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Caldara

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Non mi piace dare date per il mio ritorno in campo, ma credo per febbraio

Così parlò quello a novembre Mattia Caldara che, assieme a Gonzalo Higuain, rientrò nella clamorosa operazione di mercato che riportò Leonardo Bonucci alla Juve. Due stagioni temporali dopo quella pazza estate con CR7 in bianconero, il Pipita è volato a Londra dal maestro Sarri. E dell’ex atalantino si sono perse le tracce dal 20 settembre in Lussemburgo. Trasferta di Europa League contro il Dudelange (con uno dei pochi gol di Higuain): finora è l’unica presenza di Caldara in rossonero.


Era arrivato tra paragoni ingombranti (“il nuovo Nesta”) e presentazioni da Oscar (con vista Duomo accanto al bomber argentino). Quasi subito è scomparso dai radar, inghiottito prima dal mal digerito cambio di maglia. Poi dagli infortuni che ne hanno condizionato la stagione. In principio fu pubalgia, in seguito divenne problema al tendine d’achille con interessamento del polpaccio destro. Guai fisici che l’hanno costretto ai box fino a febbraio. Il mese in cui, stando alle parole di Caldara, sarebbe dovuto tornare. Ed effettivamente il difensore qualche giorno fa ha svolto una prima parte di allenamento con il gruppo di Gattuso a Milanello.


Evidentemente troppo poco per tornare a breve a disposizione. I problemi di Caldara però non sembrano essere solo di salute. Lo stesso allenatore del Milan invitava alla cautela quando, a settembre, si invocava a gran voce l’innesto tra i titolari del difensore ex Juve:

Sa quello che deve fare, non si può distruggere un giocatore come hanno fatto i media. Si parla di un grande professionista, viene da una cultura completamente diversa e non è giusto gettarlo nel frullatore. Deve continuare a lavorare, da parte mia e della società c’è grande fiducia. Non è un problema, ci può dare una grandissima mano.

Segno che Caldara non era ancora pronto mentalmente. Era arrivato in rossonero con l’etichetta di scaricato dalla Juve, che aveva preferito l’usato sicuro (Bonucci) alla giovane promessa da lanciare. Così Mattia, classe 1994, era passato dagli allenamenti in bianconero nella tournee americana sognando Ronaldo a una società in continua fase transitoria dopo l’epoca , Fassone e Mirabelli. Nesta e lo stesso CR7 sono lontani, il presente è una stagione che lentamente lo sta trasformando in oggetto misterioso.

Vedi Bergamo e poi muori. La città orobica non ha sicuramente lo stesso fascino di Napoli descritta in questo modo da Goethe, ma negli ultimi anni c’è una certa maledizione attorno ai giocatori che lasciano la squadra della città, l’Atalanta. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello di Mattia Caldara, difensore del Milan impegnato questa sera nel recupero di serie A contro il Genoa.

L’ex atalantino ha rimediato una lesione al tendine d’Achille che lo terrà fuori dai campi di gioco per diversi mesi. Un’ennesima tegola per Caldara dopo un inizio tribolato in rossonero. A causa di diversi problemi muscolari, ha giocato col Milan una sola partita, in Europa League con il Dudelange. E dire che Mattia aveva iniziato la stagione con la Juventus, prima di passare alla corte di Gattuso nel discusso scambio di mercato con Leonardo Bonucci e Gonzalo Higuain.

Il calciatore classe ’94 va ad aggiungersi alla lista di ex atalantini durante l’epopea di Gian Piero Gasperini che, fuori dai confini bergamaschi, non sono riusciti finora a ripetere quanto ammirato nell’Atalanta dei miracoli dell’ex tecnico del Genoa.

Roberto Gagliardini – A inaugurare questa particolare categoria c’è Gagliardini, che in nerazzurro ha disputato solo mezzo anno prima di passare con gli altri colori nerazzurri, all’Inter. Coi Bauscia, da gennaio 2017, il centrocampista non è ancora quel giocatore che aveva impressionato in mezzo al campo all’Atleti Azzurri d’Italia. Finito spesso in panchina, è finito fuori dalla lista Champions stilata da Luciano Spalletti.

Roberto Gagliardini

Andrea Conti – Per l’esterno 24enne il discorso è diverso. Approdato al Milan l’anno scorso, è stato bersagliato dalla sfortuna. Prima la rottura del crociato in allenamento a settembre 2017, poi una nuova grave lesione al ginocchio lo scorso marzo. Dopo aver perso oltre un anno nella sua carriera, è tornato tra i convocati di Gattuso per il match contro la Sampdoria ed è disposizione anche per il Genoa.

Andrea Conti

Franck Kessié – Il caso del centrocampista ivoriano è border line. Perno dell’Atalanta di Gasperini, tanto da meritarsi l’etichetta di futuro Pogba, Kessié è arrivato al Milan l’anno scorso nella faraonica campagna acquisti del duo Mirabelli Fassone. In rossonero non ha certamente deluso anche se, probabilmente, i tifosi milanisti si aspettavano qualcosa in più. Ha ancora tempo per la consacrazione definitiva.

Franck Kessié

Bryan Cristante – La carriera di Cristante viaggia sulle montagne russe. Cresce ed esordisce a 16 anni nel Milan con Allegri, poi dal 2014 vagabonda tra Benfica, Palermo e Pescara prima di esplodere nell’Atalanta (15 gol in 59 partite). Il nuovo salto in alto a Roma è stato al di sotto delle aspettative. Un gol contro il Chievo, ma tante prestazioni incolore fino a questo momento in giallorosso.

Bryan Cristante

Marco Sportiello – L’esplosione del portiere di Desio, in realtà, è antecedente all’era Gasperini. Tra il 2014 e il 2016 è una delle rivelazioni in porta, parando tra l’altro rigori ai blasonati Palacio e Higuain. Poi entra in rotta di collisione con la società per vicende di mercato: va prima a Firenze, poi quest’anno il passaggio al Frosinone, ma non ripete i livelli raggiunti a Bergamo.

Marco Sportiello

Leonardo Spinazzola – Come nel caso di Conti, per l’esterno classe ’93 il giudizio è sospeso a causa di un grave infortunio. Cresciuto tra Siena e Juve, esplode in nerazzurro dal 2016, affermandosi come uno dei migliori esterni del campionato. Un serio infortunio al ginocchio gli ha ancora impedito di esordire in bianconero con la Juventus, club in cui è rientrato nell’estate 2018.

Leonardo Spinazzola

Andrea Petagna – Non è mai stato un cannoniere e in nerazzurro è stato fondamentale soprattutto per l’intesa in attacco col Papu Gomez. L’attaccante triestino è passato in questa stagione alla Spal dove finora ha realizzato 3 reti, tra cui una doppietta proprio contro gli ex compagni di squadra orobici. Certo che trasferirsi da un club ai preliminari di Europa League a un altro, seppur con una storia importante alle spalle, che si gioca la salvezza abbassa l’asticella competitiva di Petagna.

Andrea Petagna