetto a una convocazione dall’inizio; ad ogni modo, Castrovilli ha la possibilità di laurearsi campione d’Europa con la nazionale azzurra di Roberto Mancini, pur giocando solo una manciata di minuti. In futuro, sicuramente avrà il suo spazio con l’Italia e potrà giocarsi al meglio le sue carte.

Castrovilli Storia dell’Europeo 2020 – Percorso con la Nazionale di Mancini

Castrovilli si fa vedere nelle nazionali giovanili Under20 e Under21, per poi approdare alla nazionale maggiore. La prima convocazione con la maglia della maggiore arriva l’8 novembre 2019, in occasione delle sfide di qualificazione agli Europei 2020. Il commissario tecnico azzurro lo fa esordire qualche giorno più tardi, il 15 novembre; mandandolo in campo al posto di Insigne, nei minuti finali di Bosnia Erzegovina-Italia, vinta per tre a zero dagli azzurri.

Il centrocampista della viola, poi, si rivede in campo a maggio del 2021, in cui parte titolare nell’amichevole contro il San Marino; che vede la vittoria azzurra per sette reti a zero. Inizialmente escluso dai convocati agli Europei, torna a far parte del gruppo per via dell’indisponibilità di Pellegrini, che è costretto a saltare il torneo per l’insorgenza di un infortunio.

Nel corso di Euro 2020, Castrovilli entra in campo nella terza gara del primo turno, subentrando a Pessina al minuto 87 nella sfida Italia-Galles, vinta dagli azzurri per uno a zero, per una rete dello stesso Pessina. In questo modo, il centrocampista viola ha l’occasione di partecipare, seppur per poco tempo, al trionfo azzurro dal campo.

Per quanto riguarda, invece, le qualificazioni ai Mondiali 2022 in Qatar, Castrovilli partecipa al cinque a zero contro la Lituania; perché Mancini lo manda in campo al sessantesimo e si rende protagonista di grandi giocate.

Il sabato del campionato italiano offre tre sfide e le Partite 23 Ottobre Serie A sono Sampdoria – Empoli, Sassuolo – Venezia e Bologna – Milan. La Salernitana ha appena cambiato allenatore dopo la sconfitta contro lo Spezia della scorsa giornata e mister Colantuono ha preso il posto dell’esonerato Castori. Il nuovo tecnico vuole la salvezza e punta a fare punti in casa contro l’Empoli.

Il Sassuolo non vince da due turni e nella gara contro il Genoa ha subito una rimonta impensabile, dopo essere andato in vantaggio per due a zero con la doppietta di Scamacca. Nella prossima di campionato ospita il Venezia e gli emiliani hanno un grande bisogno di punti, perché rispetto all’anno scorso c’è stata un’involuzione della squadra, che è a soli due punti dalla terzultima. Il Venezia ha gli stessi punti e viene una vittoria contro la Fiorentina, che quest’anno è una bella squadra, al netto delle ultime vicende legate al caso Vlahovic, che probabilmente non rinnova il contratto con i Viola.

Il Milan, invece, va a far visita al Bologna, per smaltire la delusione di Champions, in cui probabilmente può abbandonare ogni tentativo di passare il turno. In campionato sta andando benissimo e vuole continuare a macinare vittorie e punti per raggiungere il Napoli. Il Bologna è all’ottavo posto, che non è male e sta facendo un buon campionato ma prende troppe reti e il tecnico deve lavorare su questo aspetto.

Partite 23 Ottobre Serie A – Big Match Bologna vs Milan

Mihajlovic si affida al 3-4-2-1, con Arnautovic in attacco, con il supporto di Barrow e Soriano, e recupera Medel al centro della difesa. Orsolini parte dalla panchina e scalpita per entrare a partita in corso ma sembra aver perso ormai il posto da titolare.

Pioli, invece, schiera i rossoneri con il 4-2-3-1, c’è Ibra che forse parte dall’inizio, anche per la defezione di Rebic. Anche Kessie è indisponibile e al centro del campo ci saranno Tonali e Bennacer; al centro della difesa torna Kjaer, che fa coppia con Tomori.

Partite 23 Ottobre Serie A – Le Probabili Formazioni

Bologna(3-4-2-1): Skorupski; Medel, Theate, Soumaoro; Svanberg, Dominquez, Hickey, De Silvestri; Barrow, Soriano; Arnautovic;

Milan(4-2-3-1): Tatarusanu; Kjaer, Tomori, Kalulu, Calabria; Bennacer, Tonali; Saelemaekers, Leao, Krunic; Ibrahimovic.

Confronta le Quote

                                              Bologna vs Milan

 

Le Altre Partite

Squadra 1Squadra 2
SalernitanaEmpoli
SassuoloVenezia
BolognaMilan

Le sfide del vertice basso della classifica possono essere appassionanti come quelle di testa e le Partite 22 Ottobre Serie A riguardano le squadre che lottano per la salvezza. Gli incontri di questo venerdì sono, infatti, Torino-Genoa e Sampdoria Spezia, che saranno sicuramente degli scontri abbastanza impegnativi e pieni di ardore.

Il Torino si trova al dodicesimo posto e viene da due punti raccolti in quattro partite anche se c’è da dire che gli avversari erano fortissimi. Il tecnico Juric si affida al recuperato Andrea Belotti per ricominciare a fare punti attraverso cui smuovere la classifica e tenersi lontani dalla zona retrocessione. Il Genoa è terzultimo e la situazione comincia a diventare veramente complicata per i grifoni, che comunque recuperano Caicedo e puntano su un Destro straripante.

La Samp ha gli stessi punti del Genoa e, dopo un inizio soddisfacente, ha perso un sacco di punti per strada. Se contro lo Spezia non ci sarà un cambio di passo, l’allenatore D’Aversa rischia di diventare disoccupato. Lo Spezia di Thiago Motta, dal canto suo, viene da una vittoria importante contro la Salernitana e, al momento, non si trova tra le ultime tre squadre; anche se la distanza dalle zone pericolose è solo di un punto.

Partite 22 Ottobre Serie A – Big Match Torino vs Genoa

Il Torino si affida allo schema 3-4-2-1, con Belotti unica punta e Linetty e Brekalo al suo supporto. Nella linea a quattro ci saranno Lukic, Pobega, Singo e Ansaldi. In difesa, la regia è affidata a Bremer, che, assieme a Djidji e Rodriguez, forma la linea della difesa a tre.

Il Genoa di Ballardini, invece, si affida al 3-5-2, con Destro sicuro titolare e uno tra Pandev e Caicedo per l’altro posto in attacco.

Partite 22 Ottobre Serie A – Le Probabili Formazioni

Torino(3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Bremer, Djidji, Rodriguez; Lukic, Singo, Andaldi, Pobega; Linetty; Brekalo; Belotti;

Genoa(3-5-2): Sirigu; Biraschi, Criscito, Vasquez; Badelj, Rovella, Toure, Cambiaso, Fares;

Confronta le Quote

 

Le Altre Partite

Squadra 1Squadra 2
TorinoGenoa
SampdoriaSpezia

Avere davanti a sé un titolare del livello di Donnarumma fa sì che si trovi poco spazio in nazionale ma Meret e la sua Storia dell’Europeo 2020 insegnano che si può comunque contribuire a fare gruppo. In una competizione così importante, però, bisogna lasciarsi alle spalle ogni velleità di rivalità e desiderio di primeggiare.

Solo in questo modo si può ambire a compiere imprese leggendarie, come la vittoria dell’Europeo 2020, dopo 53 anni. I tre portieri azzurri sono uniti e il loro rapporto diventa quasi fraterno; tanto che l’estremo difensore del Napoli celebra il trionfo con un lungo post su Instagram e, nella foto, compare assieme ai due compagni di reparto e, ovviamente, con la coppa.

Pur non giocando, quindi, Meret è comunque importante, soprattutto perché, assieme a Sirigu, supporta sempre il suo compagno di squadra, eletto miglior giocatore degli Europei. La sua giovane età, di ventiquattro anni, è un punto a suo favore e in futuro potrà togliersi diverse soddisfazioni sia con il Napoli che con la maglia azzurra; le qualità tecniche, infatti, non gli mancano per nulla e non è un caso il fatto che abbia già accumulato 126 presenze tra Serie A e Serie B. Il seguente video è un saggio delle sue abilità.

 

Meret Storia dell’Europeo 2020 – Percorso con la Nazionale di Mancini

Alex Meret gioca in tutte le nazionali giovanili, dall’Under16 all’Under19. Con Di Biagio diventa titolare nell’Under21 e passa, poi, alla nazionale maggiore. Antonio Conte, infatti, lo inserisce nella lista dei pre-convocati per l’Europeo 2016 ma poi non lo porta in Francia, forse anche per via della sua giovanissima età dio 19 anni.

Gianpiero Ventura lo convoca il 18 marzo 2017 ma non lo fa mai esordire. Ci pensa, come sempre, Roberto Mancini, che lo fa entrare in campo al posto di Sirigu nella partita di qualificazione a Euro 2020 contro l’Armenia, che termina con la vittoria degli azzurri per nove a uno. Il commissario tecnico, poi, lo fa giocare nell’amichevole contro il San Marino e lo convoca sia per gli Europei del 2020 che per la fase finale di Nations League.

In entrambe le occasioni, non entra in campo ma le sue doti molto probabilmente gli permetteranno di rimanere nel giro della nazionale per molti anni.