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28 gennaio 2018 – Roger Federer vince l’Open di Australia ed entra nella storia come il primo uomo di sempre a centrare 20 vittorie nei tornei del Grande Slam. In finale piegato il croato Marin Cilic 6-2 6-7 6-3 3-6 6-1 dopo una maratona di 5 set in tre di gioco. Sarà l’unico major vinto nel 2018 da Federer, visto che al Roland Garros trionfa Rafa Nadal mentre l’ultima parte di stagione ha visto il dominio assoluto di Novak Djokovic, tornato numero 1 e vincitore a Wimbledon e agli Us Open. L’Italia ha avuto un 2018 positivo di Fabio Fognini, salito al n.13 del mondo, e di Marco Cecchinato sorprendente semifinalista a Parigi.

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21 febbraio 2018 – E’ l’anno delle Olimpiadi invernali a Pyeongchang, in Corea del Sud. L’evento di febbraio ha prodotto un disgelo nei rapporti con la Corea del Nord, che ha inviato una delegazione per partecipare ai Giochi. Per l’Italia il momento più alto è stato il primo storico trionfo di Sofia Goggia nella discesa libera femminile. Sul gradino più alto del podio anche Arianna Fontana, regina dello short track. Il grande Marcel Hirscher finalmente vince le sue due prime medaglie d’oro olimpiche mentre la sorprendente ceca Ester Ledecka è diventata la prima donna nella storia a vincere un oro sia nello sci alpino che nello snowboard.

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4 marzo 2018 – Si spegne a soli 31 anni il capitano della Fiorentina Davide Astori, a causa di un misterioso malore nel sonno mentre era in ritiro con la squadra a Udine prima della partita contro l’Udinese. Per l’occasione la Serie A si ferma e vengono rinviate tutte le partite in programma. Un evento che scuote tutto il calcio italiano, che si stringe intorno alla moglie e alla figlia del calciatore viola. Nel giorno del funerale nel Duomo di Firenze sfilano i più grandi campioni italiani, fra cui una delegazione degli storici rivali della Juventus guidata da Gigi Buffon e Giorgio Chiellini, compagni di Astori in Nazionale.

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17 marzo 2018
 – Vincenzo Nibali vince la Milano-Sanremo, prima grande classica di ciclismo su strada della stagione. Per lo Squalo dello Stretto e’ la terza Classica Monumento dopo i due Giri di Lombardia. Nel corso della stagione, poi, Nibali subisce un grave infortunio al Tour che compromette l’assalto al campionato del Mondo di Innsbruck.

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13 maggio 2018 – La Juventus si laurea campione d’Italia per la 34esima volta (36 sul campo), la settima consecutiva. Un record mai realizzato da nessuno in Italia. I bianconeri di Massimiliano Allegri trionfano al termine di un appassionato testa a testa con il Napoli fino a quasi l’ultima giornata. La svolta con il successo in rimonta dei bianconeri in casa dell’Inter, seguito dal clamoroso ko degli azzurri di Maurizio Sarri a Firenze contro la Fiorentina. E’ l’ultimo scudetto di Gigi Buffon che a fine stagione lascia la Juventus per andare a giocare nel Paris Saint-Germain. I bianconeri completano la loro stagione vincendo anche la Coppa Italia.

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14 maggio 2018 – Roberto Mancini diventa ufficialmente il ct della Nazionale dopo l’allontanamento di Giampiero Ventura per la fallita qualificazione ai Mondiali. Nominato dal commissario straordinario Fabbricini, il ct trovera’ ben presto l’appoggio anche del neo presidente Federale Gravina. Nel corso dell’anno, l’Italia di Mancini disputerà la prima edizione della Nations League fallendo l’accesso alle Final Four ma mettendo in mostra giovani e idee di gioco nuove ed interessanti.

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26 maggio 2018
 – Sulle due ruote, ma senza motore, il 2018 conferma il dominio indiscusso del Team Sky nelle grandi corse a tappe. Il campione inglese Chris Froome vince per la prima volta in carriera il Giro d’Italia. La fuga memorabile sul Colle delle Finestre rappresenta una delle imprese piu’ leggendarie mai realizzate da un ciclista.

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27 maggio 2018 – Il Real Madrid battendo per 3-1 il Liverpool nella finale di Kiev vince la sua terza Champions League consecutiva e la 13.a in totale. E’ stato il canto del cigno di Zinedine Zidane, sostituito in panchina prima da Julen Lopetegui e poi da Santiago Solari. Parla spagnolo anche l’Europa League, con la vittoria il 16 maggio dell’Atletico Madrid in finale contro l’Olympique Marsiglia.

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10 luglio 2018 – Cristiano Ronaldo diventa ufficialmente un giocatore della Juventus: con i 112 milioni versati da Andrea Agnelli al Real Madrid, il fuoriclasse portoghese diventa l’acquisto più costoso nella storia del calcio italiano. Il cinque volte Pallone d’Oro firmerà un quadriennale da 31 milioni netti a stagione. Ronaldo farà il suo esordio in Serie A il 18 agosto nella partita contro il Chievo, mentre il primo gol ‘italiano’ di CR7 arriva il 16 settembre contro il Sassuolo.

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15 luglio 2018 – La Francia vince la sua seconda Coppa del Mondo battendo per 4-2 la sorprendente Croazia nella finale di Mosca. La giovane stella Kylian Mbappe, Paul Pogba e Antoine Griezmann hanno trascinato la squadra allenata da Didier Deschamps ad un successo che mancava dal 1998 quando l’attaccante del PSG non era ancora nato. Per la prima volta dopo oltre 50 anni l’Italia non era presente ad un’edizione dei Mondiali, punto piu’ basso toccato dal nostro calcio.

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22 luglio 2018 – Francesco Molinari trionfa all’Open Championship in Scozia e diventa il primo golfista italiano a vincere un major. Poche settimane dopo, il 30 settembre, trascina l’Europa alla conquista della Ryder Cup a Parigi.

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29 luglio 2018 – Il gallese Geraint Thomas vince il suo primo Tour de France, spezzando il regno di Froome. Parla inglese anche la Vuelta, con la vittoria di Simon Yates. Lo spagnolo Alejandro Valverde, invece, all’eta’ di 37 anni si aggiudica il Campionato del Mondo ad Innsbruck.

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8 settembre 2018 – Nel tennis femminile, il momento più emozionante della stagione è stato certamente la finale degli US Open vinta dalla giapponese Naomi Osaka in finale su Serena Williams. La campionessa americana, a caccia del suo 24° titolo del Grande Slam e’ letteralmente esplosa in una furiosa protesta contro l’arbitro Carlos Ramos, accusato addirittura di essere un ladro.

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21 ottobre 2018 – Nella MotoGP, quinto titolo mondiale per lo spagnolo Marc Marquez su Honda, mentre alla Ducati non e’ bastato un grande finale di stagione di Andrea Dovizioso. Annata senza vittorie, invece, per Valentino Rossi.

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28 ottobre 2018 – Lewis Hamilton domina la stagione 2018 in Formula Uno vincendo 11 Gran Premi e conquistando il suo quinto titolo piloti. Il sogno di Sebastian Vettel e della Ferrari sfuma nella seconda metà della stagione. Il trentatreenne britannico della Mercedes eguaglia il leggendario Juan Manuel Fangio e ora punta deciso al primato assoluto di Michael Schumacher con 7 titoli. Fernando Alonso lascia la Formula 1 per andare a caccia della Triple Crown, dopo aver vinto la 24 ore di Le Mans l’obiettivo dello spagnolo e’ la 500 miglia di Indianapolis.

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25 novembre 2018 – La Croazia vince la 106a e ultima edizione della Coppa Davis, nella formula tradizionale. Dalla prossima stagione la storica competizione tennistica a squadra lascia spazio ad un nuovo format, creato da una società di proprietà del difensore del Barcellona Piqué, che entusiasma poco i giocatori ed è stato accolto da diverse critiche.

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3 dicembre 2018 – Luka Modric vince il Pallone d’Oro 2018. Il centrocampista croato del Real Madrid, premiato anche come Miglior giocatore del Mondiale in Francia, spezza l’egemonia di Cristiano Ronaldo e Leo Messi nel principale riconoscimento individuale a livello calcistico.  Ada Hegerberg vince, invece, la prima edizione femminile dello stesso riconoscimento.

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9 dicembre 2018 – Il River Plate vince la Coppa Libertadores battendo in finale il Boca Jr in uno storico Superclasico fra i due grandi club di Buenos Aires. La partita decisiva si e’ disputata al Santiago Bernabeu di Madrid, dopo la che la gara in programma al Monumental il 24 novembre era stato rinviata a causa del violento assalto al pullman del Boca da parte dei tifosi del River.

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EPISODIO SETTE

Matteo “HOLLY” Moglia e Matteo “BENJI” Biasin nella nuova avventura di Mondiali.it: ogni martedì e venerdì, in diretta streaming per consigli, commenti e pronostici sulla Serie A (e non solo…). Perché sappiamo quanto costa schierare la formazione giusta al fantacalcio e noi vogliamo essere accanto ai fantallenatori.

🔸 Le probabili formazioni e gli ultimi aggiornamenti sulle 20 squadre di Serie A. Condizione degli infortunati e ballottaggi;

🔸 I pronostici di Matteo e Matteo sulla Giornata 14a di Serie A
Una schedina croccante consigliate da Replatz. Clicca e gioca! 🔸 I tre Flop e i tre Top scelti di questo turno di Serie A

#fantacalcio #serieA #65punto5

EPISODIO QUATTRO

Matteo “HOLLY” Moglia e Matteo “BENJI” Biasin nella nuova avventura di Mondiali.it: ogni martedì e venerdì, in diretta streaming per consigli, commenti e pronostici sulla Serie A (e non solo…). Perché sappiamo quanto costa schierare la formazione giusta al fantacalcio e noi vogliamo essere accanto ai fantallenatori. 

🔸 Pallone d’oro, “svolta storica” dopo 10 anni di dominio Cristiano Ronaldo e Leo Messi,non sono loro nei tre finalisti, secondo il video di presentazione pubblicato da L’Équipe. Ci sono Modric, Mbappe e….Varane!?!? E Griezmann, in tutto questo? Chi è stato l’ultimo a vincere il Pallone d’oro prima del duopolio portoghese e argentino? Tutto, nel pezzo di Dario Sette;

🔸 La consegna sarà il 3 dicembre, stesso giorno del sorteggio delle finale four di Nations League. Sono rimaste Olanda, Svizzera, Portogallo e Inghilterra. E visto l’exploit degli svizzeri e il trend positivo di Olanda e soprattutto Inghilterra post-Mondiale, facciamoci delle domande: non è che noi in Italia abbiamo sottovalutato la bellezza e l’importanza della competizione? L’analisi di Vincenzo Pastore; 

I pronostici di Matteo e Matteo sulla Giornata 13 di Serie A

Una schedina croccante consigliate da Replatz. Clicca e gioca!🔸 Italia, intanto, che gioca l’amichevole contro gli Stati Uniti e scopre Vincenzo Grifo, il suo numero 10, giocatore migrante nell’Hoffenheim: ecco chi è

🔸Di sicuro in questa partita non c’è Romagnoli, ora sappiamo che deve stare fermo un mese. E ancor più grave è il ko di Bonaventura: intervento chirurgico per porre fine all’infiammazione cronica che tormenta il centrocampista rossonero dal 25 ottobre. Problemi alla cartilagine mai risolti: il Milan perde Jack per tutto il resto della stagione, si parla addirittura di 7-8 mesi di stop prima di tornare alla piena attività. L’intervento verrà eseguito negli Usa. Avviciniamoci al fantacalcioZapata, contro la Lazio, è l’unico centrale sano…che scelte farà Gattuso?

Hakan Çalhanoğlu, per gli appassionati di Bundesliga e di giocate estrose, è ancora quello che, nel febbraio 2014, si inventò una punizione da 41 metri nel match vinto per 3-0 dal suo Amburgo sul Borussia Dortmund (con tanto di espressione magnifica di Jurgen Klopp). Il suo arrivo in, Italia – al Milan – nell’estate 2017, è stato accolto da esterofili e ovviamente tifosi rossoneri, come un rinforzo qualitativo, giocatore vibrante da colpi di genio a metà tra assistman e realizzatore. La prima parte della sua esperienza italiana, però, è stata deludente, ma da quando Rino Gattuso siede sulla panchina del Milan, il turco nato in Germania è rinato anche dalle parti di San Siro, diventando minuto dopo minuto pedina insostituibile.

Al punto che, in questo 2018 solare a cavallo delle due stagioni, spulciando alcune statistiche, emerge un dato. Il Milan, senza il turco numero 10 in campo, non è riuscito a vincere una partita: Torino-Milan 1-1 (18 aprile 2018); Milan-Benevento 0-1 (21 aprile 2018); Napoli-Milan 3-2 (25 agosto 2018). Tre debacle, a loro modo, differenti con quelle della scorsa annata che hanno decretato la parola fine ai sogni (già complessi e remoti) di Champions Leauge dell’anno passato.

La sconfitta al San Paolo, l’interruttore della lucidità che si spegne nel secondo tempo, Gonzalo Higuain a predicare nel deserto, hanno portato a una certezza: contro la Roma, in campo venerdì 31 agosto alle 20.30, per il debutto casalingo, Gattuso e il Milan sono decisi a puntare sul turco. Favoriti, dunque, i rossoneri? Attenzione alla squadra di Di Francesco che, la scorsa stagione, ha perso solo in una trasferta, subendo solo nove gol.

 

Chiudendo la scorsa stagione al sesto posto, il Milan per migliorare, avrebbe bisogno di prendere più punti dalle cinque squadre che hanno finito al di sopra dei rossoneri (Juventus, Napoli, Roma, Inter, Lazio): i rossoneri hanno preso soltanto otto punti dei 30 possibili (2 vittorie, 2 pareggi, 6 sconfitte). E l’avvio contro il Napoli non sembra invertire la tendenza. Ma con Çalhanoğlu e con l’intesa tutta da creare assieme a Higuain (oltre a Suso e Bonaventura), c’è ancora tutta una stagione per soprendere.

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Ari Freyr Skúlason è nato a Reykjavik il 14 maggio 1987 ed è uno dei veterani della nazionale islandese, essendo nel gruppo dal 2009. Dopo aver fatto la trafila nelle giovanili del Valur e dopo una breve, quanto infruttuosa parentesi all’Heerenveen, Skulason esordisce nel calcio professionistico  in Svezia, nell’Hacken. Dopo due stagioni non brillantissime (condite da una retrocessione in seconda divisione), passa al GIF Sundsvall dove si afferma (149 presenze e 29 gol in 5 stagioni). Nel 2013 si trasferisce in Danimarca, all’Odense, nella massima serie locale, dove colleziona 74 presenze e 6 gol. L’ultimo trasferimento risale all’estate del 2016, quando il terzino si sposta nella Jupiter Pro League belga, più precisamente al Lokeren, dove gioca attualmente. In nazionale ha esordito in un’amichevole contro l’Iran il 10 novembre 2009 ed al momento vanta 54 ma ancora nessun gol all’attivo.

LA CARRIERA DI ARI FREYR SKÚLASON NEI CLUB
2006: Valur, 11 (1)
2006–2007: BK Häcken, 28 (2)
2008–2013: GIF Sundsvall, 149 (29)
2013–2016: Odense, 74 (6)
2016–: Lokeren, 49 (6)

LA CARRIERA DI ARI FREYR SKÚLASON IN NAZIONALE
Presenze: 54
Debutto: 10 novembre 2009, all’Azadi Stadium di Teheran, in amichevole contro l’Iran. Risultato finale 1-0

Gol: 0

CURIOSITÀ
Come si può notare dalle statistiche sopra riportate, il bottino di gol di Ari Freyr è andato diminuendo nel corso delle stagioni, in particolare dopo il trasferimento all’Odense nel 2013. Infatti, il giocatore chiese esplicitamente al nuovo club di essere impiegato come terzino sinistro, per poter rafforzare il suo ruolo nella nazionale allenata da Lars Lagerback che, in quel momento, non aveva molte alternative valide in quel ruolo. Nella prima parte di carriera l’ex giocatore del Valur, infatti, ricopriva principalmente il ruolo di ala sinistra e centrocampista centrale. Il ct svedese chiese quindi a Skulason se se la sentisse di arretrare sulla linea difensiva e il giocatore rispose affermativamente.

Nelle ultime qualificazioni ai campionati del mondo, Skulason è stato un po’ messo da parte dal ct Hallgrimsson che gli ha preferito Hörður Björgvin Magnússon; ciononostante l’esperienza del giocatore del Lokeren sarà fondamentale nella prossima campagna di Russia.

Nei giorni della fantastica cavalcata in Francia, in un comune della provincia bolognese, Pieve di Cento, nasceva la Skulason-mania. Nel dialetto locale, infatti, il patronimico del terzino ha una fortissima assonanza con un termine che indica sorpresa. Nel giro di pochi giorni, i residenti hanno acquistato ben 3000 magliette del giocatore, creando inoltre un gruppo Facebook nel quale chiedevano la cittadinanza onoraria per il giocatore. Il 3 settembre del 2016 nella piazza della città, oltre 1000 persone hanno organizzato un flash mob al suono della famosissima geyser sound. Alla fine il sogno si coronato quando l’Islanda, ospite dello sponsor tecnico Errea, si è allenata per qualche giorno a Parma, così che Skulason ha potuto incontrare i suoi più accaniti tifosi italiani.

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Emil Hallfredsson, professione centrocampista, è nato ad Hafnarfjörður il 29 giugno 1984. La sua carriera di calciatore ha visto muovere i suoi primi passi nell’FH, squadra locale, con cui ha debuttato diciottenne. Da lì, la consueta esperienza all’estero, un must per i giocatori islandesi. A rilevarlo fu il Tottenham, nel 2005, anche se gli inglesi non riuscirono a farlo debuttare in prima squadra. Il nome del centrocampista è però sicuramente legato alla sua lunga militanza italiana, dal 2007 in poi: Reggina, Hellas Verona e Udinese le sue squadre nel Belpaese, mai più abbandonato se si eccettua una breve parentesi nel Barnsley. Ha totalizzato 64 presenze con la maglia della Nazionale, con una rete all’attivo.

Giocatore di una certa duttilità, è in grado di ricoprire i ruoli di regista, mezzala sinistra ed esterno sinistro di centrocampo. In Italia lo abbiamo visto più che altro agire in una mediana a tre, ma in Nazionale veniva impiegato in passato prevalentemente da esterno. Con il passare degli anni ha definitivamente occupato la posizione di centrocampista centrale, unendo dinamismo e una discreta tecnica di base. E’ anche in possesso di un gran tiro dalla distanza: la Juventus ne sa qualcosa.

LA CARRIERA DI EMIL HALLFREDSSON NEI CLUB

2002-2004: FH, 29 (7)
2005-2007: Tottenham, 0 (0)
2006: Malmö FF (prestito), 19 (5)
2007: Lyn Oslo, 1 (0)
2007-2011: Reggina, 34 (1)
2009-2010: Barnsley (prestito), 27 (3)
2010-2011: Hellas Verona (prestito), 34 (4)
2011-2016: Hellas Verona, 150 (12)
2016-: Udinese, 58 (0)

LA CARRIERA DI EMIL HALLFREDSSON IN NAZIONALE

Presenze: 64
Reti: 1

Esordio: il 30 marzo 2005 in amichevole contro l’Italia allenata da Marcello Lippi, a Padova. Finì 0-0.

L’unica rete segnata dal centrocampista con la Nazionale risale a oltre dieci anni fa: Hallfredsson segnò il gol del vantaggio di testa (su assist di Joey Gudjonsson) nell’1-1 casalingo contro la Spagna (pareggio iberico di Iniesta nel finale). Il match era valido per le qualificazioni agli Europei 2008, e la Spagna andò in grande difficoltà in quanto in inferiorità numerica dal 20′ del primo tempo, per l’espulsione di Xabi Alonso.

CURIOSITÀ

Al termine della stagione 2010/2011, è stato insignito del premio “Mastino del Bentegodi” con la maglia dell’Hellas Verona, squadra con cui ha trascorso gli anni migliori della sua carriera. Forse non tutti sanno che ha un fratello minore, Hákon Atli Hallfreðsson, classe ’90, la cui carriera si è sviluppata principalmente con la maglia dell’FH senza lasciare particolari tracce di sé. L’Italia è sicuramente nel destino di Emil, come abbiamo detto: uno dei pochi islandesi a essersi adattato alla perfezione nel calcio italiano, contro gli azzurri ha anche collezionato la prima presenza in Nazionale.

Come molti suoi compagni, per Hallfredsson si tratta della seconda competizione internazionale con la maglia della Nazionale islandese: anche lui infatti era presente nella spedizione a Euro2016 in Francia.

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Abbiamo mantenuto la promessa! Domenica 27 maggio al Bar da Gigi, a Cassola in provincia di Vicenza, il team di Mondiali.it ha organizzato “l’evento pilota” di presentazione del progetto “Mondiali.it for Iceland”, un’iniziativa nata per supportare la nazionale islandese in Russia.

Abbiamo voluto testare la pazzia di altri appassionati che, nonostante un po’ di pioggia, non sono mancati all’appello e hanno deciso di acquistare la maglia celebrativa realizzato per questa occasione. Calcio, cultura (durante le tre giornate oltre a vedere assieme le partire dell’Islanda contro Argentina, Nigeria e Croazia, avremo presentazioni di libri e dialoghi sulla storia dell’Islanda), ma anche un gesto di beneficenza: acquistare una maglia significa non solo provare a vincere la “casacca” originale della nazionale firmata Erreà, ma anche donare parte del ricavato all’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso onlus.

Noi abbiamo rotto il ghiaccio (visto il tema!), ora non resta che iniziare quest’estate mondiale tutti assieme, tutti vestiti di blu, ma per tifare Islanda!
#ForzaIslanda #TeamIceland Áfram Ísland!

Trovate il programma completo cliccando sui riquadri dei tre eventi

Sammy ha accettato entusiasta l’avventura e ha anche svelato di avere, nel suo dna, una piccola percentuale di discendenza islandese. Ecco le sue parole:

Siamo felici di partecipare a questa iniziativa insieme a voi che unisce lo sport e la sensibilizzazione, assieme alla raccolta fondi, verso una malattia rara come la Progeria. Due temi, questi, che molto spesso viaggiano su binari diversi. In particolare siamo felici che la squadra che si supporterà sarà la Nazionale Islandese, una squadra che in passato, sebbene “sfavorita” dai sondaggi, con la forza di volontà, ha conquistato grandi risultati, riuscendo nella non facile impresa di unire anche le tifoserie “avversarie” nello scopo più autentico dello sport: il sano divertimento. Questa squadra ha molto in comune con la storia dell’A.I.Pro.Sa.B., la nostra associazione infatti, proprio per l’arduo obbiettivo di provare a fare ricerca su una malattia rarissima, era data per sconfitta in partenza, a distanza di 13 anni però, con l’aiuto di molte persone diversissime tra loro ma che hanno creduto in uno scopo comune, è riuscita a raggiungere grandi risultati. Saremo perciò felici, nel nostro Bel Paese, di tifare per la Terra dei Ghiacci

Clicca sul post per vedere tutte le foto

Lo stadio pieno, le televisioni di tutto il mondo collegate, un po’ di coreografie con fiori, coriandoli, colombe e gente che indossa i costumi tipici, una bella cantata, il richiamo al fairplay e poi il fischio di inizio che dà il via alla competizione. Il rito della partita inaugurale, così come lo pensiamo oggi, è stato introdotto nel 1966 ed è cresciuto via via che la spettacolarizzazione dell’evento Mondiale è divenuta una cosa non secondaria.

Riservata all’esordio della squadra di casa o a quello della squadra campione in carica, il match che ha segnato l’avvio della Coppa del Mondo dall’edizione inglese in poi è stato spesso fonte di risultati inattesi. Vandenbergh, Omam Biyik e Bouba Diop sono stati i protagonisti di tre sconfitte subite dai detentori del titolo. Se, però, lo sgambetto del Belgio vicecampione d’Europa ai danni dell’Argentina di Maradona nel 1982 ci poteva anche stare, ben diverso fu l’impatto della vittoria del Camerun nuovamente sull’Argentina a Italia ’90 e del successo del Senegal sui francesi nel 2002.
Sono, infatti, bene impresse nella mente le immagini dei leoni indomabili, in dieci per quasi tutta la ripresa per l’espulsione di Kana Biyik e in nove negli ultimi minuti per il rosso a Massing, e nonostante tutto vincenti grazie al volo in cielo di Omam Biyik e all’indecisione di Pumpido. E sono altrettanto vividi i ricordi di Diouf che fa impazzire la difesa transalpina e di Bouba Diop che con un tap in regala all’esordiente Senegal la vittoria.

Ad analizzar più a fondo i risultati, si scopre che le prime quattro partite inaugurali finirono 0-0: Inghilterra-Uruguay nel 1966, Messico-URSS nel 1970, Brasile-Jugoslavia nel 1974, Germania Ovest-Polonia nel 1978. E visto che anche l’Italia nel 1986 non riuscì a vincere contro la Bulgaria, 1-1 con reti di Altobelli e pareggio di Nasko Sirakov a pochi minuti dal termine, bisogna attendere il 1994 per vedere finalmente la squadra detentrice del titolo vincere il match inaugurale. In quell’occasione fu la Germania a uscire vittoriosa: 1-0 sulla Bolivia rimasta in dieci per l’espulsione affrettata di Etcheverry comminata dal fiscale Brizio Carter (il nome vi dice qualcosa?). Il gol di Klinsmann fu però oscurato dal gesto tecnico che regalò in mondovisione Diana Ross, fuor di dubbio la vetta più alta raggiunta in una cerimonia inaugurale.

I tedeschi vinsero anche il match di apertura del 2006, stavolta in qualità di paese ospitante (4-2 al Costarica di Wanchope il risultato finale). Due successi nella partita inaugurale li possono vantare anche i brasiliani e curiosamente anche per loro ce ne fu uno da campioni in carica, 2-1 sulla Scozia nel 1998, e uno da padroni di casa, 3-1 alla Croazia -con aiuto arbitrale– nel 2014. A Johannesburg, l’11 giugno del 2010, infine, fu registrato il sesto pareggio nella storia dei match di apertura della Coppa del Mondo; Tshabalala portò in vantaggio i sudafricani, poi Rafa Marquez pareggiò per il Messico, strozzando in gola l’urlo dei tifosi di casa.

In chiusura non possiamo, però, dimenticare che senza colombe, fiori, balli e quasi senza spettatori, agli ordini dell’uruguayano Lombardi, lo stesso Messico e la Francia si ritrovarono di fronte sul campo di Pocitos, a Montevideo, il 13 luglio 1930, in uno stadio che sarebbe stato demolito da lì a poco.
In contemporanea al Gran Parque Central era in programma Stati Uniti-Belgio. Lo stadio del Centenario non era ancora pronto e così gli organizzatori avevano deciso di far disputare le prime partite sui terreni di gioco allora usati da Peñarol e Nacional e, in attesa dello stadio giusto, di non far scendere in campo i padroni di casa.
Così l’onore della prima rete della storia dei Mondiali -anzi, della Coppa Rimet- toccò a un francese, con qualche minuto di anticipo sullo statunitense Bart McGhee. A Pocitos les bleus vinsero agevolmente 4-1 e fu Lucien Laurent al 19′ a portare i suoi in vantaggio. Quasi un segno del destino. Perché di quella Francia, che non sarebbe riuscita a passare il turno, solo Laurent sarebbe vissuto tanto a lungo da assistere al trionfo mondiale del 1998.

 

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Rúrik Gislason è nato a Reykjavik il 25 febbraio 1988. Cresciuto calcisticamente nell’HK della vicina Kópavogur, a 20 anni ha iniziato la sua carriera internazionale che l’ha portato a calcare i campi di Belgio, Inghilterra, Danimarca e, in ultimo, Germania. Ala vecchio stampo, è dotato di una tecnica non eccelsa sopperita da polmoni e grande potenza fisica. Con queste doti non poteva far altro che ritagliarsi uno spazio sulla fascia, dove copre sia la fase offensiva che quella difensiva. Ha buone statistiche anche per le reti segnate. Quando centra la porta sono dolori (per il portiere avversario): ne sa qualcosa l’estremo difensore del Sønderjyske.

Ha saltato Euro 2016 per i postumi di un intervento al tendine d’Achille. Le sue doti sono congeniali a scompigliare le carte a partita in corso e per questo Heimir Hallgrímsson l’ha richiamato per i Mondiali. Durante la sua gestione, è il giocatore ad essere subentrato più volte.

LA CARRIERA DI RURIK GISLASON NEI CLUB

2004-2005: RSC Anderlecht 0 (0)
2005: HK 12 (1)
2005–2007: Charlton Athletic 0 (0)
2007–2009: Viborg 46 (16)
2009–2012: OB 87 (10)
2012–2015: Copenhagen 68 (5)
2015–2018: 1. FC Nürnberg 30 (0)
2018– :SV Sandhausen 12 (3)

LA CARRIERA DI RURIK GISLASON IN NAZIONALE

Presenze: 47
Goal: 3

Esordio: il 22 marzo 2009 a Kopavogur contro le Faer Oer che vinsero 2-1

CURIOSITÀ

La curiosità che più balza all’occhio è la candidatura di Gislason alle elezioni politiche del 2016. E’ sceso in campo con il Sjálfstæðisflokksins, (Partito dell’Indipendenza), partito di centrodestra liberal-conservatore fra i più importanti del panorama politico islandese. Molto radicato fra le lobby della pesca e quelle finanziarie, è riuscito a sopravvivere allo scandalo dei Panama Papers nonostante fosse costato le dimissioni all’allora premier (e segretario di partito) Bjarni Benediktsson. Gislason era candidato nel collegio di Reykjavik Sud in quattordicesima posizione. La sua era una posizione di rincalzo infatti il sistema elettorale islandese, proporzionale puro, rendeva di fatto impossibile la sua elezione.

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Olafur Ingi Skulason nasce a Reykjavik il 1° aprile 1983. Cresce calcisticamente nel Fylkir, in cui debutta giovanissimo nel massimo campionato islandese, tanto da farsi notare addirittura dall’Arsenal. Nella squadra allenata da Arsène Wenger, tuttavia, non riesce a trovare spazio. Dopo un prestito ancora al Fylkir, nel 2005 recide il cordone che lo lega ai Gunners, giocando prima nel Brentford e poi iniziando una peregrinazione in giro per l’Europa. Nelle ultime tre stagioni ha giocato in Turchia, dividendosi tra Gençlerbirliği e Karabükspor, ma finito il Mondiale tornerà al Fylkir, dove tutto è iniziato. Una scelta dunque simile a quella di altri due veterani della Nazionale: anche Kari Arnason e Birkir Sævarsson hanno infatti deciso di fare rientro a casa. Decisione un po’ in controtendenza, ma che segnala anche una volontà da parte dei calciatori islandesi di far crescere la qualità del campionato locale.

Per quanto riguarda le sue caratteristiche tecniche, Skulason è principalmente un mediano, in grado di coniugare quantità e una discreta qualità. La sua chiamata da parte del ct Hallgrimsson ha un po’ sorpreso, data la concorrenza nel ruolo e visto che il giocatore non era presente a Euro 2016. Evidentemente, il tecnico ha cercato di aggiungere esperienza al reparto nevralgico.

LA CARRIERA DI OLAFUR INGI SKULASON NEI CLUB

2000-2001: Fylkir, 20 (0)
2001-2005: Arsenal, 0 (0)
2003: Fylkir (prestito), 14 (1)
2005-2007: Brentford, 16 (1)
2007-2009: Helsingborgs, 37 (0)
2010-2011: SønderjyskE, 41 (3)
2011-2015: Zulte Waregem, 99 (6)
2015-2016: Gençlerbirliği, 25 (0)
2016-2018: Karabükspor, 41 (3)
2018-: Fylkir, 0 (0)

LA CARRIERA DI OLAFUR INGI SKULASON IN NAZIONALE

Presenze: 36
Reti: 1

Esordio: 20 novembre 2003 in amichevole contro il Messico (0-0).

La sua unica rete in Nazionale l’ha segnata in amichevole contro la Georgia, gara poi vinta dall’Islanda per 3-1. In quell’occasione fu sostituito nel finale dall’islandese-giapponese Björgólfur Hideaki Takefusa.

CURIOSITÀ

Agli albori della sua carriera, Skulason (che non vanta gradi di parentela con l’esterno sinistro Ari Freyr Skulason) era considerato un centrocampista molto promettente. In effetti l’Arsenal di Arsène Wenger lo rilevò dal Fylkir, ma il giocatore non trovò mai spazio. Quando venne ceduto nuovamente in prestito al Fylkir, nel 2003, fu votato come miglior giovane del campionato islandese in quell’annata. Tra il 2002 e il 2005 è stato uno dei punti fermi della Under 21 islandese, di cui ha vestito anche la fascia di capitano. In quella Under curiosamente giocava anche Emil Hallfredsson, che ritrova da compagno di squadra in questa edizione dei Mondiali.

Skulason, peraltro, è il secondo giocatore più vecchio della spedizione islandese. Il più esperto in assoluto dei 23 convocati è Kari Arnason, di un anno più anziano.

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