Abbiamo copiato il boxing day, ma non bastava solo giocare a Santo Stefano. Il solito clima di veleni e sospetti. I soliti ululati razzisti negli stadi. E anche un morto per una partita di calcio, che in Italia ahinoi non rappresenta una novità. Da Vincenzo Paparelli nel 1979 al tifoso dell’Inter ucciso negli scontri prima della gara con il Napoli. Neanche il clima natalizio ha saputo fermare l’ordinaria follia del calcio italiano.
Mi dispiace la sconfitta e sopratutto avere lasciato i miei fratelli!
Però sono orgoglioso del colore della mia pelle. Di essere francese, senegalese, napoletano: uomo.⚽ #InterNapoli 1-0
🇸🇳 #KK26 #famiglia
💙 #ForzaNapoliSempre
💪🏿 #DifendoLaCittà pic.twitter.com/f9q0KYggcw— Koulibaly Kalidou (@kkoulibaly26) 26 dicembre 2018
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Devo ancora raccontare alla radio di un ragazzo, morto per le conseguenze di un agguato e una rissa, fra ultras di #InterNapoli. Sono schifato, depresso, ma soprattutto addolorato. Allucinante… era il #BoxingDay del #26dicembre (!!!) e parliamo di un morto e di #razzismo.
— Fulvio Giuliani (@fulviogiuliani) 27 dicembre 2018
Hanno iniziato i presidenti, senza alcun motivo fondato, con la polemica preventiva contro le designazioni arbitrali. Un unicum che accade solo da noi, altrove sarebbe inconcepibile.
La scelta di Mazzoleni è una brutta notizia, mi preoccupa. Con noi è cattivo e imparziale
Le parole fuori luogo di De Laurentiis accendono la miccia prima di Inter Napoli. Dichiarazioni che, in altri Paesi, avrebbero portato come minimo a un deferimento. Qui invece, come spesso succede, passano “in cavalleria”, come dice Allegri e nessuno osa contestare nulla. E’ proprio il tecnico juventino a riferirsi, senza mai nominarlo, al presidente napoletano.
Non è elegante fare certi tipi di dichiarazioni, dobbiamo essere noi a educare i tifosi. In Italia viene concesso tutto e di più
D’altra parte le anomalie italiane non si fermano solo al calcio, ma è al pallone che vogliamo ora fermarci. Il folle boxing day nostrano si conclude con il posticipo tra Inter e Napoli, già preceduto dal veleno di De Laurentiis. I soliti beceri cori sui napoletani. I buu razzisti a intermittenza a seconda del colore della maglia. Gli incidenti prima del match che portano alla morte di un tifoso interista. L’espulsione di Koulibaly, giusta nel merito, strumentalizzata per portare acqua al proprio mulino. E poi i soliti commenti a fiume che piovono in queste ore. “Basta, sospendiamo tutto, si fermi il calcio”. Slogan dal like facile che si ripetono da anni e non hanno portato a nulla.
Ma quanto sono idioti quei personaggi da stadio (i tifosi per me sono un’altra cosa) che prendono di mira un giocatore avversario per il colore della sua pelle e osannano i loro? Il #razzismo è stupido, insensato. Nello stadio e nella società. Siamo uguali. Mettiamocelo in testa.
— riccardo cucchi (@CucchiRiccardo) 27 dicembre 2018
Giusto per chiarezza: stasera il corredo sonoro di #InterNapoli è stato osceno, da squalifica. Ma raccontare che #Koulibaly applaude e dice “bravo bravo” al pubblico è fare un cattivo servizio alla lotta al #razzismo da stadio
— Giovanni Capuano (@capuanogio) 26 dicembre 2018
Troppo difficile individuale i responsabili dell’omicidio e punirli con la legge? Troppo difficile dare il Daspo a chi ulula versi e cori razzisti? Costituzione alla mano, la responsabilità penale è personale. Così come la responsabilità civile di quegli insulti non può ricadere sulle società. E’ l’assist migliore per gli imbecilli. E non fanno neanche una gran figura quelli che stanno con Koulibaly però prima gli italiani e stop accoglienza. Porti chiusi, stadi aperti.
Mi fa piacere vedere come il #razzismo si veda solo dentro gli stadi, solo quando si parla di calcio.
Perché il “riportiamoli a casa loro” “che schifo gli immigrati” e altre cose, quelli no, quelli vanno bene?
Ma quanto cavolo siete ipocriti?
— ɐʌƎ ☃️ (@stableasatable) 27 dicembre 2018