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Ole Gunnar Solskjaer sta volando con il suo Manchester United. In meno di un mese ha rivitalizzato la squadra dopo l’esonero di Mourinho. Sei vittorie su sei tra coppa e campionato, nessuno mai ci era riuscito prima nel club inglese. L’ultimo sigillo a Wembley contro il Tottenham. Gol di Rashford, assist di Pogba: due rinati sotto la cura del norvegese. Agganciato l’Arsenal al quinto posto a quota 41, i red devils puntano la zona Champions occupata dal Chelsea a 47. Eppure, il neo manager dello United non fa parlare di sé solo in campo.

Da qualche giorno Giuseppe Rossi si sta allenando con il Manchester. Un favore concessogli dal suo vecchio amico Ole Gunnar, compagno di squadra a Old Trafford tra il 2004 e il 2006. In quegli anni il giovane Pepito disputò due stagioni alla corte di Ferguson, mentre Solskjaer era nella fase finale della carriera. Rossi sarebbe esploso qualche anno dopo tra Parma e Villareal. In Emilia, in sei mesi da gennaio 2007, l’attaccante segna ben 9 gol in 19 partite. In Spagna la stagione migliore è nel 2010-2011: Rossi centra la porta 32 volte in 56 gare disputate.

I troppi infortuni hanno pesantemente condizionato la carriera del classe 1987. In tre anni alla Fiorentina, tra il 2013 e il 2016, gioca solo 42 partite segnando 19 reti. Bersagliato dai problemi fisici, tenta di riprendersi nuovamente in Spagna con Levante e Celta Vigo e poi al Genoa. In Liguria, la scorsa stagione, colleziona solo 10 gettoni segnando un gol. Viene anche trovato positivo dopo il match con il Benevento per un componente utilizzato nei colliri. Rossi viene tuttavia punito solo con una nota di biasimo.

Ora Pepito è svincolato e cerca una nuova risalita bussando alla porta dell’amico Solskjaer. Il tecnico del Manchester ha escluso che Rossi possa restare Oltremanica ma ha speso parole di elogio per l’attaccante italo americano:

No, non firmerà con noi. Non penso proprio. Si sta allenando bene con noi, lo vedo bello pimpante. Sta cercando una squadra che lo ingaggi, perciò rimarrà ancora ad allenarsi anche nella prossima settimana, finché qualche società non lo chiamerà. Ieri in allenamento ha segnato un gol fantastico. Sir Alex (Ferguson, ndr) mi ha chiesto: “Chi è quel ragazzo?”. Lo stiamo aiutando a rimettersi in forma prima del prossimo trasferimento. Se c’è qualche club che sta cercando rinforzi, gli consiglio di essere rapido

 

 

 

Anche da subentrante in panchina fa le cose per bene così come accadeva da giocatore. Ole Gunnar Solskjaer è il nuovo manager dal Manchester United dal 19 dicembre al posto di José Mourinho. Finora in Premier League l’ex attaccante norvegese ha saputo solo vincere. Quattro partite, quattro vittorie: 14 gol fatti, 3 reti subite. Una posizione di classifica sensibilmente migliorata nei distacchi rispetto allo Special One. Sesto posto, ma a sola 3 e 6 lunghezze di distanza da Arsenal e Chelsea che precedono i Red devils. E una serie di giocatori rivitalizzati, a partire da Pogba.


L’obiettivo per Solskjaer è continuare questa striscia positiva anche in FA Cup. Oltremanica il calcio non si ferma mai e oggi è in programma il terzo turno di Coppa d’Inghilterra. All’Old Trafford arriva il Reading, formazione che milita in Championship. Le quattro vittorie consecutive nell’era Solskjaer costituiscono un record prestigioso. Era dai tempi di Sir Matt Busby nel 1946 che il club non raggiungeva un filotto di vittorie simile. Prima di una piccola pausa, il Manchester vuole fare strada in Coppa. Poi si volerà a Dubai, in quello che tutto sembra tranne che un ritiro. La Premier ripartirà il 12 gennaio, il giorno dopo lo United sarà impegnato a Londra con il Tottenham. Solskjaer preparerà la partita nel lussuoso resort “One & Only Royal Mirage Arabian Court” di Dubai, votato tra i migliori 25 alberghi degli Emirati Arabi Uniti.


Lì Pogba e compagni potranno rinvigorire l’amalgama di gruppo persa con Mourinho. L’arrivo di Solskjaer ha fatto bene a diversi campioni che sembravano dispersi. Pogba, ad esempio. Dalle voci su una probabile cessione a 4 reti e 3 assist in tre partite. Poi Rashford (3 gol e 1 assist), Lingaard (2 gol e 1 assist), Martial (1 gol e 1 assist) e Sanchez (1 assist).


Tutto merito del norvegese, abile da subentrante anche quando segnava gol decisivi nel Manchester di Ferguson. Chiedere per informazioni al Bayern Monaco nell’incredibile finale di Champions di vent’anni fa a Barcellona. L’unico problema per giocatori e addetti ai lavori sembra essere solo uno: ma come si pronuncia davvero Solskjaer? La risposta arriva direttamente dall’interessato.