Curiosita Sportive

A Narvik, il 2 marzo 1996, la prima tripletta azzurra di sci femminile

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La discesa libera di Bad Kleinkirchheim è stato un trionfo azzurro, con il podio tutto italiano delle nostre sciatrici Sofia Goggia, Federica Brignone e Nadia Fanchini.

Un tripudio tutto italiano per le tre campionesse che hanno saputo tenere a bada tutte le avversarie. È la terza tripletta che capita nella storia dello sci femminile. Nel 2017 c’è stata la vittoria ad Aspen dove ancora Federica Brignone e Sofia Goggia sono state protagoniste, insieme a Marta Bassino.

Un trionfo “rosa” che aveva interrotto un digiuno lungo ben 21 anni. Sì perché era dal lontano 2 marzo 1996 che tre italiane salivano tutte su un podio di Coppa del Mondo di sci. C’è da dire che è un evento abbastanza raro, ma per quest’anno ci sono i presupposti per continuare a fare bene, magari anche alle Olimpiadi di PyeongChang 2018.

In quella festa dello sport del 1996 le storiche campionesse furono Deborah Compagnoni, Sabina Panzanini e Isolde Kostner nel Gigante. Un successo che non era mai arrivato prima, nemmeno ai tempi gloriosi della Valanga Rosa (a cavallo tra anni ’70 e ’80), parallelamente a quelli che furono i successi maschili della Valanga Azzurra.

A Narvik, in Norvegia, fu una vera e propria impresa. Esaltata dalla stampa del periodo, quel 2 marzo fu ridefinita come la giornata della “Festa delle donne” che si sarebbe festeggiata qualche giorno più tardi.

A guidare quel trio vincente fu l’allenatore, Daniele Cimini, che indirizzò al meglio le tre azzurre capeggiate dalla grande Deborah Compagnoni.

In effetti prima di quel giorno non era mai successo, nella lunga avventura dello sci femminile, che tre azzurre salissero tutte insieme sul podio.

Quel trionfo nel Gigante maturò nella seconda manche, grazie al gran recupero di Isolde Kostner, solo nona dopo la prima frazione. Una gara perfetta quella dell’allora ventenne bolzanina, la quale riuscì a recuperare sei posizioni, soprattutto nella parte finale. Fu il miglior risultato, fino a quel momento, della giovane altoatesina in un gigante.
La Compagnoni e la Panzanini, invece, confermarono quanto di buono fatto nella prima uscita. In realtà Deborah Compagnoni dovette compiere un vero e proprio miracolo per rimediare ad un errore nella parte alta del tracciato. La campionessa mondiale riuscì a rimanere in traiettoria con un numero di alta acrobazia che ricordò quello di Alberto Tomba in Sierra Nevada: si rimise in linea poco prima di imboccare la porta successiva e riprese a spingere con più vigore per recuperare il tempo perduto.

Fu una gara mozzafiato che portò innanzitutto serenità nell’ambiente azzurro ma anche tanta soddisfazione tra gli appassionati e tifosi italiani.

La speranza è quella di continuare a vivere queste tipo di emozioni che solo lo sport sa offrire.

Giornalista professionista, cura “Italians”, rubrica che parla di sportivi italiani che si sono affermati all’estero. E chissà magari, Ivanka Trump, la prossima volta non confonderà più Giorgio Chinaglia, ex attaccante di Lazio e New York Cosmos, per un santo.

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