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Qualche anno fa in molti avevano appreso con molta tristezza la notizia dell’addio delle scarpe Adidas Predator dal mercato, per quelle che non stati dei semplici scarpini da calcio ma che hanno segnato una generazione di campioni a cavallo tra gli anni ’90 e 2000.

Tra le icone che hanno indossato queste scarpe magiche: Steven Gerrard, Alessandro Del Piero, Zinedine Zidane e David Beckham. Questi ultimi due, a distanza di 25 anni dal primo lancio delle Predator, sono i protagonisti del nuovo video in cui viena presentata una collezione in edizione limitata interamente dedicata ai due ex fuoriclasse, compagni di squadra nel Real Madrid dei “Galacticos”.

Nel video i due campioni scelgono coloro che avranno la possibilità di ricevere le loro nuove scarpe: le “Accelerator” dorate del francese, le “Precision” argentate dello Spice Boy.

Tra i calciatori scelti, oltre a molti dilettanti, ci sono i terzini, Benjamin Pavard e Marcelo.
Per il centrocampista dello United Paul Pogba, invece, David Beckham invia direttamente un messaggio privato in cui gli scrive che il pacco sta arrivando.

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La coppia “galacticos” Zidane – Beckham

La quantità è davvero limitata e le scarpe sono disponibili sullo store online  e presso rivenditori selezionati dal 12 marzo.

L’azienda tedesca nel 2015 comunicò che le Predators non sarebbero state più prodotte dopo 20 anni.
Gli scarpini divennero famosi perché indossate dai fuoriclasse degli anni, oltre a essere un modello innovativo, proponendo una nuova caratteristica rivoluzionaria. Fu eliminato il cuoio dalla zona del collo interno del piede e furono applicate strisce di gomma.
Era possibile aumentare la sensibilità e l’attrito tra il pallone e la scarpa, facilitando il controllo e la rotazione della sfera stessa.

Realizzati con pelle di canguro e seguendo uno stile cromatico semplice (chi può mai dimenticarsi la scarpa nera con qualche tocco di rosso e con tre strisce bianche ai lati!?), dal 1994 ad oggi, si sono succeduti 12 i modelli di Predator, con qualche variante per il rugby e versioni più economiche in pelle sintetica.

E sapete chi fu il primo giocatore a segnare una rete con queste scarpe? Il primo gol fu realizzato il 30 aprile 1994 da John Collins, giocatore del Celtic, che trasformò un calcio di punizione nell’1-1 contro il Rangers.

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Jhon Collins segna con le sue Predator il gol vittoria del Celtic nell’Old Firm contro i Rangers
Riponete (solo momentaneamente) il fazzoletto con cui vi siete asciugati le lacrime quando, due anni fa, l’Adidas annunciò l’interruzione della produzione delle celebri Predator. In questi giorni, infatti, la società di abbigliamento sportivo ha lanciato un’edizione limitata di una delle sue scarpe da calcio più iconiche, le Predator Precision.
Un modello appositamente reinventato per i calciatori di oggi, integrando le tecnologie adidas più all’avanguardia. Ma attenzione: la quantità è davvero limitata e le scapre sono disponibili sullo store online  e presso rivenditori selezionati dall’8 settembre.

 

 

In realtà, come detto, dopo 21 anni ai piedi dei più celebri calciatori, l’Adidas, due anni fa, aveva deciso di smettere con questa linea. Fu la stessa azienda tedesca a comunicarlo: «Il gioco del calcio è cambiato nel corso degli anni. Posizioni, tratti e caratteristiche che prima contavano, ora sono irrilevanti», si leggeva nella nota che confermava la decisione storica di non puntare più su questa linea. L’Adidas, infatti, presentò immediatamente due nuovi modelli, ACE15 e X15, ideati per rispondere all’evoluzione calcistica e indossate, per la prima volta, durante la finale di Champions League a Berlino, tra Juventus e Barcellona.

 

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Resa celebre tra gli anni novanta e duemila da giocatori quali David Beckam, Zinédine Zidane, Xavi, Steven Gerrard e Alessandro Del Piero, la gamma Predator fu lanciata nel 1994 proponendo una nuova caratteristica rivoluzionaria: eliminando il cuoio dalla zona del collo interno del piede e applicando strisce di gomma, era possibile aumentare la sensibilità e l’attrito tra il pallone e la scarpa, facilitando il controllo e la rotazione della sfera stessa.

 

 

Il modello, in realtà, seguì il progetto sviluppato da un ex calciatore australiano, Craig Johnston. Ritiratosi a soli 27 anni per assistere a sua sorella malata, l’ex centrocampista di Middlesbrough e Liverpool, divenne coach in alcune scuole australiane. Durante un allenamento, un ragazzo fece notare gli era impossibile controllare la palla perché, ironicamente disse, le sue scarpe erano realizzate con pelle di pipistrello e non di ping-pong. Johnston pensò, allora, di rimuovere la parte anteriore di una racchetta e attaccarla alla scarpa con un elastico.

 

 

La cosa funzionò e l’australiano iniziò il suo studio su differenti prototipi e modelli, ma inizialmente i suoi progetti furono bocciati da diverse ditte, tra le quali c’era anche l’Adidas. Craig, però, prima di abbandonare definitivamente, chiese a tre leggende del calcio tedesco, Franz Beckenbauer, Karl-Heinz Rummenigge e Paul Breitner, di realizzare un breve filmato per mettere in mostra le qualità della scarpa in condizioni proibite, come giocare sotto la neve. Gli addetti dell’Adidas furono i primi a convincersi dell’idea innovativa, così acquistarono il brevetto da Johnston.

 

 

Realizzati con pelle di canguro e seguendo uno stile cromatico semplice (chi può mai dimenticarsi la scarpa nera con qualche tocco di rosso e con tre strisce bianche ai lati!?), dal 1994 ad oggi, si sono succeduti 12 i modelli di Predator, con qualche variante per il rugby e versioni più economiche in pelle sintetica.
E sapete chi fu il primo giocatore a segnare una rete con queste scarpe? Il primo gol fu realizzato il 30 aprile 1994 da John Collins, giocatore del Celtic, che trasformò un calcio di punizione nell’1-1 contro il Rangers.

 

 

Le Predator non erano solo delle scarpe: erano un’era calcistica. Erano ai piedi di Zidane quando segnò quel gol stupendo in finale di Champions League contro il Leverkusen. Erano ai piedi di Beckham quando, con l’Inghilterra, realizzò il calcio di punizione nei minuti di recupero contro la Grecia per la qualificazione ai Mondiali del 2002. Ed erano ai piedi di Del Piero quando sbagliò, davanti alla porta, un gol in finale di Euro 2000 contro la Francia. In fondo, quell’era ci piaceva davvero tanto.