È stato campione del Mondo con la Nazionale italiana nel 2006, ha saputo farsi strada da solo sia in Italia che all’estero. Ora, a 36 anni, è riuscito nuovamente a mettersi in gioco in una piccola squadra maltese dopo il bizzarro tentativo di cercare lavoro sul social network LinkedIn.
Stiamo parlando del difensore Cristian Zaccardo, classe 1981 che attualmente gioca nella massima serie del calcio maltese nell’Hamrun Spartans in cui giocano anche altri italiani.

Ma la sua carriera è stata ricca di soddisfazioni: su tutte, ovviamente, la vittoria del Campionato del Mondo 2006 con l’Italia, la Bundesliga con il Wolfsburg e il debutto in Champions League ed Europa League.
Come sta andando l’avventura nell’Hamrun?
L’avventura sta andando abbastanza bene. Sono arrivato a campionato in corso in una squadra di seconda fascia, ma con l’aspirazione di arrivare nei primi 3 posti entro l’anno prossimo. Per me questi mesi sono di conoscenza del calcio maltese un po’ differente dal nostro con la programmazione di fare una squadra molto più competitiva la prossima stagione.
Com’è l’ambiente?
Ho trovato un’ambiente diverso dal calcio italiano. Spero che con la mia esperienza e conoscenza possa aiutare la squadra a crescere sotto diversi aspetti. Tuttavia prima di intraprendere quest’avventura mi sentivo ancora adatto per palcoscenici importanti, ma ora non saprei. Penso di aver smesso , ora mi concentro su esperienze estere. Posso comunque consigliare a chiunque di provare un’esperienza all’estero.
La storia dell’annuncio su LinkedIn ha fatto il giro dell’Europa. Come hai avuto quest’idea?
Dopo tanti anni di calcio mi è venuta l’idea di pubblicare l’annuncio su LinkedIn perché vedevo che, nonostante potessi servire a molte squadre, non avevo più l’appeal ed è per questo che ho deciso di fare questa iniziativa. Ho parlato con diverse squadre soprattutto fuori dall’Italia e ciò mi ha permesso di avere molti contatti all’estero, anche per il futuro.
Con la maglia azzurra hai vinto anche l’Europeo Under 21 nel 2004. È stata una grande vittoria?
Si è stata una gran bella vittoria! Peccato che coincida anche con un nostro ultimo trofeo Under 21. Tuttora non riesco a capire perché non riusciamo più a vincere qualcosa con gli azzurrini.
Sei uno dei “superstiti” anche e soprattutto del Mondiale 2006, cosa pensi del recente flop azzurro?
Mi dispiace tanto, così come dispiace a tutta la popolazione italiana. Purtroppo è stata una sconfitta per il nostro sistema calcio. Spero che si possa fare meglio in vista del futuro. La Nazionale deve essere guidata da persone competenti e professionali.
Qual è il ricordo più bello di quella vittoria mondiale?
Mi è rimasta l’emozione di aver alzato la Coppa più prestigiosa che un calciatore possa vincere. Ahimè vorrei però cancellare l’episodio dell’autogol.
L’aver preso parte alla spedizione azzurra vincente, ti ha dato un cambiamento alla tua carriera?
Certo! Sicuramente ha aumentato la mia visibilità nel mondo del calcio, ma sul campo nessuno ti regala niente e quindi bisogna sempre dimostrate di valere qualcosa. Soprattutto se vuoi restare ad alti livelli!
L’8 ottobre 2005, nella Palermo in cui giocavi, un tuo gol ha spianato la strada per Germania 2006. Come ti sei sentito? Cos’hai provato?
È stata una bella gioia personale! Leggere il giorno dopo sui giornali “Zaccardo porta l’Italia ai Mondiali” è stata una bellissima soddisfazione. Con la vittoria contro la Slovenia fu centrato matematicamente l’accesso al Campionato del Mondo 2006 che, poi avremmo vinto.
Palermo è stata una piazza che ti ha dato tanto, vero?
Certamente! La città di Palermo, così come i tifosi, mi hanno regalato tanto. Anche il club rosanero mi ha dato tanto. Con il Palermo sono riuscito a giocare in Europa League per la prima volta, così come è arrivata la prima convocazione con la Nazionale maggiore.
E la sua prima esperienza “Italians” al Wolfsburg?
Anche l’anno in cui sono stato in Germania è stato positivo. Avevamo un gruppo straordinario e poi siamo riusciti a vincere la Bundesliga al primo colpo. Che volere di più? (ride, ndr).
Tra le altre notizie più “curiose” c’è quella legata al fatto che hai indossato la maglia numero 9 a Vicenza, cosa strana per un difensore. Come mai?
Avrei preso tranquillamente l’81 (mio anno di nascita), ma in Serie B il regolamento non lo ha consentito. Quindi rimanevano il 9, il 17 e l’ultimo numero della lista 30 e qualcosa. Non avevo tantissima scelta.
Al Milan hai trascorso due stagioni e mezzo. Credi che già da quando eri tu in squadra c’era qualcosa che non andava a livello di gruppo?
Quando sono arrivato io, il Milan aveva perso giocatori come Thiago Silva, Ibrahimovic, Nesta, Gattuso, Inzaghi, Zambrotta, Seedorf e Pirlo. È stato normale e fisiologico andare in difficoltà. Ora spero che piano piano torni ad essere il Milan di una volta. Faccio il tifo per loro!