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In Sicilia era l’eroe del “Clamoroso al Cibali”, l’urlo di Sandro Ciotti entrato nelle case di milioni di italiani e nel gergo calcistico. Era il 4 giugno 1961 e la storia racconta che Todo Calvanese sia corso a palleggiare nei pressi della panchina nerazzurra per prendersi gioco dei suoi acerrimi rivali. Calvanese, autore del secondo gol con cui la squadra siciliana sconfisse l’Inter per 2-0, è scomparso in Argentina, martedì 5 novembre, all’età di 84 anni dopo una breve malattia. Pochi mesi fa era morta la moglie, e Salvador non ha retto al dolore e si è spento. La notizia è rimbalzata in Italia e a Catania anche i tifosi che non hanno mai visto giocare il toro argentino hanno postato ricordi e aneddoti di un campione che al pari di Prenna, Michelotti, Vavassori, batteva le grandi squadre agli ordini del tecnico Carmelo Di Bella e del presidente Ignazio Marcoccio.

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Catania-Inter si disputò il 4 giugno 1961, in occasione dell’ultima giornata del campionato di Serie A. I milanesi, secondi a due lunghezze dalla Juventus, si erano visti annullare a sorpresa il giorno prima la vittoria ottenuta a tavolino, per invasione di campo dei tifosi bianconeri, nello scontro diretto del 16 aprile precedente. I nerazzurri, malgrado si fossero ritrovati di punto in bianco dall’essere primi in classifica, in coabitazione con i torinesi, al secondo posto con due punti di ritardo, erano ancora in gioco per la conquista dello scudetto dovendo recuperare proprio la suddetta gara contro gli juventini, per la quale la Federcalcio aveva disposto la ripetizione.

Ma ecco che l’incubo prese forma nello stadio Cibali davanti a 30 mila spettatori. Il Catania, ormai salvo, passò in vantaggio con Castellazzi al 25’, poi al 70′, in contropiede Calvanese s’involò solitario verso la porta, raggiunto da Facchetti che stese l’attaccante etneo e il portiere meneghino: il più veloce a rialzarsi fu il giocatore del Catania, che recuperò il pallone e segnò a porta sguarnita il definitivo 2-0.

A seguito del contestuale pareggio interno, per 1-1, contro il Bari, la Juventus ampliò a tre i punti il margine sui rivali, laureandosi matematicamente campioni d’Italia e rendendo di fatto ininfluente il recupero dell’incontro con l’Inter, disputato sei giorni più tardi.