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Un ritorno in campo da presidente del suo Paese, per ritirare la sua maglia preferita che ha indossato per anni e che gli ha permesso di diventare grande.

Stiamo parlando di George Weah, attuale presidente della Liberia ed ex campione di calcio, pallone d’oro 1995, il primo africano a riceverlo.

In Italia lo abbiamo ammirato con la maglia del Milan dal 1995 al 2000 e ora, dopo l’elezione dello scorso 22 gennaio 2018, è alla guida della Liberia.

A Monrovia a quasi 52 anni (li festeggerà il primo ottobre) l’ex attaccante rossonero è sceso in campo con la sua nazionale contro la Nigeria in un match passerella per il ritiro della sua maglia numero 14, la preferita dell’ex centravanti con cui ha ottenuto diversi successi sia in Italia che all’estero.

 

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President Weah during the game! Lets go, Prezzo!

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Rimasto in campo per ben 79 minuti, King George non è riuscito a segnare l’ultima rete della sua carriera con i liberiani, ma comunque ha segnato in maniera positiva la sua grande carriera verso quel Paese che ha deciso prima di guidare da capitano (seppur avesse avuto la possibilità di giocare con la nazionale francese) e poi da presidente.

Con qualche chilo in più, George è riuscito comunque ad avere qualche lampo di classe anche se la velocità (arma letale per le difese avversarie) non è certo più quella di una volta.
Per lui grandi applausi a ogni pallone toccato e standing ovation finale da parte dello stadio di Monrovia, Peccato per la mancata marcatura: il rigore che ha accorciato le distanze lo ha trasformato Kpah Sherman all’89esimo.

La fortuna calcistica della famiglia Weah però non è finita. A 18 anni è già un vero talento, il figlio di George, Timothy classe 2000 e stella del Paris Saint Germain.

Toscano dalla nascita, il 27enne calciatore Alessio Lava, dal 2015 ha parte del suo cuore in Costa Rica. Partito con la sua ragazza costaricana, per l’isola centramericana, ha deciso di restarci e fare quello che gli usciva meglio: giocare a calcio. La passione per il pallone era più che viva in Italia. In seguito, con la decisione di trasferirsi in America, Alessio Lava ha pensato bene di accasarsi per un club calcistico del posto. Attualmente è l’attaccante del Municipal Liberia, squadra che milita nel massimo campionato costaricano. In rosa oltre a un folto gruppo di costaricani sono presenti anche tre serbi.

Come sei passato dai campi della Toscana, alla Serie A costaricana?

Nel 2015 ho conosciuto a Firenze la mia attuale ragazza Daniela originaria della Costa Rica. Siamo stati un anno insieme e quando lei ha terminato gli studi abbiamo deciso di partire. Devo ammettere che per me non  è stata una scelta facile, perché ho dovuto lasciare la mia famiglia, la mia casa e tutti gli amici che conoscevo da una vita.

Il calcio è sicuramente differente da quello italiano, com’è il livello?

Il livello del calcio, dopo il mondiale del 2014 dove la Costa Rica ha raggiunto i quarti di finale, si è alzato tantissimo. Ci sono calciatori provenienti da tutta l’America: Argentini, brasiliani, americani, che contribuiscono a rendere il calcio molto più appassionante.  Inoltre negli ultimi anni si stanno mettendo in mostra molti giovani talenti e che ne sentiremo parlare in futuro.

Dopo il bel mondiale 2014, alcuni calciatori costaricani sono arrivati in Europa, tu hai fatto il viaggio inverso. Come ti hanno accolto?

Ahimè in Italia non ho mai avuto procuratori e conoscenze giuste. Ho sempre creduto nelle mie potenzialità, ma nessuno mi ha mai dato la possibilità di giocare nel calcio che conta e così ho voluto prendere una strada più difficile ed in salita. Tuttavia ora mi sento gratificato e sto ottenendo risultati per tutti i sacrifici che ho fatto.
Qui in Costa Rica mi hanno accolto alla grande, la gente mi ha apprezzato e mi sta apprezzando per la persona umile e semplice che sono. Non mi reputo né un calciatore famoso né una star, ma un normale calciatore che si alza ogni giorno e lavora duro per cercare di raggiungere gli obiettivi che mi sono imposto, fino a che Dio mi darà la forza e la salute.

Come sta procedendo la stagione? Qual è l’obiettivo del Municipal?

Il campionato non è iniziato da molto e ci sono molto squadre nel giro di pochi punti. L’obiettivo del Municipal Liberia è di fare un buon campionato, la squadra è formata da ottimi giocatori di esperienza con un mix di giovani di grandi aspettative.

La preparazione alle gare è simile al metodo italiano?

Personalmente non mi sono mai allenato così forte, prima di arrivare in Costa Rica. Gli allenamenti sono ben studiati dall’allenatore e da tutto il suo staff, al fine di tirar fuori il massimo da ogni singolo giocatore. Dal mio punto di vista, gli allenamenti sono differenti da quelli italiani.

Il pubblico è appassionato? Ci sono molti tifosi che seguono la squadra?

Si! Qui il calcio è lo sport principale ed è molto seguito, non solo dal genere maschile. In effetti c’è un alto livello anche di calcio femminile. Gli stadi sono quasi sempre pieni e i tifosi sostengono molto la squadra sia in casa che in trasferta, questa è una delle cose che più mi ha impressionato in positivo.

Cosa fai nel tempo libero?

Nel mio tempo libero lontano dal calcio, faccio esercizi fisici per avere una condizione fisica migliore sul campo e, prima di andare a dormire, studio. Inoltre prego molto, tante volte al giorno, per me è diventata ormai una abitudine a cui non posso fare a meno.

Ti manca l’Italia? Segui le partite di Serie A?

La cosa che più mi manca dell’ Italia è la mia famiglia, sto facendo tutto questo anche per loro, per cercare di dargli felicità con i miei risultati e farli sentire orgogliosi di me, siamo sempre in contatto e li penso sempre. Quando posso, tempo permettendo, cerco di seguire qualche partita di Serie A.

Cosa credi che manchino ai giovani calciatori italiani per spiccare il volo?

Credo che in Italia i calciatori abbiano tanta qualità per arrivare lontano, forse la cosa che più manca è la mentalità di sacrificio. Non bisogna dare il 100% solo nella partita, ma anche durante tutti gli allenamenti della settimana. Penso che sia questo il segreto per arrivare più in alto possibile.

Qual è il tuo sogno ne cassetto?

Non nascondo il fatto che da quando sono arrivato in Costa Rica, sono riuscito a raggiungere degli obbiettivi importanti che mai avrei pensato di ottenere, uno di questi era di riuscire a giocare nel campionato principale.
Ovviamente come lo è un po’ per tutti i calciatori, il sogno è quello di giocare nei campionati più importanti del mondo: Serie A, Liga, Premier ecc… Devo ammettere però che un mio grande sogno sarebbe quello di riuscire in futuro, tramite la mia storia calcistica, a trasmettere alle persone che nella vita, qualsiasi sia l’obiettivo da raggiungere, si deve fare di tutto per coglierlo, anche a costo di andare a vivere dall’altra parte del mondo in un Paese con lingua, tradizione, cultura e mentalità completamente differente dalla nostra.

Dario Sette