Curiosità Mondiali

Le esultanze più strambe nella storia dei Mondiali

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Ogni Mondiale ha la sua storia ricca di momenti significativi e che sono rimasti indelebili nella memoria degli appassionati.

Tra le curiosità che sono saltate fuori proprio durante un Campionato del Mondo, ci sono sicuramente le esultanze.

Ne abbiamo viste di tutti i tipi e di tutte la sfaccettature ma solo alcune sono entrate di diritto negli annali della Fifa.

In questo viaggio fatto di sorrisi e di urla dopo un importante gol vogliamo partire dal brasiliano Falcao che, nel Campionato del Mondo 1982 in Spagna, ha segnato una rete contro l’Italia. Marcatura seguita da una storica corsa verso la panchina con il sorriso stampato sul volto. L’icona della classica esultanza dopo un gol importante.

Un altro fermo immagine che ricordiamo sicuramente è quello legato al Pibe de Oro al Mondiale di Usa ’94 dopo la rete contro la Grecia. Un’esultanza rabbiosa proprio vicino alla telecamera. Qualche giorno dopo sarà sospeso per doping.

Se vogliamo pensare a qualche esultanza a ritmo di danza, possiamo far riferimento ai Cafeteros. La Colombia, nel Mondiale 2014 in Brasile, ha messo in mostra una danza simpatica che ha fatto appassionare chiunque. James Rodriguez e compagni ad ogni rete realizzata hanno festeggiato con tutto il calore sudamericano.

Dai Colombiani a Fabio Grosso. Due esultanze troppo importanti per l’Italia. Le lacrime dell’ex terzino azzurro, eroe di Germania 2006, sono ancora presenti nei nostri ricordi. Quel “non ci credo” che ha fatto il giro del Mondo in pochi secondi.

Tornando al famoso Mondiale ’94 in Usa, i tre scatenati Mazinho, Bebeto e Romario sono stati protagonisti di una bislacca esultanza: mimare il gesto dello cullare un bambino per ricordare la fresca paternità del centrocampista Bebeto. Ah, adesso il ragazzo è cresciuto…e gioca anche lui a calcio!

Se pensiamo allo sfogarsi con il ballo facciamo riferimento anche ad altre culture, soprattutto anche quelle dell’Africa.

Dalla Nigeria, nel 2002 ci si ricorda delle acrobazie di Julius Aghahowa in particolare nel match contro la Svezia e l’esultanza fatta di 7 capriole mortali.

Altrettanto particolare è stata l’esultanza al Mondiale 1990 in Italia da parte dell’attaccante camerunense, Roger Milla. La punta africana si è avvicinata alla bandierina del calcio d’angolo dello stadio San Nicola dopo la rete segnata contro la Colombia di Higuita.

Anche il Senegal nel 2002 ha mostrato la sua “sregolatezza” nell’esultanza contro la Francia alla partita inaugurale del Mondiale nippocoreano. Il marcatore Bouba Diop ha deciso bene di sfilarsi la maglia e metterla a terra. Insieme ai compagni hanno poi ballato una simpatica danza.

Ma nel cuore degli italiani, grandi e piccini c’è Marco Tardelli. Il centrocampista azzurro che ha messo a segno il 2-1 contro la Germania Ovest si lascia andare in un urlo liberatorio che è rimasto nella mente di tutti. Un mix perfetto tra felicità e rabbia che gli ha permesso di urlare a squarciagola per decine di metri senza sosta. Urlo che è stato accompagnato anche dagli italiani.

Giornalista professionista, cura “Italians”, rubrica che parla di sportivi italiani che si sono affermati all’estero. E chissà magari, Ivanka Trump, la prossima volta non confonderà più Giorgio Chinaglia, ex attaccante di Lazio e New York Cosmos, per un santo.

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