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L’Italia, dopo il bronzo di Eleonora Giorgi,  sale un’altra volta sul podio ai Mondiali di atletica leggera, per ricevere una medaglia…ma non per del 2019, bensì di 10 anni fa.  «Questa medaglia l’ho sempre sentita un po’ mia», dice, emozionata e fiera, Antonietta Di Martino che ha infatti ricevuto sul podio dello stadio Khalifa, a Doha, il bronzo mondiale di Berlino 2009 del salto in alto, per effetto della squalifica della russa Anna Chicherova: «Il quarto posto mi andava un po’ stretto – le sue parole dopo essere stata premiata da Anna Riccardi, membro del Council Iaaf- quando ho saputo che mi avrebbero assegnato la medaglia sono stata contenta, anche se ho pensato che sarebbe stato completamente diverso vincerla lì».

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La Chicherova, fenomenale interprete della specialità e per tanti anni rivale della saltatrice di Cava de’ Tirreni, fu trovata positiva nel 2016 allo steroide Turinabol, alle luce delle nuove analisi sui campioni di urine degli atleti russi, prelevati ai Giochi di Pechino 2008. Le controanalisi confermano la positività e alla russa campionessa olimpica a Londra 2012 fu sottratta la medaglia di bronzo conquistata ai Giochi in Cina. Lo scorso febbraio le è stata inflitta una squalifica retroattiva, dal 24 agosto 2008 al 23 agosto 2010. Proprio in quel biennio vinse la medaglia d’argento iridata alle spalle della croata Blanka Vlasic e davanti alla tedesca Adriane Friedrich, con l’azzurra quarta.

Il tempo è passato anche per Antonietta Di Martino, ora è mamma del piccolo Francesco, che ha compiuto da poco due anni ed è anche lui a Doha assieme a papà Massimo De Meo: «Scala i sedili dello stadio, è una piccola peste – sorride la primatista italiana, che all’Olympiastadion dieci anni fa si classifico’ quarta con 1,99 – sono diversa anche io, un po’ di cose sono cambiate e ogni cosa ha un suo tempo. Nei primi anni dopo il mio ritiro non ho più seguito l’atletica, ho avuto un rifiuto. Ora ho ripreso a guardarla».

Arriva dalla 50 chilometri di marcia la prima medaglia azzura ai Mondiali di atletica di Doha. Eleonora Giorgi ha vinto il bronzo chiudendo la prova alle spalle delle cinesi Liang Rui, oro in 4h23’26” e Li Maocuo, argento in 4h26’40”. Per la 30enne lombarda delle Fiamme Azzurre il tempo finale di 4h29’13”, nettamente più alto rispetto al primato europeo di 4h04’50” da lei realizzato a metà maggio, vincendo in Coppa Europa all’esordio sulla distanza.
Non hanno completato le altre due azzurre in gara, Nicole Colombi e Mariavittoria Becchetti. Tra gli uomini, sedicesimo Michele Antonelli in 4h22’20” e ritirato Teodorico Caporaso, successo del giapponese Yusuke Suzuki (4h04’20’) davanti al portoghese Joao Vieira (4h04’59”) e al canadese Evan Dunfee (4h05’02”).

Giorgi: «Ci ho messo il cuore»

E’ la prima medaglia italiana in questi Mondiali e la prima anche per me. Sono contenta e fiera di averla conquistata con la maglia della Nazionale” ha detto Eleonora Giorgi. “Ho usato testa, gambe e soprattutto il cuore, per superare i problemi di stomaco che mi hanno rallentata, ho anche rischiato di non farcela, ma ci tenevo veramente tanto. Sapevo che era un’occasione da cogliere e non volevo lasciarmela scappare. Una gara difficile per tutti, nessuno è abituato a competere in queste condizioni. Per me questa medaglia ha un valore inestimabile, è qualcosa di grande, al termine di una stagione magica. La dedico a me stessa, per aver tenuto duro e aver creduto in questo sogno senza mai arrendermi

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Il programma di martedì 1° ottobre: c’è Tamberi

Gianmarco Tamberi è certamente tra gli atleti più rappresentativi della spedizione italiana a Doha ed oggi inizierà le sue fatiche a caccia della finale del salto in alto maschile. Per Gimbo quest’anno un 2.32 ottenuto però al coperto, mentre per quanto riguarda il primato stagionale outdoor è il 2.35 raggiunto dal bielorusso Maksim Nedasekau. Tra le migliori prestazioni stagionali non si può non annoverare l’altro portacolori azzurro, Stefano Sottile che a Bressanone, lo scorso 28 luglio, ha raggiunto la misura di 2.33. Ecco tutte le gare in programma:

  • 15.30 Martello M qualificazioni gruppo A
  • 15.35 400 M batterie (Re)
  • 15.50 Alto M qualificazioni (Tamberi, Sottile)
  • 16.30 400 ostacoli F batterie (Folorunso, Olivieri, Pedroso)
  • 17.00 Martello M qualificazioni gruppo B
  • 17.15 3000 siepi M Batterie (Chiappinelli, Zoghlami)
  • 19.05 Asta M Finale (Stecchi)
  • 19.50 400 F semifinali
  • 20.20 giavellotto F Finale
  • 20.35 200 F semifinali
  • 21.10 800 M Finale
  • 21.40 200 M Finale

La diretta televisiva sarà affidata alla Rai che partirà alle 15.25, sia sul canale Raisport Hd (57 del digitale e 5057 di Sky) che su Raisport Sd (canale 58), fino alle 17.55 della prima sessione, dalle 19 alle 22.00 la sessione serale sui medesimi canali.

Fantastica ancora una volta Bebe Vio. Ai mondiali paralimpici di a Cheongju, in Corea del Sud, la 22enne conquista il titolo di campionessa del mondo di fioretto femminile categoria B ed  è il terzo oro iridato consecutivo per l’azzurra dopo quelli vinti ad Eger 2015 e Roma 2017.

Bebe ha però contenuto l’esultanza perché la stoccata decisiva è giunta per via di un rosso comminato all’avversaria, la cinese Xiao Rong,  sul punteggio di 14-5 in favore dell’azzurra. La campionessa paralimpica, dopo il percorso netto nella fase a gironi, aveva sconfitto agli ottavi per 15-3 l’ungherese Gyongyi Dani, proseguendo poi con il successo per 15-4, ai quarti, contro la russa Viktoria Boykova e con la vittoria, col punteggio di 15-8, in semifinale contro l’altra portacolori russa Ludmila Vasileva. E su Instagram mostra la maglia rossoblù del Cagliari dell’amico Radja Nainggolan.

Risultati immagini per bebe vioOltre alla medaglia d’oro di Bebe Vio, pre l’Italia arrivano anche quelle di bronzo portate in dote da William Russo e Consuelo Nora. Il palermitano aggiunge un’altra medaglia al suo brillante curriculum, grazie al bronzo che conquista nella gara di spada maschile categoria C, grazie al successo ai quarti di finale per 15-11 sull’ucraino Sehiii Sheptitskyi. In semifinale è poi giunta la sconfitta per 15-5 contro l’altro fiorettista ucraino, Serhii Shavkun. Medaglia di bronzo anche per Consuelo Nora che, nella prova di fioretto femminile categoria C, si ferma in semifinale alla stoccata del 15-14 contro la russa Anna Gladilina.

Infine, si sono spente agli ottavi di finale le speranze azzurre nella gara di Emanuele Lambertini e Matteo Betti sono usciti di scena infatti nel turno dei 16. Il primo è stato eliminato dal polacco Michal Nalewajek col punteggio di 15-13, mentre il cinese Sun Gang ha sconfitto per 15-5 Matteo Betti che, nel turno dei 32, aveva avuto ragione di Matteo Dei Rossi nel derby azzurro col punteggio di 15-11.

Primo storico urlo Italia agli Europei di tuffi in corso a KievNoemi Batki e Chiara Pellacani hanno conquistato la medaglia d’oro nella finale dalla piattaforma sincro femminile. Le azzurre hanno chiuso con 290.34 punti, precedendo le britanniche Poebe Banks ed Emily Martin con 284.40 e le favorite russe Ekaterina Beliaeva e Iuliia Timoshinina, bronzo con 277.50.

Per l’Italtuffi si tratta del primo titolo continentale nella specialità e la terza medaglia complessiva dopo i bronzi di Brenda Spaziani e Valentina Marocchi a Madrid 2004 e della stessa Batki con Tania Cagnotto a Eindhoven 2008. Un trionfo, quello delle azzurre, raggiunto nonostante un piccolo infortunio occorso alla Pellacani nell’ultimo tuffo nella fase di riscaldamento (contrattura al tricipite). La strada verso l’oro inizia con un perfetto triplo salto mortale e mezzo avanti carpiato (67.50), che vale il sorpasso alle britanniche e alle russe che presentano lo stesso tuffo ma imperfetto (59.40 – 44.10). Anche il triplo salto mortale e mezzo ritornato raggruppato (68.16) entusiasma.

Il gap da Banks e Martin si allarga (225.06-217.20). Domenico Rinaldi, tecnico di Batki e Pellacani, richiama le sue ragazze all’ultimo sforzo e le due rispondono da campionesse. Il doppio salto mortale e mezzo indietro con un avvitamento e mezzo (65.28) è da applausi, quello delle inglesi leggermente migliore (67.20) ma non serve per il sorpasso: restano seconde, con Beliaeva e Timoshinina bronzo. Batki e Pellacani, quindici anni di differenza tra le due, conquistano l’Europa e mettono al collo un oro mai visto.

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MARSAGLIA DI BRONZO

La seconda medaglia per l’Italia è arrivata grazie a Lorenzo Marsaglia, che ha conquistato il bronzo nel trampolino 1 metro uomini. Per il 22enne romano si tratta del primo podio europeo, mentre ha chiuso solo al decimo posto Giovanni Tocci, argento della specialità nella precedente edizione dell’evento continentale. Marsaglia è salito sul podio all’ultimo tuffo, con un lievissimo vantaggio sul britannico Jordan Houlden. L’oro è andato al tedesco Patrick Hausding, l’argento all’ucraino Oleg Kolodiy.

La nazionale italiana maschile di pallanuoto ha vinto la medaglia d’oro ai Mondiali in corso in Corea del Sud, battendo in finale la Spagna per 10-5. L’Italia era arrivata in finale vincendo un girone non particolarmente complicato con Brasile, Germania e Giappone, e poi aveva battuto la Grecia ai quarti di finale e l’Ungheria in semifinale. L’ultima importante partita tra Italia e Spagna si era giocata agli Europei del 2018 a Barcellona: aveva vinto la Spagna 8-7, con un gol regolare annullato all’Italia nel finale.

Per l’Italia è il primo oro Mondiale dal 2011, quando a Shanghai sconfisse in finale la Serbia. Sandro Campagna raggiunge Vittorio Pozzo (calcio), Julio Velasco (volley) e Pierluigi Formiconi (pallanuoto femminile) nell’Olimpo dei ct italiani che hanno vinto due titoli mondiali. Lui ne aveva vinto anche un terzo da giocatore nel 1994.

Stefano Luongo e Perrone aprono le marcature in superiorità: 1-1. Si tira con troppa precipitazione da un fronte all’altro. Di Fulvio lotta per divincolarsi da Tahull, finché Echenique non sfonda col suo tiro mancino (2-1). Ma Perrone ci riprende subito trovando un corridoio libero davanti a Del Lungo. Figlioli spara sul palo. Del Lungo para un rigore a Barroso. Nel secondo tempo, sfonda Figlioli (3-2). E Dolce e Renzuto sfruttano brillantemente due rapide superiorità: l’Italia allunga sul 5-2. Il punteggio rispecchia anche il gioco, l’organizzazione, l’attenzione: noi più concreti davanti e più bravi indietro (anche se commettiamo più falli), loro più dinamici ma poco incisivi. Un altro rigore (Munarriz) serve alla Spagna per avvicinarsi agli azzurri (5-3) nel finale di secondo tempo. La Spagna resta pericolosa ma paga forse gli sforzi per aver eliminato Serbia e Croazia. L’Italia sembra a tratti giocare a memoria, agile e veloce: segna Aicardi per il 6-3 e allontanare così gli spagnoli. Del Lungo chiude la porta. Il tempo scorre e l’Italia segna ancora: è Dolce a sorprendere in diagonale Lopez Pinedo. E’ 7-3. E in controfuga Francesco Di Fulvio nuota felice verso l’8-3. Una squadra corale, che spara le sue frecce alternando a turno i suoi protagonisti. Uno show tricolore. Mallarach sfrutta l’uomo in più per l’8-4 dopo un break tutto azzurro. Resta un tempo per soffrire e l’eternità per gioire. Lungo intanto incrementa sul 9-4 a 5’ dalla fine. Mallarach a 2’ dalla fine fa la doppia ma 4 gol di distacco sono ormai incolmabili. Anzi diventano 5 grazie a Bodegas.

SPAGNA-ITALIA 5-10

SPAGNA: Lopez Pinedo, Munarriz 1 rig., Granados, De Toro, Cabanas, Larumbe, Barroso, Fernandez, Tahull, R. Perrone 2, Mallarach 2, Bustos, Lorrio. All. Martin Lozano.

ITALIA: Del Lungo, Di Fulvio 1, Luongo 2, Figlioli 1, Di Somma, Velotto, Renzuto 1, Echenique 1, Figari, Bodegas 1, Aicardi 1, Dolce 2, Nicosia. All. Campagna.

 

ARBITRI: Margeta (Slo) e Goldenberg (Usa). NOTE: sup. num. Spagna 16 (2), Italia 6 (4); usciti 3 f. Di Somma e Figari nel 4° tempo. Ammonito Campagna per proteste.

 

ALTRE FINALI – 3° posto: Croazia-Ungheria 10-7; 5° posto: Serbia-Australia 13-9. 7° posto: Grecia-Germania 11-6.

 

CAMMINO AZZURRO: 14-5 Brasile, 9-7 Giappone, 8-7 Germania, 7-6 Grecia, 12-10 Ungheria.

C’è una certezza nello sport azzurro, ovvero aspettarsi di vedere il Settebello o il Setterosa sempre competitivi. O quanto meno provarci fino alla fine delle proprie forze per raggiungere il traguardo finale. Così l’Italia di pallanuoto maschile, allenata da coach Campagna, pur soffrendo nel primo quarto, ha superato l’Ungheria per 12-10. Il che significa avere al collo certamente una medaglia, che mancava dal 2011, e ottenere sicuramente il pass per i Giochi di Tokyo 2020. Ora sabato 27 luglio, la finale per il titolo contro la Spagna che ha superato la Croazia 6-5 (ore 11.30  in diretta tv su Rai Due).

La finale che fa ricordare l’ultimo oro olimpico di Barcellona ’92. O la finale che fa ricordare l’ultimo oro mondiale a Shanghai 2011. O quella che ci porta direttamente all’Olimpiade di Tokyo 2020. Un’altra doppia pesantissima missione compiuta per il Settebello ai Mondiali: battuti i giocolieri ungheresi in semifinale dopo una partita soffertissima gol a gol, gli azzurri vanno fino in fondo e sabato giocheranno contro la Spagna per il titolo iridato. Gli spagnoli hanno eliminato la Croazia campione del mondo e argento a Rio. Nella storia del medagliere azzurro ci sono 3 ori, 2 argenti e un bronzo.

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LA PARTITA

Di Fulvio apre le marcature del match, Pohl e Sedlmayer ribaltano in superiorità (1-2). Di Fulvio riprende i magiari con un’esecuzione balistica: 2-2. Colpo su colpo: Manhercz sfrutta anche l’uomo in più per il 3-2. Idem Vamos: 4-2. Il Settebello soffre. Il secondo parziale si apre con la doppietta di Gonzalo Echenique che riporta in equilibrio la semifinale. Poi è ancora Di Fulvio l’uomo del destino a riportare avanti l’Italia: 5-4. Ed Echenique il mancino sfrutta in diagonale la superiorità: 6-4. Zalanki in superiorità sigla il 5-6. E il var ci dà una mano confermando il pallone oltra la linea nell’appoggio in rete di Bodegas: 7-5. Il secondo parziale di 5-1 è consistente per gli azzurri, che a metà partita possono gestire un doppio vantaggio. Gli ungheresi cambiano portiere. Del Lungo è efficace in alcuni interventi, poi deve arrendersi a Harai di rimbalzo (6-7). Angyal pareggia in superiorità a 1’23” dalla fine del 3° parziale. Il match resta in bilico. Figari a 46” riporta avanti l’Italia in superiorità. Un gol pesantissimo. Un rigore trasformato da Pietro Figlioli vale il 9-7 a un tempo dalla fine. Vamos segna il -1. Di Figari in extra player il 10-8 e di Zalanki il 10-9. Poi Echenique si conferma provvidenziale per l’11-9 a 2 minuti dalla fine. Il var assegna ad Angyal il 10-11, Luongo mette la firma a 1’42” dalla fine sul 12-10. E’ finale!

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TABELLINO

Ungheria-Italia 10-12 (4-2, 1-5, 2-2, 3-3)
UNGHERIA:
Nagy, Angyal 1, Manhercz 1, Zalanki 2, Vamos 2, Mezei, Sedlmayer 1, Jansik, Pohl 1, Den. Varga, Batori, Harai 1, Vogel. All. Marcz.
ITALIA: De Lungo, Di Fulvio 3, Luongo 1, Figlioli 1 rig., Di Somma, Velotto, Renzuto, Echenique 4, Figari1, Bodegas 1, Aicardi, Dolce, Nicosia. All. Campagna.
ARBITRI: Zwart (Ola) e Margeta (Slo).
NOTE: Vsup.num. Ungheria 14 (6 gol); Italia 15 (5 fol), usc. 3 f. Vogel 3° tempo, Velotto e Renzuto nel 4° tempo.

 

Due ori in dieci minuti per una giornata storica e indimenticabile per l’Italia del nuoto. Ai Mondiali di Gwangju, Gregorio Paltrinieri ha vinto gli 800 stile libero e lo fa in maniera trionfale: 7’39”27, nuovo record europeo è il tempo che gli vale la medaglia d’oro. Un successo conquistato davanti al danese Henrik Christiansen (argento in 7’41″28) ed al francese David Aubry (bronzo in 7’42″08). Solo un quinto posto per Gabriele Detti (7’43″89).

Ma le emozioni vivono un nuovo scossone qualche minuto dopo: un’immensa Federica Pellegrini ha vinto ancora una volta la medaglia d’oro nei 200 stile libero ai Mondiali di nuoto di Gwangju. Per l’azzurra il tempo di 1.54.22.  Medaglia d’argento per l’australiana Ariarne Titmus in 1.54.66, bronzo per la svedese Sarah Sjoestroem in 1.54.78, che poi ha accusato un leggero malore al termine della gara. Per la straordinaria Pellegrini sono otto i podi mondiali in carriera nei 200 stile libero, con 4 titoli,  come nel 2009, nel 2011 e nel 2017, il secondo consecutivo, 3 argenti e un bronzo. A quasi 31 anni.

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Sorridente, quasi incredulo Paltrinieri a fine gara:

E pensare che dopo il Sette Collli non ci credevo neanche io”. Invece è arrivata una gioia enorme. “Sono contentissimo, sono andato forte da subito, ho acquisito presto un buon vantaggio, vedere il distacco che aumentava mi faceva ben sperare. Me la sono giocata tatticamente, era l’unica cosa che potevo fare e così ho fatto, ponendo subito un ritmo abbastanza alto. Erano quattro anni che non facevo bene gli 800 stile, sono molto contento

Lacrime, tante, e di gioia per Federica Pellegrini:

Questo è il mio ultimo Mondiale. Finisce qui. Non ci credo ancora, ho fatto quello che ho voluto sentendomi come volevo. E’ stato incredibile anche il tempo, vuol dire che tutto il lavoro che stiamo facendo paga tanto e forse come non mai. Sono tanto contenta perché è il mio ultimo mondiale. A me piace lavorare, non sempre i risultati sono arrivati ma questa volta è incredibile. Sono felice, Budapest è stato voluto fortemente ma mai avrei immaginato l’oro. Qui sono successe una serie di cose strane, mi sono trovata a giocarmi qualcosa di importante arrivando così di passaggio: è bellissimo

Simona Quadarella ha vinto l’oro nei 1500 stile libero ai Mondiali di nuoto in corso a Gwangju, in Corea del Sud. La 20enne romana si è imposta con il tempo di 15’40″89, nuovo primato italiano che migliora quello fatto segnare da Alessia Filippi ai Mondiali di Roma 2009 (15’44″93). Alle sue spalle la tedesca Sarah Kohler (15’48″83) e la cinese Jianjiahe Wang (15’51″00). Assente la campionessa in carica e primatista mondiale, la statunitense Katie Ledecky, miglior tempo in batteria che ha rinunciato per un virus intestinale.

Fatica a trattenere le lacrime, Simona:

Ho saputo stamattina dell’assenza della Ledecky, sono rimasta un po’ così. Mi sono detta ‘bene è un’opportunità’. Sono stato fortunata ma la fortuna va a chi si impegna perché dopo di lei c’ero io. Io speravo di vincere dall’inizio. Prima della gara Cristian Minotti,  mi ha chiesto che pensi? Io ho risposto ‘voglio vincere’ e lui, ‘bene ma devi usare la testa’ e così è stato. Non vedevo l’ora di entrare in acqua e gareggiare, sapevo che avrei vinto. E’ troppo bello, ancora non ci credo. Gli ultimi sono stati due anni fantastici, dopo il bronzo di Budapest 2017 e i tre ori di Glasgow, speriamo di continuare per altri anni, non solo il prossimo quando ci saranno i Giochi. Ogni gara che vinco mi diverto sempre di più..

 

Bronzo per Carraro nei 100 rana donne

La giornata trionfale del nuoto azzurro si arricchisce anche di un bronzo: lo conquista Martina Carraro nei 100 rana con il tempo di 1’06”36. E’ la prima volta che un’azzurra sale sul podio mondiale nella specialità. Medaglia d’oro per l’americana Lilly King in 1’04”93, argento per la russa Yuliya Efimova in 1’05”49. Ottavo posto per l’altra azzurra Arianna Castiglioni in 1.07.06«Non ci sto capendo molto, mi sembrava di avere sbagliato di più rispetto alle semifinali. Quando ho toccato terza non ci ho creduto. Ho pianto, un’emozione incredibile», sono le prime parole di Martina Carraro. «Sono onorata di essere la prima azzurra a vincere una medaglia iridata nella rana – ha aggiunto la nuotatrice genovese – E poi, ero sul sul podio con King e Efimova, non ho parole… La medaglia la vedevo vicina, me la potevo giocare: ci ho creduto ma non ero fissata».

 

Pellegrini in finale nei 200 con il miglior tempo

Sorride anche Federica Pellegrini, in finale nei 200 stile libero con il miglior tempo (1’55″14). Finale anche per Fabio Scozzoli nei 50 rana. L’azzurro ha vinto la sua semifinale facendo anche segnare il nuovo record italiano di 26″70. Il miglior tempo assoluto è quello del britannico Adam Peaty, che ha dominato la sua semifinale in 26″11. Fuori con il 14esimo tempo Nicolò Martinenghi (27″31). Finale nei 200 farfalla per Federico Burdisso, sesto tempo assoluto in 1’55″92. Il migliore è l’ungherese Kristof Milak in 1’52″96.

Oltre 200 medaglie conquistate col sudore e con la grinta di un vero atleta. Jury Chechi, ex ginnasta campione olimpico 1996 ad Atlanta, continua a essere il campione che è sempre stato.

Stavolta a far parlare di sé non è stata una performance agli anelli ma un gesto di gran cuore per salvare la palestra Etruria di Prato, dove Chechi ha mosso i primi passi. Il campione ha messo all’asta tutti trofei vinti durante la sua gloriosa carriera pur di dare un contributo concreto al salvataggio di questa storica struttura.

Nella cittadina toscana è andata di scena un vera e propria asta in cui la Reale Foundation si è aggiudicato il tutto per 70mila euro, lasciando poi i trofei in dono alla palestra.

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I tanti trofei di Chechi messi all’asta

All’evidente problema che ha colpito l’impianto Etruria, l’oro olimpico non ha esitato a mettersi a disposizione offrendo quello di cui più caro ha: i suoi premi (200 tra coppe e medaglie).
Per partecipare all’asta, occorreva versare una base minima di 19,96 euro, prezzo che simbolicamente è l’anno in cui Chechi è diventò per tutto il mondo il “Signore degli Anelli”.

Un gesto unico per aiutare tutti le ginnaste e i ginnasti che si allenano in questa palestra pratese. Giovani che inseguono un sogno, lo stesso sogno che ha inseguito Jury Chechi fino ai trionfi mondiali e olimpici.

 

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Grazie a tutti!!!😀 . . #jurychechi #prato #etruria #ginnasticaartistica

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Era il 1976 e Chechi aveva solo sette anni. In quell’anno e in quella palestra il piccolo ginnasta pratese ha vinto la sua prima coppa un po’ a sorpresa, tanto che nemmeno i suoi genitori erano presenti all’evento. E proprio quella coppa, con la targhetta “S.G. Etruria”, risulta tra le tante presenti.

Oggi l’Etruria ospita gli allenamenti di 90 ragazze e ragazzi dai 6 ai 16 anni e, finalmente, grazie ai finanziamenti della Real Foundation avranno un nuovo impianto elettrico e di riscaldamento.

Sul suo profilo Instagram pubblica la foto con la medaglia di bronzo al collo accompagnato da un hashtag eloquente che benedice la buona sorte che, ogni tanto, ci vuole soprattutto lungo una carriera vincente che l’ha messa davanti a sfide contro avversarie, ma anche contro sé stessa. Federica Pellegrini rientra dalla Cina, dove si sono tenuti i Mondiali di nuoto, con la medaglia internazionale numero 50 quando ha superato i 30 anni, una medaglia stregata arrivata in maniera rocambolesca: un incredibile performance nella 4×100 mista delle azzurre che, quarte in acqua dopo un grande recupero di Federica Pellegrini, salgono sul podio per la squalifica del quartetto australiano per lo stacco irregolare di 0.06 nel cambio rana farfalla da parte di Emily Seebohm.

 

La nuotatrice di Mirano c’ha creduto e ha fatto numero tondo, 50, ripensando a dove tutto è iniziato, nel 2004 quando aveva da poco compiuto 16 anni e si ritrovava a gareggiare alle Olimpiadi di Atene. Sconquassò l’Italia, abbracciò Novella Calligaris, unica italiana fino prima di lei ad aver conquistato medaglie olimpiche nel nuoto femminile, seppur un’era fa a Monaco 1972, e di un anno più grande rispetto alla ragazza veneziana.

In quell’occasione fu medaglia d’argento nei 200 stile ed entrò di prepotenza nella storia dello sport italiano. Federica Pellegrini aveva 16 anni e dodici giorni esatti e l’inesperienza acerba che la portò a non guardare la rimonta della romena Camelia Potec che trionfò per soli 19 centesimi. Un battito che avrebbe domato e controllato se Federica avesse ripetuto il tempo delle semifinali con 1’58″02. E quell’istante che la immortala sul podio ci consegnò una ragazza decisa, felice, che si aggiustava i capelli senza sciogliersi in lacrime.

Una carriera infinita, iniziata a grandi livelli nel 2004 e proseguita con un successo dopo l’altro e ben 25 ori. E una carriera che dovrebbe prolungarsi fino a Tokyo 2020, quinta ed ultima Olimpiade di Federica, che non ha però ancora deciso se in Giappone gareggerà negli amati 200 o sulle distanze più brevi, come anticipato dopo la delusione di Rio 2016.