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Si è chiuso un libro, un ultimo capitolo nettamente diverso per le due squadre di Buenos Aires che, per  anni, hanno sognato una notte speciale come quella vissuta al Bernabeu.

A festeggiare la vittoria della Coppa Libertadores è il River Plate, per quello che è stato il Superclasico più combattuto e più discusso della storia del calcio argentino. Con dolore e tanti rimpianti, torna a casa il Boca Juniors.

Non sono bastati i 180 minuti regolamentari a decretare la squadra vincitrice. Si è arrivato ai tempi supplementari della gara di ritorno, decisa da due colombiani: per il Boca l’espulsione sciocca di Barrios e per il River la magica rete dell’es pescarese, Quintero.

Alla rete di Benedetto al 44esimo del primo tempo, ha risposto Lucas Pratto uno dei tanti ex della Serie A presenti (breve passato al Genoa).

L’ingresso di quello che poi sarà premiato come l’uomo partita della finale ha cambiato l’inerzia del match. Juan Ferdinando Quintero è stato l’assoluto protagonista del Superclasico di Libertadores. Il suo tiro infilatosi sotto l’incrocio alle spalle del portiere Xeneizes, Esteban Andrada, ha spianato la strada verso la quarta Copa per i Millionarios.

Classe 1993, quello che per tutti i tifosi del River sarà l’uomo da adorare, il colombiano Quintero ha trascorso tre anni in Europa tra Italia e Portogallo.

Il Pescara del patron Daniele Sebastiani preleva il diciannovenne Quinterito dall’Atletico Nacional de Medellin, città in cui il centrocampista è nato, nell’estate 2012, quella del ritorno in Serie A. Con gli abruzzesi debutta sin da subito e si dimostra all’altezza del campionato italiano. Nonostante le prestazioni della squadra biancazzurra non siano positive, il colombiano è uno dei pochi a farsi notare, tanto da attirare l’attenzione di importanti club.

La prima rete europea la segna il 23 settembre 2012 direttamente da punizione, nel match finito 1-1 contro il Bologna. I pescaresi retrocedano con diverse giornate d’anticipo e i lusitani del Porto fiutano l’affare acquistandolo per 5 milioni di euro più altri cinque di bonus.

Tra Porto e qualche altra squadra europea in prestito, ritorna in Sudamerica: al River in Argentina. I primi mesi non sono stati facili a causa di un fisico non proprio in forma. Tuttavia come spesso accade il finale è ben diverso e ora Quintero è l’eroe della Banda.

Se Quintero ha chiuso il match, un altro ex è stato colui che lo ha agguantato dopo il vantaggio del Boca. Lucas Pratto El Camello, anch’egli un breve passaggio in Europa e in Serie A. È il Genoa di Preziosi a farlo esordire in Italia. Tre reti con il grifone, due in Coppa Italia e uno in campionato, decisiva per la vittoria casalinga contro il Bologna.
Pratto è cresciuto nel Boca che però non ha creduto in lui. I Millionarios lo acquistano nel gennaio scorso per 11,5 milioni di euro dal San Paolo, diventando il calciatore più pagato della storia del River. Col senno di poi un ottimo acquisto.

Tra i debutti in Champions League di questa stagione, quello della Roma è sicuramente il più complicato.

Volare al Santiago Bernabeu di Madrid è sempre un’atmosfera affascinante ma anche difficile da tenere a bada, specie se si affronta l’ultima squadra vincitrice, capace di trionfare quattro volte nelle ultime cinque edizioni.

Ma la Roma lo sa e oramai è abituata a calcare certi tipi di palcoscenici, soprattutto dopo la bellissima annata la scorsa stagione, terminata in semifinale contro il Liverpool.

Lo sa Daniele De Rossi che, alla sua seconda stagione da capitano con 57 match in Champions League, guiderà il centrocampo giallorosso con accanto il fresco campione del mondo Steven Nzonzi e quasi sicuramente l’emergente Nicolò Zaniolo, alla prima in Europa.

Partire col piede giusto il girone  G in casa dei campioni aprirebbe uno scenario piacevole all’ambiente romanista. Il Real Madrid ha perso Cristiano Ronaldo, la stella più luminosa con la quale ha trionfato nelle ultime annate, ma è pur sempre la squadra da battere.
Il gallese Gareth Bale ha ribadito che ora come ora i Blancos siano ancora più forti di prima, nonostante l’assenza di CR7. Pare che il gruppo e lo spogliatoio sia più unito.

Quella di stasera sarà l’undicesimo confronto tra Real e Roma, tante quante tra i madrileni e la Juventus. Mister Eusebio Di Francesco è convinto che la sua Roma può fare bene nonostante le défaillance in Serie A.

Non abbiamo neanche iniziato la Champions e sento già parlare di entusiasmo decaduto, mi sembra quasi di vivere a Roma. È vero, però, che dobbiamo ritrovare la spensieratezza e contro il Real voglio rivedere la rabbia e il desiderio di far male agli avversari della passata stagione.

Il modulo scelto da Di Francesco è il 4-3-3 con Olsen tra i pali; Florenzi e Kolarov terzini, Manolas e Fazio centrali; De Rossi, Nzonzi e Zaniolo a centrocampo; tridente formato da El Shaarawy, Under e Dzeko.

 

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Esaltato dal match anche l’ex capitano giallorosso, Francesco Totti, che sicuramente incontrerà il presidente dei Galacticos, Florentino Perez, il quale ha più volte ribadito la stima nell’ex bandiera romanista, unico giocatore che gli abbia realmente detto di no a un trasferimento in Spagna.

Il triplice fischio dell’arbitro Coelho. Poi una sfrenata corsa ad abbracciare chi si ha accanto, in campo o sugli spalti. L’ultimo frame che abbiamo in mente è Dino Zoff che solleva in cielo la Coppa del Mondo. Nel cielo spagnolo, nel cielo di Madrid.
Il Santiago Bernabeu diventa l’altare della gloria azzurra: 11 luglio 1982. Rossi, Tardelli e Altobelli stendono la Germania Ovest nel 3-1 reso forse più beffardo e amaro per i teutonici per la rete di Breitner al minuto 83.

Contro la Spagna, nella partita decisiva nel girone G delle qualificazioni mondiali di cui fanno parte sia la Roja che gli azzurri, l’Italia torna nuovamente al Bernabeu 35 anni dopo l’ultima volta. Insomma l’accesso diretto al Mondiale di Russia, passa da Madrid, in una sera di fine estate. Estate che è la stagione più bella per il calcio nazionale.

Quella volta, sulla terra madrilena, c’era Zoff, Bergomi, Cabrini, Gentile, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Oriali, Graziani che si infortunò al settimo, e poi Altobelli e Causio. A guardarli e a dirigerli c’era Bearzot. Fu nel secondo tempo, dopo un’occasione sciupata da Cabrini nel primo tempo, che gli azzurri modellarono il loro trionfo: segnò Rossi di testa, poi Tardelli fece urlare la Penisola con una rete da cineteca. A “Spillo” Altobelli, la gioia del 3-0 per gentile concessione di uno straripante Conti. In tribuna, il presidente Pertini esultava come tutti i tifosi italiani.

Le Furire rosse, invece, non giocano una partita ufficiale nel tempio del Real Madrid dal 28 marzo 2009, quando incontrò la Turchia. La Nazionale italiana in realtà manca da Madrid da molto meno: il 5 marzo 2014, perse 1-0 l’amichevole contro la Spagna, ma si giocò allo stadio Vicente Calderon.

La Nazionale ha raggiunto nel tardo pomeriggio di ieri Madrid e gli Azzurri hanno effettuato il consueto walk around sul terreno di gioco del ‘Santiago Bernabeu’, che stasera (ore 20.45 – diretta su Rai 1) ospiterà la sfida tra Italia e Spagna valida per le qualificazioni 2018 ai Mondiali di Russia. Il match ha perso intanto uno dei suoi protagonisti: nella seduta di allenamento di ieri mattina a Coverciano, Giorgio Chiellini ha accusato un infortunio al polpaccio destro che lo costringerà a saltare l’incontro di stasera e quello di martedì con Israele.

“L’infortunio di Chiellini non ci voleva – esordisce in conferenza stampa da Madrid Giampiero Ventura – ma non cambia le decisioni che avevamo preso. Abbiamo perso un grande giocatore, dispiace non ci sia, ma possiamo fare una partita importante anche senza di lui”.

Dopo la sconfitta di un anno fa all’esordio nell’amichevole con la Francia, Ventura ha collezionato 9 risultati utili consecutivi (7 successi e due pareggi con Spagna e Germania) e spera questa sera di poter allungare la striscia positiva di 4 vittorie:

“Sono contento di potermi giocare questa partita – ribadisce il Ct – è eccitante potersi giocare una qualificazione da primi in classifica a pari punti. Sono convinto che ci siano i presupposti per fare qualcosa di sorprendente. E’ una partita importante, in uno stadio importante contro giocatori importanti. Questo vuol dire che occorre una prestazione importante. Ma in una partita di calcio c’è la possibilità di mettere in difficoltà qualsiasi squadra al mondo, è un match che ha una notevolissima importanza e giocheremo con la voglia di essere protagonisti”.

 

 

Sul fronte spagnolo c’è grande rispetto per gli Azzurri, come confermano le parole pronunciate in conferenza stampa dal Ct Julen Lopetegui “l’Italia è una grandissima squadra, per vincere serve la Spagna dei giorni migliori”, Andrés Iniesta “è sempre bello affrontare i migliori giocatori del mondo e provare a batterli” e Sergio Ramos, convinto che quella di stasera “sia una delle partite più belle che si possano vedere al mondo”. Pur senza annunciare né il modulo né la formazione che scenderà in campo, Ventura fa capire con il sorriso sulle labbra che l’Italia affronterà la partita senza paura: “Sono andato in campo e non ho trovato né coccodrilli né serpenti, il vero problema sono gli avversari, che sono di grande qualità”.

Come di consueto seduto accanto al Ct in conferenza stampa c’è Gigi Buffon:

“Al di là del modulo è importante l’equilibrio e la compattezza con cui affronteremo la gara e faremo le due fasi, di attacco e di difesa. In questa settimana abbiamo lavorato molto per cercare di mettere a frutto i dettami del mister e spero che domani riusciremo a trovare quella spregiudicatezza e quel coraggio necessari per mettere in pratica tutto quello che abbiamo provato e per fare una prestazione maiuscola”.

Il capitano azzurro è ottimista, convinto che l’Italia abbia le carte in regola per poter impensierire Iniesta e compagni:

“La nostra è una squadra giovane, azzerata dalla pressione di una gara così importante. Spero che questo clima ci accompagni domani in campo, ci servirà. Confido nel fatto che giocheremo una bella gara, in Spagna ho visto spesso sonore sconfitte, ma mi auguro che riusciremo a fare una partita da grande squadra. Uscire dal Bernabeu dopo una bella prova sarebbe un’iniezione di fiducia”.

Si giocherà allo stadio “Santiago Bernabeu” di Madrid (ore 20.45) la gara Spagna-Italia, in programma il 2 settembre e valida per le qualificazioni mondiali.

L’ultimo incontro giocato dalla Nazionale Italiana al “Bernabeu” risale all’11 luglio 1982: si tratta di Italia-Germania, finale del Campionato del Mondo di Spagna, gara vinta dagli Azzurri 3-1 che conquistano – con le reti di Paolo Rossi, Tardelli e Altobelli – il terzo dei quattro titoli mondiali.

L’Italia manca da Madrid dal 5 marzo 2014, quando giocò e perse 1-0 in amichevole con la Spagna allo stadio “Vicente Calderon”.