Francia 2019

Onome Ebi è la prima calciatrice africana a disputare 5 Mondiali

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2003, 2007, 2011, 2015 e ora 2019. Cinque Mondiali, cinque edizioni della Coppa del Mondo femminile, cinque volte convocata e presente lì dietro, in difesa. Onome Ebi è la prima calciatrice africana – sia a livello femminile che maschile – a partecipare a ben cinque Mondiali di calcio. Il traguardo, storico, l’ha raggiunto nella partita di debutto della Nigeria contro la Norvegia. Con il numero 5 sulle spallae, nonostante la sconfitta per 3-0, la giocatrice 36enne ha lasciato lo stadio Auguste Delaune con una gioia unica e indescrivibile. Ebi si è sentita orgogliosa per aver realizzato un’incredibile impresa di longevità e tenacia.

Attualmente in forza al Henan Huishang, in Cina, Onome Ebi ha iniziato a “collezionare” convocazioni mondiali dal 2003, negli Stati Uniti, quando aveva da poco compiuto 20 anni. Allora faceva parte di una squadra guidata dall’allenatore Sam Okpodu e che poteva contare sul talento di giocatrici come Mercy Akide, Perpetua Nkwocha, Precious Dede e Florence Omagbemi. Per Ebi quel torneo durò 15 minuti, ma il talento e la crescita le hanno permesso di vivere le altre edizioni in Cina, Germania e in Canada da protagonista.

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Tuttavia, la strada per Francia 2019 è stata complessa e in salita: nel 2016, Ebi ha riportato un grave infortunio alla mano nella finale dei campionati africani femminili in Camerun e il conseguente intervento chirurgico e la successiva riabilitazione hanno messo a dura prova la sua resistenza e la voglia di continuare a giocare a calcio a 34 anni.

La sua esperienza, le battute d’arresto e la difficoltà nel rialzarsi hanno portato, però, portato Ebi a essere più saggia e a sentirsi anche meglio di prima e la sua preparazione mentale può essere la carta vincente per le Super Falcons che si sono ritrovate in gruppo difficile con Francia, Norvegia e Corea del Sud.  

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Nella sua lunga carriera Onome Ebi ha giocato in Svezia, Turchia e Bielorussia, e tra chi fa il tifo per lei c’è Juan Mata, calciatore spagnolo del Manchester United e ideatore del progetto Common Goal, un’associazione benefica che chiede ai calciatori devolvere l’1 per cento del proprio stipendio a favore di organizzazioni legate al calcio operanti in tutto il mondo. La 36enne è l’atleta numero 101 ad aderire all’iniziativa e in questo video spiega le sue motivazioni:

 

Giornalista professionista, cura “Curiosità sportive”, rubrica-memorabilia di aneddoti, storie e miti legati allo sport, riavvolgendo le lancette del tempo perché il suo cuore è ancora fermo sulla traversa dove si è stampato il rigore tirato da Di Biagio nel Mondiale del ’98.

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