Le mani di chi vuole sfidare il mondo, le sue insidie, superare sé stesso, portando al limite la resistenza umana. In condizioni proibitive con uno scopo filantropico e uno più prettamente sportivo. Sono le mani di Alex Gregory, campione olimpionico britannico vincitore di cinque medaglie d’oro ai Mondiali e due nel “4 senza” a Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016.
Vesciche, bollee su tutto il palmo, polpastrelli aggrinziti: non dev’essere entusiasmante avere per ore e ore i quanti fradici mentre si voga nelle acque gelide polari. Gregory ha fatto parte di un team di canottieri che, a partire da 20 luglio 2017, ha navigato i mari gelidi con lo scopo di attraversare il circolo polare Artico da Sud a Nord.
“The Polar Row”, la pionieristica impresa, inizialmente, prevedeva due step: la prima tappa della spedizione è partita da Tromsø (Norvegia) per arrivare a Longyearbyen (Svalbard) toccando così il punto più settentrionale mai raggiunto da un equipaggio di canottaggio. Mentre venivano demoliti altri record, il piano iniziale dei ragazzi era quello di raggiungere l’Islanda, ma a causa di varie difficoltà, tra i quali i venti taglienti, l’equipaggio ha terminato il viaggio a Jan Mayen. Il team, ricordiamo, non aveva a disposizione vele o motori e gli effetti si vedono tutte nelle mani di Alex Gregory.
Come detto la spedizione aveva uno scopo benefico, ovvero trovare fondi per realizzare una scuola in India, nella regione dell’Himalaya. Ma nell’occasione, il team ha conquistato 11 record mondiali su 12 che si era prefissato. Eccone alcuni: la latitudine più settentrionale (78° 15’20”) raggiunta da un gruppo di canottaggio, la più veloce attraversata dell’oceano Artico, prime persone ad attraversare l’ceano Artico Sud a nord, più grande equipaggio, cinque membri, in questa particolare disciplina. Qui la lista completa.
Le mani che Gregory ha deciso di fotografare ricordano le gambe del ciclista Paweł Poljański segnate dalla fatica del Tour de France.
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