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Si sono conclusi domenica 28 luglio  i Mondiali di nuoto che erano in corso dal 12 luglio a Gwangju, in Corea del Sud. L’ultima gara disputata è stata la staffetta 4×100 mista femminile, in cui la nazionale italiana è arrivata quarta. Nonostante l’ultima prestazione, quello appena concluso è stato il Mondiale più vincente nella storia dell’Italia, che è arrivata sesta nel medagliere con 15 medaglie di cui 4 d’oro, 6 d’argento e 5 di bronzo. Le quattro medaglie d’oro appartengono a Federica Pellegrini nei 200 stile libero, Gregorio Paltrinieri negli 800 stile libero, Simona Quadarella nei 1500 stile libero e alla nazionale maschile di pallanuoto.

Il record precedente era stato registrato nei Mondiali del 2017, quando l’Italia ottenne 4 ori, 3 argenti e 9 bronzi (la qualità del medagliere si misura a partire dal numero di medaglie d’oro, poi d’argento e in ultima analisi di bronzo; non dal numero complessivo di medaglie).

Il medagliere generale è stato vinto dalla Cina, che ha ottenuto 30 medaglie di cui 16 d’oro. Gli Stati Uniti, che avevano vinto il medagliere del 2017, sono arrivati secondi con 36 medaglie di cui 15 d’oro. Il podio è stato completato dalla Russia. I prossimi Mondiali si terranno a Fukuoka, in Giappone, nel 2021.

Simona Quadarella ha vinto l’oro nei 1500 stile libero ai Mondiali di nuoto in corso a Gwangju, in Corea del Sud. La 20enne romana si è imposta con il tempo di 15’40″89, nuovo primato italiano che migliora quello fatto segnare da Alessia Filippi ai Mondiali di Roma 2009 (15’44″93). Alle sue spalle la tedesca Sarah Kohler (15’48″83) e la cinese Jianjiahe Wang (15’51″00). Assente la campionessa in carica e primatista mondiale, la statunitense Katie Ledecky, miglior tempo in batteria che ha rinunciato per un virus intestinale.

Fatica a trattenere le lacrime, Simona:

Ho saputo stamattina dell’assenza della Ledecky, sono rimasta un po’ così. Mi sono detta ‘bene è un’opportunità’. Sono stato fortunata ma la fortuna va a chi si impegna perché dopo di lei c’ero io. Io speravo di vincere dall’inizio. Prima della gara Cristian Minotti,  mi ha chiesto che pensi? Io ho risposto ‘voglio vincere’ e lui, ‘bene ma devi usare la testa’ e così è stato. Non vedevo l’ora di entrare in acqua e gareggiare, sapevo che avrei vinto. E’ troppo bello, ancora non ci credo. Gli ultimi sono stati due anni fantastici, dopo il bronzo di Budapest 2017 e i tre ori di Glasgow, speriamo di continuare per altri anni, non solo il prossimo quando ci saranno i Giochi. Ogni gara che vinco mi diverto sempre di più..

 

Bronzo per Carraro nei 100 rana donne

La giornata trionfale del nuoto azzurro si arricchisce anche di un bronzo: lo conquista Martina Carraro nei 100 rana con il tempo di 1’06”36. E’ la prima volta che un’azzurra sale sul podio mondiale nella specialità. Medaglia d’oro per l’americana Lilly King in 1’04”93, argento per la russa Yuliya Efimova in 1’05”49. Ottavo posto per l’altra azzurra Arianna Castiglioni in 1.07.06«Non ci sto capendo molto, mi sembrava di avere sbagliato di più rispetto alle semifinali. Quando ho toccato terza non ci ho creduto. Ho pianto, un’emozione incredibile», sono le prime parole di Martina Carraro. «Sono onorata di essere la prima azzurra a vincere una medaglia iridata nella rana – ha aggiunto la nuotatrice genovese – E poi, ero sul sul podio con King e Efimova, non ho parole… La medaglia la vedevo vicina, me la potevo giocare: ci ho creduto ma non ero fissata».

 

Pellegrini in finale nei 200 con il miglior tempo

Sorride anche Federica Pellegrini, in finale nei 200 stile libero con il miglior tempo (1’55″14). Finale anche per Fabio Scozzoli nei 50 rana. L’azzurro ha vinto la sua semifinale facendo anche segnare il nuovo record italiano di 26″70. Il miglior tempo assoluto è quello del britannico Adam Peaty, che ha dominato la sua semifinale in 26″11. Fuori con il 14esimo tempo Nicolò Martinenghi (27″31). Finale nei 200 farfalla per Federico Burdisso, sesto tempo assoluto in 1’55″92. Il migliore è l’ungherese Kristof Milak in 1’52″96.

È sempre Federica Pellegrini.

La pluricampionessa non intende fermarsi e continua a stupire tutti in vasca. Agli Assoluti che si stanno tenendo a Riccione l’azzurra ha dimostrato ancora una volta di essere l’atleta da battere nonostante sulla carta d’identità ci sia scritto “classe 1988”.

Dopo l’exploit televisivo in Italia’s got talent, Federica è tornata in vasca è ha conquistato un doppio pass per quella che a luglio sarà la sua nona partecipazione iridata.
Dopo avere vinto la sua gara prediletta (i 200 sl), infatti, la nuotatrice veneta ha anche dominato nei 100 sl.

Un gran bel tempo (53″72) ottenuto nelle vasche romagnole, c’è da ribadire che il suo miglior tempo italiano è del 2016 in 53″18.


Quindi Federica Pellegrini c’è e vuole essere protagonista ai Mondiali sudcoreani in estate.

L’ottimo risultato nei 100 sl si va ad aggiungere al tempone messo a segno nei 200: un ottimo 1’56″60 davanti a Simona Quadarella (1’58″83) e a Stefania Pirozzi (1’59″05), che vuol dire anche seconda miglior prestazione mondiale del 2019 dietro solo alla fortissima americana Katie Ledecky.

Un traguardo che soddisfa appieno la campionessa veneta che, come i grandi sportivi un po’ più “maturi”, segue determinati esercizi e allenamenti che possano fruttare come quando di anni ne aveva 20.

Unico neo per l’azzurra la delusione per la mancata qualificazione nella staffetta 4×100 stile libero.

Tornando invece ai numeri, alla Pellegrini non c’è che da fare un grande plauso per la sua immensa carriera. Ben 121 titoli italiani in bacheca con 32 argenti e 14 bronzi per un totale di 167 podi. Una campionessa che, nonostante il titolo olimpico, i 7 titoli mondiali e i 14 titoli europei al collo, non ha mai rinunciato a un titolo italiano. Lo spessore dei veri campioni.

I più grandi atleti del 2017 tutti riuniti nella stessa sala per festeggiare lo sport: ecco cosa significa la premiazione dei Collari d’oro.

L’evento, che offre un riconoscimento agli sportivi che hanno vinto un titolo mondiale nell’anno che volge al termine, si è svolto ieri alla Casa delle Armi al Foro Italico, alla presenza non solo di grandi campioni ma anche delle autorità politiche e sportive che li hanno omaggiati.

Ed è così che si apre la manifestazione:

Siamo molto felici, perché questa è la cerimonia delle cerimonie in cui vogliamo premiare e ricordare gli atleti e le atlete che hanno fatto grande lo sport italiano nel 2017. E mai come quest’anno abbiamo vinto tanti titoli mondiali individuali

Queste le parole di Giovanni Malagò, Presidente del Coni, che accoglie con gioia i successi degli azzurri nel mondo che hanno portato in alto il nome e la bandiera dell’Italia.

E ci sono proprio tutti a osannare questi grandi risultati: il Ministro dello Sport Luca Lotti, il presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli e anche il premier Gentiloni, che ci tiene a congratularsi personalmente con gli atleti vincitori:

I vostri sono risultati che ci fanno essere orgogliosi di essere italiani. Penso all’oro di Federica Pellegrini, a quello di Bebe Vio e del fioretto. Sappiamo quello che c’è dietro a livello di sacrifici. Lo sport insegna che la fatica non è mai sprecata: fatichi e sogni, diceva Pietro Mennea. E oggi abbiamo bisogno di sognare ancora, le cose in Italia vanno un po’ meglio ma ci sono ancora ferite da rimarginare

Per l’occasione, i collari d’oro sono andati a chi ha vinto nelle specialità olimpiche e paralimpiche e nelle discipline motoristiche. Comincia quindi una sfilata di big, da Morbidelli a Nibali, da Gregorio Paltrinieri a Federica Pellegrini. E ancora: i campioni della scherma, del tiro con l’arco e del tiro a volo. Insomma, un’Italia in festa con le punte di diamante azzurre che rappresentano ogni sport nel mondo.

Ognuno di loro porta con sé la soddisfazione di aver scritto un pezzo della storia dello sport italiano, come Federica Pellegrini, che racconta la sua esperienza a Budapest:

A Budapest ho avverato un sogno: è stato il mio ultimo 200 stile libero come lo volevo io, la gara della vita, la gara perfetta. Sono fiera e onorata, ringrazio chi mi ha aiutato a chiudere come volevo: è stato un anno faticoso, ma ne è valsa la pena

La campionessa del nuoto è stata premiata per il titolo nei 200 sl, frutto di una forte determinazione dopo il mancato podio alle Olimpiadi che ha segnato la giovane, tanto da farle pensare anche al ritiro:

Non salire sul podio olimpico per un decimo era stato difficile e a un’Olimpiade fa più male, perché so come mi ero preparata. La finale di quel giorno è andata bene ma non abbastanza. Ho provato una grande rabbia, avevo pensato di smettere di nuotare. L’orgoglio più grande della mia vita è quello di aver scelto di andare avanti

Dino Zoff alza di nuovo la coppa del mondo

Durante questa celebrazione dello sport, uno spazio speciale è stato dedicato al calcio. Il Presidente della Fifa, senza nascondere una nota di rammarico, non può fare a meno di parlare dell’esclusione dell’Italia ai Mondiali, ma per spronare il calcio a reagire e tornare quello di una volta:

È veramente tragico non essere al Mondiale, ma poteva capitare. Ora bisogna lavorare, riformare, innovare e riportare l’Italia sul tetto del mondo dove merita di essere anche nel calcio

Ed è con uno sguardo nostalgico al passato che sono chiamati sul palco di eroi di un tempo, che hanno reso grande il calcio italiano: i campioni del mondo del Mondiale del 1982.

Conti, Baresi, Oriali, Cabrini, Antognoni, Selvaggi e il grande Dino Zoff, che torna a sollevare la coppa proprio come fece quel grande giorno di festa per tutto il nostro paese.

Non può fare a meno di notare che le cose nel calcio sono molto cambiate da allora, ma con l’augurio che con il tempo la situazione possa cambiare e si possano rivivere le stesse emozioni che ci hanno regalato questi eroi nei Mondiali di Spagna ‘82.

A pochi giorni dalla bufera che l’ha vista coinvolta nella disputa contro Paltrinieri a proposito dell’allenatore dell’anno, eccola di nuovo scendere in campo per dire la sua su uno degli argomenti più scottanti del momento.

Stiamo parlando di Federica Pellegrini, che stavolta si batte per difendere i diritti delle donne contro gli abusi nel mondo dello sport.

La questione “abusi” prende le mosse dalle dichiarazioni di Asia Argento che recentemente ha confessato di aver subito delle molestie nel mondo del lavoro ed essere rimasta in silenzio per paura. Oggi l’attrice si confessa e sono in molte, sia nel mondo dello spettacolo che dello sport, a starle accanto in questa lotta contro le molestie sessuali.

Non è mai troppo tardi per denunciare”! È questo il monito che la campionessa del nuoto insieme ad altre sportive si sentono di dare a tutte le ragazze. Il silenzio non serve a nulla se non a stare male e permettere a queste persone di continuare le loro violenze.

Federica Pellegrini si esprime con queste parole:

Asia Argento ha denunciato dopo tanti anni perché aveva paura di lottare da sola. Ma è stata coraggiosa. Bisogna riuscire a denunciare subito gli uomini violenti, purtroppo non sempre lo si fa. In America sono stati squalificati e condannati allenatori-pedofili. Io non ho mai subito avance di questo genere, penso che questi orchi vadano alla ricerca di ragazze più fragili e deboli

Una fortuna, la sua, che non è invece toccata alla ginnasta McKayla Maroney, vincitrice dell’oro nei Giochi Olimpici londinesi del 2012. La campionessa denuncia a cuore aperto le molestie subite fin dall’età di 13 anni dal medico della Nazionale Usa, Larry Nassar, oggi in carcere.

La sua triste storia di abusi da parte dell’uomo, purtroppo, la accomuna ad altre ginnaste che per anni hanno sopportato queste violenze per non compromettere la propria carriera.

Così la ginnasta si esprime davanti alle telecamere:

La gente deve sapere che queste cose non succedono solo ad Hollywood. Succedono ovunque. Ovunque ci sia una situazione di potere favorevole agli abusi. Io avevo il sogno di andare all’Olimpiade e le cose che ho dovuto sopportare per poterlo raggiungere sono state inutili e disgustose

scoppia lo Scandalo nel mondo dello sport

Tra confessioni amare e denunce tardive in questi giorni saltano fuori anche retroscena inaspettati e scandalosi su alcune icone del mondo dello sport, che sembrano implicate in questa storia di violenze e abusi sulle donne.

Vitaly Scherbo, campione indiscusso nel mondo della ginnastica, vincitore di 6 ori, è entrato nell’occhio del ciclone a causa delle pesanti accuse che gli vengono rivolte dalla ginnasta ucraina Tatiana Gutsu, vittima del giovane all’età di 15 anni.

Dopo anni la giovane sportiva ha deciso di parlare e accusare non solo il suo molestatore ma anche tutte quelle persone che le erano accanto e non hanno fatto niente per aiutarla. Le sue parole sono durissime e non lasciano dubbi circa il suo profondo risentimento che l’ha accompagnata fino ad oggi:

Un mostro che mi ha imprigionata nella paura per tanti anni. So che ora cercherà di difendersi. Ma i miei dettagli sono molto più forti delle sue parole. Ora sono forte. Tatyana Toropova pensavo fosse una mia amica: grazie per non essere stata coraggiosa per me, ora alzati e combatti con me per i diritti delle donne. Eri là, hai sentito tutto e non ti sei mai alzata a proteggermi.

Come il mondo del cinema, anche lo sport è fortemente scosso da queste rivelazioni private che svelano retroscena riguardanti abusi verso le donne. Le dichiarazioni di Pellegrini, Maroney e Gutsu vogliono essere un esempio per aiutare chi non ha il coraggio di parlare e per impedire che altri uomini possano ancora infangare la dignità di donna, facendo del male ad altre giovani ragazze.

Da qualche giorno il mondo dello sport sta assistendo ad uno scontro verbale tra due grandi del nuoto, Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri.

Al centro della discussione, che ha preso vita con botta e risposta per mezzo dei social, c’è un premio di grande valore che prende il nome di “Premio Alberto Castagnetti 2017”. Si tratta di un tributo rivolto al grande allenatore di nuoto scomparso che premia il miglior tecnico di tutto l’anno.

Quest’anno la giuria ha decretato vincitore Stefano Morini, attuale allenatore di Paltrinieri, che a giorni dovrà riscuotere l’onorificenza.

Ma alla Pellegrini questa decisione non è andata proprio giù! La nuotatrice veneta, che si sente chiamata in causa perché Castagnetti è stato anche il suo allenatore, non ritiene corretta l’assegnazione del premio, non per mancanza di meriti da parte del tecnico ma perché convinta che il suo attuale allenatore Matteo Giunta sia sicuramente più degno. I risultati parlano chiaro e le medaglie d’oro vinte dalla stessa Pellegrini durante l’anno ne sono la testimonianza più evidente.

E si esprime così sui social:

Mi dispiace un sacco che questo premio non vada a te Matteo che sei riuscito in quest’impresa e oltretutto hai fatto migliorare di un secondo e mezzo Luca Pizzini. Ora abbiamo la certezza di come funzionano queste votazioni!! Va bene ci sta!! Ma per me e per il tuo gruppo SEI TU L’ALLENATORE DELL’ANNO!! COMPLIMENTI MATTE!

Il suo pensiero è chiaro e non può passare inosservato nell’ambiente e soprattutto all’interno del team del neo premiato. A replicare alla Pellegrini è proprio un suo eletto, Gregorio Paltrinieri, che prontamente esprime il suo dissenso con una strenua difesa del tecnico. Ecco alcune delle sue frasi:

È un premio federale, non l’Oscar. Capisco il desiderio di sostenere gli indubbi meriti del proprio tecnico, ma non lo si deve fare screditando il lavoro degli altri. Il Moro quest’anno con i suoi atleti ha vinto quattro medaglie mondiali. Punto. Ma di che cosa stiamo a parlare?

Da questo momento la discussione si accende e assume toni anche esagerati, arrivando a toccare livelli piuttosto squallidi. Un post di Tommaso Morini fa, infatti, infuriare la Pellegrini e si arriva alle minacce di querela.

Pare che il giovane sostenitore di Morini, figlio del il tecnico, abbia lanciato offese sessiste alla campionessa mondiale e animato una discussione che poteva facilmente essere chiusa dopo lo scambio d’opinioni.

E adesso come procederà questa disputa? Purtroppo non sono bastate le scuse del ragazzo per placare gli animi e inevitabilmente la questione è arrivata al cospetto della Federnuoto che, insieme a Cesare Butini, direttore tecnico della Nazionale, ha deciso di aprire un’inchiesta.

Queste le parole dure di Butini:

Tommaso Morini ha rivolto offese pesanti a Federica Pellegrini e ne risponderà lui in prima persona. Sia davanti alla giustizia federale, perché lui è un tesserato, sia a quella ordinaria se Federica riterrà di querelarlo. E’ nelle sue facoltà e fa bene. Noi saremo intransigenti e vogliamo salvaguardare il buon nome della Federazione in primis e poi degli atleti.

Nell’interesse dello sport e della buona immagine della Nazionale italiana di nuoto si vuole mettere in questo modo la parola fine ad una discussione sterile, che nasce proprio da un premio volto a esaltare la bellezza e il valore del nuoto e dei suoi rappresentanti e non ad infangarlo.

Per uno sportivo conquistare una medaglia è il coronamento di tanti sacrifici e tanta dedizione. Valerio Catoia, 17 anni e con la sindrome di Down, ha passato tutta la sua giovane vita in acqua. Da quando ha tre anni, da quando i medici consigliarono i genitori di fargli fare nuoto per irrobustire un corpo gracile.
Ancora oggi, a Latina, si allena quattro giorni alla settimana, la sua passione è cresciuta sempre più e ha iniziato a gareggiare, diventando un tesserato della Fisdir (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale) e vincendo la medaglia d’argento ai campionati nazionali.

Ma questa volta la medaglia che gli ha consegnato il ministro dello sport, Luca Liotti, è speciale, unica: non ha un valore metallico, né oro o bronzo, ma su di essa c’è scritto “Valerio, il nostro campione”.
Sì perché Valerio ha compiuto un gesto da piccolo grande eroe. Il 12 luglio era con la sua famiglia alla spiaggia La Bufalara di Sabaudia, non lontano da Latina quando ha visto una bambina di 10 anni che rischiava seriamente di affogare. Mentre si agitava e andava sott’acqua, Valerio e il padre si sono tuffati, ma è stato il ragazzo, senza averci pensato su due volte, ad afferrare la bambina e a riportarla a riva, dove poi sono arrivati i bagnini.

«Valerio sei uno sportivo straordinario, hai messo al servizio degli altri la tue abilità da nuotatore e per questo ti siamo riconoscenti», ha detto il ministro Lotti, durante la speciale “premiazione”. Il giovane nuotatore, forse, non si è ancora reso conto del gesto eroico e impavido che ha compiuto e, per questo, sono arrivati dei speciali messaggi: a sorpresa, infatti, direttamente dal Mondiale di Budapest, Federica Pellegrini, Gabriele Detti, Gregorio Paltrinieri e l’ex campione Massimiliano Rosolino hanno salutato Valerio, complimentandosi per quello che ha fatto.

Campione dello sport e campione della vita con tanto di invito speciale: Rosolino, accanto a Detti e Paltrinieri, ha chiesto al 17enne di fare un paio di vasche assieme ai due nuotatori che hanno annuito.

Orgoglio anche da parte di Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico:

Con coraggio e altruismo si è buttato in mare per salvare una bambina in difficoltà. Si tratta di una delle tante straordinarie storie che vedono protagonisti gli atleti paralimpici, spesso capaci di azioni di grande valore etico e sociale. Valerio Catoia ha compiuto un gesto esemplare che conferma quanto sia importante essere campioni nello sport e nella vita

 

Quattro anni dopo, rieccoci nuovamente. Li avevamo incrociati in finale dell’Europeo del 2013 giocato in Israele; questa volta lo scontro varrà un posto in finale. L’Under-21 allenata da Di Biagio, che ha superato il proprio girone di qualificazione non senza qualche patema di troppo, affronta gli spagnoli di pari età nella semifinale nello Stadion Cracovii di Cracovia, in Polonia.

Una sfida senz’altro impegnativa per gli azzurrini chiamati a tener testa alla squadra favorita in questa edizione: mentre Donnarumma, Bernardeschi, Petagna e gli altri hanno rischiato di uscire già al primo turno dopo la pesante sconfitta per 3-1 contro la Repubblica Ceca (prontamente rifatti con la vittoria per 1-0 sulla Germania), la Spagna Under-21 ha passeggiato nel Girone B centrando tutte e tre le vittorie (roboante il 5-0 sulla Macedonia, ma anche il 3-1 sul Portogallo) chiudendo con nove reti realizzate e una sola subita.

Dopo queste premesse statistiche, ecco che i fantasmi della finale di quattro anni fa riemergono a galla. I ragazzi allenati da Devis Mangia crollarono 4-2 contro gli 11 guidati da ct Julen Lopetegui. Autore di un’autentica mattanza fu Thiago Alcantara, funambolico centrocampista del Barcellona e ora del Bayern Monaco che, quella sera, realizzò una tripletta nel primo tempo.
L’Italia provò a stare al passo con il momentaneo pareggio di Immobile al 10’, ma il 4-1 su rigore realizzato da Isco fece crollare i sogni di una Nazionale che disputò un validissimo torneo e che chiuse la propria avventura con la rete di Borini per il 4-2 finale.

Del resto, a guardare le formazioni, c’era solo da applaudire per l’enorme sforzo fatto da Devis Mangia nel riuscire a portare in Polonia una formazione valida e all’altezza:  Bardi, Donati, Caldirola, Bianchetti, Rossi e Regini, ovvero sei degli 11 titolari che disputarono la finale, giocavano in Serie B.
Nel complesso sui 23 convocati, 11 giocavano in serie cadetta: un numero troppo elevato per tenere botta alla Roja che aveva solo calciatori già svezzati nella Liga. E i nomi, con l’occhio maturo di oggi, sono stati confermati: De Gea, Bartra, Koke, Álvaro Morata, Isco, Tello, Carvajal  hanno fatto il salto di qualità. Nelle file azzurre qualche giocatore è ancora in attesa dell’exploit, altri come Borini hanno bisogno di ritrovare la propria dimensione. E poi ci sono Insigne, Immobile, Verratti o Florenzi che sono talenti cristallini.

Ma quattro anni dopo, forse, la corrente è cambiata e anche in Italia si sta respirando una tendenza inversa che punta tutto sui giovani talenti: rispetto agli 11 giocatori della Serie B del 2013, quest’anno Di Biagio ha chiamato solo tre giocatori, Ferrari, Cragno e Garritano.
Per non parlare della qualità, sensibilmente alzata anche grazie alla fiducia di alcuni allenatori di Serie A che hanno buttato nella mischia calciatori protagonisti di questa stagione come Donnarumma, Caldara, Bernardeschi, Conti, Chiesa o Pellegrini, autore di una rete mozzafiato contro la Danimarca:

Insomma, all’orizzonte il cielo sembra essere sereno: bisogna solo aspettare e crederci con un sorriso spensierato.

 

La Federazione Italiana Nuoto  comunica l’elenco degli atleti qualificati ai prossimi Mondiali Budapest 2017 dal 23 al 30 luglio prossimi. La squadra sarà completata valutando le prestazioni ottenute al prossimo Trofeo Sette Colli in programma a Roma dal 23 al 25 giugno.

il DT Cesare Butini 

“Il campionato assoluto dello scorso aprile è stato uno dei più esaltanti degli ultimi anni sia per qualità sia per densità di risultati. La nota positiva è rappresentata dai giovani nuotatori che con le loro prestazioni hanno conquistato spazi importanti nel panorama nazionale favorendo la reazione positiva degli atleti più esperti. Ora l’obiettivo che ci prefiggiamo, come settore Squadre Nazionali, è quello di coniugare la crescita dei giovani al consolidamento delle realtà già in essere. L’attività si svilupperà seguendo progetti principali, che saranno riservati ai qualificati per Budapest, ed altri di monitoraggio che mirano alla crescita dei giovani talenti. La programmazione prevede l’organizzazione di raduni di preparazione e la partecipazione a competizioni sia in Italia sia all’estero”.

Atleti qualificati

Ilaria Bianchi (Fiamme Azzurre / Azzurra 91), Giacomo Carini (Fiamme Gialle / Can. Vittonino da Feltre), Martina Carraro (Fiamme Azzurre / Azzurra 91), Arianna Castiglioni (Fiamme Gialle / Team Insubrika), Piero Codia (Esercito / CC Aniene), Gabriele Detti (Esercito / Team Lombardia), Silvia Di Pietro (Carabinieri / CC Aniene), Luca Dotto (Carabinieri / Larus Nuoto), Filippo Magnini (CC Aniene), Nicolò Martinenghi (NC Brebbia), Filippo Megli (FlorentiaNuotoClub), Alessandro Miressi (Fiamme Oro / CN Torino), Alice Mizzau (Fiamme Gialle / Team Veneto), Gregorio Paltrinieri (Fiamme Oro / Coopernuoto), Federica Pellegrini (CC Aniene), Stefania Pirozzi (Fiamme Oro / Canottieri Napoli), Luca Pizzini (Carabinieri / Bentegodi), Simona Quadarella (Fiamme Rosse / CC Aniene), Matteo Restivo (FlorentiaNuotoClub), Fabio Scozzoli (Esercito / Imolanuoto), Federico Turrini (Esercito / Nuoto Livorno), Ivano Vendrame (Esercito / Larus Nuoto).

”Ho deciso che parteciperò alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Alla fine ho capito che la sfida è con se stessi e questa scelta l’ho fatta per me: non potevo smettere quello che ho fatto per una vita e finire con un ricordo così, un quarto posto, una medaglia mancata di pochissimo a Rio. Non volevo chiudere la mia carriera così”.

Così Federica Pellegrini in un’intervista al settimanale “Chi” nel numero in edicola domani, dichiara la sua intenzione di continuare a gareggiare fino ai prossimi giochi olimpici, smentendo così le voci di un suo possibile ritiro.

‘Una donna sente quando arriva il momento anche per fare dell’altro – le parole della nuotatrice veneta – Forse ho deciso di spostare tutto in avanti proprio perché quel momento per me non è ancora arrivato, non mi sento pronta a spostare l’attenzione sulla famiglia. Ma io non è che mi sento in ritardo rispetto a una tabella di marcia prestabilita. Forse ho scelto di continuare a nuotare anche perché voglio farlo nel migliore dei modi e la vittoria di dicembre (ai Mondiali in vasca corta a Windsor, in Canada, ndr) mi ha aiutato in parte a cancellare quel brutto ricordo. Non è ancora il momento – ha concluso Pellegrini – di fare un’altra vita”.