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Francesco Totti non smette mai di far parlare di sé.

Nonostante abbia appeso gli scarpini al chiodo, l’ex capitano della Roma riesce a essere sempre sotto i riflettori.

Qualche settimana fa la pubblicazione del suo libro “Un capitano” in cui sono stati raccontati tantissimi aneddoti avvenuti durante la sua lunga carriera calcistica come bandiera giallorossa. Qualche anno fa anche la raccolta di barzellette. Un mix di racconti umoristici intorno a Totti, che gli hanno permesso di avere notorietà anche fuori dal campo.

Ora anche l’ingresso nell’enciclopedia più importante della lingua italiana: la Treccani. Un neologismo legato proprio all’ex numero 10: Tottilatria. Il significato di questa parola è il culto e l’adorazione che hanno i tifosi della Roma nei confronti proprio di Totti.

Questo il significato coniato dalla Treccani

Tottilatria è la fusione di due termini: appunto Totti e “latreia” termine greco che indica l’adorazione religiosa. Insieme, formano un termine che indica vera e propria venerazione nei confronti di quello che  stato uno dei simboli del calcio degli ultimi 20 anni.

Quindi, se qualche tempo fa era stato coniato il termine Sarrismo, per indicare il gioco veloce e votato all’attacco da parte dell’ex tecnico del Napoli, ora anche Francesco Totti è entrato a far parte dell’enciclopedia.
Intanto il Pupone è stato celebrato anche dalla Nba, mentre assisteva a una partita al Madison Square Garden di New York tra i Knicks e gli Indiana Pacers, in attesa di essere in tribuna al Franchi per il match tra Fiorentina – Roma di domani.

In principio fu l’Empoli a stregare addetti ai lavori e appassionati di calcio. Poi il salto in una grande piazza calcistica, tanto esigente quanto capace di esaltare il bello. Napoli. Ora Londra e il Chelsea hanno capito che quel signore in tuta e sigaretta ha una sua filosofia e un verbo da far conoscere al mondo intero. Fu Arrigo Sacchi il primo ad accorgersi che Maurizio Sarri non era un ciarlatano: andando oltre i risultati, perché non si vive solo di trofei alzati.

O meglio prima di tutto questo,  perché l’allenatore 59enne ha fatto del football una continua ricerca del piacere, frutto di studi e nozioni coltivate negli anni, fin da quando lavorava in banca e la panchina era solo un piacevole passatempo. L’estetica del suo calcio è ormai diventato una sorta di mantra, offre continuamente spunti di riflessione, luccichio per gli occhi e nuove grane per gli avversari. Ma c’è tanta sostanza, tanta preparazione alle spalle se pensate che il tecnico cresciuto nella provincia di Arezzo si è diplomato a Coverciano nel 2006 con la tesi “La preparazione settimanale della partita”.

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Una forma di bellezza, una filosofia che è ormai riconosciuta come “Sarrismo”. Idolatrata, abusata, copiata, letta su tutti i quotidiani sportivi al punto che la Treccani ha deciso di inserire il termine all’interno del suo vocabolario. È stata infatti la grande Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti ad annunciare, attraverso il proprio account Twitter, il nuovo neologismo.

Da una parte lui, dall’altra “Guardiolismo”Cholismo”: simile il primo per obiettivi e interpretazione, mentre quello dell’argentino Simeone, apprezzato all’Altetico Madrid, è più legato al temperamento e alla componente mentale e fisica che non a quella strettamente tecnica. Con i partenopei Sarri ha quasi dimostrato di poter vincere lo scudetto, perso alla distanza dopo un’entusiasmante testa a testa contro la Juventus. Londra attende, c’è una storia da cambiare perché come dice il profilo Twitter “Sarrismo”: La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza (Albert Camus, L’uomo in rivolta).