Tag

Putin

Browsing

73 risposte ad altrettante domande poste (ma in totale ne sono state raccolte quasi due milioni) in poco meno di quattro ore e mezza. Sono questi i numeri della “linea diretta”, la tradizionale conferenza stampa annuale del presidente della Federazione Russa Vladimr Putin, in un formato non solo televisivo ma anche web, telefonico e via app che, oltre ai giornalisti, mette in contatto i cittadini con il leader del Cremlino, utilizzando media tradizionali e nuove tecnologie.

Tra i numerosi temi trattati non poteva mancare ovviamente quello relativo ai Mondiali di calcio, che si svolgeranno in Russia dal 14 giugno al 15 luglio. I preparativi procedono a gonfie vele, come testimonia anche l’alto numero di biglietti già venduti, quasi due milioni e mezzo ad una settimana dal via.

Dopo aver confermato la sua presenza durante la partita di inaugurazione e la finale, Putin ha augurato alla nazionale russa di disputare un mondiale soddisfacente:

Il nostro obiettivo principale come paese ospitante è quello di rendere quest’evento una festa per milioni di appassionati di calcio in tutto il mondo. Per quanto riguarda la nazionale, devo dire che sfortunatamente la nostra squadra non ha ottenuto grandi risultati negli ultimi tempi. Ma tutti i tifosi e gli appassionati di calcio in Russia si aspettano che la squadra giochi adeguatamente, che mostri un calcio moderno, piacevole, e che combatta fino alla fine. Spero che la Russia “faccia il botto” a questi mondiali.

Il presidente russo si è anche soffermato sul futuro degli impianti sportivi, una volta terminati i mondiali:

Abbiamo bisogno che tutte le infrastrutture sportive rimangano operative anche dopo la Coppa del Mondo, per incentivare lo sviluppo dello sport di massa. Tutti gli stadi diverranno di proprietà delle regioni, al fine di attrarre i giovani, costruire nuove generazioni di atleti e creare club sportivi legati ai territori.

Alla fine il pronostico è stato rispettato. La Russia, pur orfana della sua bandiera, del suo inno e persino del suo nome in conseguenza del cosiddetto “doping di Stato”, è salita sul gradino più alto del podio nella finale di hockey sul ghiaccio maschile dopo aver piegato all’overtime una sorprendente Germania, al termine di una finale al cardiopalma, ricca di emozioni e colpi di scena.

(L’euforia del calciatore tedesco Bastian Schweinsteiger nel vedere la semifinale della Germania)

L’Oar (Olympic Athletes from Russia) parte forte e dimostra sin dal primo tempo la sua superiorità sulla compagine tedesca, segnando il goal del vantaggio ad un secondo dallo scadere del primo tempo grazie a Voinov. La Germania trova il pareggio a metà del secondo tempo con Schultz, grazie anche ad una deviazione decisiva del portiere Koshechkin.

Ma è il terzo tempo quello per il quale questa finale verrà sicuramente ricordata negli anni a venire: i russi tornano in vantaggio con Gusev (53’21”) ma dopo appena dieci secondi subiscono il pareggio ad opera di Kahun. Al 57′ succede l’impensabile: la Germania passa in vantaggio con Muller e per la Russia si mette davvero male.

Il team russo riprende ad attaccare disperatamente per ribaltare il risultato ma, a meno di un minuto dal termine, il punteggio è ancora di 3 a 2 per la Germania. Mentre sugli spalti tra i tifosi russi inizia a prevalere lo sconforto e la Germania già assapora una vittoria che avrebbe del clamoroso, a 56 secondi dallo scadere del match e senza Koshechkin a protezione della gabbia, è ancora una volta Gusev a trovare la via del goal che vale i tempi supplementari.

Il match si conclude a metà dell’overtime, quando Kaprizov, sfruttando la temporanea superiorità numerica sulla Germania, segna il golden goal che consegna ai russi una medaglia d’oro che mancava dal 1992. Una vittoria non senza strascichi polemici, che poco hanno in realtà a che fare con lo sport: durante la premiazione, infatti, tutta la squadra, insieme ai tifosi accorsi a PyeongChang, ha cantato a squarciagola l’inno russo, vietato dal Cio, nonostante venisse trasmessa la melodia dell’inno olimpico. Un comportamento criticato da diversi media, soprattutto americani.

 

Il lettone Oleg Znarok, ‘allenatore della squadra russa, ha dichiarato a caldo alla stampa:

Questa finale vittoriosa è stata la partita più importante della mia vita. Dopo la fine del match il presidente Putin mi ha chiamato per esprimermi le sue congratulazioni ed è stato molto piacevole

 

Appena qualche mese fa il presidente russo Putin aveva fatto delle dichiarazioni pubbliche in cui accusava di essere boicottato in vista delle prossime elezioni, a causa della questione doping, che ha coinvolto molti suoi atleti.

Adesso tutto cambia: pare che mentre la CIO (Comitato Internazionale Olimpico) continua le sue indagini e decide la sorte di alcuni possibili partecipanti russi alle prossime olimpiadi, forse potrà comunque essere rappresentato in Corea del Sud, ma in veste neutrale.

Cadono quindi tutte le accuse di Putin e arriva pronta la replica da parte del portavoce del presidente, Dmitry Peskov, che si affretta a dire:

Molte delle accuse che ci sono state mosse dalla Wada restano inaccettabili, ma il boicottaggio non rientra nel ventaglio delle possibilità

Niente più sotterfugi politici, ma solo una grande incertezza circa il ruolo del paese russo alle prossime Olimpiadi invernali di PyeongChang 2018. Si prospetta una divisa neutrale, senza colori della patria russa e bandiera, con il divieto di suonare l’inno.

Restano però della clausole precise da rispettare: gli atleti non devono avere avuto alcun coinvolgimento nella questione doping, soprattutto nei risultati delle recenti indagini e nel periodo che va dal 2012 al 2015.

In attesa di sapere il verdetto della CIO, Putin e i suoi collaboratori ci tengono a sottolineare:

Ci opponiamo alla violazione dei diritti dei nostri atleti, ma allo stesso tempo restiamo fedeli agli ideali olimpici