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VAR

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La tecnologia, negli ultimi anni, ha letteralmente rivoluzionato il mondo del calcio ed è innegabile che sia riuscita ad introdurre delle migliorie non indifferenti. Non parliamo solamente degli strumenti che hanno reso possibile una maggior correttezza a livello arbitrale però, perché le innovazioni tecnologiche hanno interessato il mondo del calcio nel suo complesso. Lo stesso contract management, di grande rilevanza, è stato rivoluzionato da strumenti di ultima generazione come la firma elettronica che ha reso possibile una semplificazione e digitalizzazione a tutto tondo delle strategie contrattuali con sponsor e giocatori stessi. Vediamo allora cosa è cambiato negli ultimi anni e quali sono state le principali novità che hanno interessato il mondo del calcio.

Goal-line technology: una delle prime novità

Una delle prime novità tecnologiche che ha sicuramente cambiato il mondo del calcio risale al 2012 ed è l’ormai famosa goal-line technology, utilissima per evitare che gli ufficiali di gara cadessero nel tranello delle reti fantasma. Questa tecnologia di ultima generazione si basa infatti sull’impiego di 7 telecamere per ogni porta, che riescono a catturare i movimenti del pallone da ogni angolazione. Grazie alla goal-line technology l’arbitro non può più sbagliare nello stabilire il goal, perché sul suo orologio tecnologico arriva una conferma in tempo reale circa l’effettivo superamento della linea di porta da parte della palla.

VAR: una vera rivoluzione in campo

Una vera e propria rivoluzione in campo è arrivata però qualche anno più tardi rispetto alla goal-line technology e precisamente nel 2017 con l’introduzione ufficiale in Italia del VAR. Grazie alla moviola in campo è oggi possibile verificare eventuali situazioni dubbie (un fallo poco chiaro, un fuori gioco e via dicendo) rivedendo le immagini al rallentatore da differenti angolazioni. Ciò consente all’arbitro di prendere delle decisioni più attendibili e sicure circa eventuali scorrettezze in campo e tutti i tifosi sanno perfettamente che da quando è stato introdotto il VAR l’intero mondo del calcio è cambiato.

Tecnologia GPS per i preparatori atletici

Un’altra tecnologia che ha senz’altro rivoluzionato il mondo del calcio e in modo particolare quello dei preparatori atletici è il GPS che permette di registrare le posizioni del calciatore in campo registrando una serie di parametri come distanza percorsa, velocità, tempo di ogni spostamento e via dicendo. Questa tecnologia è particolarmente utile durante gli allenamenti per mettere a punto strategie di gioco precise e sofisticate.

Firma elettronica: rivoluzione per il contract management

Il mondo del calcio è fatto anche di contratti, sponsorizzazioni e trattative: questo lo sappiamo molto bene e quando arriva il periodo del calcio mercato non si parla d’altro che di tali aspetti. Coloro che si occupano della gestione delle trattative e dei contratti però possono oggi contare sulla firma elettronica: altra novità tecnologica che ha permesso di semplificare notevolmente la vita ai manager delle società sportive. D’altronde non è certo un segreto: di contratti nel mondo del calcio ne vengono firmati e controfirmati a migliaia, non solo dagli atleti ma anche dagli sponsor, dalla Pubblica Amministrazione e dai vari attori che di volta in volta sono coinvolti in questo grande business.

Hanno circondato l’arbitro per ben due volte, rifiutandosi di continuare in protesta con il Var. Ma in quel momento le calciatrici africane del Camerun, forse, stavano anche pensando alla maledizione mondiale che perseguita il continente nero nei tornei maschili e femminili. La vittoria senza appello (3-0) dell’Inghilterra cancella ogni traccia d’Africa nei mondiali francesi. E se pensiamo agli uomini non si è mai andati oltre i quarti di finale, nonostante in diverse edizioni ci sia stata la concreta possibilità di proseguire oltre.

La protesta delle calciatrici africane contro l’arbitro

La Nigeria femminile nel 1999

E così, mentre gli uomini in Egitto disputano la Coppa d’Africa, le donne in Francia assisteranno da spettatrici al prosieguo del torneo. Il risultato ottenuto dal Camerun, dopo la rocambolesca qualificazione agli ottavi ai danni della Nuova Zelanda, si avvicina al miglior risultato conseguito da un’africana a un Mondiale. Nel 1999, infatti, la Nigeria raggiunse i quarti di finale nell’edizione disputatasi negli USA. Il 1° luglio di 20 anni fa, a Landover, le ragazze biancoverdi furono sconfitte dal Brasile solo ai tempi supplementari per 4-3 dopo una clamorosa rimonta dallo 0-3.

Le illusioni maschili

Non va meglio neanche ai maschietti. Più volte si è detto di un calcio africano in ascesa, in procinto di contendersi il trofeo con le squadre più forti, ma il definitivo salto di qualità è stato finora sempre fallito. Basti pensare che nell’ultimo mondiale in Russia nessuna squadra del continente si è qualificata almeno agli ottavi di finale. Tutte fuori già dopo la fase ai gironi. Così i risultati migliori restano i quarti centrati per la prima volta dal meraviglioso Camerun di Omam Biyik e Roger Milla a Italia ’90, battuti dall’Inghilterra al San Paolo di Napoli. Risultato eguagliato dal Senegal di Bruno Metsu e Diouf a Corea e Giappone 2002, ko per mano della Turchia. Infine l’ultima grande illusione giocando “in casa”. Sudafrica 2010, quarti di finale, il Ghana sconfitto ai rigori dall’Uruguay dopo una partita drammatica.

Stando ai dati della Lega Serie A, la durata media di ciascuna partita della scorsa stagione 2017-2018 è stata di 95 minuti e 19 secondi anche se, tolte tutte le interruzioni, il tempo effettivo di gioco è stato solamente di 51 minuti e 8 secondi. Si è giocato, dunque, poco più del 53% dei minuti a disposizione. Ma se pensate a un problema tutto italiano, non è esattamente così: in Premier League il tempo effettivo è di 56 minuti e 35 secondi, in Bundesliga 56 minuti e 31 secondi, mentre nella Liga spagnola si viaggia sui 53 minuti e 18 secondi.

Il calcio sta cambiando drasticamente ed è inevitabile seguire il flusso dei tempi: dalle bombolette spray in dotazione agli arbitri per rispettare le distanze, alla preziosa goal-line technology fino alla madre di tutte le rivoluzioni dell’era moderna: l’introduzione del Var, il Video Assistant Referee, “la moviola” tanto cara al Biscardi nazionale, essenziale aiuto tecnologico per l’arbitro stesso.

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E i tempi sono necessariamente dilatati rispetto al calcio di soli cinque o sei anni fa: il check del giudice di gara che rivede un’azione dal monitor per convincersi di un rigore o di un’espulsione, il confronto con l’assistente per rasserenarsi su una decisione delicata, l’attesa necessaria per rivedere i replay, incidono sul ritmo di gara. Che, attenzione, non è assolutamente un male.

I 90 minuti, però, iniziano a esser stretti e non possono i minuti di recupero essere un’effettiva risposta come dimostrano le tre rocambolesche partite giocate nel 15esimo turno di Serie A: il 2-2 finale di Cagliari – Roma è stato deciso al 96’ con la rete di Sau dopo che precedentemente ci sono state due espulsione (quella di Ceppitelli e Srna) quattro minuti dopo il 90’; stesso risultato, stesso finale infuocato per Lazio – Sampdoria con Immobile che trasforma il rigore al 96’ e Saponara che trova nuovamente il pari a nove minuti oltre il tempo regolamentare; e per chiudere i pirotecnici pareggi, il 3-3 tra Sassuolo e Fiorentina ha la stessa trama e lo stesso finale: Mirallas segna al minuto 96. E che dire poi del 3-2 del Frosinone sul Parma alla 30esima giornata con il rigore di Ciofani segnato al minuto 103 dopo un lunghissima consultazione (ben 10 minuti) tra  l’arbitro Manganiello e gli assistenti al Var?

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Chris Nawrat e Steve Hutchings, nel libro “The Sunday Times Illustrated History of Football” del 1996 raccontano l’aneddoto che ha portato l’introduzione dei minuti di recupero, nel 1892, durante una partita tra Stoke e Aston Villa, e oggi utilizzato e segnalato dall’arbitro in base al numero di sostituzioni, interruzioni causa infortuni e che solitamente va dal minuto a tre-quattro minuti: in quella gara lo Stoke, che stava perdendo 1-0, aveva conquistato un calcio di rigore a due minuti dalla fine, ma il portiere dell’Aston Villa, William Dunning, calciò il pallone fuori dal campo e prima che si riuscisse a ritrovarlo l’arbitro fu costretto a decretare la fine della partita, essendo già passato il 90° minuto.

E se nel calcio, dunque, si introducesse il tempo effettivo di gioco? In alcuni sport sono previste sospensioni del cronometro durante il time-out o parzialmente come avviene nel football americano. Nel calcio a 5, invece, il cronometro si interrompe ogniqualvolta si ferma il gioco o per battere una rimessa o quando la palla esce sul fondo o quando si fischia un fallo.

Chissà cosa penserebbe di tutto questo Renato Cesarini...

In un mondo ideale la Var non dovrebbe esistere. Basterebbe la correttezza dei giocatori a segnalare gli episodi dubbi. Quando fallo non c’è, arbitro non fischia, per mutuare Boskov. O se non c’è e arbitro sanziona, giocatore corregge decisione. Ma il mondo ideale non è di questo pianeta, magari in una Terra piatta sì. Può capitare, però, che la realtà parallela abbia le sembianze di un bambino. Di un dodicenne che sbaglia un rigore che non c’è. Senza Var, senza polemiche, senza insulti, senza genitori strombazzanti. Può capitare ed è capitato.

Tovagnasco, comune di neanche mille anime nella provincia di Torino. Campionato Esordienti 2006, in campo i padroni di casa del Quincitava affrontano la Rivarolese. Nella Quincitava gioca Davide Giovanetto, dodici anni. Segue un’azione del suo compagno di squadra Riccardo, che cade in area di rigore. Qui non ci sono quaterne arbitrali, giudici di gara, Var in tribuna. C’è solo un arbitro, giovane, che deve decidere. Vede, da lontano, un fallo e fischia il rigore. Davide era però lì vicino, posizionato meglio dell’arbitro. Sa che quel penalty non c’è. Ma deve andare lui dal dischetto. Il punteggio è in bilico, 1-1 e quello può essere il gol decisivo.

Ma è da questi particolari che si giudica, anche, un calciatore. Davide, capitano, decide che quel rigore non può essere segnato. Sarebbe sbagliato, ingiusto, contrario a quello in cui crede e a quello che gli hanno trasmesso genitori e istruttori. Davide è anche capitano, deve dare l’esempio. Allora il ragazzino sceglie. Ne parla con l’allenatore e i compagni di squadra in quegli attimi. “Lo sbaglio, lo calcio fuori”.

E Davide quel rigore non lo segna. Lo tira volontariamente a lato. Applausi. Il Quincitava vince in ogni caso (3-2), anche senza quel rigore che non c’era. Davide viene premiato con il cartellino verde dalla FIGC per il gesto di fair play. Eppure lui sembra il più sorpreso di tutti di tanto clamore:

Il rigore non c’era, non ho fatto niente di strano ma solo la cosa giusta

E papà Battista, vicepresidente della squadra, ha commentato con un pizzico di fierezza per il gesto del figlio (parole riportate da La Stampa):

Davide è orgoglioso di quello che ha fatto, perché ci vuole coraggio per sbagliare un rigore, ma vincere per un errore non è giusto

 

 

Ancora i rigori nell’occhio del ciclone. Dopo il clamoroso episodio che ha visto segnare Cristiano Ronaldo nella partita di Champions League contro la Juventus al 93esimo, stavolta è toccato al Friburgo dovere accettare un rigore dato con modalità alquanto bizzarre.

In Bundesliga si stava giocando il match di salvezza tra Mainz e Friburgo. Ma quando l’arbitro fischia la fine del primo tempo e i giocatori sono già negli spogliatoi succede l’impensabile e sono tutti costretti a rientrare in campo e assistere ad un calcio di rigore concesso durante l’intervallo!

Un arbitro un po’ troppo pignolo? Niente affatto: è colpa del Var, che evidenzia un episodio sospetto dove si vede il giocatore Kempf toccare la palla con la mano. Assegnare il rigore diventa per Guido Winkmann, direttore di gara, una scelta lecita. Forse le tempistiche un po’ meno…

Increduli e infuriati, i giocatori del Friburgo e i tifosi sono costretti quindi a guardare impotenti De Blasis segnare la rete che, insieme al secondo gol nel 79esimo minuto, conduce i padroni di casa verso il risultato finale della partita, 2-0.

 

Sdegnato, il Friburgo reagisce con un tweet piuttosto eloquente riguardo alla dinamica della partita:

Il match di Bundesliga si conclude con la vittoria del Mainz che guadagna 3 punti, tra la soddisfazione del suo team e soprattutto del tecnico Sandro Schwarz, che così commenta l’accaduto:

Il rigore? Penso che la decisione sia stata corretta. Ero già nello spogliatoio, il tempismo è stato un po’ infelice, ma era rigore. Ovviamente prendiamo questi tre punti, è stata una vittoria meritata

Tra polemiche e opinioni discordanti, ci ritroviamo dinanzi a eventi insoliti che con l’arrivo del Var sembrano diventare sempre più frequenti. Forse è il prezzo da pagare per avere una maggiore correttezza in campo, ma quel che è certo è che il calcio è nuovo a questi episodi e ha bisogno di più tempo per abituarsi al nuovo monitoraggio che ancora fa discutere.

Aldo Biscardi, celebre quanto ironico giornalista sportivo e conduttore televisivo, anche a distanza di mesi dalla sua scomparsa riesce a strappare un sorriso a chi si avvicina alla sua tomba per dedicargli una preghiera.

Il modo di prendersi un po’ in giro e uscire dagli schemi che lo ha caratterizzato in vita lo rivediamo anche dopo la sua morte, grazie ad un epitaffio studiato ad hoc. Ricordate cosa diceva sempre in trasmissione quando si accendevano gli animi?

L’ideatore e conduttore della trasmissione televisiva “Il processo del Lunedì” era solito dire ai suoi ospiti in studio una frase che è diventata poi un tormentone legato alla sua immagine: 

Non parlate più di due o tre persone alla volta sennò si fa confusione

Questa frase adesso è diventata il simbolo del suo epitaffio e chi si reca al cimitero di Larino non può fare a meno di notarla e sorridere tra sé, magari immaginando proprio Aldo Biscardi in persona che ammonisce col suo accento tipico dicendo:

Pregate non più di due o tre alla volta sennò non si capisce

Chi lo ha seguito per tanti anni sa bene che il giornalista amava lo sport, tanto da ideare personalmente la trasmissione “Il processo del Lunedì” a partire dal 1980, una sorta di bar dove confrontarsi sui campionati e sulle partite di calcio. Dopo averne curato la realizzazione per ben 3 anni dietro le quinte, dal 1983 decise di condurla lui stesso e rimase in studio a parlare di calcio e moderare i suoi ospiti per ben 10 anni sulla rete Rai Tre.

Dal 1993 Biscardi cambiò canale e titolo al suo programma, che divenne “Il processo di Biscardi” e si trasferì prima su Tele più e poi su diverse altre reti. Ma il format rimase inalterato così come il suo conduttore, fino al 2013.

Ben 33 anni che Biscardi dedicò a questa sua creatura alla quale teneva moltissimo e dove ci teneva con fermezza a sottolineare l’importanza della moviola in campo.

Ironia della sorte, l’anno della sua morte coincide proprio con l’entrata in campo del Var (Video Assistant referee), strumento per aiutare gli arbitri a gestire ogni momento della partita. Possiamo definire il giornalista un po’ il precursore del Var, che altro non è che una moviola in campo all’avanguardia.

Ecco cosa diceva nella sua ultima intervista:

Il Var è la mia vittoria e anche la vittoria della trasparenza, perché finalmente si potrà fare luce sugli episodi più controversi. Da anni mi batto per la moviola in campo e finalmente il calcio ha capito verso quale direzione bisognava andare. Il Var non favorisce alcuno, porta alla luce la verità. Da sempre le partite si vincono segnando un gol più dell’avversario. Il Var è uno strumento che permetterà di capire certe dinamiche 

Prima di andarsene per sempre ha avuto la soddisfazione di sapere che la sua battaglia è finalmente stata vinta e oggi, se fosse ancora in vita, sarebbe orgoglioso di sapere come questa introduzione nel mondo del calcio stia già contribuendo a fugare ogni dubbio dei match in corso e che sarà presente anche ai Mondiali di Russia 2018.

Il nostro countdown procede spedito e mentre il trofeo sta girando letteralmente il mondo per incontrare tifosi e appassionati di tutti i continenti, mancano esattamente 100 giorni all’inizio del Mondiale 2018 in Russia. A ricordarcelo è la stessa organizzazione dell’evento che ha pubblicato, nella giornata, di martedì 6 marzo, un video nel quale si vedono celebri star ancora in attività o del recente passato palleggiare.

Da Maradona a Mehdi Mahdavikia, passando per Ronaldo, Rooney, Nuno Gomes, Okocha, Forlan e tanti altri. Tanti palleggi quanti sono i giorni che mancano al 14 giugno con il match inaugurale tra Russia e Arabia Saudita allo stadio Lužniki che alzerà il sipario alla 21esima edizione iridata, A chiudere gli ultimi 10 palleggi sono Gianni Infantino, presidente Uefa, e Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa.

I RITIRI DELLE 32 NAZIONALI

? I GIRONI 

?LE CURIOSITA’ E LE STORIE DEI MONDIALI

A poco più di tre mesi ogni Nazionale e i rispettivi ct hanno più di un dubbio da sciogliere. In questi giorni si parla dell’infortunio di Neymar: l’asso brasiliano ha subito un intervento chirurgico per la frattura al quinto metatarso del piede destro subita nel match contro il Marsiglia, in Ligue1. A operarlo, nell’ospedale di Belo Horizonte, il medico della Nazionale verdeoro che prevede circa tre mesi per un definitivo recupero. La sua presenza ai Mondiali non sembra, dunque, in pericolo, ma resta da capire se sarà in campo il 17 giugno nel match d’esordio tra Brasile e Svizzera.

Rimanendo in Sudamerica, non mancano gli spunti di discussione nella lista dei convocati di Jorge Sampaoli per le due amichevoli pre-Mondiali che l’Argentina giocherà a fine mese contro Italia, il 23 marzo a Manchester, e Spagna, il 27 a Madrid. Fuori Dybala e Icardi dentro Christian Pavon e Lautaro Martinez, in rapida ascesa. Tra le novità c’è la convocazione del giallorosso Diego Perotti.

 

Gareth Southgate, ct dell’Inghilterra, dovrà capire a chi affidare la porta dei Tre Leoni. Joe Hart, portiere del West Ham, ha giocato metà delle partite in programma questa stagione, ma né Jack Butland o Fraser Forster sembrano attualmente affidabili.

E poi c’è il capitolo Var e la quarta sostituzione. La Fifa deve approvare il Var ed eventualmente la quarta sostituzione alla sua prossima riunione del Consiglio che si terrà il 16 marzo a Bogotà, per poterle impiegare al Mondiale in Russia. Ma dovrebbe trattarsi di una formalità.

Importante novità in vista dei campionati mondiali di calcio di Russia 2018, che si svolgeranno in 11 città diverse dal 14 giugno al 15 luglio. La VAR (Video Assistant Referee) sarà infatti estesa anche ai medici delle 32 nazionali partecipanti alla fase finale. L’annuncio è stato fatto durante i lavori del Workshop Fifa del 27-28 febbraio, in corso a Sochi, mentre l’utilizzo sarà ufficializzato il 3 marzo.

Si chiamerà Video Assistant Replay Medical e, come ha spiegato il presidente della commissione medica della Fifa, Michel D’Hooghe:

È un sistema per il quale un assistente del primo dottore, o un altro specialista, siederà davanti ad uno schermo televisivo e, con l’aiuto delle immagini, potrà valutare con immediatezza l’accaduto ed effettuare una prima diagnosi. Pensate a quanto possa essere utile in caso di commozioni cerebrali

L’ispirazione è venuta dal rugby, uno sport noto per la durezza e la velocità dei contrasti di gioco, nonché per la moltiplicazione delle commozioni cerebrali.

Si cercheranno quindi di evitare i problemi occorsi durante l’ultima edizione dei mondiali, quando durante la finale Germania-Argentina, vinta per 1 a 0 dai tedeschi ai tempi supplementari, il tedesco Christopher Kramer subì un grave infortunio alla testa in seguito ad un terribile scontro fortuito con l’argentino Ezequiel Garay.

Il centrocampista tedesco continuò a giocare per alcuni minuti poi fu sostituito dopo che l’arbitro Rizzoli si accorse che c’era qualcosa in lui che non andava. Come lo stesso Kramer dichiarò in un’intervista all’edizione tedesca di Focus, durante i festeggiamenti per la vittoria chiese ai compagni cosa stesse succedendo, poiché non ricordava nemmeno di aver preso parte alla finale. Secondo i medici l’amnesia relativa a quella serata durerà per sempre.

Siamo giunti all’edizione numero 14 dei Mondiali per club, che oggi 6 dicembre si aprono ufficialmente negli Emirati Arabi.

Si sfidano per il titolo le 5 squadre vincitrici dei tornei continentali e del paese ospitante, con la stessa formula già vista nel 2008 ma con qualche aggiunta di tipo tecnologico che serve ad anticipare ciò che vedremo in Russia nel 2018.

Le squadre in campo

La squadra favorita è senza dubbio il Real Madrid, indiscussa protagonista degli ultimi due anni di calcio che mira anche a ricevere questo titolo. La squadra del paese ospitante dovrà qualificarsi in un match preliminare contro l’Oceania e la vincente si unirà ai campioni di Africa, Asia e Centro-Nord America. In semifinale si incontreranno le vincitrici di queste sfide e i campioni di Champions League e della Coppa Libertadores.

Si gioca ad Abu Dhabi ed Al Ain fino al 16 dicembre, giorno conclusivo che decreterà il vincitore.

Conosciamo adesso da vicino i partecipanti alla competizione:

I messicani del Pachuca sono i campioni della Concacaf, l’Auckland City è il campione d’Oceania, l’Al-Jazira rappresenta il Paese ospitante, il Real Madrid ha vinto la Champions League, i marocchini del Wydad Casablanca sono campioni d’Africa, i giapponesi dell’Urawa Reds sono i campioni asiatici e i brasiliani del Gremio sono i recenti vincitori della Coppa Libertadores.

Si parte oggi pomeriggio per la prima partita che vede scendere in campo Al Jazira contro Auckland. Tutte le partite saranno trasmesse in diretta tv sul canale 204 di Sky e in streaming su SkyGo.

Arriva il Var

La grande novità di questo Mondiale per Club è l’utilizzo del Var, video assistant referee, un sistema tecnologico che serve da supporto all’arbitro ed esamina le situazioni poco chiare con l’ausilio della multimedialità in campo.

Un’innovazione che si vuole integrare alla realtà calcistica a pieno regime e che sta facendo pian piano il suo ingresso nelle competizioni più importanti. Lo vedremo infatti anche nei prossimi Mondiali di Russia 2018.

Calendario dei Mondiali per Club

Ecco tutte le date delle partite che si disputeranno da oggi fino al 16 dicembre:

MERCOLEDI’ 6 DICEMBRE:

18.00      Playoff – Al Jazira vs Auckland City

SABATO 9 DICEMBRE:

14.00      Quarto di finale 1 – Pachuca vs Wydad Casablanca

17.30      Quarto di finale 2 – Urawa Reds vs Vincente Playoff

MARTEDI’ 12 DICEMBRE:

18.00      Semifinale 1 – Gremio vs Vincente Quarto di finale 1

MERCOLEDI’ 13 DICEMBRE:

18.00      Semifinale 2 – Real Madrid vs Vincente Quarto di finale 2

SABATO 16 DICEMBRE:

15.00      Finale per il terzo posto

18.00      Finale Mondiale per Club 2017