Continua a inanellare successi il globetrotter Sebastian Giovinco. I sauditi dell’Al Hilal festeggiano la terza Champions asiatica della loro storia trascinati dalla “Formica Atomica”. Contro i giapponesi dell’Urawa Red Diamonds finisce 2-0, Seba firma l’assist per l’1-0 firmato Dawsari, nel finale, poi, è arrivato il raddoppio di Gomis, ex attaccante – tra le altre – di Lione, Marsiglia e Galatasaray. A Saitama, di fronte a quasi 59.000 spettatori, l’Al Hilal allenato da Razvan Lucescu (figlio dell’ex tecnico di Brescia, Inter e Shakhtar Donetsk Mircea) bissa quindi il successo dell’andata (1-0 a Riad).
Per Giovinco è l’undicesimo titolo in carriera (prima un campionato di Serie B, due Supercoppe italiane, due Scudetti, tre Canadian Championship con il Toronto, una Mls Supporters’ Shield e un titolo di Mls), e chissà che il prossimo Mondiale per Club non possa regalargli il numero dodici: l’Al Hilal, infatti, a dicembre raggiungerà il Qatar insieme al Flamengo, fresco vincitore della Coppa Libertadores.
Non chiamatelo “formica atomica“, ormai non lo conosce più nessuno con questo soprannome. Nei giornali e per le strade del Canada è “the atomic ant”, anche se traducendo, il significato rimane il medesimo.
Non è variata poi così molto la vita di Sebastian Giovinco. E’ cambiata solo una cosa. Tutto.
Nel gennaio 2015 alla Juventus lo fischiano. Gioca poco. Allegri non lo vede.
Nel dicembre 2016 è bomber e leader del Toronto Fc, squadra che nella notte tra il 10 e l’11 dicembre si giocherà il titolo MLS nella finale playoff contro i Seattle Sounders.
L’ esultanza di Giovinco con il “motorino”
Un evento di portata storica: per la prima volta una franchigia canadese si gioca una finale MLS.
Trovare l’America, in Canada
Giovinco è il primo protagonista della nostra rubrica Italians, dedicata agli sportivi italiani nel mondo.
Inizio 2015. Succede che il suo agente, Andrea D’Amico, parla con i vertici dell’MLS, il massimo campionato di Stati Uniti e Canada, una lega in piena crescita, arrivata alla terza fase del suo sviluppo.
“Prima hanno puntato sui miti a fine carriera, poi hanno richiamato in patria i giocatori americani, ora hanno bisogno di «uomini immagine», grandi calciatori europei” spiega lo stesso D’Amico in un’intervista a Libero. “Mi viene in mente Toronto, una città con un milione di italiani, chiamo i miei contatti, parliamo, non c’è bisogno di trattare: sono entusiasti da subito”.
Stadi pieni, entusiasmo alle stelle, un modello di business che pare funzionare (nel 2017 entreranno due nuove franchigie, Atlanta e Minnesota United); questo è lo stato di salute attuale del calcio d’Oltreoceano: pimpante.
Il BMO Field, stadio del Toronto Fc
E l’accoglienza è da re: sono in mille ad attenderlo all’aeroporto a caccia di selfie e autografi. E se poi arrivano anche i gol e il bel gioco, la sua America Giovinco può dire di averla trovata per davvero.
Statistiche
2015 34 presenze, 22 gol -> MVP della MLS
2016 33 presenze, 21 gol -> Top-11 della MLS
Stipendio
Anche a livello economico the atomic ant non se la passa male. Dietro a Kakà è il secondo giocatore più pagato di tutta la MLS, dove tralaltro è previsto un salary cap. Giovinco è uno dei cosiddetti designated players e può sfondare il tetto, guadagnado più di gente del calibro di Gerrard, Lampard e Pirlo (fonte: mlsplayers.org). Il suo contratto – blindatissimo (con bonus) – scadrà nel 2019.
Ricardo Kakà (Orlando City) – 7.167.500 $
Sebastian Giovinco (Toronto Fc) – 7.115.555 $
Michael Bradley (Toronto FC) – 6.500.000 $
Si tratta del secondo calciatore italiano più pagato al mondo dietro a Pellè (Shandong Lunen, Cina) che viaggia a 15 milioni a stagione: niente male per uno scarto della Serie A.
LA CORSA VERSO IL TITOLO
Se il 2015 è la stagione dei gol e della palma di miglior giocatore della MLS, nel 2016 arrivano i risultati di squadra, tanto che Toronto centra la finale di Eastern Conference e batte il Montreal Impact di Didier Drogba qualificandosi all’ultimo atto.
A livello personale le soddisfazioni se le è levate tutte: miglior debuttante della MLS, capocannoniere 2015, miglior assist-man, gol dell’anno, oltre al già citato titolo di MVP (quest’anno conquistato da David Villa del New York).
Anche la Juventus pare non essersi dimenticata di un torinese cresciuto nella sua cantera.
Complimenti a Sebastian #Giovinco e al @torontofc per l’accesso alla finale di @MLS! ??? Forza Seba! ???
Una foto pubblicata da Sebastian Giovinco (@sebagiovincoofficial) in data:
Un appartamento vicino al centro, a mezz’ora dal campo d’allenamento (il favoloso Kia Training Ground), in uno dei grattacieli che contraddistinguono la downtown, dove vive con la moglie di origini argentine Shari e con il figlio di due anni e mezzo Jacopo. La sua è una vita da “major” of Toronto.
A Toronto c’è anche il gelato dedicato a Giovinco e compagni #forzatoronto
Giovinco, il sindaco, idolatrato dalla foltissima comunità italiana, con un inglese che nonostante non sia ancora fluente a poco a poco migliora.
Ma tanto che importa, è pieno di italiani no? Toronto è tricolore: vi ha sede un congresso nazionale italo-canadese, una camera di commercio italiana, c’è anche una tv italiana (Telelatino).
Giovinco “fa impazzire” i tifosi
Tempo libero? Sebastian è stato più volte avvistato all’Air Canada Centre, stratosferica arena da 20mila posti in centro-città, tra concerti, partite dei Raptors (NBA) e dei Mafle Leafs (NHL); e anche lì l’accoglienza è sempre la stessa: da star.
Atlanta Hawks-Toronto Raptors: ovazione per Sebastian Giovinco
“Inebriatti” da sebastian
Dal giorno successivo alla qualificazione dei Reds in finale, i 33mila posti del BMO Field sono già esauriti. A sostenere the atomic ant e compagni ci saranno gli “Inebriatti“, il gruppo di tifosi più caldi del Toronto Fc.
Si ispirano agli ultras europei, sono gemellati con la curva del Genoa, e sono a tutti gli effetti una tifoseria organizzata.
Gli Inebriatti vivono visceralmente la squadra, la sostengono sugli spalti con tamburi e cori (magari tratti da vecchie canzoni italiane), cantando per esempio “It happened without warning”. Avete presente “Un giorno all’improvviso”?
E ORA La finale PER ENTRARE NELL’OLIMPO
Sabato notte (alle 2 italiane live su Eurosport) ci sarà la finalissima con Seattle, in gara secca, con una temperatura prevista di -5° che soltanto the atomic ant potrà riscaldare. Serve l’ultimo sforzo.
L’ultima apparizione di Sebastian Giovinco con la maglia della Nazionale risale all’incirca a un anno fa: 13 ottobre 2015, stadio Olimpico di Roma, Antonio Conte concede al giocatore del Toronto una mezz’ora di gioco, subentrando all’infortunato Eder, nel match vinto per 2-1 contro la Norvegia. Il talento salpato in America non ha mai convinto del tutto l’attuale allenatore del Chelsea che l’ha poi escluso dalla formazione che ha partecipato a Euro 2016. Problema evidente di modulo, ci può stare come motivazione. Nel 3-5-2 dogmatico di Conte, Seba non era piazzabile, lui che, il suo meglio lo garantisce come seconda punta pura o appena dietro l’attaccante di riferimento.
Del resto chi meglio di Conte può conoscere la Formica Atomica? Voluto alla Juventus nell’estate del 2012, dopo l’esplosione a Parma, Giovinco è rimasto per molti un bel desiderio inespresso, la bellezza a intermittenza tipica di quei talenti che i tifosi più romantici non riescono a capire e trovare rassegnazione. La Juventus c’ha provato una, due, tre volte: lui nato a Torino, dall’età di nove anni in tutta la trafila bianconera, non poteva essere una meteora da quelle parti. Una breve comparsa nella Juve vestita da Serie B, un giro a Empoli, poi il ritorno in bianconero, le convincenti stagioni al Parma e il terzo e ultimo ritorno nella sua città e nella sua squadra. Bene nel complesso il primo anno anche se non dimostra lo strappo da campione, poche apparizioni l’anno dopo, quasi nulla nel 2014-2015. A gennaio chiude la valigia e sbarca in Canada, città Toronto. Esplode definitivamente collezionando 69 partite, 45 gol e 28 assist, ultima tripletta nella semifinale contro i New York City di Pirlo nella semifinale playoff della Conference Est di Mls. Nel punto più basso della sua carriera, fatta di panchine e delusione, quando molti vanno negli Stati Uniti per chiudere la carriera, lui l’ha riaperta trovando un ambiente che, mentalmente, lo fa stare bene.
Oltreoceano, nel 2016 (e la stagione non è ancora finita), ha realizzato 21 reti e 16 assist, affermandosi tra i giocatori più determinanti, incisivi e spettacolari. Conte non l’ha convocato per mancanza di affinità col suo modulo, ma forse anche per un pizzico di discredito verso un campionato, quello della Mls, ritenuto non troppo performante. Ora la gestione della Nazionale italiana è stata affidata a Giampiero Ventura e Giovinco non ha ritrovato una maglia azzurra. Problema di modulo, anche qui, un’altra volta con l’ennesimo 3-5-2. Ma considerando l’infortunio di Berardi, l’esclusione di Pellè e un Balotelli che sta ritrovando se stesso in quel di Nizza, Giovinco ha fatto davvero tanto peggio rispetto gli altri attaccanti convocati per i prossimi impegni azzurri? Se dovessimo valutare l’intero anno solare (seconda parte della stagione 2015-2016 e nella prima parte dell’attuale 2016-2017) in pochi hanno sorriso: c’è sicuramente Lapadula con 20 gol nel 2016 (19 di questi realizzati con il Pescara in Serie B), convocato da Ventura per rimpiazzare l’infortunato Gabbiadini (per lui solo 5 realizzazioni). Positivo il bilancio di Belotti con 19 marcature e di Immobile, rientrato in Italia prima al Torino e ora alla Lazio, con 15 gol. La quarta scelta dell’ex allenatore del Toro è Pavoletti, 12 reti, prima di sprofondare nel quasi nulla con Zaza e le sue tre reti, per finire con Eder, solo due gol con la maglia dell’Inter da quando è arrivato a gennaio.
Possiamo sospettare, per indole italica, sulla caratura dei difensori avversari, sul tasso tecnico delle squadra, ma resta un dato, restano i numeri che, spesso, sono veritieri, e soprattutto le giocate: calci di punizione, colpi di genio, dribbling e assist. Indipendentemente dagli avversari, Sebastian Giovinco, quest’anno, ha fatto meglio di tutti. Ah, un’ultima cosa: sapete con quale modulo gioca il Toronto? Esatto, proprio il 3-5-2.