“No al bullismo” è il messaggio che la Fijlkam, Federazione lotta, judo, karate e arti marziali, ha deciso di lanciare nelle celebrazioni del World Judo Day.
La manifestazione si è svolta nel centro olimpico di Ostia Matteo Pellicone e ha riunito ben trecento ragazzi e moltissimi campioni del settore in un mix di esibizioni e interviste che avevano lo scopo di proclamare a gran voce la lotta contro il bullismo, soprattutto per sensibilizzare i più giovani.
I grandi campioni di judo hanno voluto dire la propria in merito a questo tema alquanto delicato e sempre più diffuso nell’epoca odierna, sperando di far capire quanto sia sbagliato imporsi sugli altri e soprattutto infierire sui più deboli.
Significative sono state le testimonianze personali di Frank Chamizo, Alessia Ritieni, Rosalba Forciniti, Giovanni Esposito e Christian Parlati.
Frank Chamizo, medaglia di bronzo a Rio nella lotta, ha raccontato di avere comportamenti da bulletto verso i suoi compagni più bravi di lui, costringendoli spesso ad aiutarlo nei compiti. Con l’aiuto della lotta e delle sue regole, però, ha compreso quanto fosse sbagliato il suo modo di fare e ha smesso di importunare quei ragazzi, guadagnando di conseguenza la loro fiducia e il loro aiuto spontaneo.
Alessia Ritieni, medaglia di oro alla Coppa Europa seniores nel judo, ha confessato di essere piuttosto mingherlina e sentirsi quindi debole di fronte agli altri. Grazie al judo e alla sua determinazione è riuscita a non farsi sottomettere, iniziando a lottare contro i bulletti della scuola fin da piccola.
Rosalba Forciniti, bronzo alle Olimpiadi di Londra, si è sempre sentita la paladina dei più deboli definendosi addirittura la “wonderwoman contro le ingiustizie”. Ma anche lei, così coraggiosa e determinata, ha avuto i suoi momenti di debolezza che è riuscita a superare per andare avanti. Così si racconta per dare coraggio a chi pensa di non farcela:
La gente pensa che facendo uno sport duro, di combattimento, noi atleti non abbiamo emozioni: invece anche noi siamo deboli e piangiamo. Perché tenersi le cose dentro è sbagliato
Giovanni Esposito, medaglia d’oro nel judo, afferma con coraggio di avere sempre aiutato il prossimo, soprattutto se in difficoltà, senza curarsi degli altri.
Christian Parlati, medaglia di bronzo nel campionato del mondo juniores a Zagabria, ha raccontato di sé dando un prezioso consiglio ai giovani presenti:
Reagire, ma mai con la violenza. Ero mingherlino, ma ci si può far rispettare più con la testa che con il fisico
Un grande tributo alla lotta contro il fenomeno del bullismo da parte di questi ragazzi che hanno raggiunto il successo con sacrifici e voglia di andare avanti con le loro forze, senza sgomitare o imporsi su nessuno: un grande insegnamento per chi vuole seguire le loro orme rispettando gli altri in ogni occasione.
Su questo aspetto ha puntato Gabrielle Sulli, medaglia d’argento agli Europei juniores, che ha sottolineato con forza:
Le arti marziali insegnano un profondo rispetto per i compagni e insegnano a rispettare rigorosamente le regole. Oggi ai ragazzi abbiamo fatto capire anche la filosofia della caduta: il judo inizia a cadere e come prima cosa a perdere, in un mondo nel quale invece si parla solo di sport e vittoria a tutti i costi. Cadere poi ti spinge a riaffrontare le cose e rialzarti
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