Tira fuori ancora la linguaccia Sebastian Giovinco.
La Formica Atomica, nonostante abbia cambiato continente e campionato, continua a fare gol come già gli capitava in Major League Soccer con il Toronto. Dopo la rete messa segno nella partita del debutto, The Atomic Ant ha realizzato anche la sua prima doppietta nella sua nuova avventura all’Al Hilal.
Durante l’ultimo match della Lega saudita il numero dieci ha segnato il gol vittoria contro l’Al Faisaly al 79esimo minuto dopo che lui stesso aveva aperto le marcature al 18esimo. Due reti con due piedi diversi: il primo di destro dopo un errore della difesa avversaria,
Linguaccia di fuori e tre punti importanti per la sua squadra che tiene lontano a sei punti l’Al Nassr. Vittoria altrettanto importante perché ha spianato la strada per il match di Champions League asiatica in trasferta negli Emirati Arabi Uniti contro l’Al-Ain, vinta per 1-0 grazie al gol di Al Shalhoub.
Intanto il Toronto, privo della Formica Atomica, è tornato sul mercato e ha acquistato dai belgi del Genk l’attaccante spagnolo classe ’91, Alejandro Pozuelo, per 10 milioni di euro. Eredità pesante visti i gloriosi anni e i numeri dell’italiano nella franchigia canadese.
Per gli amanti del calcio non è un giorno come gli altri, tutti vorrebbero vederlo ancora correre verso la bandierina del calcio d’angolo e strisciare con le ginocchia sul prato verde del campo di gioco dopo un gol realizzato, ma la decisione è stata presa e Didier Drogba ha deciso di lasciare il calcio giocato.
Un attaccante come l’ivoriano che ha affascinato il popolo calcistico qualsiasi sia stata la squadra per cui ha giocato.
A 40 anni ha scelto di dire basta con pallone e scarpini e l’ha voluto fare ringraziando chi c’è stato e chi l’ha aiutato a farlo diventare ciò che è diventato. Parole scritte sui suoi canali social descrivendo la sua carriera ricca di successi come un viaggio iniziato sin da piccolo, seguendo quel sogno che poi è diventato realtà e quella realta che poi è diventata la sua vita.
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LE GIOVANILI IN FRANCIA E IL DEBUTTO IN LIGUE 2
Il ricordo della sua carriera parte da una foto sui campi di Niaprayodove in Costa d’Avorio dove tutto è cominciato all’età di 11 anni nel 1989. L’alternanza con la scuola, il trasferimento in Francia e le giovanili prima a Levallois e poi a Le Mans con i conseguenti debutti in prima squadra in Ligue 2, con i primi veri contratti da professionista e con le convocazioni tra gli Elefanti d’Africa di cui è ampiamente il miglior marcatore della storia con 65 reti in 105 presenze.
IL PASSAGGIO ALL’OM
Il salto di qualità avviene quando l’Olympique Marsiglia lo acquista dal Guingamp. In una sola stagione riesce a segnare molti gol in campionato e a trascinare i francesi in finale di Coppa Uefa, persa contro il Valencia per 2-0. In quella stagione ha punito anche l’Inter nei quarti di finale d’andata con il gol dell’1-0 al Vélodrome.
IL TRASFERIMENTO AL CHELSEA
Didier Drogba alla sua prima stagione con la maglia del Chelsea
La svolta della sua carriera, però, avviene l’anno successivo, quando lo stesso José Mourinho, fresco allenatore dei Blues, gli telefona per convincerlo a volare a Londra. Da quella chamata Drogba è diventato l’idolo di tutti i tifosi del Chelsea e un calciatore amato e stimato da tutti. Con il Chelsea in otto anni vince tutto, coronando il sogno della Champions League nella stagione 2011/12, segnando una quantità enorme di gol importanti in tutte le competizioni.
IL RITORNO A LONDRA, PRIMA DELL’AMERICA
Drogba con la maglia dei Phoenix Rising in Usl
Il suo amore per il Chelsea lo riporta in Inghilterra nella stagione 2014/15 dopo le parentesi in Cina e al Galatasaray in Turchia e prima del trasferimento in America, prima al Montréal Impact in Mls e poi in Usl nei Phoenix Rising.
Una carriera che gli ha permesso di essere un vincente e di essere uno dei calciatori africani più affermati a livello mondiale, oltre a essere molto vicino al suo Paese attraverso aiuti umanitari.
A dirgli addio anche alcune squadre avversarie e qualche “conoscente”
A Genova allo stadio Pierluigi Ferraris, nell’amichevole tra Italia-Ucraina, sarà la serata dei ritorni.
Ritorna la Nazionale che ritorna nel capoluogo ligure; ritorna anche Mancini a Genova dove ha vissuto anni indimenticabili da calciatore della Sampdoria e ritorna anche Sebastian Giovinco a vestire la maglia azzurra.
In effetti sarà così, la Formica Atomica torna a giocare per l’Italia dopo un’assenza lunga 3 anni. È stato infatti il lontano 13 ottobre 2015 l’ultimo match in cui Giovinco ha indossato la maglia della nazionale, partita valida per le qualificazioni a Euro2016 vinta contro la Norvegia per 2-1.
Dopodiché il vuoto. Il trasferimento al Toronto in Major League Soccer ha fatto uscire il fantasista dai radar dei commissari tecnici: Antonio Conte e Gian Piero Ventura.
Ora la chiamata di Roberto Mancini, in un periodo di conoscenza da parte dell’allenatore che vuole cercare di capire quali migliori soluzioni da adottare in Nations League, ma soprattutto in ottica qualificazioni a Euro2020.
Noi di Mondiali.it infondo ci abbiamo sempre creduto. Abbiamo più volte pensato che l’Italians Sebastian Giovincomeritasse una convocazione in Nazionale. Dal suo trasferimento in Canada, il numero 10 ha comunque fatto sempre parlare di sé a suon di gol e di prestazioni esaltanti in un campionato che sta crescendo di anno in anno.
Leader e trascinatore dei Reds, “The Atomic Ant” (come lo chiamano oltreoceano) ha vinto 3 Canadian Championship, una MLS Supporter’s Shield e soprattutto la MLS, vinta lo scorso anno.
Dal suo arrivo a Toronto, la sua squadra è sempre stata a livelli alti: sia in campionato che a livello continentale. Con la maglia dei reds è andato a segno per 82 volte e detiene il record di miglior marcatore della storia della squadra canadese.
Per quello dimostrato dentro e fuori dal campo, Roberto Mancini ha deciso di dare una chance all’ex calciatore di Parma e Juventus. Non dovrebbe partire negli undici titolari, ma potrebbe avere possibilità a partita in corso. Il ct crede in lui. Inoltre, ora come ora, il campionato americano è cresciuto in maniera più che evidente, grazie soprattutto all’arrivo di campioni europei, tra cui anche Zlatan Ibrahimovic. Non è da meno rispetto ad altri campionati anche europei in cui non c’è più equilibrio.
In pieno clima Serie A e competizioni europee, c’è chi comunque non smette mai di lavorare in ottica mercato.
Direttori sportivi sono sempre all’erta per fiutare gli affari in vista delle finestra di mercato invernale, al fine di migliorare la propria squadra.
Chi sicuramente al lavoro è Leonardo. Il direttore generale del Milan, insieme al suo staff e a Paolo Maldini, sta cercando di capire quelli che possono essere innesti utili per la squadra rossonera.
Tra le pazze idee passate per la mente del brasiliano c’è un nome di livello mondiale: Zlatan Ibrahimovic.
Il 37enne svedese, in forza ai Los Angeles Galaxy, potrebbe essere un’ipotesi accattivante in vista della seconda parte di stagione, periodo in cui il campionato americano di Major League Soccer è sospeso.
Se ciò dovesse accadere, e con la coppia Ibrahimovic – Raiola nulla è impossibile, sarebbe un gradito ritorno a Milano. Ibra è rimasto legato alla città dopo le stagioni trascorse sia al Milan che all’Inter. I tifosi rossoneri andrebbero in visibilio e sarebbe un’altra bella vetrina per la Serie A.
La strategia di mercato in mente a Leonardo sarebbe quella del prestito secco, così com’è stato in passato per altri calciatori.
In Italia a dare il via a queste tipo di operazioni è stato proprio il Milan nel gennaio 2009 con David Beckham. Il club rossonero ha ottenuto in prestito proprio dai Los Angeles Galaxy lo Spice Boy per la seconda parte di stagione. Per l’inglese 18 partite e due reti all’attivo. La stagione successiva (gennaio 2010) Beckham è ritornato nuovamente a Milano per altri 6 mesi. Stavolta però un grave infortunio al tendine d’Achille non gli ha permesso di continuare la stagione e ha dato forfait anche al Mondiale in Sudafrica.
Operazioni simili sono state fatte anche all’estero. Lo stesso Beckham ha avuto modo di “assaporare” anche i campi della Ligue 1, in prestito secco al Paris Saint Germain nel 2013. La squadra parigina è stata l’ultima della sua carriera.
Numerose parentesi di calciatori di MLS sono state vissute pure in Premier League. L’irlandese Robbie Keane, di proprietà dei Galaxy, nel 2012 ha accettato la proposta momentanea dell’Aston Villa. In sei partite ha realizzato tre reti.
L’americano Clint Dempsey, in forza ai Seattle Sounders, nel gennaio 2014 ha firmato un contratto di due mesi con il Fulham: la squadra che lo ha portato in Europa. Cinque presenze e zero gol.
Stessa idea l’ha avuta anche il grande Thierry Henry. Il francese nel 2010 si è trasferito ai New York Red Bull, ma nel gennaio 2012 ha ufficializzato un ritorno all’Arsenal in prestito per due mesi. Esordio in FA Cup e dopo dieci minuti è andato in rete contro il Leeds. Si è ripetuto nella sua ultima partita in Premier League segnando, a tempo scaduto, il gol del 2-1 che ha regalato ai Gunners la vittoria sul campo del Sunderland.
Un vero e proprio giramondo è stato, invece, Landon Donovan. Il fantasista americano per diverse stagioni si è suddiviso tra Stati Uniti ed Europa. Prima il Bayern Monaco e per due volte l’Everton, hanno avuto modo di sfruttare l’estro dell’americano per qualche mese. Con la squadra di Liverpool ha totalizzato 22 presenze e due reti.
Quando il lontano 30 ottobre 1999 realizzò la prima rete con il Malmö nel massimo campionato svedese a soli 18 anni non avrebbe mai pensato che quasi 19 anni dopo avrebbe raggiunto quota 500 reti in carriera. O forse sì, perché Zlatan Ibrahimovic non è mai stato uno qualunque.
È così, Ibra ha messo a segno il gol numero 500 della sua grandissima carriera e, ovviamente, non l’ha fatto in maniera banale.
Nel match del suo Los Angeles Galaxy, il fuoriclasse svedese è salito in cattedra con una rete delle sue: un gol alla Zlatan. Sotto per 3-0 contro il Toronto di Giovinco, al minuto 43 il messicano Dos Santos ha innescato lo svedese con un lancio da dietro. Quasi tutti avrebbe addomesticato il pallone prima di calciare, invece Zlatan no. Con una torsione su se stesso, ha atteso la palla a gamba alta e l’ha indirizzata in porta con un tacco esterno. Una vera e propria mossa di taekwondo di cui Ibra è cintura nera, applicata al calcio.
Una rete mozzafiato che ha fatto il giro del mondo in pochi secondi, per colui che fa sempre parlare di sé. In Major League Soccer le reti sono 17 in 22 apparizioni, arricchite da 5 assist. Mica male per chi il prossimo 3 ottobre spegnerà 37 candeline, ma che continua a fare la differenza nonostante un gravissimo infortunio al ginocchio subìto quando era a Manchester.
Una cifra mostruosa che gli permette di stare tra gli dei del calcio. In effetti oltre allo svedese, solamente Ronaldo e Messi sono i calciatori in attività ad aver raggiunto e superato quota 500. Qualsiasi sia stata la casacca indossata da Ibrahimovic, il bomber ha sempre fatto il suo dovere nei club e in nazionale: 18 nel Malmö, 48 nell’Ajax, 26 nella Juve, 66 nell’Inter, 22 nel Barcellona, 56 nel Milan, 156 nel Psg, 29 nel Manchester United, 17 nei LA Galaxy e 62 nella Svezia.
Mai banale nei gol e mai banale nelle sue esternazioni. Sin da bambino quando si rifiutò di fare un provino per l’Arsenal su diretta richiesta di Wenger, rispondendo “Zlatan non fa provini!”; oppure quando ha detto addio al Psg “Arrivato da Re me ne vado da Leggenda!”. Anche ora non è stato da meno: Ibra si è presentato sui social così
Sebastian Giovinco stavolta non è riuscito a guidare il Toronto FC alla vittoria. I canadesi sono usciti sconfitti dalla finale di Concacaf contro il Chivas di Guadalajara del mister Matias Almeyda.
La Formica Atomica, nonostante una prestazione da grande campione, condita anche con la rete del 2-1 che ha permesso di riacciuffare il risultato dell’andata, non ha avuto l’onore di alzare la coppa al cielo dopo i fatali rigori.
The Atomic Ant ha avuto la freddezza e la scaltrezza di segnare il 2-1 che ha permesso i canadesi di andare ai calci di rigore.
Un gol bellissimo che ha ancora confermato il talento del numero 10, idolo dei tifosi Reds.
Dal dischetto però qualcosa è andato storto, i nordamericani hanno commesso errori al contrario dei messicani.
The Atomic Ant si è “consolato” ricevendo il Golden Ball della competizione grazie alle maiuscole prestazioni fatte nella doppia sfida in finale.
La squadra di Almeyda è riuscita ad alzare la coppa di Concacaf e quindi avrà la possibilità di andarsi a giocare il Mondiale per club il prossimo dicembre contro le altre squadre vincitrici delle coppe continentali.
Un Italians sconfitto, ma un’ex conoscenza del calcio italiano che ha trionfato. Almeyda infatti ha giocato in Serie A con il Brescia, Parma, Lazio e Inter.
Dunque neppure a Toronto riesce l’impresa di spezzare il monopolio messicano. Dal 2008, la Concacaf Champions League è stata conquistata per 10 volte da team della Liga MX. Non bastasse, in queste dieci edizioni, le messicane hanno piazzato anche sette finaliste.
Stavolta non è bastato Sebastian Giovinco a guidare i Toronto Fc. I canadesi infatti, nella gara d’andata della finale di Concacaf (la Champions League americana), sono stati sconfitti dal Chivas Guadalajara guidati dall’ex conoscenza del calcio italiano, Matias Almeyda.
La squadra di Giovinco è stata battuta in casa alloa BMFO Bield per 2-1. Per i Reds una partita comunque positiva in cui la Formica Atomica anche se non ha timbrato il cartellino ha certo fatto vedere sprazzi del suo talento.
Il numero 10 è andato più volte vicino al gol con una delle sue perle: una punizione al 31’ terminata poco fuori. È invece andata in rete la pennellata di Pulido. The Atomic Ant poi ha dispensato lezioni di calcio. Come quando al 43’ ha ricevuto palla da Altidore e con un tacco prodigioso ha messo l’attaccante di fronte al portiere. L’americano ha poi sbagliato disperatamente.
Il risultato mette comunque alle strette la squadra di Giovinco che al ritorno sarà costretta vincere con due gol di scarto se vogliono coronare il sogno di vincere la Concacaf.
Toronto ha eliminato nei quarti il Tigres, quarta in Messico; nelle semifinali il Club America, terzo, mentre il Chivas, allenato dall’ex laziale (ma anche Inter, Parma e Brescia) Matias Almeyda, una delle due società mai retrocessa, è nei bassifondi della classifica. La Champions League americana da quando nel 2008 è stata cambaita, è dominata da squadre messicane. Infatti è stata vinta per 9 volte da team della Liga MX e altre sette finaliste. Solo il Real Salt Lake City (nel 2010/11) e il Montreal Impact (nel 2014/15) avevano spezzato il dominio, senza però riuscire ad alzare il trofeo. Nella storia di questa competizione appena duesquadreMls l’hanno vinta: il D.C. United nel 1998 e il Los Angeles Galaxy nel 2000.
Trascinando la propria squadra, Sebastian Giovinco è stato anche nominato come migliore in campo. Non solo il rigore trasformato dal dischetto, ma anche un assist al bacio per il compagno di squadra Jose Altidore.
Il match è stato avvincente tra due squadre che hanno voluto dimostrare di non essere giunti in semifinale per caso. Enorme la posta in palio e non solo dal punto di vista sportivo, con il Club America strafavorito e otto volte vincitore della competizione, accolto da tutto il calore del BMO Field.
Il 3-1 per i canadesi è importante, ma non decisivo in vista della gara di ritorno, per tutto il movimento calcistico nordamericano e una certificazione della nuova competitività della MLS contro squadre più ricche, consapevoli ed attrezzate come quelle messicane. Il tutto a discapito di un’immagine che al di qua dell’Atlantico resta snobbata dietro a luoghi comuni che nascondono la poca conoscenza della realtà sul campo.
Una cosa è certa Giovinco non mollerà la presa e continuerà a trascinare i canadesi verso la finale.
Non poteva esordire nel migliore dei modi ZlatanIbrahimovic in Major League Soccer.
Si sa che lo svedese non è mai banale e lo ha dimostrato ancora una volta anche al popolo americano. Pochi minuti per sottolineare che Ibra non è finito e che è volato in America per lasciare il segno così come è ha fatto in Europa.
Due reti all’esordio nel derby losangelino tra Los Angeles Galaxy e Los Angeles Fc, il primo un vero capolavoro che ha lasciato tutti di stucco e ha fatto subito parlare del gigante svedese.
Il suo arrivo a Los Angeles è stato spettacolare tanto che non è stata la città a dare il benvenuto a Ibrahimovic ma è lo svedese che ha dato il benvenuto alla metropoli americana, dopo la sua grande carriera tra le big squadre europee.
Dopo tante vittorie e tanti trofei vinti in Svezia, Olanda, Italia, Spagna, Francia e Inghilterra, Ibra ha deciso di continuare le sue conquiste oltreoceano.
La sua prima partita non poteva che essere coi fiocchi, un gol da cineteca ha dato il via alla ripresa dei Galaxy nel derby losangelino.
Un gol alla Ibra in cui sono compresi genio e spregiudicatezza per quello che è considerato uno dei migliori centravanti degli ultimi anni.
Ma gol di questa fattura ne sono stati fatti veramente tanti sin da giovane, nei club e in nazionale.
MALMO
Sin dai tempi quando militava nel campionato svedese, Ibra ha dimostrato di avere un piglio diverso dagli altri. Tanti i gol messi a segno sin da giovane. Uno dei tanti bei gol messi a segno con gli scandinavi è stato contro l’Aik nel 2001.
AJAX
Nel 2003 quando era il centravanti degli olandesi dell’Ajax mise in mostra il suoi piedi ed è lui che rimise in carreggiata i lancieri contro il Groningen. Un secco tiro dal limite dell’area di rigore e fu subito 1-1.
JUVENTUS Dopo l’acquisto da parte dei bianconeri, erano tante le aspettative intorno al gigante svedese. Il gol all’esordio contro il Brescia scacciò qualsiasi dubbio nei suoi confronti e un gol in amichevole nell’estate del 2005 che gli spalancò le porte all’Europa che conta. Una traiettoria imprendibile per il portiere lusitano.
INTER
Passato all’Inter ha contribuito alla vittoria dei scudetti targati Roberto Mancini. Con l’Inter ha segnato molti gol in vari modi e ovviamente anche dalla distanza. Uno di questi è sicuramente la staffilata messa a segno nell’ultima di campionato contro il Parma al Tardini che ha regalato il successo ai nerazzurri in campionato dopo tanti anni. Ma il grande gol contro il Palermo che ricordiamo con rabbia e determinazione.
BARCELLONA
In Spagna sperava di poter vincere la Champions League, sogno infranto a causa della vittoria proprio della sua ex squadra, l’Inter. In Liga però non ha mai smesso di fare il suo dovere tanto da segnare tanto e vincere il titolo. Grande la punizione messa a segno al Camp Nou contro il Real Saragozza.
MILAN
Tornato a Milano, ma in sponda rossonera, Ibra torna a vincere lo Scudetto in Serie A e tra le varie perle, mise a segno una grande rete contro il Lecce al Via del Mare.
PARIS SAINT GERMAIN
Gli anni trascorsi sotto la Tour Eiffel sono stati ricchi di successi nazionali con vittorie di Ligue 1 e coppe francesi. Non è riuscito a vincere la Champions League ma ha realizzato reti come queste che entrano di diritto tra quelle più belle messe a segno in Europa. Vittima: i tedeschi del Bayer Leverkusen.
NAZIONALE SVEDESE
Zlatan Ibrahimovic ha fatto il suo anche con la maglia della nazionale svedese. In amichevole contro l’Inghilterra salì in cattedra con una prestazione di pregevole fattura. Indimenticabile la sua rete in rovesciata da molti metri lontano dalla porta. Battuto il portiere Joe Hart e vittoria svedese.
Che la Formica Atomica, Sebastian Giovinco, stesse facendo bene in America è sotto gli occhi di tutti. Nelle ultime uscite in Concacaf ha trascinato il Toronto in semifinale.
Tuttavia stavolta non è stato direttamente la stella del calcio italiano in Mls a far parlare di sé, ma una giovane coppia di Humble, in Texas, che hanno avuto la particolare idea di chiamare il proprio figlio proprio come il numero 10 della squadra canadese.
I genitori 26enni, Jorge e Noelia Pedraza, lo scorso 8 marzo hanno gioito per la nascita del loro primo bambino, con la consapevolezza e la convinzione di dare i nome al neonato, Sebastian Giovinco Pedraza.
I due coniugi pare che siano stati sempre d’accordo a dare questo nome al proprio figlio l’unica cosa in cui hanno discusso è stata che la mamma preferiva chiamarlo solamente Giovinco, il papà ha insistito nel mettere anche Sebastian.
La giovane Noelia, raccontando la storia al sito Toronto Star, ha sottolineato che ha sempre stimato la Formica Atomica che tra l’altro pare che assomigli all’attore Theo James.
L’incredibile vicenda dal Texas e arrivata in Canada a Toronto, alle orecchie del vero Giovinco, il quale pare che abbia piacevolmente gradito.
Un’altra cosa da evidenziare è che la famiglia Pedraza nemmeno tifa Toronto Fc, ma Dynamo Houston. Le due squadre si sfideranno alla ripresa del campionato americano e che non sia un modo per fare intrecciare i due Giovinco.