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Nel corso della sua lunga e gloriosa storia, la Juventus ha disputato innumerevoli partite memorabili. La Vecchia Signora ha riempito i libri di storia con una serie di risultati partite Serie A che hanno impressionato fan e avversari in tutto il mondo, così come incredibili prestazioni nei palcoscenici europei più importanti che l’hanno consacrata come una delle più forti della storia. Nelle prossime righe, ci tufferemo in quattro dei migliori match che la Juventus ha mai disputato, esplorando come questi momenti storici abbiano plasmato il prestigio del club bianconero.

Juventus – Inter 9-1, Serie A, 1961

Una delle più memorabili partite nella storia della Juventus è sicuramente la vittoria per 9-1 contro l’Inter nel 1961. Si tratta di una partita entrata negli annali del calcio, non solo per il risultato, ma per come si è arrivati a tale partita. Infatti, a causa di motivi di ordine pubblico la partita fu sospesa una prima volta, con assegnazione a tavolino la vittoria dei nerazzurri. All’epoca l’Inter si avvicinò allo Scudetto terribilmente, ma la Juventus riuscì a ottenere il ricorso e vincerlo, facendo disputare la sfida a fine campionato. Angelo Moratti, presidente della squadra lombarda, infuriato, decise di far scendere la primavera contro i campioni bianconeri. Inutile dire che la Vecchia signore vinse per 9-1, con Omar Sívori che segnò ben 6 goal. Questa vittoria è ancora oggi ricordata come una delle più grandi mai registrate nella Serie A, ma anche una delle più contese nella storia.

Juventus – Real Madrid 3-1, UEFA Champions League Semi-Final, 2003

Nella semifinale di ritorno della UEFA Champions League del 2003, la Juventus si trovò di fronte il Real Madrid, un gigante del calcio mondiale. Nonostante l’andata fosse terminata 2-1 per il Real, la Juventus riuscì a ribaltare, a Torino, il risultato grazie a una memorabile prestazione di David Trezeguet, Alessandro Del Piero e Pavel Nedvěd. Quella partita venne definita “La partita perfetta”, dove la compagine bianconera riuscì ad annientare i Blancos, grazie anche a Gianluigi Buffon che parò il rigore a Raul. La partita finì 3-1 a favore della Juventus, che avanzò in finale grazie alla regola dei gol fuori casa.

Udinese – Juventus 0-2, Serie A, 2002

Il 5 maggio 2002 è una data indelebile nella storia della Juventus. In quella giornata, la Vecchia Signora, guidata da Marcello Lippi, era a Udine per l’ultima partita della stagione di Serie A. La Juventus era a pari punti con l’Inter, ma grazie alla differenza reti era in svantaggio: per vincere lo Scudetto, doveva sperare in un passo falso dell’Inter e, nel contempo, battere l’Udinese. E così accadde: l’Inter perse a Lazio, mentre la Juventus riuscì a vincere per 2-0 grazie ai gol di David Trezeguet e Alessandro Del Piero. Quella vittoria permette alla Juventus di superare l’Inter e conquistare un incredibile Scudetto, rimasto famoso come “lo Scudetto del 5 maggio”.

Juventus – Ajax 1-1, UEFA Champions League Finale, 1996

Un altro match storico nella cronaca bianconera è sicuramente la finale della UEFA Champions League del 1996, in cui la Juventus ha affrontato l’Ajax. Dopo un match molto equilibrato, terminato 1-1 dopo i tempi supplementari, con un gol di Fabrizio Ravanelli per la Juventus e uno di Jari Litmanen per l’Ajax, la partita si è decisa ai calci di rigore. In questa lotteria dei tiri dal dischetto, è stata la Juventus a trionfare, grazie a un memorabile rigore parato dal portiere Angelo Peruzzi. Quel 4-2 finale ai rigori ha consegnato alla Juventus il suo secondo titolo della UEFA Champions League.

Era il primo giorno di novembre del 1946, quando a Toronto si giocava la prima partita ufficiale di basket NBA, in una gara storica fra New York Knicks e Huskies, dove a trionfare furono i newyorkesi.

Se allora erano soltanto 7000 gli spettatori, oggi sono centinaia di milioni le persone che nel mondo seguono il basket. Ecco alcune curiosità sui migliori giocatori NBA.

Il Signor 23, il re del basket Michael Jordan

Il più grande giocatore di tutti i tempi è Michael Jordan. Come riportato sul sito ufficiale della NBA: è il migliore giocatore per acclamazione. Tuttavia, anche a livello statistico il numero 23 possiede la media realizzativa più alta nella storia del basket: ben 30,12 punti a partita. Un altro record di questo campione, riguarda i punti realizzati in una partita dei playoff, stiamo parlando del match Bulls – Celtics del 20 aprile 1986, in cui Jordan segnò ben 63 punti.

Wilt Chamberlain: l’uomo dei record

Questo giocatore di basket è l’uomo dei record, le sue statistiche sono sorprendenti anche se si tratta di un’altra era del basket, tuttavia, sono ancora attuali e ancora nessuno è riuscito a spodestarlo. Nel 1962 segnò 100 punti in una sola partita, stiamo parlando di Philadelphia Warriors contro New York Knicks. Sempre in questo match, Chamberlain stabilì un altro record, ossia 59 punti segnati soltanto in un tempo, per un totale di 22 canestri (altro record). In quella partita tentò 63 tiri. Il 24 novembre del 1960, Chamberlain stabilì il record di rimbalzi in una sola partita: 55.

Kareem Abdul Jabbar

Ecco il giocatore che ha segnato più punti in assoluto, e sono ben 38387. Stiamo parlando di Kareem Abdul Jabbar, che dal 1969 fino al 1989, ha dominato l’NBA con le sue prodezze. Ancora oggi questo record rimane in cima alla classifica, ma stacca di poco James LeBron che è a quota 38271. Kareem è un campione anche nella vita, infatti, si è sempre prodigato per aiutare il prossimo e donare i suoi trofei più ambiti in beneficenza.

James LeBron

La domanda è sulla bocca di tutti gli appassionati di basket: è lui o non è lui il prescelto per diventare il miglior giocatore di basket di tutti i tempi? Oltre a essere vicino a ottenere il record di più punti segnati in NBA, LBJ vanta tantissimi primati e ha iniziato la sua carriera a 13 anni, quando a scuola, già si divertiva a schiacciare con due mani.

 

Magic Johnson

Questo giocatore ha vinto ben 5 titoli con i Los Angeles Lakers, è stato eletto tre volte il miglior cestista dell’NBA e anche migliore giocatore nelle finali di lega, non serve aggiungere altro. Anche se si è ritirato dal mondo del basket a soli 32 anni per problemi di salute, Earvin Johnson rimane uno dei giocatori più completi, capace di mettere insieme strategia, tenacia e tattica, in una visione totale di tutto ciò che accade nel campo.

La scelta della squadra del cuore: un momento da non sottovalutare

La scelta della squadra del cuore, nonostante venga presa spesso in tenera età, è una delle decisioni più importanti da prendere nella vita di un bambino. La scelta della squadra per cui si fa il tifo, infatti, ha sempre delle conseguenze di tipo sociale e a volte anche psicologico. Basti pensare ad un figlio che sceglie di tifare una squadra diversa, o addirittura rivale, di quella del proprio padre. Per esempio, non deve essere facile essere laziali e allo stesso tempo avere un padre romanista, o viceversa.

Inoltre, tifare una squadra, piuttosto che un’altra, spesso significa anche scegliere quali amici frequentare e quali no. Infine, condividere la passione per uno stesso club, comporta inevitabilmente, l’abbracciare insieme gioie e dolori in modo incondizionato.

Quelli che la squadra del cuore la ereditano

Quando si ha un genitore veramente tifoso, è difficile pensare ad una libera scelta in merito alla squadra del cuore. Infatti, non si può negare che spesso, questo genere di papà, cerchi in tutti modi di condizionare la scelta del proprio figlio. Se su altri temi vince la libertà, quando si parla di fede calcistica, la situazione si capovolge letteralmente.

All’improvviso, il figliolo viene trasformato in una vera e propria mascotte che inizia a ricevere, nella più totale inconsapevolezza, una ricca collezione di peluche, magliette e gadget, tutti con i colori rappresentativi della squadra del cuore del papà. Una quantità immane di regali, fatti per scongiurare il rischio che il proprio figlio possa tifare un’altra squadra. Non sia mai! Tuttavia, il tifo ereditato in questa modalità, spesso non si evolve in una passione vorace, quanto piuttosto in una simpatia più o meno superficiale.

La fede calcistica più vera invece, nasce sempre da qualcosa di molto più profondo, solitamente un’esperienza dalle sensazioni magiche, vissuta col proprio papà o col proprio nonno. L’emozione che prova un bambino quando, per la prima volta allo stadio, ammira e ascolta un gruppo di tifosi che cantano, gioiscono e soffrono all’unisono per una stessa causa, è indescrivibile. É un qualcosa che smuove le viscere, è il primo amore che non si scorda mai e che verrà tramandato di generazione in generazione. Una fede che passa di padre in figlio e che non ammette tradimenti. Ne è un esempio, quello dell’instancabile sostenitore dell’Atletico Madrid, il quale porta avanti la passione per i colchoneros, prima di suo nonno e poi di suo padre.  Il tifoso ha recentemente ricevuto la sorpresa dei giocatori dell’Atletico Madrid, i quali hanno deciso di premiare la fedeltà della famiglia di José Antonio con un regalo speciale.

Quelli che la squadra del cuore la scelgono

Anche se sono in molti a credere che la fede calcistica, o la si riconosce immediatamente oppure non la si potrà mai avere, in realtà alcune persone scelgono volontariamente la squadra da tifare, sia da bambini che in età adulta. Inoltre, come in ogni storia d’amore, la scelta può essere sia istintiva che razionale. Infatti, se qualcuno riesce ad amare senza avere un vero e proprio perché, qualcun altro lo fa quando riesce a identificarsi con i valori e la storia di quel determinato club.

In ogni caso, non importa che il tifo sia ereditario o meno, quel che conta davvero, è che la passione sia, come in un vero matrimonio, fedele per sempre, nella gioia e nel dolore. Un vero tifoso non abbandona mai la propria squadra, anche quando non ama il presidente, i giocatori o l’allenatore. Un vero tifoso, onora la maglia, con i suoi colori e il suo stemma, incondizionatamente, perché gli uomini passano, ma la squadra rimane!

Un esempio di vero tifo è stato quello dello scrittore Nick Hornby che, nel capolavoro “Febbre a 90”, ha raccontato la sua sfegatata passione per l’Arsenal e tutte le conseguenti vicissitudini, compresi i grandi eventi familiari saltati per poter essere sempre presente allo stadio a fianco dei suoi beniamini.

“Mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente, senza pensare al dolore o allo sconvolgimento che avrebbe portato con sé.” Nick Hornby

Quelli che non hanno una squadra del cuore

Quelli che non hanno una squadra del cuore da supportare, come il tifoso dell’Atletico Madrid ringraziato recentemente da Griezmann, Lemar e Kondogbia, possono scegliere altre soluzioni per provare più o meno gli stessi brividi.

Tranquilli, non stiamo parlando di fare i finti tifosi, come quelli sospettati ai Mondiali in Qatar, ma di altre strategie, come ad esempio tifare per la squadra sorpresa dell’anno.

Certo, è un modo di tifare un po ‘ riduttivo, ma è pur sempre un tifare anche questo!

Non manca molto ormai alla partenza dei Mondiali 2022, che prenderanno il via il 20 novembre con la sfida fra la nazionale ospitante, il Qatar, e l’Ecuador. Si tratterà di una Coppa del Mondo decisamente inusuale perché si disputa in mezzo alla stagione e obbliga l’interruzione dei campionati, il che lascia spazio a moltissime incognite sullo sviluppo della competizione e su chi potrà avere la meglio.

Partiamo dall’Inghilterra. La selezione dei Tre Leoni arriva da vicecampione d’Europa e sicuramente sarà tra le protagoniste della rassegna iridata. Gli uomini di Southgate sono nel Girone B, decisamente alla loro portata, e faranno il loro esordio contro l’Iran. Gli inglesi non hanno mai affrontato questo avversario in passato, che però non dà l’idea di poter creare problemi. I trascinatori saranno gli stessi dell’Europeo giocato in casa, da Harry Kane a Raheem Sterling.

Parte con qualche incognita a livello di uomini l’Argentina, che deve far fronte a diversi infortuni, l’ultimo quello di Lo Celso. L’Albiceleste rimane una delle favoritissime, con Leo Messi che al suo ultimo Mondiale vorrà certamente lasciare il segno. Il ct Scaloni sta attendendo per stilare la lista dei convocati perché vuole capire se tutti sono al meglio per poter dare il loro apporto, e tra questi c’è anche lo juventino Angel Di Maria. L’Argentina comincia con un avversario abbordabile, l’Arabia Saudita, all’interno del gruppo C con Polonia e Messico.

Passiamo quindi alla Francia, altra super favorita per questo Mondiale in Qatar. I Blues arrivano da campioni in carica e hanno a disposizione un Kylian Mbappé ancora più maturo e inarrestabile. L’intera rosa del ct Deschamps sembra una spanna sopra tutte le altre ed è d’obbligo pensare che possa arrivare in fondo. La Francia è inserita nel girone D con Danimarca, Tunisia e Australia e farà l’esordio proprio contro quest’ultima, avversario contro cui non ha mai perso.

La favorita per eccellenza secondo i bookmaker è però il Brasile di Tite. Il commissario tecnico della Seleçao ha già fatto le sue scelte e si è affidato alla qualità del solito Neymar e di Vinicius Jr. In difesa invece c’è il blocco Juve con Bremer, Danilo e Alex Sandro, anche se i titolarissimi al centro del reparto arretrato saranno Marquinhos e Thiago Silva. Il girone dei verdeoro non è affatto semplice ed è molto simile a quello che era capitato loro nel 2018 in Russia: l’esordio è contro la temibile Serbia di Vlahovic e Milinkovic-Savic, e ci saranno anche Camerun e Svizzera.

Neanche il raggruppamento della Spagna è dei più semplici. La selezione di Luis Enrique inizia contro la Costa Rica, che spesso si è rivelata una sorpresa in questa manifestazione. Due vittorie nei tre precedenti da parte della Roja contro questo avversario. Inoltre c’è da considerare la Germania, che renderà la vita molto dura alle Furie Rosse nella corsa al primo posto del girone. La quarta squadra invece è il Giappone.

Se da una parte Inghilterra, Argentina e Francia potranno cominciare il loro Mondiale con un po’ più di tranquillità, Brasile, Spagna e Germania sono chiamate a grandi prestazioni già dall’inizio per dimostrare al mondo intero se sarà una di loro la squadra da battere. Il torneo organizzato dalla FIFA è ormai alle porte e presto scopriremo presto chi sarà il prossimo campione del mondo!

 

I Mondiali di Qatar 2022 sono ormai alle porte e gli appassionati di calcio si stanno preparando giorno dopo giorno per vivere al meglio le emozioni della competizione calcistica più importante. C’è chi già si sta dedicando a pianificare le giornate di lavoro in base agli orari delle partite più interessanti e chi invece sceglie di ripercorrere, sin dalle settimane precedenti la gara d’apertura, la storia del torneo attraverso filmati e documentari: insomma, ce n’è per tutti i gusti ma tra le attività più interessanti da fare in questo frangente, è impossibile non citare i videogame, magari quelli vintage da ripescare nell’immenso archivio web.

 

Videogiochi vintage, come giocarci online

Prima di addentrarsi nei titoli calcistici più interessanti degli scorsi decenni, è interessante fermarsi a osservare il fenomeno del “retrogaming”, ossia la ritrovata passione dei gamer per i videogiochi del passato. Particolarmente in voga tra gli over 30, che hanno vissuto l’epoca dei primi PC e delle prime console di gioco, il retrogaming ha riportato in auge titoli quasi dimenticati rendendoli nuovamente disponibili attraverso software di emulazione e siti web specializzati.

In questo grande contenitore rientrano videogame di vario genere, che spaziano dai classici platform game come Super Mario fino ai giochi da tavolo stile Monopoly, senza dimenticare però i passatempi tipici delle sale casinò, che hanno dato vita a un vero e proprio genere a se stante in grado di generare fatturati anno dopo anno sempre più alti.

Pur sfruttando le più moderne tecnologie, queste piattaforme permettono oggi agli appassionati di accedere ad alcuni degli svaghi più amati di tutti i tempi.

Accanto ai generi citati, non potevano ovviamente mancare i videogiochi sportivi e, in particolare, quelli di calcio, che da sempre rappresentano una delle categorie più amate in assoluto. Ecco dunque quelli da recuperare assolutamente per entrare nell’atmosfera mondiale con un occhio anche al passato.

 

FIFA: Road to World Cup 98

 FIFA: Road to World Cup 98 è forse il videogioco per eccellenza quando si parla di mondiali di calcio: quinto capitolo della serie prodotta da Electronic Arts, il gioco si basa infatti prevalentemente sulla competizione che proprio in quell’anno si sarebbe svolta in Francia, con protagonisti incredibili campioni come Ronaldo, Zinedine Zidane e Paolo Maldini.

Su FIFA ’98 è possibile guidare una nazionale a scelta partendo dai gironi di qualificazione fino ad arrivare per l’appunto ai campionati mondiali, ma anche optare per uno dei 189 club partecipanti agli undici campionati nazionali disponibili. Epico in quanto a giocabilità (si tratta del secondo gioco 3D realizzato per console a 32 bit), ma anche per la colonna sonora (chi non ricorda Song 2 dei Blur in apertura?), questo è certamente il primo titolo da prendere in considerazione per fare un tuffo alle porte degli anni 2000.

 

Sensible Soccer

Altra serie di videogame calcistici che ha fatto la storia soprattutto negli anni ’90, Sensible Soccer è uno dei brand più iconici dell’epoca. Caratterizzato da una visuale del campo di gioco dall’alto e da numerose opzioni di personalizzazione di club e nazionali, Sensible Soccer è stato anche uno dei primi titoli a introdurre la possibilità di effettuare operazioni di calciomercato nella modalità Carriera.

La possibilità di rigiocarci a distanza di oltre 25 anni, magari organizzando una coppa del mondo con i grandi campioni dell’epoca, non è affatto da sottovalutare!

 

Championship Manager ’97/’98

Se si parla di retrogaming a sfondo calcistico, impossibile non chiudere questo articolo con Championship Manager ’97/’98, il gioco che ha portato un’intera generazione di giovani a soffrire ed esultare come veri allenatori in panchina. Trattandosi di un videogioco di tipo manageriale, Championship Manager – sia in questa versione che nelle successive – si basa soprattutto sulle competizioni per club ma non esclude la possibilità di essere chiamati per allenare una nazionale.

Per chi ama il calcio dentro e fuori dal campo, l’opzione più completa in assoluto per vivere le emozioni più genuine di questo sport ripescando, al contempo, i fuoriclasse più famosi come Totti e Cannavaro quando ancora erano dei ragazzini agli esordi in serie A.

L’Italia sarà la grande assente, mentre la Francia campione in carica difenderà il titolo di Russia 2018 nella prima edizione invernale della storia dei Mondiali. Un avvicinamento accompagnato dalle polemiche sulle condizioni lavorative nei cantieri per la costruzione dei nuovi stadi (saranno 8 quelli dedicati a Qatar 2022) e dalla cocente delusione azzurra, per l’eliminazione a sorpresa nello scontro diretto contro la Macedonia, per la seconda edizione consecutiva.

Saranno 32 le squadre a contendersi il titolo (per l’ultima volta), con i Galletti a essere i principali favoriti per il bis mondiale. Molto probabilmente sarà l’ultimo appuntamento di Deschamps (in carica dal 2012), prima di cedere il testimone a Zidane in panchina. I Bleus dovranno fare a meno di Kanté, infortunato, ma contano di recuperare Pogba, che proprio in queste settimane tornerà ad allenarsi in gruppo con la Juventus, dopo l’operazione al menisco.

In Francia tiene sempre banco il caso Mbappé (28 reti in 59 match giocati), deciso ad abbandonare il Psg già a gennaio, dopo le promesse non mantenute a fine estate da Al-Khelaifi in sede di rinnovo. Attaccante parigino a parte, a livello di qualità e profondità la rosa francese è in assoluto tra le migliori, in un gruppo assolutamente alla portata, con Danimarca, Tunisia e Australia. Deschamps potrà contare anche sul neo Pallone d’Oro Karim Benzema: il bomber che ha risolto l’ultimo “clasico” con il Barcellona è prontissimo al debutto in Qatar il prossimo 22 novembre contro l’Australia.

Mbappé lascia il rigore a Messi

In Sud America, invece, sono convinti che potrà essere il Mondiale di Brasile o Argentina, due big che puntano in alto. I verdeoro guidati da Tite (in panchina dal 2016) hanno vinto il girone di qualificazione sudamericano e si giocheranno il primo posto del gruppo con la Serbia, gara d’esordio del 24 novembre, ma occhio anche a Svizzera e Camerun. Il Brasile è la squadra più titolata al mondo (unica pentacampione, ma l’ultimo titolo risale a 20 anni fa, nel 2002) e con più storia e tradizione, oltre che una rosa di livello assoluto. La stella sarà Neymar, fuori dalla short list dei 30 nomi per il Pallone d’Oro, ma imprescindibile per Tite con ben 74 reti in 120 partite in nazionale. Il firmamento verdeoro è composto anche da Gabriel Jesus, Alisson, Casemiro e Thiago Silva, mentre Richarlison è in forte dubbio per infortunio.

Mondiale

Non sarà l’ultimo Mondiale per Neymar, a differenza di Messi, deciso a lasciare il segno in Qatar con la sua nazionale argentina. La Coppa del Mondo è l’unico titolo che manca alla straordinaria carriera di Leo (90 reti in 164 partite), appena due i Mondiali vinti dall’Albiceleste nella sua storia. Scaloni se la vedrà con Polonia, Messico ed Arabia Saudita, il debutto è previsto contro l’Arabia Saudita il prossimo 22 novembre.

Se torniamo in Europa, mai sottovalutare la Spagna in competizioni internazionali, anche se in questo momento non sembra l’Armata Invincibile di qualche anno fa. Un solo titolo mondiale nella storia della Roja, mentre l’anno scorso è stata eliminata in semifinale agli Europei per mano dell’Italia. Luis Enrique dovrà trovare la giusta sintonia tra i giovani Pedri e Gavi e l’esperienza di Carvajal e Busquets. L’Inghilterra invece ha sfiorato l’ultimo Europeo in finale proprio contro l’Italia, e si candida tra le outsider per Qatar 2022, in seconda fila. Sarebbe lo storico bis del successo (l’unico nella storia inglese) del 1966: toccherà a Kane trascinare il gruppo verso la finale, ma l’Inghilterra ha giovani talenti che possono trascinarla fino alla finale, come Foden, Grealish e Bellingham. Riusciranno a sopportare il peso di un evento tanto importante?

L’Udinese ha cominciato con il piede giusto la stagione 2022/2023 di Serie A regalando ai propri tifosi un’eccezionale serie di vittorie schiaccianti, fuori e dentro casa. La squadra, infatti, al momento ha raggiunto il terzo posto in classifica e ha la possibilità di lanciare il guanto di sfida alle squadre più valenti della serie A. Cos’altro possiamo aspettarci dall’Udinese di quest’anno?

Uno straordinario inizio

Non ci sono dubbi. Dopo un calciomercato estivo ricco di emozioni e colpi di scena, l’Udinese ha iniziato con il piede giusto la nuova stagione di Serie A. Dapprima la vittoria contro la Fiorentina, poi la fantastica goleada contro la Roma, sconfitta per 4 reti a 0, e ancora la conquista dei 3 punti durante il match contro il Sassuolo dello scorso 11 settembre.

La squadra sembra esser stata pervasa da un’insaziabile sete di vittoria, oltre che dalla fortunatissima chimica tra i giocatori che compongono la nuova squadra.

Non a caso Andrea Sottil è stato nominato miglior allenatore del mese di settembre dalla Lega Serie A, il quale ha ricevuto un prestigioso premio per l’ottimo lavoro svolto e per i notevoli risultati raggiunti. Mentre ci godiamo la ventata dei successi dei bianconeri, tuttavia, ci chiediamo: quanto a lungo riuscirà l’Udinese a garantire gli ottimi risultati finora raggiunti?

L’obiettivo di tornare in Europa

Il dirigente sportivo dell’Udinese Giampaolo Pozzo parla chiaro: l’obiettivo dell’Udinese è quello di ritornare a giocare tra i grandi club europei. Era da tempo che l’imprenditore invocava un salto di qualità da parte della squadra, con il grande desiderio di vedere l’Udinese tornare nuovamente sul lato sinistro della classifica.

Ora che, effettivamente, i bianconeri sono terzi in classifica, ad un solo punto di distanza dalla capolista, è necessario alzare leggermente l’asticella. Per mantenere l’alta posizione in classifica, occorre che i giocatori non perdano la forza d’animo manifestata fino ad adesso e continuino ad avere ben nitida la visione verso gli obiettivi che devono essere raggiunti.

Udinese in Champions League?

Le premesse ci sono tutte, ma il campionato è appena iniziato. In questa fase di stagione l’Udinese ha fatto valere la bravura dei propri giocatori e la capacità di gestire il gioco, sia in attacco che in difesa. Tuttavia, essere circondata dalle big del campionato richiede che la guardia non venga mai abbassata, mantenendo alta la concentrazione e il morale del team.
Siamo certi che questa stagione di Serie A, ad ogni modo, ci regalerà emozioni indescrivibili.

Riguardo alla 22sima edizione del mondiale di calcio ce ne sono di cose da dire

Come oramai tutti gli appassionati di pallone sapranno, il 20 novembre avrà inizio Qatar 2022, la 22esima edizione del mondiale di calcio che si terrà per la prima volta durante il periodo invernale. Questo torneo, che si concluderà il 18 dicembre dopo 4 settimane di gare, rappresenta un unicum nella storia di uno degli sport più seguiti in assoluto, perché non era mai successo che un mondiale non venisse disputato in estate. E non era mai successo che a ospitarlo fosse un paese del Medio Oriente, il Qatar appunto. Come si intuisce da queste prime righe, le curiosità che riguardano la manifestazione più sentita del momento non mancano di certo. Oltre a quelle sopra accennate, va subito ricordato come Qatar 2022 sia l’ultima occasione per i tifosi per vedere in campo 32 Nazionali contemporaneamente: dal 2026, infatti, tutto cambierà perché il totale ammonterà a 48. Da italiani ci auguriamo che tra 4 anni tra le future partecipanti ci siano anche gli Azzurri che, dopo l’eliminazione ai play-off per mano della Svezia il 13 novembre 2017, tra pochi mesi saranno costretti ancora una volta a guardare gli altri giocare, avendo perso il playoff del 24 marzo contro la Macedonia del Nord.

Da Iran vs Stati Uniti 24 anni dopo alla seconda partecipazione del Canada

Tra le curiosità relative a Qatar 2022 c’è il fatto che dopo 24 anni dall’ultimo confronto, avvenuto ai tempi di Francia ’98, finalmente Iran e Stati Uniti si rincontreranno. Queste due Nazionali, sebbene non siano favorite per la vittoria finale, sono comunque due realtà interessanti; in particolare gli Stati Uniti dispongono di una rosa di discreta qualità, all’interno della quale militano “gli europei” Gianluca Busio, centrocampista del Venezia, e Giovanni Reyna, centrocampista del Borussia Dortmund. Il fatto poi che la formazione a stelle e strisce da tempo stia lavorando per fare del gruppo il suo punto di forza, ottimizzando, durante ogni allenamento, la concentrazione per migliorare sul campo da gioco le performance complessive di squadra è un plus non da poco. Interessante è poi il fatto che Belgio e Croazia, entrambe iscritte nel Gruppo F, non si siano mai incontrate né durante un mondiale né durante un europeo. Una chicca: la Francia che giocherà nel suo girone contro la Danimarca non può che essere contenta per questo accoppiamento. Perché? Perché quando incontra nella prima fase la Nazionale oggi allenata da Kasper Hjulmand quasi sempre vince un torneo (2 europei, quelli del 1984 e del 2000, e 2 mondiali, quelli del 1998 e del 2018). L’unica eccezione è stata nel 2002. C’è poi una stranezza che ha a che fare con l’Arabia Saudita: la formazione in maglia verde, che se la vedrà con Argentina, Messico e Polonia, ancora una volta incontrerà 3 Nazionali contro cui non ha mai giocato prima durante un mondiale. È la 19a volta che succede. E dopo una stranezza, ecco un’altra curiosità che stavolta interessa l’Uruguay, che nel Gruppo H incontrerà le ultime 3 squadre che ha superato nel corso di precedenti turni a eliminazione diretta, ossia Portogallo, nel 2018, Corea del Sud e Ghana nel 2010. Infine c’è da sottolineare come per il Qatar sia la prima volta in assoluto in un mondiale, la seconda invece per il Canada, che nel lontano 1986 venne eliminato al primo turno. In quell’occasione uscì sconfitto contro l’Unione Sovietica, per 2 a 0, l’Ungheria, sempre per 2 a 0, e la Francia, per 1 a 0.

E per quanto riguarda invece le favorite Brasile, Francia e Inghilterra?

Non potevamo concludere l’articolo senza dire qualcosa di curioso che ha a che fare con le favorite per la vittoria finale. Per esempio sul Brasile 5 volte campione del mondo che attende da 20 anni di vincere il suo 6° titolo, oppure sulla Francia che nel 2018 ha conquistato il suo secondo mondiale dopo 20 anni di attesa. A quanto pare il 20 non è numero qualsiasi quando si disputa questo torneo. L’Inghilterra, invece, sfiderà per la prima volta in assoluto l’Iran, contro cui giocherà alla prima giornata, il giorno dopo l’inaugurazione del 20 novembre che vedrà di fronte Qatar ed Ecuador.

Dopo ben 24 anni l’Italia della pallavolo maschile torna sul tetto del mondo

La giovane Nazionale di Ferdinando De Giorgi scrive una pagina importantissima della già gloriosa storia della pallavolo italiana battendo 3-1 (22-25, 25-21, 25-18, 25-20) la Polonia alla Spodek Arena laureandosi così campione del Mondo a 24 anni di distanza dall’ultima medaglia d’oro vinta in Giappone.

Per gli azzurri si tratta del quarto titolo iridato dopo quelli ottenuti nel ’90, ’94 e ’98 e diventando così l’unica squadra dopo l’URSS (a quota 6 tra il ’49 e l’82) a raggiungere tale traguardo.

TABELLINO: POLONIA – ITALIA 1-3 (25-22, 21-25, 18-25, 20-25)

ITALIA: Giannelli 8, Michieletto 13, Anzani 8, Romanò 13, Lavia 21, Galassi, Balaso (L). Sbertoli, Russo 4. N.e: Recine, Bottolo, Pinali, Scanferla (L), Mosca. All. De Giorgi
POLONIA: Semeniuk 11, Bieniek 10, Janusz 1, Skiwka 12, Kochanowski 6, Kurek 8, Zatorski (L). Kaczmarek 7, Lomacz, Fornal 5, Kwolek. N.e. Klos, Poreba, Popiwczak (L). All. Grbic
Arbitri: Mokry (SVK) e Simonovic (Sui).
Durata set: 29′, 31′, 27′, 27′.
Spettatori: 11500.
Italia: 4 a, 18 bs, 10 mv, 22 et.
Polonia: 5 a, 15 bs, 5 mv, 30 et.

 

Primo set iniziato con gli azzurri bravi a contenere a muro gli attacchi dei polacchi e con Giannelli come sempre abile a sfruttare la buona vena di Lavia in attacco. Ciò che ne è derivato è stato un inizio gara equilibrato con le due squadre a contatto (18-15 per l’Italia) e con i ragazzi di De Giorgi molto efficaci in fase difensiva. Con il passare dei minuti Grbic ha poi inserito Kaczmarek al posto di Kurek, ma Giannelli e compagni hanno continuato a giocare davvero una buona pallavolo continuando ad amministrare un minimo vantaggio (21-17) successivamente recuperato dagli uomini di Grbic (21-21) che nel frattempo aveva cambiato anche il palleggiatore inserendo Lomacz. Il finale si è fatto vibrante con il pubblico di casa che ha continuato a far sentire la sua pressione e con i ragazzi di De Giorgi che nel frattempo hanno fatto molta fatica in attacco (solo 28%) proprio nella fase clou; gli uomini usciti dalla panchina polacca sono risultati determinanti e un muro su attacco di Romanò ha chiuso il primo set sul 25-22 per i padroni di casa.

I polacchi, sulle ali dell’entusiasmo sono andati subito sul 3-1, ma con il passare dei minuti gli azzurri si sono rifatti sotto agguantando la parità sul 7-7. Il match è proseguito a strappi con i padroni di casa che hanno tentato più di una volta di allungare ma con gli azzurri che hanno retto l’urto della forza offensiva polacca con una serie di muri; allo stesso modo però la fase offensiva dei laterali italiani ha continuato a essere deficitaria, ma nonostante questo l’orgoglio e il capitano hanno tenuto a galla i ragazzi di De Giorgi (18-18, 20-20). Nel finale tanto coraggio per gli azzurri che nel momento clou si sono portati avanti di 3 lunghezze (24-21) chiudendo poi sul 25-21 portando la gara sull’1-1.

Terzo set
iniziato con Russo in campo al posto di Galassi (cambio già effettuato nel corso del secondo set) e Polonia di nuovo avanti, ma nuovamente azzurri reattivi e caparbi nel non voler mollare niente (14-13); Gianelli e compagni ancora sugli scudi nella fase calda (23-16) e trascinati da una magnifica trance agonistica vanno a prendersi anche il terzo set (25-18) ribaltando la situazione sul 2-1.

Quarta frazione che ha visto ancora gli azzurri protagonisti di un’ottima organizzazione di gioco (14-10) e bravi a resistere a un ritorno di fuoco degli avversari (18-13). Con il proseguire del set i padroni di casa hanno tentato una disperata rimonta (19-16), ma Giannelli e compagni non hanno concesso nulla e, a 24 anni di distanza da Tokyo 1998, sono andati a riprendersi il titolo Mondiale (25-20).

È di certo il sogno di molti, soprattutto dei patiti del basket, quello di poter  assistere dal vivo a una partita di NBA. I grandi campioni, i fantastici palazzetti, gli straordinari spettacoli e in più, da cornice, le grandi città americane come New York, Los Angeles, San Francisco, ecc.

Se il tuo sogno è quello di poter godere di uno spettacolo simile in una delle città più importanti al mondo, sei capitato nel posto giusto. In quest’articolo troverai tutte le info per acquistare i biglietti per una partita senza alcuna difficoltà e direttamente da casa tua.

NBA

L’NBA, per chi non lo sapesse, è il massimo campionato di pallacanestro in cui militano le migliori squadre americane e canadesi. Il sogno di qualsiasi giocatore di questo sport è poter arrivare a giocare in questa competizione, un po ‘come la Champions League per chi ama il calcio.

Il campionato è strutturato in quattro momenti:

  • Training camp e pre season;
  • Regular Season;
  • Playoffs;
  • Finals.

ed è diviso in due:

  • East conference: ovvero le squadre della costa Est, come i Boston Celtics, le due squadre di New York, i Nets e i Knicks, o i Chicago Bulls;
  • West conference: cioè le squadre della costa Ovest, ad esempio: i Los Angeles Lakers, i San Francisco Golden State o i San Antonio Spurs.

Per training camp e pre season s’intende il periodo di tempo, prima di una stagione ufficiale, in cui le squadre si dedicano alla formazione delle rose e alla preparazione atletica e tattica del campionato che dovranno affrontare. Dopo essersi allenate al meglio le squadre disputano 7 partite, amichevoli, durante la fase detta pre season e al loro termine inizierà il campionato vero e proprio.

La regular season inizia intorno all’ultima settimana di Ottobre e si conclude circa a metà Aprile. In questo periodo verranno giocate ben 82 partite, in cui le squadre si daranno battaglia per conquistare punti per la classifica finale.

Una settimana dopo la fine della regular season, durante la quale i giocatori possono riposarsi, si giocano i playoffs, uno degli avvenimenti più attesi e importanti del mondo basket e NBA. Durante questa fase le migliori 8 squadre, in base al loro posizionamento in classifica, di ogni conference si scontreranno in base a un preciso ordine al meglio delle 7 partite vinte.

Le vincitrici di ogni playoff, uno per conference, si scontreranno nelle finals e la vincitrice sarà decretata al meglio delle 7 partite vinte. Come per ogni fase anche alle finali saranno distribuiti premi individuali, come quello per il miglior giocatore.

Comprare i biglietti

Acquistare i biglietti per un incontro di NBA non è mai stato così facile, puoi farlo tranquillamente da casa tua con un semplice click. È molto più facile e conveniente rispetto a all’acquisto  in loco, e ora ti spieghiamo il perchè.

Come hai potuto leggere poco prima l’NBA vive diversi momenti durante l’anno, per cui  devi sapere a cosa vai incontro quando acquisti. Ad esempio le fasi finali costeranno di più rispetto alle amichevoli pre-season o alle partite di campionato.

Prima, acquistando  i biglietti presso le biglietterie fisiche, si correva il rischio di guardare una partita durante i periodi di riposo o, peggio ancora, di prenderli in prossimità della partita, dunque a prezzi triplicati.

Noi ti consigliamo HelloTickets, un sito affidabile  in cui potrai tranquillamente acquistare i biglietti appena vengono resi disponibili e senza il pericolo di pagare sovrapprezzi. Dunque clicca sul link se sei interessato a seguire dal vivo le squadre NBA new york e di ogni altra conference.

In primis lo spettacolo

Come puoi constatare tu stesso, dalla formazione della competizione dell’NBA, parte integrante di questo sport è lo spettacolo.

Un biglietto costa in media tra gli 80 e i 100 dollari,, bisogna però tenere a mente cosa si sta  andando a vedere e soprattutto dove. Le competizioni NBA si giocano in dei palasport attrezzatissimi, dove lo spettatore viene coccolato già prima che l’incontro inizi.

Oltre alla partita vengono proposti tantissimi momenti di intrattenimento, come piccoli spettacoli sul parquet, contest in cui potrai vincere gadget delle squadre, e tanto altro. Per non parlare di un altro aspetto culturale americano che, in questi casi, va provato,  cioè il cibo. Chiunque vorrebbe provare l’ebbrezza di vedere un incontro di NBA mangiando un Hot Dog gigante, come nei film con cui siamo cresciuti

Non ti resta che aspettare

Al momento ci troviamo in preseason dunque dovremo ancora aspettare per vedere i giganti dell’NBA, ma grazie ad Hello Ticket potrai prenotare con largo anticipo la tua vacanza americana all’insegna del basket di massimo livello.