Lo straordinario Mondiale disputato dalle ragazze azzurre porta anche, se non soprattutto, il volto di Sara Gama. Le ragazze di Milena Bertolini hanno conquistato un Paese intero. Le dirette televisive sul servizio pubblico, l’attenzione mediatica ai massimi livelli, l’interesse verso una disciplina in rosa finora snobbata e sottovalutata. Il girl power ha lasciato le sue tracche anche nell’Italia del pallone, una nazione ancora tendenzialmente molto maschilista e settaria quando si parla di gol e campi da calcio. Icona di questa squadra, Sara Gama è stato il valico difensivo insuperabile assieme a Elena Linari.
Ci abbiamo preso gusto. E ci godiamo ogni singolo indimenticabile istante di questo #Mondiale🇮🇹!#RagazzeMondiali #FIFAWWC #DareToShine pic.twitter.com/4XtMlGyHWg
— Sara Gama (@SaraGama_ITA) 25 giugno 2019
Un torneo disputato ad altissimi livelli, precisa nelle chiusure, tempestiva negli anticipi, pratica negli incroci uno contro uno. Per la juventina è arrivato il riconoscimento della BBC. Una giuria di esperti, tra cui l’ex portiere inglese Rachel Brown Finnis, l’allenatrice del Chelsea Emma Hayes, la giornalista Alistair Bruce Ball e la scozzese Pat Nevin hanno stilato la top 11 del Mondiale. Nella formazione ideale compare Sara Gama al centro della difesa, unica italiana presente.
La lettera
La capitana azzurra, triestina classe 1989, ha scritto una lettera sui social per commentare le settimane mondiali della Nazionale femminile:
Emozioni avevamo promesso e emozioni abbiamo dato. Assieme a tutte noi stesse. Una lettera per spiegare il nostro Mondiale: esaltante, estenuante, elettrizzante, emendabile, educativo, euforico. Eloquente come un bravo oratore che usa le parole per catturare il suo pubblico. Noi di parole non ne avevamo molte, avevamo i nostri corpi tirati al massimo, le nostre menti concentrate e la nostra Essenza. Quella ha parlato ed è giunta forte e chiara a tutti.
Un grazie a chi è arrivato e si è lasciato trasportare dolcemente appassionandosi.
Una stretta infinita a chi c’era prima a sostenerci, ci ha seguito durante e rimarrà anche dopo questa cavalcata.
E uno sguardo orgoglioso alle mie compagne, quelle di oggi e quelle di ieri: eravamo molto più che una ventina di ragazze a questo magnifico mondiale francese.
Noi abbiamo messo lì un embrione, un corpo piccolo, unico e compatto come in questa foto. Con le potenzialità enormi che si sono intraviste ad aspettare di essere coltivate. A tutti ora il compito di curarlo e farlo crescere per poi scrivere nel futuro pagine Epiche che continuino le nostre piccole, o forse non così tanto, gesta di questa estate.
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