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È successo, il Qatar ce l’ha fatta! È campione d’Asia.

La nazionale araba è riuscita a battere i pronostici che davano per certa la vittoria del Giappone. I qatarioti, invece, hanno giocato una grande finale, battendo i nipponici con un secco 3-1.

Un trionfo che segna molto la storia calcistica: perché è il primo trionfo del Qatar; perché dopo due edizioni in cui hanno vinto Australia e Giappone, il trofeo torna in mano a un paese arabo (l’ultimo a vincere è stato l’Iraq nel 2007); perché lo ha fatto in maniera impeccabile con 19 reti fatte e solo una subita (in finale proprio contro i giapponese) e perché è il futuro Paese ospitante del Mondiale 2022 e ora ha un buon motivo per mostrarsi al mondo in maniera migliore.

Il Qatar è un paese che, calcisticamente parlando, è cresciuto tanto negli ultimi anni. Se si pensa che il miglior risultato raccolto prima del successo in Coppa d’Asia 2019 sono stati due quarti di finale (una nel 2000 e una nel 2011) con zero presenze mondiali, ora il Qatar è concretamente un’altra realtà.
Il sogno della nazionale vincitrice proseguirà con la partecipazione non solo del Mondiale 2022 che si giocherà in casa, ma anche della Coppa America. Il prossimo giugno, infatti, in Brasile si terrà la 47esima edizione del torneo sudamericano. Oltre alle dieci nazionali che si sono qualificate durante la fase a gironi, ci saranno anche Qatar e Giappone. Per i Samurai sarà la seconda partecipazione dopo quella del 1999. Lo scopo di questa decisione da parte della Conmebol è quella di contribuire allo sviluppo del calcio a livello mondiale.

Tornando alla vittoria della Coppa d’Asia, il merito va sicuramente alla federazione qatariota che ha saputo investire molto, grazie soprattutto alle floride casse della famiglia reale, su impianti sportivi e uomini. Nonostante gli scandali dovuti all’assegnazione del torno iridato e qualche mugugno legato ai tesseramenti dei calciatori, il calcio dell’emirato comunque è andato avanti.
Tra i calciatori con doppio passaporto c’è l’attaccante, Almoez Ali, assoluto protagonista del torneo, grazie alle nove reti messe a segno in sette presenze totali. Con una rovesciata ha spianato la strada anche in finale.

I regnanti hanno voluto fortemente la nascita di un centro sportivo invidiabile e così è stato. Il capocannoniere del torneo è figlio dell’Aspire Academy, accademia fondata dalla famiglia reale in cui si formano tanti campioni, tra cui Mutaz Barshim, medaglia d’oro di salto in alto.

Le congratulazioni vanno anche al commissario tecnico della nazionale, lo spagnolo Felix Sanchez. Chiamato dal direttore dell’Aspire, Ivan Bravo, ex dirigente del Real Madrid.

Un mix di figure che hanno saputo dare la giusta quadratura al piano sportivo presente e futuro. Ciò che, ad esempio, non è stato realizzato dalla federazione cinese che, nonostante avesse Marcello Lippi in panchina, non è riuscita a essere competitiva nel corso degli anni.

Il calcio arabo è in crescita e forse la presenza del Qatar al prossimo Mondiale non sarà solo un’apparizione.

Non ha resistito al ritorno in panchina e, non appena è arrivata una proposta, ha detto di sì.

È Alberto Zaccheroni che, dopo una parentesi come commentatore tecnico Rai per la partite della Nazionale italiana, ha dato il suo benestare alla nazionale degli Emirati Arabi Uniti. Il tecnico romagnolo sarà dunque selezionatore della federazione del Paese arabo.

Benvenuto Capitano”, l’annuncio sui vari social network da parte della nazionale.

Un invito particolare per mister Zaccheroni, il quale sarà il vero capitano degli Emirati Arabi. Una sorta di guida, di faro per una nazionale che ha perso la sua “rotta” e il pass per volare ai Mondiali di Russia 2018.

In effetti il commissario tecnico argentino fresco di esonero, Edgardo Bauza, è stato sollevato dall’incarico proprio a causa del flop nel girone di qualificazione per il prossimo campionato del Mondo.

Per Zaccheroni quindi serve innanzitutto rimettere in ordine idee e giocatori per cercare di creare le condizioni per far crescere la Nazionale araba e quindi porsi degli obiettivi. Il primo è sicuramente la Coppa d’Asia 2019, che sarà ospitata proprio dagli Emirati Arabi, il secondo la qualificazione al Mondiale 2022 in Qatar.

Ancora Asia nella carriera di Zac che ha già allenato il Giappone (con la quale ha vinto Coppa d’Asia 2011 e Coppa d’Asia Orientale 2013) e il Beijing Guoan (club cinese di Pechino che milita in China Super League). Quest’ultima esperienza non è andata come ci si aspettava a causa della mancanza di risultati e difficoltà nel mettere in mostra il proprio gioco.

Con la Nazionale del Sol Levante, invece, ha tagliato molti traguardi oltre che ha ottenuto tanti successi dal 2010 al 2014. L’ultima gara disputata sulla panchina nipponica è stata al Mondiale in Brasile del 2014, prima di decidere di non rinnovare il contratto.

Ora un nuovo percorso e un nuovo progetto sportivo l’aspetta. La nazionale emiratina si è affidata all’esperienza di mister Zac per provare a fare bene. Gli allenatori italiani all’estero sono sempre e comunque stimati.

Dario Sette