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Sara Gama

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Suo papà è congolese, sua mamma triestina. Nata a Trieste il 27 marzo 1989, a sette anni ha cominciato a giocare a pallone, a diciassette ha debuttato in serie A col Tavagnacco, a diciannove la prima volta in azzurro. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università di Udine, parla quattro lingue (oltre all’italiano anche inglese, francese e spagnolo). Oggi Sara Gama è capitano bianconero e della Nazionale azzurra, condottiera e leader nella formazione che è arrivata fino ai quarti di finale del Mondiale francese del 2019.

Sara ha vestito, tra le altre, anche le maglie del Paris Saint Germain e del Brescia, formazione con la quale ha vinto uno Scudetto, una Coppa Italia e due Supercoppe Italiane, titoli che si aggiungono all’Europeo Under 19 conquistato con le Azzurrine nel 2008. Difensore solido e roccioso, Sara non è soltanto uno dei più importanti talenti in circolazione ma anche, e soprattutto, un vero e proprio punto di riferimento per l’intero movimento calcistico femminile italiano: Gama è impegnata in Federazione come membro del Federal Board e Presidente della Commissione per lo Sviluppo della figura femminile del calcio.

Barbie rende omaggio a Sara Gama - Juventus.com

Non è, dunque, un caso se Sara Gama è stata selezionata nel 2018 dalla Mattel come “Shero”, unica italiana sportiva tra le 17 personalità del presente e del passato che hanno saputo diventare fonte di ispirazione per le generazioni di ragazze del futuro, proprio in occasione della Giornata Internazionale della Donna.

Un riconoscimento accompagnato dalla creazione di una bambola Barbie “One of a kind” che riproduce le fattezze di Sara Gama, con la maglia della Juventus e la fascia da capitano.

Essere un esempio per le nuove generazioni nell’abbattere le barriere della società di cui lo sport a volte è specchio: questo è l’obiettivo che mi spinge a dare sempre di più. Barbie accompagna da tempo l’infanzia delle bambine e mi piace il fatto che le ispiri a sperimentare i propri sogni attraverso il gioco

Un vero e proprio “Role Model” che ha saputo alzare la voce dopo l’esaltante Mondiale per pretendere parità contrattuale e condizione economica per il movimento calcistico femminile in Italia.

Sara Gama, discorso al Quirinale: “120 anni, tempo relativo ...

Il Mondiale storico giocata da protagonista e da leader. Poi l’accoglienza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E ancora gli impegni di qualificazione a Euro 2021 con la Nazionale, ancora tante battaglie con la maglia della Juventus e ora anche un riconoscimento. Sara Gama, capitano dell’Italia femminile e del club di Torino, infatti, è l’unica calciatrice azzurra inserita tra le 55 candidate per il FIFA FIFPro Women’s World11, il premio dedicato alla squadra “ideale” dell’ultima stagione.

Il riconoscimento per il miglior undici femminile dell’anno, introdotto per la prima volta quest’anno, sarà svelato il prossimo 23 settembre al Teatro della Scala di Milano in occasione della cerimonia per il Best FIFA Football Awards. La nazionale più rappresentata è quella delle campionesse del Mondo, gli Stati Uniti, con 14 candidate, a seguire Inghilterra e Olanda (7 calciatrici a testa) e Francia (6). Fra i club invece il primato spetta al Lione, con 13 candidate.

Le 55 calciatrici candidate al ‘FIFA FIFPro Women’s World11 2019’

Portieri (5)

Sarah Bouhaddi (FRA) – Olympique Lione
Christiane Endler (CHI) – Paris Saint-Germain
Hedvig Lindahl (SWE) – Chelsea/Wolfsburg
Alyssa Naeher (USA) – Chicago Red Stars
Sari van Veenendaal (NED) – Arsenal/Atletico Madrid

Difensori (20)

Millie Bright (ENG) – Chelsea
Lucy Bronze (ENG) – Olympique Lione
Kadeisha Buchanan (CAN) – Olympique Lione
Abby Dahlkemper (USA) – North Carolina Courage
Crystal Dunn (USA) – North Carolina Courage
Nilla Fischer (SWE) – Linkopings
Sara Gama (ITA) – Juventus
Alex Greenwood (ENG) – Manchester United/Olympique Lione
Steph Houghton (ENG) – Manchester City
Ali Krieger (USA) – Orlando Pride
Saki Kumagai (JPN) – Olympique Lione
Amel Majri (FRA) – Olympique Lione
Griedge Mbock (FRA) – Olympique Lione
Maren Mjelde (NOR) – Chelsea
Kelley O’Hara (USA) – Utah Royals
Wendie Renard (FRA) – Olympique Lione
Michelle Romero (VEN) – Deportivo La Coruna
Camila Saez (CHI) – Rayo Vallecano
Becky Sauerbrunn (USA) – Utah Royals
Stefanie van der Gragt (NED) – FC Barcellona

Centrocampisti (15)

Andressa Alves (BRA) – AS Roma
Kosovare Asllani (SWE) – CD Tacon
Sara Daebritz (GER) – Paris Saint-Germain
Julie Ertz (USA) – Chicago Red Stars
Formiga (BRA) – Paris Saint-Germain
Jackie Groenen (NED) – FFC Francoforte / Manchester United
Amandine Henry (FRA) – Olympique Lione
Lindsey Horan (USA) – Portland Thorns
Rose Lavelle (USA) – Washington Spirit
Carli Lloyd (USA) – Sky Blue
Dzsenifer Marozsan (GER) – Olympique Lione
Samantha Mewis (USA) – North Carolina Courage
Sherida Spitse (NED) – Valerenga
Danielle van de Donk (NED) – Arsenal
Keira Walsh (ENG) – Manchester City

Attaccanti (15)

Oriana Altuve (VEN) – Rayo Vallecano
Caroline Graham Hansen (NOR) – FC Barcellona
Pernille Harder (DEN) – Wolfsburg
Tobin Heath (USA) – Portland Thorns
Ada Hegerberg (NOR) – Olympique Lione
Jennifer Hermoso (ESP) – Atletico Madrid/FC Barcellona
Sam Kerr (AUS) – Chicago Red Stars
Eugenie Le Sommer (FRA) – Olympique Lione
Marta (BRA) – Orlando Pride
Lieke Martens (NED) – FC Barcellona
Vivianne Miedema (NED) – Arsenal
Alex Morgan (USA) – Orlando Pride
Nikita Parris (ENG) – Manchester City/Olympique Lione
Megan Rapinoe (USA) – Reign FC
Ellen White (ENG) – Birmingham City/Manchester City

Di questo Mondiale francese ancora non si conosce la Nazionale vincitrice tra Stati Uniti e Olanda, ma, augurandoci che non sia solo retorica figlia dello slancio emotivo, l’Italia può abbracciare e lodare le sue giocatrici che, seppur uscite ai quarti, hanno vinto la loro battaglia: avere un paese unito per tifarle. Anzi, finalmente, per prenderle in considerazione.

Le Azzurre, nella mattinata di giovedì 4 luglio, sono state accolte al Quirinale, invitate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Presenti una decina di giocatrici, accompagnate dal numero uno del Coni Giovanni Malagò e dal presidente federale Gabriele Gravina, oltre ovviamente alla capitana Sara Gama e alla ct Milena Bertolini che ha detto:

Essere qui è un motivo di orgoglio perché di solito sono ricevuti al Quirinale le squadre o gli atleti che hanno vinto qualcosa: noi non abbiamo vinto, ma abbiamo fatto qualcosa di importante. E questo è un motivo di grande orgoglio

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Il Capo di Stato ha sottolineato quanto sia stata importante quest’esperienza per tutto il nostro paese, visto che hanno rappresentato “un esempio di correttezza” e hanno fatto sì che tante bambine, liberandosi dai pregiudizi possano scegliere il calcio, consapevole del fatto che il 2019 sarà certamente definito per sempre come l’anno della svolta. Ecco le sue parole:

Ho chiesto di incontrarvi per farvi i complimenti, avete fatto un Mondiale fantastico. Ringraziarvi perché vi ha seguito l’intero paese, siete state un momento di aggregazione, il paese ne ha bisogno. Non ho avuto modo di vedere tutte le partite, non ho visto quella con l’Olanda: forse è stato meglio. Ho saputo che c’è stato qualche momento di sconforto. Non sappiamo chi vincerà, ma voi il Mondiale l’avete vinto, qui in Italia. Avete conquistato la pubblica opinione, acceso i riflettori in modo non più revocabile. Non posso fare a meno di sottolineare che è del tutto irrazionale e inaccettabile la differenza tra calcio maschile e femminile, che ha dimostrato di aver raggiunto qualità tecnica, e vorrei aggiungere senza ricorso a infingimenti e simulazioni, che possono essere utili ma meno sportive. Lo sport è importante, voi avete spinto moltissime bambine a seguire il mondo del calcio, questo amplierà la platea: e se con una platea così ristretta abbiamo una Nazionale di questo livello, possiamo sperare

 

Nell’incontro ha preso la parola anche Giovanni Malagò che, al termine del discorso, ha affermato: «Queste ragazze hanno fatto qualcosa di meraviglioso e viene da dire scusate il ritardo». Le ragazze hanno regalato al capo dello Stato la maglia numero 1 con la scritta Mattarella e un pallone autografato da tutta la squadra. Non è mancato il selfie finale col Presidente, poi Sara Gama ha citato l’articolo 3 della Costituzione legandolo al numero della sua maglia: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso…».

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Infine ancora Milena Bertolini che con pacatezza, responsabilità e sempre nei toni ha condotto questa squadra a un traguardo storico, dopo aver superato la Cina agli ottavi di finale e di aver vinto uno scontro diretto da dentro o fuori, cosa mai successa nelle edizioni precedenti:

Abbiamo aspettato con pazienza in questi anni, ora non ci stancheremo di chiedere il riconoscimento dei nostri diritti, dell’eguaglianza, dell’equità, che sono i valori della nostra Costituzione: a lei, presidente Mattarella, affidiamo le nostre rivendicazioni

Nonostante Gravina non le abbia rivelate, le cifre relative ai premi che andranno alle Azzurre sono state indicate da  Repubblica: il quotidiano parla di circa 650 mila euro in totale, a ognuna delle ragazze andranno più o meno 28mila euro (lordi).  La cifra sarebbe però in linea con il resto d’Europa: la Germania (eliminata anche nei quarti) avrebbe elargito 75 mila euro a testa alle sue atlete in caso di vittoria, la Francia 40 mila. Nessuna delle nazionali viaggia però a livello degli USA: le giocatrici campionesse in carica, in caso di successo porteranno a casa ciascuna 173.913 dollari.

 

Lo straordinario Mondiale disputato dalle ragazze azzurre porta anche, se non soprattutto, il volto di Sara Gama. Le ragazze di Milena Bertolini hanno conquistato un Paese intero. Le dirette televisive sul servizio pubblico, l’attenzione mediatica ai massimi livelli, l’interesse verso una disciplina in rosa finora snobbata e sottovalutata. Il girl power ha lasciato le sue tracche anche nell’Italia del pallone, una nazione ancora tendenzialmente molto maschilista e settaria quando si parla di gol e campi da calcio. Icona di questa squadra, Sara Gama è stato il valico difensivo insuperabile assieme a Elena Linari.


Un torneo disputato ad altissimi livelli, precisa nelle chiusure, tempestiva negli anticipi, pratica negli incroci uno contro uno. Per la juventina è arrivato il riconoscimento della BBC. Una giuria di esperti, tra cui l’ex portiere inglese Rachel Brown Finnis, l’allenatrice del Chelsea Emma Hayes, la giornalista Alistair Bruce Ball e la scozzese Pat Nevin hanno stilato la top 11 del Mondiale. Nella formazione ideale compare Sara Gama al centro della difesa, unica italiana presente.

La lettera

La capitana azzurra, triestina classe 1989, ha scritto una lettera sui social per commentare le settimane mondiali della Nazionale femminile:

Emozioni avevamo promesso e emozioni abbiamo dato. Assieme a tutte noi stesse. Una lettera per spiegare il nostro Mondiale: esaltante, estenuante, elettrizzante, emendabile, educativo, euforico. Eloquente come un bravo oratore che usa le parole per catturare il suo pubblico. Noi di parole non ne avevamo molte, avevamo i nostri corpi tirati al massimo, le nostre menti concentrate e la nostra Essenza. Quella ha parlato ed è giunta forte e chiara a tutti.

Un grazie a chi è arrivato e si è lasciato trasportare dolcemente appassionandosi.

Una stretta infinita a chi c’era prima a sostenerci, ci ha seguito durante e rimarrà anche dopo questa cavalcata.

E uno sguardo orgoglioso alle mie compagne, quelle di oggi e quelle di ieri: eravamo molto più che una ventina di ragazze a questo magnifico mondiale francese.

Noi abbiamo messo lì un embrione, un corpo piccolo, unico e compatto come in questa foto. Con le potenzialità enormi che si sono intraviste ad aspettare di essere coltivate. A tutti ora il compito di curarlo e farlo crescere per poi scrivere nel futuro pagine Epiche che continuino le nostre piccole, o forse non così tanto, gesta di questa estate.

 

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Emozioni avevamo promesso e emozioni abbiamo dato. Assieme a tutte noi stesse. Una lettera per spiegare il nostro Mondiale: esaltante, estenuante, elettrizzante, emendabile, educativo, euforico. Eloquente come un bravo oratore che usa le parole per catturare il suo pubblico. Noi di parole non ne avevamo molte, avevamo i nostri corpi tirati al massimo, le nostre menti concentrate e la nostra Essenza. Quella ha parlato ed è giunta forte e chiara a tutti. Un grazie a chi è arrivato e si è lasciato trasportare dolcemente appassionandosi. Una stretta infinita a chi c’era prima a sostenerci, ci ha seguito durante e rimarrà anche dopo questa cavalcata. E uno sguardo orgoglioso alle mie compagne, quelle di oggi e quelle di ieri: eravamo molto più che una ventina di ragazze a questo magnifico mondiale francese. Noi abbiamo messo lì un embrione, un corpo piccolo, unico e compatto come in questa foto. Con le potenzialità enormi che si sono intraviste ad aspettare di essere coltivate. A tutti ora il compito di curarlo e farlo crescere per poi scrivere nel futuro pagine Epiche che continuino le nostre piccole, o forse non così tanto, gesta di questa estate💙💪 #RagazzeMondiali #FIFAWWC #DareToShine #Mondiale

Un post condiviso da Sara Gama (@saragama_ita) in data:

Perché la calciatrice Marta, che con il Brasile ha segnato più gol di Pelé ed è modello ispiratrice per le giovani giocatrici, non può avere lo stesso fascino narrativo del suo omologo maschile? E perché non celebrare, per esempio, il Giappone femminile che nel 2011 ha vinto il Mondiale (cosa che non è riuscita agli uomini) nonostante il paese in ginocchio per lo tsunami di qualche mese prima? E che dire di Megan Rapinoe e della sua lotta per la parità di diritti?

Il romanticismo, le storie di successo e di determinazione contro sistema e pregiudizi, nel calcio così come nello sport più in generale, non conoscono distinzioni di sesso. Così, almeno dovrebbe essere, secondo lo sguardo artistico di Sara Liguori, in arte Sarita, illustratrice che vive a Firenze (ma originaria di Castellamare di Stabia) e che da due anni si è tuffata nel mondo del pallone impugnando una matita e una tavolozza di colori (con dovute licenze poetiche, avendo anche a disposizione tavolette grafiche): «E’ nato dopo aver conosciuto i ragazzi di Zona Cesarini, loro facevano una serie di presentazioni di film a tema calcistico e ho creato alcune locandine per ciascuna proiezione. Ricordo ancora Sócrates, una delle grafiche ancora oggi più vendute come t-shirt. Con loro ho scoperto il lato romantico del calcio per quanto sia cresciuta in una famiglia dove si idolatrava Maradona e si tifa tutt’oggi il Napoli: mi sono appassionata alla letteratura sportiva e pian piano ho pensato di metter su un progetto mio indipendente».

Un percorso artistico, iniziato prima al liceo e poi sviluppato e ampliato durante i tre anni di accademia a Firenze anche se si è focalizzata più sulla scultura. Un mondo che, però, ha abbandonato ben presto per cercare la sua strada tortuosa, fatta di titubanze e di altri mestieri (quanto è dura “campare” d’arte?) prima di convincersi a investire su se stessa e sulla passione per l’illustrazione: corsi specifici, giri di contatti, consigli e suggerimenti dai più navigati, una pagina Facebook e un profilo Instagram creati ad hoc per mostrare le proprie creazioni e farsi largo in un settore che resta a maglie strette, ma senza rivalità aperta: «Si riacquista una dimensione più infantile, lontani da preconcetti e più legata puramente all’amore verso il calcio: è un piccolo mondo che condividi con altri che ti confortano perché ti danno un grande senso di appartenenza. Devo ringraziare Gianni Galleri che ho conosciuto alla prima edizione dell’Offside Fest: mi ha dato consigli e mi ha motivato, spronandomi e convincendomi che valeva la pena crederci».

L’anno scorso, ha quotidianamente seguito i Mondiali in Russia, pubblicando a fine giornata un’illustrazione riepilogativa delle partite viste o qualche focus su un giocatore o momento particolare. Una soddisfazione, dice lei, sapere che molti suoi amici tenevano il passo della manifestazione iridata seguendo la sua pagina e non direttamente i canali ufficiali o giornali. Ed eccoci, un anno dopo con l’edizione femminile in Francia dei Mondiali, la prima dopo 20 anni che vede l’Italia nuovamente protagonista. Tutto il movimento calcistico crede in questa competizione come momento di svolta tra un prima e un dopo nell’opinione pubblica e anche nei diritti delle calciatrici, a livello di sponsor, retribuzione e, più in generale, rispetto: «Il calcio è manifesto di quello che ci gira attorno anche sul mondo femminile e sul ruolo della donna stessa. Mi infastidisce sentire la solita polemica sulla donna che non capisce di tattica per questo ho sentito il bisogno di dire la mia puntando sulla comunicazione positiva, senza fare polemiche o scadere nei soliti discorsi retorici o anche “iperfemmisti”. Come fare? L’unico modo è quello di esaltare i successi, io non dico di guardare le donne per presa posizione, dico solo che nel calcio femminile c’è tanta poetica quanto in quello maschile».

Storie di donne che si sono battute, che vanno enfatizzate, a cui la società in passato e ancora oggi pone dei blocchi, dei limiti, forza a prendere altre strade o semplicemente dice “tu non lo puoi fare”. Sarita vuole raccontare ragazze che sono modelli motivazionali, per loro stesse innanzitutto, ma che possono diventare beniamine da appendere nelle camerette di bambine di questa o della prossima generazione. Gama, capitano della Nazionale femminile, che con Sarita condivide il nome, in occasione delle celebrazioni per i 120 anni della Figc, davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto:

Molti non conoscono però i sacrifici che abbiamo fatto quando eravamo bambine, semplicemente per riuscire a praticare lo sport che amiamo, e quelli profusi negli ultimi anni anche fuori dal campo perché ci venisse riconosciuto il nostro spazio e la possibilità di esprimerci al meglio. Per me e le mie compagne oggi è una festa. Molte di noi sono state presenti su molti fronti negli ultimi tre anni e sono testimoni – soprattutto a se stesse – di quello che è stato un primo viaggio alla ricerca della nostra dimensione. Noi sappiamo che oltre ai valori sportivi e alla nostra competitività, alla voglia di dare il meglio in campo spinte dalla nostra passione e dal desiderio di rappresentare al meglio il nostro Paese, abbiamo avuto una forza in più che ci ha mosso con moto costante, la forza che solo la capacità di sognare qualcosa di più grande ti può dare. Questa forza è il coraggio di pensare di poter cambiare il volto del nostro sport in Italia, fare conoscere il nostro splendido mondo a tutti gli italiani, soprattutto alle bambine italiane, creare per loro dei nuovi modelli a cui potersi ispirare e tracciare una strada meno impervia per il loro futuro.

 

Nemmeno le temibili asiatiche, gruppo essenziale e dalle buone individualità, riescono a interrompere il cammino dell’Italia che supera anche gli ottavi e si iscrive tra le 8 squadre più forti del mondo in questi Mondiali in Francia. Superato per la prima volta un turno eliminatorio (nel 1991 partecipavano 12 formazioni), appuntamento sabato alle 15.00 a Valenciennes: regalo che le nostre ragazze si concede grazie un gol per tempo firmato da Giacinti e Galli. Una favola che non si arresta per la Nazionale che continua a sognare in grande. Riviviamo il 2-0 contro la Cina attraverso le immagini, i gol, e le dichiarazione delle protagoniste:

Bartoli: “Gioco col cuore”

Eravamo un po’ troppo lunghe e non siamo riuscite a fare un buon palleggio, ma abbiamo sfruttato le occasioni create e siamo state ciniche. Dovevamo vincere e l’abbiamo fatto, poi bisogna anche saper soffrire. Speriamo in nessuna squalifica, oggi ho pensato al cartellino ma non sono stata troppo condizionata perché non pensavo ancora al turno successivo. Ora sono felicissima. Io do sempre tutto quello che ho, gioco col cuore e lo stiamo facendo tutte, questo sta facendo innamorare gli italiani: non c’è nessuna tattica. Abbiamo una maggiore consapevolezza sul gioco e su noi stesse, tutto il campionato italiano sta crescendo e si sta facendo notare

Galli: “Regaliamo sorrisi”

Ci ho pensato, se porta bene per la squadra faccio questo e altro. Abbiamo gestito molto bene, anche se siamo andati in difficoltà nel primo tempo ma poi il mio gol ha tranquillizzato. È tutto bellissimo. Vogliamo continuare così, regalando tanti sorrisi e tante gioie. Dedica? Alle mie amiche che sono venute fin qui in pullman per tifarci, è stato emozionante

Giacinti: “Inzaghi o Cutrone? Dico Morata”

Non ho subito realizzato, c’era mio nonno che mi guardava e mi sono emozionata. Poi sono corsa dalle compagne che avevano detto che oggi avrei fatto gol. C’era la voglia di giocare e di dimostrare, di fare quella rete che non arrivava. Sono contenta che sia avvenuto in una partita così importante e per la qualificazione ai quarti. Il Ct mi chiede sempre di attaccare e di allungare la squadra per mettere in difficoltà la difesa, mi dispiace di essere andata in fuorigioco ogni tanto. Col Brasile è stata una partita diversa, oggi c’era bisogno d’altro. Io come Inzaghi o Cutrone? Non mi rivedo in nessuno dei due, ma vorrei che mi paragonassero a Morata

Giuliani: “Non sembra di giocare un Mondiale”

 Sono contentissima di ciò che sto facendo e che stiamo facendo tutte insieme. Mi è passato davanti il film di tutto ciò che è stato prima, ora non mi sembra neanche di giocare un Mondiale. Vivo ogni partita come se fossero delle amichevoli, godendomi ogni partite e non c’è niente di più bello”. Giuliani si sta mettendo in mostra come uno dei migliori portieri della competizione: “Non ci penso, sono sincera: cerco solo di fare del mio meglio per metterlo al servizio della squadra. La nostra forza è il gruppo e ora tutte le mie energie vanno a questo, poi ciò che verrà alla fine si vedrà. Il nostro punto forte è la difesa, dove non arrivano loro provo a mettere una pezza io: prendiamo veramente pochi tiri

 

Poche storie, è la partita. Alle 18, Stade Auguste-Delaune di Reims, l’avversaria è la Giamaica. Milena Bertolini e Sara Gama non sembrano le tipe che cedono alle vanità: la ct è molto pragmatica anche se è una che ama il bel gioco, la capitana non ha la faccia della persona soddisfatta dopo vittorie ed elogi. Dopo i sobri festeggiamenti per il compleanno di Barbara Bonansea, via all’allenamento nel pomeriggio, poi l’incontro con i giornalisti e la passeggiata sul campo che ospiterà la partita con la Giamaica. «Se farò qualche cambio perché la Giamaica è una squadra fisica? Anche l’Australia lo è, e in ogni caso ho un’idea ce l’ho, ma è mia abitudine decidere la mattina della partita. Non so neppure quali cambiamenti aspettarmi dalla Giamaica, che è una squadra che conosciamo poco, ma sappiamo che ha giocatori forti fisicamente, veloci e anche di qualità. I complimenti di questi giorni ci fanno piacere, ma dobbiamo rimanere concentrare perché dall’inizio del percorso abbia immaginato questa come una gara-chiave, quelle nella quale potevamo provare a prendere punti. La Giamaica non ha il blasone dell’Australia, non è sesta nel ranking, è la squadra di quarta fascia del gruppo. Ma non dobbiamo sottovalutarla e non lo faremo». E Gama ribadisce il concetto: «Non c’è pericolo di andare in campo deconcentrate, anche perché sappiamo dove siamo. E se restiamo ancora possiamo fare un grande passo avanti».

 

Le centro-americane sono 53esime nel ranking mondiale e sono alla sua prima presenza a un Mondiale. Jody Brown ha solo 17 anni, è del 2002 e gioca ancora nella Montverde Academy, scuola del Florida, in America. Ha talento, gioca in attacco, e si messa in mostra nei tornei giovanili Concacaf. Nel primo match la Giamaica ha perso 3-0 contro il Brasile, ma ha lasciato alle spalle ansie e paure da prima da debuttante. Ma l’Italia è dentro la partita, imbattute da 10 gare consecutive, fedeli a sé stesse, senza far calcoli sulle giocatrici diffidate (tre, e tutte piuttosto importanti: Gama, Girelli, Cernoia) o su come si comporteranno le avversarie. «Certo, nel corso di una partita si fanno degli aggiustamenti, ma io non faccio mai calcoli», dice la Bertolini. «Non li faccio per carattere, e poi la mia esperienza mi ha insegnato che nel femminile fare calcoli davvero non conviene mai. La nostra forma mentale è giocare, si gioca perché è così che bisogna fare».

 

Sul Mondiale che propone un generale rispetto delle gerarchie, a parte la sorpresa Italia (e Australia, in negativo) la ct azzurra ha una sua idea: «È così dal punto di vista del risultato, ma ripensando a come sono arrivati certi successi, e mi riferisco all’Olanda o alla Germania, si capisce come non ci siano in questo torneo partite scontate. Sono state tutte combattute, a parte quella degli Usa con le thailandesi, ma quella gara è un caso a sé». Un caso a sé con tanti gol che però ha lasciato nella Bertolini anche qualche perplessità: «Non ho capito l’esultanza sul 12 0 13 a zero. Il business, va bene, ma lo sport ha anche un lato umano da non dimenticare».

Il countdown è bello che avviato: il calendario segna esattamente meno due mesi dall’inizio del Mondiale di calcio femminile, in programma in Francia dal 7 giugno al 7 luglio. E per accrescere fascino e adrenalina della manifestazione iridata giunta all’ottava edizione ci pensa l’illustre Panini che, a partire da lunedì 8 aprile, esce in edicola con la nuovissima collezione “Fifa Women’s World Cup France 2019”.

La Panini al Mondiale di calcio femminile, in edicola le figurine delle azzurre

L’album contiene esclusivamente le immagini delle calciatrici delle 24 Nazionali e, possiamo dire, buona la terza per l’Italia: la qualificazione delle azzurre dopo vent’anni di digiuno permette alla Panini di colmare una lacuna, dopo Germania 2011 (Giappone vincitore) e Canada 2015 (Usa in trionfo), la Nazionale di Milena Bertolini entra a testa alta nella raccolta.

Un album di 56 pagine, 480 figurine (di cui 36 in materiale speciale foil), 17 giocatrici (più foto di squadra e stemma) per ciascuna delle 24 squadre protagoniste, un altro piccolo passo verso la parità è compiuto, complice la squadra giovane che l’8 giugno 2018, battendo 3-0 il Portogallo nel penultimo match del girone di qualificazione, è riuscita a rompere un tabù. «Siamo felicissime di far parte della raccolta: è un bel segnale per l’Italia, che così potrà avvicinarsi ancora di più al calcio donne» gongola Bertolini, commissario tecnico dell’impresa. L’Italia è stata inserita nel Gruppo C e se la vedrà con Australia, Brasile e Giamaica.

La Panini al Mondiale di calcio femminile, in edicola le figurine delle azzurre

Le azzurre sono state fotografate al centro tecnico federale di Coverciano il 16 gennaio scorso, in base a un roster proposto da Panini ragionando — forzatamente in anticipo — sul numero di presenze e l’importanza del ruolo in squadra. Non potendo aspettare le convocazioni ufficiali della c.t., si è scommesso, tra le altre, sul capitano Sara Gama, sul portiere Laura Giuliani, sulle attaccanti Valentina Bergamaschi e Valentina Giacinti, sul difensore Cecilia Salvai, poi finita ko durante il match scudetto tra Juventus e Fiorentina.

Ma se fotografare l’Italia non è stato difficile, se dei colossi Usa, Giappone, Germania, Brasile, Norvegia, Francia si sa (quasi) tutto, ben più complicato è stato assemblare le titolari di Nazionali sconosciute o sperdute, tipo Thailandia o Giamaica: in questo caso ci si è affidati alle federazioni, alle agenzie fotografiche locali e a servizi ad hoc realizzati durante le partite. «Questa collezione è anche un modo per celebrare il crescente successo del calcio donne in Italia» dice Antonio Allegra, direttore mercato Italia di Panini.

La Panini al Mondiale di calcio femminile, in edicola le figurine delle azzurre

Se vinciamo realizziamo il sogno di tutti

Erano queste le parole del ct Milena Bertolini poco prima del match decisivo della sua nazionale azzurra contro il Portogallo.

E il sogno adesso è diventato realtà, regalando all’Italia del calcio al femminile la sua grande rivincita dopo ben 20 anni di mancata qualificazione.

È tempo per il nostro paese di smettere di rimpiangere gli azzurri ai Mondiali di Russia 2018 e concentrarsi invece sulla grande vittoria ottenuta dal calcio in rosa. Le ragazze hanno saputo realizzare un’impresa come non succedeva dal 1999 e nei Mondiali di Francia del 2019 lotteranno per conquistare la Coppa del Mondo.

Un risultato eccezionale, ottenuto grazie al 3-0 contro la nazionale portoghese della partita giocata giorno 8 giugno. Determinazione, grinta e voglia di farcela ad ogni costo hanno guidato per tutto il tempo le nostre ragazze che sono esplose nella festa finale a conclusione del match.

Noi abbiamo cercato più che altro di sfruttare le nostre qualità, essere aggressive, cercare di fare la partita. Più trovi una squadra tecnica e rapida, più devi essere aggressivo. Ma stasera c’era anche questa ferocia, che ti deriva dall’anima, perché sai che questa è “la partita”. E questo è sicuramente un fatto positivo

Queste le parole del commissario tecnico dell’Italia, che non ha mai smesso di incitare la squadra a lottare.

Ora è il momento di festeggiare, perché per la nazionale azzurra femminile è un traguardo storico aver raggiunto questa qualificazione, la terza nella storia, sin dalla sua nascita che risale al 1968. Ma nella gioia generale, allenatrice e giocatrici ci tengono a sottolineare che la loro non è una rivalsa contro la squadra maschile e il suo flop in Russia:

Non è una rivincita. Il fatto che la Nazionale maschile non sia andata ai Mondiali è una sconfitta, per tutto il movimento, per noi però c’è solo orgoglio. Questa Nazionale che va ai Mondiali dà soddisfazione a tutti gli addetti ai lavori del calcio femminile, dai miei colleghi ai dirigenti e ai club

Puntare i riflettori su Sara Gama e la sua squadra è dunque inevitabile, come affidare a loro il sogno di vincere quel mondiale mancato e regalare alle donne del calcio l’attenzione che meritano per i loro sforzi e i loro sacrifici come rappresentanti dell’Italia.

Con l’avvicinarsi dei Mondiali di Russia 2018 cresce anche il rammarico per il nostro paese di non essere fra le squadre che si contenderanno il titolo. Ma, un modo per guardare avanti ed essere orgogliosi della nostra Italia in realtà c’è ed è quello di volgere lo sguardo verso la nazionale azzurra al femminile. 

Grintose e determinate, le giocatrici guidate dal ct Bertolini stanno avanzando velocemente e dimostrando di essere fra le più forti.

In corsa per le qualificazioni ai Mondiali di calcio 2019, dopo ben 4 partite disputate nelle gare di qualificazione, si trovano prime nel loro girone con 4 partite vinte su 4, 12 punti, 10 gol e nessuna rete subita. Il gruppo 6, del quale fanno parte, comprende anche Portogallo, Romania, Moldavia e soprattutto il Belgio, la sua rivale più forte.

Al momento però l’Italia, che deve disputare a breve 2 partite di cui una proprio con la nazionale belga, è al primo posto, con tre punti più del Belgio ma una partita in meno. I prossimi match quindi diventano determinanti per la squadra azzurra, che vuole accedere direttamente alla fase finale senza passare per i play-off e l’unico modo per farlo è quello di rimanere ancorata a quel primo posto.

La Nazionale Italiana di calcio femminile di Milena Bertolini è formata da ragazze in gamba che hanno già dimostrato il loro talento in campo. La maggior parte di loro arriva da club come Juventus e Brescia e il fatto di aver già giocato insieme nei rispettivi team sta avendo degli ottimi influssi sul gioco di squadra.

Capitano della Juventus in rosa e giocatrice di punta della nazionale italiana, Sara Gama è sicuramente l’immagine della grinta. Non a caso di recente la Mattel ha deciso di dedicarle anche una bambola, che viene sponsorizzata con lo slogan d’effetto: “una grinta in grado di ispirare ogni bambina a perseguire sempre i propri sogni”.

Energica e scattante anche durante il gioco è sicuramente una risorsa per la nazionale italiana di calcio che deve vedersela con avversarie come Tessa Wullaert (Wolfsburg) e Janice Cayman (Montpellier) della nazionale belga guidata da Ives Serneels.

L’Italia scende in campo venerdì 6 aprile contro la Moldavia a Vadul lui Voda, mentre si scontra con il Belgio martedì 10 aprile allo stadio ‘Paolo Mazza’ di Ferrara.

In particolare c’è grande agitazione in vista dell’incontro che la nazionale giocherà in casa e i biglietti per assistere al match saranno distribuiti gratuitamente. Anche il ct Bertolini ci tiene a sottolineare come questo fattore possa essere un punto a vantaggio della nostra squadra:

Quella con il Belgio è senza dubbio una partita importante per la qualificazione al Mondiale, la Federazione sta facendo il massimo per coinvolgere la cittadinanza e lo stadio è un piccolo gioiello. Ci auguriamo che vengano in tanti a sostenerci e sono convinta che il pubblico ferrarese potrà essere la 12ª donna in campo

Dopo aver ottenuto il secondo posto nella Cyprus Cup 2018, aver guadagnato due posizione nel ranking FIFA passando dalla posizione 17 alla 15 e aver vinto tutte le partite finora giocate nel girone di qualificazione ai Mondiali 2019, la nazionale azzurra di calcio al femminile vuole assolutamente vincere e arrivare, magari con un pass diretto, alla rassegna mondiale.

L’Italia non partecipa ai Mondiali di calcio femminile dal 1999. La sua qualificazione non rappresenterebbe solo motivo di soddisfazione per la crescita della squadra, ma anche un grande orgoglio nazionale nel vedere il tricolore italiano competere per il titolo mondiale dopo molti anni e dopo la delusione della nazionale azzurra al maschile.

Elenco delle convocate

Direttamente dalla FIGC, ecco chi sono le giocatrici convocate per i prossimi due match in programma:

Portieri: Chiara Marchitelli (Brescia), Laura Giuliani (Juventus), Rosalia Pipitone (Res Roma);
Difensori: Elena Linari (Fiorentina), Alia Guagni (Fiorentina), Elisa Bartoli (Fiorentina), Cecilia Salvai (Juventus), Sara Gama (Juventus), Linda Cimini Tucceri (San Zaccaria), Lisa Boattin (Juventus), Francesca Vitale (Football Milan Ladies);
Centrocampiste: Aurora Galli (Juventus), Martina Rosucci (Juventus), Manuela Giugliano (Brescia), Barbara Bonansea (Juventus), Greta Adami (Fiorentina), Eleonora Goldoni (Tennessee State University), Lisa Alborghetti (Mozzanica), Benedetta Glionna (Juventus);
Attaccanti: Daniela Sabatino (Brescia), Ilaria Mauro (Fiorentina), Valentina Giacinti (Brescia), Cristiana Girelli (Brescia).