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Il Chelsea non ha gradito la bufera Kepa Sarri prima dei rigori decisivi di Carabao Cup. E, nonostante il periodo delicato, la società londinese si schiera con il suo allenatore. La dirigenza ha deciso, infatti, di multare il portiere spagnolo tagliando una settimana del suo stipendio, destinandolo in beneficenza alla Chelsea Foundation. Già nel dopo partita il tecnico italiano aveva provato a ridimensionare l’accaduto, liquidandolo come un “malinteso”. Sarri voleva accertarsi che il suo numero 1 fosse in grado di giocarsi al meglio i penalty finali. Lo stesso desiderio di Kepa Arrizabalaga, intenzionato a restare in porta per provare l’assalto alla Coppa.

Pensavo che Kepa avesse i crampi e non fosse in grado di continuare per i rigori

La versione di Kepa

Entrambi hanno sbagliato sui modi e si sa quanto in Inghilterra siano attenti alla forma, oltre che alla sostanza. Il giocatore, già nel dopo partita, aveva fatto marcia indietro con un post su instagram.

Credo che tutto sia stato un fraintendimento dovuto alla pressione e al finale concitato di una partita decisiva. L’allenatore ha pensato che non fossi in condizioni di proseguire e la mia intenzione era di dirgli che invece ero in condizioni di proseguire per aiutare la squadra, mentre il dottore che mi aveva soccorso stava tornando in panchina per recapitargli proprio questo messaggio.

 

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Disgustados y tristes por no podernos llevar el titulo, hemos luchado hasta el final contra un gran equipo. Seguiremos trabajando para ser mas fuerte. También me gustaría aclarar algún hecho del partido de hoy: Lo primero de todo lamento como ha sido el final de la prorroga, quiero decir que en ningún momento ha sido mi intención desobedecer al técnico o ninguna de sus decisiones. Creo que todo ha sido un mal entendido a altas pulsaciones y en el tramo final de un partido por un titulo. El entrenador ha pensado que no estaba en condiciones de seguir y mi intención ha sido expresarle que estaba en buenas condiciones de seguir ayudando al equipo, mientras el cuerpo medico que me había atendido llegaba al banquillo y daba el mensaje. Siento de nuevo la imagen que se ha proyectado, no siendo en ningún caso mi intención dar esta imagen y pidiendo disculpas. Upset and sad for not being able to take the title, we fought until the end against a great team. We will continue working to be stronger. I would also like to clarify some facts of today’s match: First of all I regret how the end of the match has been portrayed. At no time has it been my intention to disobey the coach or any of his decisions. I think everything has been misunderstood in the heat of the final part of a match for a title. The coach thought I was not in a position to play on and my intention was to express that I was in good condition to continue helping the team, while the docs that had treated me arrived at the bench to give the message. I feel the image that has been portrayed was not my intention. I have full respect for the coach and his authority.

Un post condiviso da Kepa Arrizabalaga Revuelta (@kepaarrizabalaga) in data:

I blues hanno così deciso di sanzionare il loro portiere con un taglio allo stipendio di circa 220mila euro. Fondi che andranno a un ramo della società di Abramovich impegnata nel sociale. La Chelsea Foundation si occupa di istruzione, integrazione, lotta all’antisemitismo ed elabora programmi per favorire lo sport dei diversamente abili. Kepa dovrebbe in ogni caso essere regolarmente in campo nel turno infrasettimanale di Premier League contro il Tottenham. Lo spagnolo è stato bacchettato anche da uno che conosce bene i muri di Stamford Bridge come Josè Mourinho:

Per fortuna non ho mai vissuto una situazione del genere. Penso che da un lato il portiere vuole dimostrare la sua personalità e la sua fiducia, vuole esserci ai calci di rigore per far vincere la sua squadra, dall’altro però lascia Sarri ed il suo staff in una posizione molto fragile.

 

 

Il gran rifiuto di Kepa nella finale di Carabao Cup ha fatto il giro del mondo. Il portiere spagnolo che accusa i crampi alla fine dei supplementari. Sarri che prepara il cambio con Caballero. Il tabellone della sostituzione pronto e poi si ferma tutto. Il numero 1 blues non vuole uscire. Fa segno con le mani, manda a quel paese il suo allenatore che non la prende bene. Esplode, minaccia di togliersi la tuta, torna negli spogliatoi e poi rientra, mandando improperi a destra e a manca. Una scena mai vista, o quasi. Vengono in mente il vaffa di Chinaglia a Valcareggi durante i Mondiali di Germania ’74 o quanto accadde esattamente 20 anni dopo durante il torneo di Usa ’94.

Il caso Baggio Sacchi

23 giugno, Giants Stadium di New York, Italia Norvegia. Gli azzurri di Sacchi, dopo l’inaspettato ko per 0-1 contro l’Eire nella gara inaugurale, devono fare punti nella fase a gironi. La gara però si mette male con l’espulsione di Pagliuca al 21’. Il vate di Fusignano decide allora di togliere la stella della squadra in nome dell’equilibrio. Fuori Roberto Baggio, dentro Marchegiani. Solo che il Divin Codino non la prende bene. Anzi, non riesce proprio a credere di dover uscire. Guarda la panchina, i suoi compagni di squadra. Si chiede se è davvero lui ad abbandonare il campo, il numero 10 e Pallone d’Oro in carica. «Questo è matto», esclama Roby quasi in favore di telecamera. Ma il ct aveva deciso, rischiando, in nome delle distanze tra i reparti.

Perché lui e non un altro? Per una semplice questione tecnica. Avevo bisogno di gente che corresse molto e di un attaccante che “allungasse” la squadra avversaria partendo nello spazio, senza palla

Alla fine avrebbe avuto ragione lui, Sacchi. Per meriti o fortuna, questo non si saprà mai. Ma l’Italia vincerà quella partita grazie a un altro Baggio, Dino. E continuerà il suo Mondiale al cardiopalma grazie al Baggio con il codino, che la trascinerà fino alla finale di Pasadena. E pensare che negli ottavi di finale contro la Nigeria, vinti rocambolescamente ai supplementari, fu proprio il Codino a chiedere a Sacchi di essere sostituito per i crampi. Il tecnico aveva però finito i cambi e Roberto dovette restare in campo. Andò bene anche in quel match, portato a casa per 2-1 con doppietta proprio di Baggio. Quello che dette del matto al suo allenatore.