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Dalle grandi sfide tra Coppi e Bartali, alle imprese della Nazionale azzurra di calcio, non c’è stato evento sportivo che da fine ‘800 a oggi non sia stato visto, commentato, riportato agli italiani, dalla Gazzetta dello Sport. A Milano arriva nelle edicole il 3 aprile del 1896 nata dalla fusione tra il settimanale Il Ciclista e il bisettimanale La Tripletta, entrambi di argomento ciclistico. Il giornale esce, inizialmente, il lunedì e il venerdì di ogni settimana, visto che la maggior parte delle gare si svolgono nel fine settimana e il mercoledì o il giovedì. Sulla scia dei fogli da cui nasce, anche la Gazzetta tratta maggiormente di ciclismo, lo sport più seguito a fine Ottocento.

1997-2006: TUTTO VERO! Gioie e dolori di un'epoca - La Gazzetta ...

Tuttavia, bisogna aspettare ancora tre anni per vedere le pagine rosa sugli scaffali delle edicole. Il look iniziale del giornale è, infatti, caratterizzato da pagine verdi. Questo almeno fino al 4 settembre del 1896, quando le pagine vengono colorate di giallo. Il nuovo look non è destinato a durare molto e, il 1° gennaio 1897, si ritorna al colore verde. La Gazzetta dello Sport rimane di quel colore fino al 2 gennaio 1899, anno in cui viene lanciato il nuovo look a cui il quotidiano ci ha abituati.

Prima pagina La Gazzetta dello Sport 15 Febbraio 2004 | Fotografia ...

Non è chiarissimo perché il primo numero fu stampato su carta verde: Gazzetta dice che il motivo potrebbe essere stato economico, perché far “sbiancare” la carta costava più che mantenerla del colore verde chiaro. Altri fanno notare che il verde chiaro era anche il colore del Ciclista, uno dei due quotidiani sportivi dalla cui fusione nacque la Gazzetta dello Sport (l’altro era La Tripletta). E all’epoca esisteva già l’usanza di adottare carta colorata per i giornali sportivi: Le Vélo, un giornale sportivo francese fondato nel 1892, aveva la carta verde, mentre L’Auto – il predecessore dell’odierno quotidiano sportivo L’Équipe – venne fondato nel 1900 e adottò una carta gialla.

LA GAZZETTA DELLO SPORT – VERDE | El parlàva de per lù

Ci sono un paio di eccezioni, però, nell’era moderna. La “rosa” torna a essere verde il 16 dicembre del 2004 per una bella iniziativa: Quel giorno, il giornale aveva accettato la proposta di Shrek2 e del suo distributore, United International Pictures, di cambiare colore per un gesto di solidarietà: una parte del ricavato è stata devoluta al reparto pediatrico dell’Istituto dei Tumori di Milano. Il giornale svestiva per un giorno il rosa per promuovere un cartone animato che ha fatto divertire bambini di tutto il mondo, e nello stesso tempo voleva essere vicino a tanti bambini provati dalla malattia. In quell’occasione, furono raccolti e consegnati 120.000 euro.

Gazzetta dello Sport, prima pagina e titoli del 28 luglio

Successivamente l’11 giugno 2014 è uscita su carta azzurra – come il colore della maglia della Nazionale – per segnalare l’inizio dei Mondiali di calcio; il 28 luglio dello stesso anno è uscita su carta gialla per festeggiare la vittoria del ciclista Vincenzo Nibali al Tour de France (il giallo è il colore della maglia che indossa il primo in classifica durante il Tour de France). Verde è stata anche la prima pagina del numero del 3 aprile 2016, per festeggiare i 120 anni dall’uscita del primo numero.

Perché oggi la Gazzetta dello Sport è verde - Il Post

 

Non mollare mai fino alla fine

È questa la frase che ha accompagnato la vita di Felice Gimondi e che guiderà gli azzurri alla partenza del Mondiale di ciclismo in programma nello Yorkshire. La citazione, seguita dalla firma del campione di Sedrina, sarà infatti presente sulla maglia della Nazionale italiana il prossimo 29 settembre, nella data che sarebbe coincisa con il 77esimo compleanno del ciclista orobico.

La indosseranno gli italiani, dunque, ma non Vincenzo Nibali perché il ciclista ha deciso di non partecipare alla rassegna iridata in programma dal 22 al 29 settembre. Lo Squalo ha detto di non essere abbastanza in forma per far parte della Nazionale italiana, che sarà tra l’altro impegnata in un percorso poco adatto alle sue caratteristiche: «La maglia azzurra per me è sacra e va rispettata. Non sono al top e non è giusto che porti via il posto a un compagno».

Risultati immagini per yorkshire gimondi

Il commissario tecnico Davide Cassani lo aveva incluso nella lista provvisoria di sedici corridori, dalla quale ora ne dovranno essere tagliati altri sette. I ciclisti di punta della nazionale in Inghilterra saranno Matteo Trentin e Sonny Colbrelli. Ma quella di Nibali non è l’unica “defezione” eccellente: anche Egan Bernal, il vincitore dell’ultimo Tour de France, ha infatti deciso di rinunciare alla rassegna iridata perché non si sente abbastanza in forma dopo il trionfo alla Grande Boucle, in seguito all’apoteosi in giallo si è visto soltanto alla Clasica di San Sebastian e si sta ancora riprendendo dalle fatiche delle tre settimane in terra transalpina.

Assente anche il polacco Michal Kwiatkowski, campione del Mondo 2014, che ha affermato di avere bisogno di riposo dopo il Tour visto che da quel momento i suoi risultati non sono stati dei migliori.

Sarà un 2019 tutto da vivere per gli appassionati di ciclismo e per i tifosi dello Squalo, Vincenzo Nibali.

Il corridore siciliano ha sciolto ogni dubbio ribadendo che prenderà parte ai due più importanti grandi giri del mondo delle due ruote: il Giro d’Italia e il Tour de France.

Il capitano della Bahrain Merida, a 34 anni, ha voglia di riprovarci, sente il bisogno di credere che possa essere ancora protagonista e di fare la voce grossa in due delle competizioni più importanti della stagione ciclistica.

L’anno scorso ha pesato tanto dire di no alla corsa rosa, per partecipare alla Grande Boucle e al Mondiale di Innsbruck. Per quest’anno, l’idea è quella di fare doppietta: solamente in due occasioni il messinese ha optato alla partecipazione in Italia e in Francia. La prima volta dieci anni fa, quando era molto giovane, e nel 2016, quando ha detto sì al Tour con la maglia Rosa addosso.

Nibali ha ponderato bene la sua scelta e sa di aver raggiunto una maturità tale da poter pianificare il tutto in maniera adeguata.
Prima dell’inizio del Giro, in programma il prossimo 11 maggio, lo Squalo parteciperà anche ad alcune classiche come la Milano – Sanremo, che ha vinto lo scorso anno, e la Liegi – Bastogne – Liegi.

Meno corse nella prima parte, più lavoro in allenamento e in altura per fare il “fondo”. Il debutto stagionale dovrebbe avvenire il 24 febbraio ad Abu Dhabi per l’Uae Tour. Un altro importante test sarà anche la Tirreno – Adriatica programmata dal 13 al 19 marzo, minitour che Nibali ha già vinto in due occasioni.

La vittoria di Nibali al Giro d’Italia 2016

Il siciliano, già entrato nella stretta cerchia dei grandi corridori italiani ad aver vinto in tutti i Grandi Giri, vuole diventare un vero mito. Vincendo la sua terza corsa rosa dopo i trionfi del 2013 e del 2016, affiancherebbe tra gli altri Bartali, Gimondi, Magni e Hinault. Se, invece, dovesse centrare il secondo Tour, appaierebbe Bottecchia, lo stesso Bartali e Coppi.

Tante certezze dunque per il messinese per il 2019. C’è solamente un dubbio ancora da cancellare e riguarda il suo futuro: il contratto con la Bahrain è in scadenza e si devono valutare tanti punti di vista.

Di sicuro a livello finanziario e strutturale in casa Merida stanno cambiando tanti aspetti. La casa automobilistica della McLaren ha acquistato il 50% delle azioni. Non è una semplice sponsorizzazione economica ma un vero e proprio progetto a lungo termine che prenderà il via con il World Tour.

La squadra che, invece, parteciperà per l’ultima volta alla stagione ciclistica è Sky, quella dei campioni Chris Froome e Geraint Thomas.
Sky ha debuttato nel ciclismo professionistico nel 2008, attraverso una collaborazione con la federazione ciclistica britannica e con la dichiarata ambizione di diventare la prima squadra a vincere il Tour de France con un ciclista britannico. Ci è riuscita nel 2012 con Bradley Wiggins. Nei suoi dieci anni di attività, inoltre, ha vinto più di 300 corse, compresi otto Grandi Giri e sei degli ultimi sette Tour de France, con Chris Froome protagonista.

Mancano oramai pochi giorni all’inizio del Mondiale di ciclismo e il commissario tecnico Davide Cassani sta iniziando a pensare come preparare al meglio la il gruppo che prenderà parte alla fase preparatoria.

Il team azzurro, per ora, è composto da undici convocati, ma in realtà al Mondiale di linea si correrà a Innsbruck in Austria il 30 settembre prossimo solamente in otto saranno in gara.

Tra questi sicuramente uno degli azzurri più in forma del momento, Gianni Moscon. Il ciclista trentino del team Sky si è aggiudicato la novantesima edizione del Giro della Toscana. Il successo è giunto in volata in cui l’azzurro ha battuto allo sprint di Pontedera il francese Romain Bardet (AG2R) e Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida).

La vittoria del Giro della Toscana bissa quella ottenuta sabato scorso nella Coppa Agostoni.

Tra i convocati ci sono i due campioni più importanti delle ultime stagioni ciclistiche: Fabio Aru e Vincenzo Nibali. Entrambi però non sono in forma: il Cavaliere dei quattro mori non è al meglio dopo la brutta caduta rimediata durante la Vuelta; lo Squalo, invece, seppur abbia partecipato alla corsa spagnola non è ancora al 100% dopo il grave incidente capitatogli al Tour de France.

Non sono nelle condizioni di fare la differenza e di poter vincere i Mondiali. Di salute sto meglio, ma la mia condizione l’avete vista, in quest’ultima Vuelta ho raccolto ben poco.

Proprio per questo motivo il ct Cassani, che comunque non si vuole privare dei due campioni, sta cercando altre soluzioni. Tra queste ci sarebbe proprio l’idea di puntare su Moscon, ma anche su Pozzovivo.

Per l’Italia la strada si fa dura ma comunque il gruppo cercherà di tirare fuori tutto il necessario per fare bene. La vittoria di un Mondiale manca da troppo tempo. L’ultimo azzurro ad aggiudicarsi il titolo iridato è stato Alessandro Ballan nel 2008 sulle strade di Varese. Successo che arrivò dopo i due trionfi di Paolo Bettini a Salisburgo (2006) e Stoccarda (2007).  

Come detto, oltre ai due veterani e a Moscon e Pozzovivo, prenderanno parte al gruppo: Gianluca Brambilla, Dario Cataldo, Damiano Caruso, Alessandro De Marchi, Davide Formolo, Franco Pellizzotti e Giovanni Visconti.  

Per quanto riguarda la cronometro il ct si affiderà a Fabio Felline e Alessandro De Marchi.

Tutti i convocati inizieranno la preparazione il prossimo 23 settembre a Torbole, in Trentino, per poi trasferirsi in Austria il 27 settembre.

Alla vigilia dell’inizio del 101esimo Giro d’Italia tutto è pronto per questo grande evento che presenta delle importanti novità rispetto agli scorsi anni.

La prima è proprio il luogo di partenza, fissato a Gerusalemme il 4 maggio. Solo tre volte nella storia di questa competizione i ciclisti in gara sono partiti da una città così fuori dall’Europa, nel 1911, nel 1950 e nel 2009.

In un percorso che prevede un totale di 3562.9 km, in media 169.7 km a tappa, i ciclisti dovranno cominciare la gara ad Israele, che durerà tre giorni tra vento e deserto, e poi spostarsi in Sicilia, dove la maggiore insidia è rappresentata dall’Etna, con il suo primo dei tanti percorsi in salita. Le difficoltà legate agli arrivi in salita continuano infatti poi con altre alture, come il Monte Zoncolan, il Colle delle Finestre, Jafferau e Sestriere. L’arrivo è previsto a Roma per la passerella finale.

Saranno 22 le squadre pronte a partire per l’edizione 101 di questa corsa rosa: 18 di World Tour e 4 invitate, Bardiani Csf, Androni, Wilier Triestina e la Israel Academy. I ciclisti, invece, saranno 176, che correranno in formazioni di 8 corridori. Questa è un’altra novità legata a motivi di sicurezza, per tentare di monitorare maggiormente il rischio cadute.

Grande favorito di questa competizione 2018 è sicuramente Tom Dumoulin, vincitore del Giro d’Italia 2017. Il suo più insidioso rivale potrebbe essere proprio Chris Froome, vincitore dell’ultima Vuelta, che torna a concorrere per la maglia rosa dopo ben 8 anni, dopo la squalifica del 2010. La sua partecipazione, però, è accompagnata da molte polemiche, anche da parte dello stesso Dumoulin, a causa dei problemi di doping di Froome non ancora risolti:

Se mi fossi trovato nella situazione di Chris non mi sarei presentato al via del Giro. Cosa succederà se vincerà lui? Magari passeranno settimane prima di avere certezze

Prima di dare il via al Giro d’Italia 2018, Israele ha deciso di rendere onore al grande Gino Bartali con una cerimonia ufficiale che gli conferisce la cittadinanza onoraria per aver contribuito a salvare la vita ad oltre 800 ebrei, agendo nell’ombra solo con l’aiuto della sua bici.

Tra passato e presente, questa edizione vuole fare la differenza, con le sue grandi novità, le sue insidiose salite e i suoi campioni in gara che lottano per il titolo. Tra lori ci sono anche altri grandi ritorni, come Pinot, Fabio Aru e Chaves.

Per l’Italia, non sarà Vincenzo Nibali a tenere alto il tricolore ma Domenico Pozzovivo, nuovo capitano della Bahrain Merida. Lo squalo, infatti, ha deciso di non partecipare per allenarsi in vista dei Mondiali di Innsbruck, in Austria.

TAPPE DEL GIRO D’ITALIA 2018

1/a tappa venerdì 4 maggio: Gerusalemme-Gerusalemme, 9,7 km, cronometro individuale

2/a tappa sabato 5 maggio: Haifa-Tel Aviv, 167 km, pianeggiante

3/a tappa domenica 6 maggio: Bèer Sheva-Eilat, 229 km, pianeggiante

Lunedì 7 maggio riposo e trasferimento in Italia, in Sicilia

4/a tappa martedì 8 maggio: Catania-Caltagirone, 191 km, media montagna

5/a tappa mercoledì 9 maggio: Agrigento-Santa Ninfa, 152 km, pianeggiante

6/a tappa giovedì 10 maggio: Caltanissetta-Etna, 163 km, alta montagna

7/a tappa venerdì 11 maggio: Pizzo-Praia a Mare, 159 km, pianeggiante

8/a tappa sabato 12 maggio: Praia a Mare-Montevergine di Mercogliano, 208 km, media montagna

9/a tappa domenica 13 maggio: Pesco Sannita-Gran Sasso d’Italia, 224 km, alta montagna

Lunedì 14 maggio riposo

10/a tappa martedì 15 maggio: Penne-Gualdo Tadino, 239 km, media montagna

11/a tappa mercoledì 16 maggio: Assisi-Osimo, 156 km, media montagna

12/a tappa giovedì 17 maggio: Osimo-Imola, 213 km, pianeggiante

13/a tappa venerdì 18 maggio: Ferrara-Nervesa della Battaglia, 180 km, pianeggiante

14/a tappa sabato 19 maggio: San Vito al Tagliamento-Monte Zoncolan, 181 km, alta montagna

15/a tappa domenica 20 maggio: Tolmezzo-Sappada, 176 km, alta montagna

Lunedì 21 maggio riposo

16/a tappa martedì 22 maggio: Trento-Rovereto, 34.5 km, cronometro individuale

17/a tappa mercoledì 23 maggio: Riva del Garda-Iseo, 155 km, media montagna

18/a tappa giovedì 24 maggio: Abbiategrasso-Prato Nevoso, 196 km, media montagna

19/a tappa venerdì 25 maggio: Venaria Reale-Bardonecchia, 181 km, alta montagna

20/a tappa sabato 26 maggio: Susa-Cervinia, 214 km, alta montagna

21/a tappa domenica 27 maggio: Roma-Roma, 118 km, pianeggiante

È uno dei ciclisti italiani più amati e rispettati da circuito a due ruote, leader del team Bahrain Merida.

Il siciliano Vincenzo Nibali scalda le gambe per la prossima stagione in cui vuole sentirsi protagonista.

Il 2017 dello Squalo non è certo stato negativo data la partecipazione a due dei grandi giri: il Giro d’Italia in cui si è classificato terzo e la Vuelta di Spagna in cui è stato superato solamente dal britannico Chris Froome. In competizioni meno importanti il corridore messinese ha trionfato nel Giro di Lombardia.

Per quanto riguarda la corsa iberica, è c’è da capire cosa ne sarà della positività all’antidoping di Froome proprio durante la Vuelta. Si potrebbero aprire scenari impensabili prima.

A 33 anni, compiuti lo scorso novembre, Nibali ha cercato di inquadrare quello che sarà il suo 2018 e quello del suo team. L’idea di rinunciare alla Corsa Rosa è stata studiata e decisa nelle ultime settimane. All’inizio era una notizia che girava nell’aria, ma poi è arrivata la decisione ufficiale di dire no al Giro d’Italia. Le tappe siciliane in programma hanno fatto gola allo Squalo che però poi ha optato per altro. Il circuito francese per la prossima stagione è più vicina alla sua pedalata.

In effetti prima di poter puntare al terzo successo della maglia rosa, lo scalatore vuole ottenere in secondo successo nella Grande Boucle dopo quello del 2014.

Altro obiettivo prefissatosi è quello di partecipare al Mondiale 2018 a Innsbruck in Austria, un circuito molto vicino alle sue caratteristiche di pedalata. Tuttavia per raggiungere la forma ideale per la corsa iridata, Nibali parteciperà anche alla Vuelta così da poter conservare la gamba.

Prima dei grandi giri, ci sarà modo di prendere parte alle grandi Classiche come la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro del Delfinato.

Un 2018, dunque, ricco di appuntamenti per il corridore azzurro che ha intenzione di mettere la pinna, così com’è stato nei grandi successi ottenuti.

Proprio Nibali è uno dei sei ciclisti ad aver vinto almeno una volta tutti e tre i grandi Giri.

Infatti, dopo aver indossato la maglia rossa nel 2010 della Vuelta, ha ottenuto due successi al Giro d’Italia (2013 e 2016) oltre che la vittoria della Grande Boucle nel 2014. Allora correva per l’Astana, dal 2017 però il siciliano è la punta di diamante della Bahrain Merida, team dell’omonimo paese arabo. Proprio la società bahreinita, secondo il quotidiano francese Les Echos, gli permette di essere uno dei ciclisti più pagati grazie a un contratto di 4 milioni di euro.

A poche ore dall’inizio della Vuelta di Spagna sono tanti i pronostici riguardo i favoriti della vittoria. In questa edizione 2017 ci sono molti big che, nonostante la partecipazione a Giro d’Italia e Tour de France, non hanno voluto mancare alla corsa spagnola.

Tra i favoriti c’è l’italianissimo Vincenzo Nibali che, dopo la vittoria del 2010 vuole riproporsi tra i papabili vincitori di quest’anno. Il ciclista siciliano, capitano della squadra Bahrein Merida, cercherà di riappropriarsi della maglia rossa del giro spagnolo dopo il forfait al Tour de France.

Lo Squalo dello Stretto da qualche mese ha deciso di lasciare la sua vecchia squadra, l’Astana, con cui ha trionfato nei tre maggiori tour mondiali (la Vuelta a España 2010, i Giri d’Italia 2013 e 2016 e il Tour de France 2014).

I successi con la squadra kazaka sono stati numerosi, grazie anche all’aiuto di squadra di compagni come Fabio Aru. Proprio lo scalatore sardo ora è punto fermo del team Astana dopo l’addio del messinese.

Con il team Bahrein sinora ha vinto il Giro di Croazia 2017, un terzo posto al Giro d’Italia numero 100 con vittoria della sedicesima tappa vinta al traguardo di Bormio.

La Vuelta arriva al momento giusto per Nibali, un modo per rimettersi in mostra dopo un periodo così così.

Boia che caldo !!! ?????????☀️☀️???

Un post condiviso da Vincenzo Nibali (@vincenzonibali) in data:

A sfidare lo scalatore siciliano, l’ex compagno di squadra Fabio Aru e il vincitore del Tour de France 2017, Chris Froome. Il campione britannico vuole ripetere quanto fatto di buono alla corsa gialla, per tentare di vincere il suo primo giro spagnolo dopo tre secondi posti (nel 2011, 2014 e 2016).

Vincenzo Nibali è stato ed è tra i ciclisti italiani più vincenti della storia più recente, dopo i trionfi di Marco Pantani. Lo Squalo è riuscito, infatti, a conquistare una storica vittoria al Tour dopo i successi del Pirata del 1998, diventando il settimo italiano ad aver vinto la Grande Boucle.

Inoltre c’è da dimenticare la delusione a Rio 2016 con una caduta che ha infranto il sogno medaglia olimpica.

Ora le montagne della Spagna aspettano lo Squalo che cercherà di riprendersi la scena magari scalzando il favoritissimo Chris Froome.

Dario Sette

Parte il 19 agosto, con i 13,7 chilometri della cronometro a squadre di Nimes (Francia), la Vuelta 2017, 72/a edizione della corsa spagnola. Fra gli azzurri, due nomi su tutti: Fabio Aru e Vincenzo Nibali. Entrambi hanno già vinto la Vuelta.

Si apre il sipario sulla Vuelta a Espana, il meno ‘nobile’ tra i Grandi Giri che però, per qualità di partecipanti e per difficoltà del percorso, promette scintille e spettacolo in dosi massicce.

Che in Spagna si strizzi l’occhio agli scalatori è un dato di fatto, accertato dai 50 Gran Premi della Montagna che i corridori dovranno affrontare da Nimes, sede della prima partenza nella storia dalla Francia, a Madrid, rituale sede d’approdo. Ma anche le cronometro avranno un peso specifico importante: in totale sono 40,2 i chilometri per quelle individuali, 13,7 per quella a squadre di sabato, che sulle strade di Nimes assegnerà la prima maglia rossa, quella che contraddistingue il leader della classifica generale.

vuelta

Tra i favoriti ci sono due italiani, ex colleghi che ora si ritrovano uno contro l’altro ma sempre da amici. Si tratta ovviamente di Vincenzo Nibali e di Fabio Aru: il siciliano Bahrain-Merida, vincitore della Vuelta nel 2010 e secondo nel 2013, dovrà vedersi le spalle innanzitutto dal sardo dell’Astana, primo nel 2015 e reduce da un Tour de France vissuto tra i big (quinto ai Campi Elisi).

I riflettori sono ovviamente puntanti anche su Christopher Froome, il britannico del Team Sky che, dopo il poker alla Grande Boucle, tenta una storica doppietta dopo la piazza d’onore ottenuta nel 2016. L’ultimo a  riuscirvi è stato un fenomeno Bernard Hinault nel 1978.

Da non sottovalutare le ambizioni dei francesi Romain Bardet (AG2R-La Mondiale) e Warren Barguil (Sunweb), del lussemburghese Bob Jungels (Quick-Step Floors), del colombiano Carlos Betancur (Movistar), del veterano spagnolo Igor Anton (Dimension Data), del russo Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin), dell’olandese Steven Kruijswijk (LottoNL-Jumbo) e del britannico Adam Yates (Orica-Scott), in corsa assieme al fratello Simon (anche Vincenzo Nibali avrà l’appoggio di Antonio).

Circoletto rosso attorno al nome di Alberto Contador: il campione madrileno della Trek-Segafredo, tre volte vincitore della Vuelta (2008, 2012 e 2014), disputerà la sua ultima gara prima del ritiro. Una scelta coraggiosa che gli vale il pettorale numero 1 in un gruppo pronto a salutarlo come merita.

 

Sulle montagne più sacre del Tour de France, l’italiano Fabio Aru, lascia parecchi secondi sia sul leader Froome che sugli inseguitori, tanto da cadere giù dal podio.

Il ciclista sardo ha stretto i denti fino all’arrivo in discesa dopo la scalata del Galibier (la salita mitica che fece da trampolino alla vittoria di Pantani nel 1998), ma all’arrivo è giunto con 31 secondi di ritardo (35″ calcolando l’abbuono) che in classifica generale significa meno 53” dal campione britannico in maglia gialla e quarto posto. A vincere la tappa è stato Primoz Roglic, dopo una fuga di 100 km, giungendo solo al traguardo di Serre Chevalier.

Quando hanno attaccato: non ho avuto le energie per rispondere!

Il “Cavaliere dei 4 Mori” sa di aver perso e certo non è contento del risultato della tappa di montagna, tuttavia non getta la spugna ed è convinto che fino all’arrivo sugli Champs Élysées a Parigi qualcosa si possa ancora fare.

Il Tour de France del campione italiano è stato comunque da incorniciare. Ha indossato per diversi chilometri la maglia gialla e lo ha fatto praticamente senza compagno di squadra a supporto. È proprio questa la vera differenza con i diretti concorrenti alla vittoria del giro francese. Il campione Chris Froome tuttora ha uomini che lo sostengono in tappa, così come il transalpino Bardet.

Oggi c’è un’altra tappa dura sul colle dell’Izoard e lo scalatore italiano sa che può fare bene se la pedalata è quella giusta. Aru proverà a rifarsi sotto e guadagnarsi il podio verso Parigi che sarebbe strameritato, per come si sono evolute le situazioni in tre settimane di corsa.

Tra gli sfortunati della tappa montuosa, Marcel Kittel. Il tedesco, vincitore di cinque tappe e maglia verde, è caduto tanto da comunicare il ritiro dalla corsa gialla.

La stanchezza nei corridori si sente come ha ben testimoniato la foto di Pawel Poljanski ha postato sul suo profilo Instagram, e dopo l’arrivo a Parigi per molti ci sarà meritato riposo, per altri riprenderà la preparazione in vista della Vuelta di Spagna dove sicuramente sarà presente Vincenzo Nibali.

Dario Sette

Il corridore francese Thibaut Pinot (FDJ) ha vinto la ventesima tappa del 100º Giro d’Italia, Pordenone-Asiago di 190 km. Al secondo e terzo posto si sono classificati rispettivamente Ilnur Zakarin (Team Katusha Alpecin) e Vincenzo Nibali (Bahrain – Merida).

Nairo Quintana (Movistar Team) è ancora la Maglia Rosa di leader della classifica generale della corsa.

RISULTATO FINALE

1 – Thibaut Pinot (FDJ) – 190 km in 4h57’58”, media 38,259 km/h
2 – Ilnur Zakarin (Team Katusha Alpecin) s.t.
3 – Vincenzo Nibali (Bahrain – Merida) s.t.
4 – Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale) s.t.
5 – Nairo Quintana (Movistar Team) s.t.

CLASSIFICA GENERALE

1 – Nairo Quintana (Movistar Team)
2 – Vincenzo Nibali (Bahrain – Merida) a 39″
3 – Thibaut Pinot (FDJ) a 43″
4 – Tom Dumoulin (Team Sunweb) a 53″
5 – Ilnur Zakarin (Team Katusha Alpecin) a 1’15”

pinot

“Fino ai 3 km dall’arrivo ho solo pensato a guadagnare tempo in classifica, da li in poi ho pensato che avrei potuto vincere. Non è facile vincere una tappa quando si corre per la Generale e questa era la mia ultima opportunità. Non credo sia comunque abbastanza aver guadagnato 25″ su Tom Dumoulin. La crono di domani è adatta alle sue caratteristiche ma io farò del mio meglio per limitare i danni ed ottenere il miglior risultato possibile.”

quintana

 “Sono felice per la tappa di oggi. C’è stata una bella battaglia con gli altri rivali in Generale. Era importante non perdere tempo su di loro, anche se volevo guadagnarne. Non ne ho preso quanto ne volessi su Tom (Dumoulin) ma non potevamo fare più di così. Ora giocherò le mie carte andando a tutta domani.”