Era il 24 giugno 1990 e allo stadio Meazza di San Siro a Milano, Germania Ovest e Olanda sono pronte a sfidarsi per un posto ai quarti di finale del Mondiale d’Italia ’90.
La cornice della “Scala del Calcio” mette a confronto due nazionali con grandi ambizioni per andare fino in fondo alla rassegna mondiale.
A confronto non solo due nazionali ma anche tanti campioni. Particolare è che sia nella squadra tedesca che in quella Orange giocano calciatori, protagonisti nel campionato italiano di Serie A.
Tra i tedeschi, i campioni d’Italia 1989 dell’Inter: Lothar Matthäus, Jürgen Klinsmann e Andreas Brehme; nell’Olanda, campione d’Europa 1988, il trio delle meraviglie del Milan: Ruud Gullit, Marco Van Basten e Frank Rijkaard.
Nella Germania anche altre conoscenze del calcio italiano di quegli anni, come l’attaccante della Roma Rudi Völler e il difensore Berthold, i futuri juventini Kholer e Reuter (in bianconero dal 1991), Möller (sempre Juventus, dal 1992), Häßler (che arriverà proprio dopo il Mondiale ‘90) e il laziale Riedle (anche lui subito dopo il Mondiale).
Dall’altra un trittico Orange che sbarcherà in Serie A due anni dopo: Van’t Schip (Genoa), Roy (Foggia) e Winter (Lazio).
Quella grande partita è stata una delle partite più sentite da parte dei tifosi, soprattutto per la miriade di campioni in campo. Peccato che a Milano non sia andata in scena la partita che ci si aspettava.
I nerazzurri Klinsmann al 51′ minuto e Brehme all’85 minuto spianano la strada alla Germania al passaggio del turno con un secco 2-1. Per gli olandesi, il gol del difensore Koeman da calcio
di rigore all’89esimo.
Una partita sentita che si è giocata con i nervi tesi e con gli ululati dei tifosi nei confronti dei giocatori neri olandesi. Uno spettacolo poco raccomandabile a Milano per quella che invece sarebbe stata una partita in cui il bel calcio avrebbe dovuto farla da padrona. Matthäus non disputa una grande partita ma riuscirà comunque a contribuire al successo della Germania Ovest e spianare così la vittoria del suo Pallone d’Oro.
In questo match però non si è parlato solo di calcio giocato. Al centro di alcune polemiche post gara ci sono stati due protagonisti principali: il tedesco Völler e l’olandese Rijkaard.
Al minuto 20, il numero 3 Orange stende l’ex romanista e l’arbitro argentino Loustau tira fuori il cartellino giallo nei confronti dell’ex milanista, il quale pensa bene anche di sputare addosso all’attaccante tedesco.
Völler protesta, si tocca continuamente lo sputo tra i capelli e lo mostra all’arbitro, il quale imbarazzato lo ammonisce e comincia a farsi la sua idea sul come risolvere la faccenda.
Poco dopo si batte la punizione e Völler si proietta sul cross e scontrandosi con Van Breukelen, da qui ne nasce una rissa. A farne le spese sono proprio Völler e Rijkaard i quali vengono espulsi e continueranno a punzecchiarsi anche nel tunnel degli spogliatoi.
Il commentatore inglese ed ex rugbista Brian Moore parlava di questo gesto come un pessimo esempio calcistico e sportivo, soprattutto se fatto da un fuoriclasse come Rijkaard.
Le due espulsioni facilitano la Germania che riesce a vincere la partita grazie alla rete Brehme, il quale sarà anche l’eroe della finale contro l’Argentina di Maradona all’Olimpico di Roma. L’ex terzino dell’Inter, infatti, sarà l’autore del gol decisivo per la vittoria del Campionato del Mondo. Trasformerà il rigore decisivo contro l’Albiceleste. In tale occasione preferirà calciare di destro, superando il portiere avversario Sergio Goycochea il quale, nel corso del torneo, aveva neutralizzato quattro tiri dal dischetto.
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