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Ancora i rigori nell’occhio del ciclone. Dopo il clamoroso episodio che ha visto segnare Cristiano Ronaldo nella partita di Champions League contro la Juventus al 93esimo, stavolta è toccato al Friburgo dovere accettare un rigore dato con modalità alquanto bizzarre.

In Bundesliga si stava giocando il match di salvezza tra Mainz e Friburgo. Ma quando l’arbitro fischia la fine del primo tempo e i giocatori sono già negli spogliatoi succede l’impensabile e sono tutti costretti a rientrare in campo e assistere ad un calcio di rigore concesso durante l’intervallo!

Un arbitro un po’ troppo pignolo? Niente affatto: è colpa del Var, che evidenzia un episodio sospetto dove si vede il giocatore Kempf toccare la palla con la mano. Assegnare il rigore diventa per Guido Winkmann, direttore di gara, una scelta lecita. Forse le tempistiche un po’ meno…

Increduli e infuriati, i giocatori del Friburgo e i tifosi sono costretti quindi a guardare impotenti De Blasis segnare la rete che, insieme al secondo gol nel 79esimo minuto, conduce i padroni di casa verso il risultato finale della partita, 2-0.

 

Sdegnato, il Friburgo reagisce con un tweet piuttosto eloquente riguardo alla dinamica della partita:

Il match di Bundesliga si conclude con la vittoria del Mainz che guadagna 3 punti, tra la soddisfazione del suo team e soprattutto del tecnico Sandro Schwarz, che così commenta l’accaduto:

Il rigore? Penso che la decisione sia stata corretta. Ero già nello spogliatoio, il tempismo è stato un po’ infelice, ma era rigore. Ovviamente prendiamo questi tre punti, è stata una vittoria meritata

Tra polemiche e opinioni discordanti, ci ritroviamo dinanzi a eventi insoliti che con l’arrivo del Var sembrano diventare sempre più frequenti. Forse è il prezzo da pagare per avere una maggiore correttezza in campo, ma quel che è certo è che il calcio è nuovo a questi episodi e ha bisogno di più tempo per abituarsi al nuovo monitoraggio che ancora fa discutere.

Italia – Germania è da sempre una partita di calcio diversa dalle altre. Storicamente la Nazionale azzurra ha dato filo da torcere ai tedeschi che, in rare volte, sono riusciti a batterci.

Tuttavia negli anni la rivalità calcistica si è trasformata, tanto che molti calciatori italiani hanno deciso di trasferirsi in club della Bundesliga. In passato il primo grande trasferimento fu quello di Ruggiero Rizzitelli, che fu acquistato nel 1996 dal Bayern Monaco guidato da Trapattoni. Nella storia più recente, inevce, ci sono stati i passaggi del bomber Toni e Immobile e dei difensori Barzagli, Zaccardo e Oddo.

Nella stagione appena partita, sono diversi gli italiani che stanno prendendo parte a questa Bundesliga 2017/2018.

Simbolo dell’Italia in Germania attualmente è Carlo Ancelotti. L’allenatore italiano è uno dei più vincenti della storia calcistica europea. Il mister è sicuramente l’orgoglio sportivo nostrano in terra tedesca.
Tuttavia, ma come ora il numero degli italiani è aumentato, sia in campo che in panchina. L’ex allenatore di Milan, Chelsea, PSG e Real Madrid è pronto per un’altra stagione esaltante con l’obiettivo di vincere un’altra Champions League (sarebbe la terza personale).

Proseguendo dalla panca, dopo il grande Ancelotti, ha ottenuto il ruolo di mister dello Schalke 04: l’italiano Domenico Tedesco. Figlio di emigrati calabresi, il giovane tecnico è già partito alla grande con i Knappen. Mister Tedesco è alla sua prima esperienza in Bundesliga dopo la breve ma felice parentesi in Zweite Liga con l’Aue Erzgebirge. Salvezza ottenuta in largo anticipo e chiamata dal club di Gelsenkirchen.

Werder Brema e Mainz hanno voluto affidare la propria difesa agli italiani. L’ex capitano della primavera interista, Luca Caldirola, dal 2013 è a Brema, dopo che il club milanese ha deciso di non puntare su di lui. La scorsa stagione è andato in prestito allo Darmstadt, dove ha disputato tutte le gare di campionato. Quest’anno il centrale lombardo proverà ad aiutare la squadra a disputare un campionato migliore rispetto alle ultime stagioni.

Stessa sorte anche per un altro ex interista Primavera. Il terzino destro classe ‘90, Giulio Donati, si è accasato lo scorso anno con la maglia del Magonza, dopo aver trascorso tre stagioni nel Bayer Leverkusen. Terzino di spinta, Donati si è ben messo in mostra in Bundesliga, tanto da essere apprezzato da tifosi e appassionati di calcio. L’obiettivo di giocatore e club è quello di riscattarsi da un’annata così così chiusasi con un insolito 15esimo posto in classifica.

Di spinta e di sostanza è anche un altro italiano che però è cresciuto in Germania. Stiamo parlando di Vincenzo Grifo, ala e mezzala sinistra del Borussia Mönchengladbach, classe 1993. Originario della Sicilia, Grifo è cresciuto a Pforzheim, tira i primi calci al pallone nella sua città natale prima di trasferirsi alle giovanili del Karlsruhe.  Il debutto in Bundes avviene nel 2012 con la maglia dell’Hoffenheim. In questa finestra di mercato estiva è arrivata la chiamata dal Gladbach.

Di talento e di forza è anche Daniel Caligiuri. L’esterno offensivo dello Schalke 04 ha disputato grandi stagioni nel Wolfsburg tanto da far pensare una sua convocazione nella nazionale azzurra. Il ct Ventura sta valutando l’idea, in passato anche Conte l’ha convocato per un stage in vista di Euro 2016. Ala destra dotata di ottimi piedi, pronti a sfornare assist per i compagni.

Discorso a parte bisogna fare per i cosiddetti “oriundi”. In Bundesliga ci sono molti calciatori con origine italiana, magari nonni o bisnonni. Tedeschi con passaporto italiano sono Diego Demme e Marco Terrazzino, mentre Franco Di Santo, David Abraham e Filipe sono sudamericani.

Diego Demme del Lipsia e Marco Terrazzino del Friburgo hanno origine italiane di famiglie che si sono trasferite in Germania nel dopoguerra per trovare fortuna e lavoro. I due calciatori hanno esordito con la maglia della nazionale tedesca e pertanto non possono più prendere parte alla selezione azzurra.

Di Santo (Schalke 04), Abraham (Eintracht Francoforte) e Filipe (Hannover 96) sono sudamericani che hanno passaporto italiano per via di avi remoti.

Dario Sette