Sadaf Khadem ha 24 anni, è una pugile iraniana e sabato 13 aprile ha vinto in Francia il suo primo combattimento da professionista. Insegnante di fitness a Teheran, ha battuto in un incontro di boxe l’inglese Anne Chauvin, diventando la prima donna nella storia dell’Iran a vincere in questo sport, visto che nel suo paese è vietato allenarsi con degli uomini e partecipare a competizioni di pugilato.
Ma non è stata celebrata e osannata, anzi, Sadaf Khadem non è rientrata in Iran ma è rimasta, insieme al suo allenatore Mahyar Monshipour, in Francia. Il motivo? Su di lei e sul suo allenatore peserebbe un mandato d’arresto: sarebbe, infatti, accusata di avere violato la legge iraniana non indossando lo hijab durante l’incontro, mentre il suo allenatore sarebbe accusato di complicità.
«Ho combattuto in un incontro legale, in Francia. Ma siccome indossavo dei pantaloncini e una t-shirt, cosa che è assolutamente normale in tutto il mondo, ho sconvolto le regole del mio paese – ha detto Khadem al quotidiano francese L’Equipe – Non indossavo uno hijab, ero allenata da un uomo, e a qualche persona questo sembrerebbe non andare bene».
Al momento non ci sono state dichiarazioni ufficiali da parte dell’Iran, ma un dirigente della Federazione di boxe iraniana, scrive BBC, ha negato che Khadem verrebbe arrestata nel caso in cui tornasse in patria.
Un sondaggio del 2014 dell’Iranian Student’s Polling Center ha rivelato che, per il 49.2 per cento degli intervistati, lo hijab è un affare privato e, quindi, che debba spettare alle donne scegliere se metterlo oppure no. La legge, invece, obbliga tutte le persone di sesso femminile di età superiore ai 13 anni a indossarlo e la violazione può comportare una multa o anche la detenzione da dieci giorni fino a due mesi.