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Alex Zanardi è semplicemente infinito. Dopo i due ori conquistati  ai Mondiali di paraciclismo, pochi si aspettavano che il campione bolognese tirasse fuori dal cilindro un’altra sorpresa. All’Ironman di Cervia, unica prova italiana del circuito mondiale, Zanardi ha deciso di stupire tutti ancora una volta stabilendo il nuovo record mondiale di triathlon paralimpico: 8 ore 25 minuti e 30 secondi. Un record che apparteneva allo stesso atleta 52enne.

Ma non basta, no perché Zanardi non si è accontentato di aver abbattuto un altro limite e ha deciso di chiudere la gara all’ottavo posto assoluto, su tremila partecipanti, dell’intera competizione. Un tempo registrato dopo una fatica che l’ha visto percorrere 3,86 km a nuoto, 180,260 km in bicicletta e 42,195 km di corsa. «Ci sono dei regali che la vita continua a farmi e voglio vivere sino a 200 anni per godermeli tutti», ha detto l’instancabile campione all’arrivo.

 

Le cose sono un po’ cambiate rispetto al piano iniziale preparato insieme all’Equipe Enervit, che mi segue dal mio primo Ironman a Kona, perché ho avuto problemi con la cannetta della borraccia che si era staccata. Fortunatamente qualcosa la so anche io e gli amici di Enervit negli anni mi hanno passato dei consigli, ho quindi ricalcolato nella mia testa un piano alimentare, ai ristori invece di prendere soltanto acqua prendevo isotonic, qualche gel in più e qualche pezzetto di banana

A vincere la competizione è stato l’australiano Cameron Wurf, in 7 ore 46 minuti e 54 secondi. Secondo  è arrivato lo sloveno Jaroslav Kovacic mentre terzo l’italiano Giulio Molinari, 31 anni, già più volte campione europeo.

 

 

Il trionfo di Zanardi non rappresenta solo l’ennesima conquista da parte di un campione, ma un’altra importante vittoria per chi è diverso a causa di determinati limiti fisici.

Ieri Alex Zanardi, paratleta pluripremiato, ha realizzato un altro suo grande obiettivo: innalzare il trofeo dell’Ironman di Barcellona. Nonostante i suoi limiti e nonostante l’età riesce perfettamente a prevalere sugli altri e imporsi sempre come protagonista.

Con i suoi 50 anni è riuscito a superare se stesso ancora una volta ed è il primo a guadagnarsi il titolo in meno di 9 ore.

La specialità dell’Ironman è una sorta di triathlon full distance che incorpora nuoto, ciclismo e corsa.

Il 1 ottobre a Barcellona l’Ironman si è svolto per un percorso complessivo di ben 226 km che erano suddivisi in 3,86 chilometri da fare a nuoto, una prova di ciclismo per una distanza di 180,2 chilometri e una corsa di 42.195 chilometri, a conclusione dell’intera gara.

Alex Zanardi ha vinto con un tempo record di 8h 58′ 59”! Nessuno era mai arrivato a tanto e il successo in Catalogna è totale, riscuotendo applausi da parte di tutti. Il suo incredibile Ironman da record si è avvalso di alcuni strumenti ad hoc pensati proprio per la sua condizione fisica, tra cui l’handbike e la sedia a rotelle olimpica.

L’ex pilota di formula 1, che nel 2001 ha subito dei grossi danni fisici in seguito ad un incidente automobilistico, ha dimostrato che niente lo può fermare e a chi lo vedeva già in “pensione” risponde con questo ulteriore premio conquistato dopo un serio e duro allenamento.

Ecco i numeri che lo hanno accompagnato verso il traguardo: 1:00:04 nei 3.8 km di nuoto, 4h54’22” nei 180 km di bike e infine 2h48’51” nella maratona. Un percorso non privo di difficoltà, che più di una volta lo ha visto vacillare per la stanchezza, senza però precluderne la vittoria finale.

Come non rimanere affascinati dalla sua storia? Zanardi ha fatto dello sport la sua arma contro i limiti che il destino ha cercato di imporgli e ogni giorno e in ogni gara riesce ad essere un esempio per tutti di come si può sempre migliorare ed essere vincenti.

La sua vita da campione non si fermerà di certo qui: Zanardi non ha intenzione di ritirarsi a breve e siamo sicuri che sarà capace di stupirci ancora una volta con altri importanti trofei che si aggiungeranno alla sua collezione.

Umiltà e determinazione sono le qualità che lo guidano in ogni nuova prova, come lo dimostrano le sue stesse parole dopo la vittoria catalana:

Mi scalda il cuore che non mi sentano solo come uno sportivo, perché gli sportivi, anche quelli grandi, da Maradona, ad Alberto Tomba a Valentino Rossi, comunque un po’ dividono. Invece la gente vuole vedere in me qualcosa di diverso

Ancora una volta è riuscito a trasformare l’impossibile in possibile e non possiamo che essere fieri di un campione italiano che è diventato un’icona: il primo disabile a vincere la specialità mondiale dell’Ironman.

Cervia è stata il palcoscenico di un evento all’insegna dello sport, che ha visto gareggiare atleti arrivati da tutto il mondo nel primo Ironman della storia italiana. Per chi non lo sapesse, l’Ironman comprende ben tre discipline, nuoto, bicicletta e corsa in un percorso particolarmente lungo che richiede molta resistenza fisica e allenamento.

Lo sanno bene i diversi partecipanti che hanno aderito in massa, rendendo la gara ancora più avvincente. La prima parte di questa sorta di triathlon comprendeva la prova di nuoto per un percorso in mare di circa 3.86 km. La spiaggia di Cervia ha dato il via alla manifestazione sportiva con gli atleti che si sono tuffati in mare pieni di energia e voglia di arrivare per primi.

La seconda parte ha visto i partecipanti uscire dall’acqua per prendere la bicicletta e percorrere circa 180.26 km. Una corsa in bike tutt’altro che facile, che oltrepassava le colline romagnole, per giungere, dopo il parco naturale delle Saline, alla parte conclusiva dell’Ironman sul lungomare di Cervia.

L’ultima parte, di ben 42.195 km da fare correndo, prevedeva tre lunghi giri per tutto il tracciato predisposto fino all’arrivo al traguardo.

Nella categoria maschile il titolo di vincitore è stato conquistato da Andreas Dreitz, di origini tedesche, che ha totalizzato un tempo di 8h 3’ 26’’. Nella categoria femminile il traguardo è stato tagliato per prima da Lucy Gossaage, di origini britanniche, che ha fatto tutto il percorso in 9h 6’ 36’’.
Nessun azzurro è emerso tra i protagonisti di questo Ironman tutto italiano per la prima volta nel nostro paese con queste proporzioni. Ma data la grande partecipazione e il grande spettacolo, l’Italia non può che ritenersi soddisfatta per la riuscita dell’evento.

Durante la gara ci sono stati anche attimi di profonda commozione per la solidarietà e l’amicizia dimostrata dagli svizzeri Xavier Bruchez e Gaetan Daves. Il secondo, affetto da una forma di disabilità, è riuscito ugualmente a partecipare all’Ironman grazie all’amico.
Nella prima parte Gaetan è stato trasportato attraverso un gommone che Xavier ha trainato con la sua forza per tutto il tragitto in acqua. Successivamente era già stata predisposta una speciale bicicletta per farlo correre accanto all’amico. Infine la corsa verso il traguardo, dove in molti li aspettavano trepidanti nella speranza di vederli tagliare per primi il traguardo finale.

Ma i due atleti hanno vinto comunque: grandissimi e sinceri gli applausi che li hanno accolti alla fine della gara e, come dimostrazione della stima per questa incredibile prova contro ogni disabilità, hanno ricevuto uno speciale premio da parte del Sindaco Coffari.

In molti ricorderanno questo evento definito anche “Full Ironman” per la difficoltà della prova, per la durata del percorso e per la commozione che ha visti protagonisti i due atleti Xavier e Gaetan. Resterà infatti un evento che è riuscito ad unire sport, solidarietà, tenacia e tanta voglia di mettersi in gioco, anche andando oltre i propri limiti.