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Giro d’Italia 2018

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Si conclude con il grande trionfo di Chris Froome l’edizione numero 101 del Giro d’Italia. Una vittoria annunciata che si scorgeva già dalla penultima tappa e che a Roma ha solo trovato conferma ufficiale.

Il vincitore, uno dei favoriti sin dall’inizio, ha soddisfatto le aspettative e ha potuto innalzare il suo primo trofeo della competizione in rosa, da aggiungere a quelli già vinti nella Vuelta, nel Grande giro e nel Tour de France.

Un triplo riconoscimento (Giro, Vuelta e Tour) che finora è stato conquistato solo da 7 ciclisti nella storia di questo sport: Jacques Anquetil, Alberto Contador, Felice Gimondi, Bernard Hinault, Eddy Merckx e Vincenzo Nibali.

E la sua vittoria è ancora più clamorosa se si pensa che il ciclista è riuscito a ribaltare il Giro con una fuga a 82 chilometri e tre salite dall’arrivo nella diciannovesima tappa. Insomma, il britannico si conferma un fuoriclasse che festeggia non solo con la conquista della maglia rosa, ma anche di quella azzurra, che premia il miglior scalatore.

L’ultima tappa, che ha visto come protagonista all’arrivo il ciclista Sam Bennet, ha scatenato però non poche polemiche per le condizioni dell’asfalto di Roma. La capitale, infatti, è risultata talmente piene di buche da rendere pericoloso il percorso per gli stessi partecipanti alla gara, tanto che alcuni di loro si sono rivolti direttamente alla direzione per salvaguardare la propria incolumità da eventuali cadute.

Una magra figura per la città di Roma che ha organizzato al meglio ogni dettaglio della manifestazione, dimenticando però di rendere anche il tracciato degno dell’importanza dell’evento. Ci ha pensato troppo tardi e i tempestivi interventi dell’ultimo minuto sono serviti a ben poco, se non ad accrescere l’ironia sull’intera vicenda.

A seguito delle preoccupazioni dei ciclisti e del reale disagio, è stato deciso quindi di neutralizzare gli ultimi giri della gara, che non sono stati considerati validi ai fini della classifica finale.

La questione “buche” diventa l’unica ombra di un Giro d’Italia che ha emozionato e acceso la competizione fra grandi del ciclismo, in un testa a testa soprattutto fra Froome e Dumoulin, vincitore del 2017, che comunque conquista la seconda posizione nell’edizione appena conclusa.

Ma un riconoscimento importante va anche al nostro Elia Viviani, che si è conquistato il premio come vincitore della classifica a punti, simboleggiato dalla maglia ciclamino. Al ciclista colombiano Miguel Angel Lopez, invece, è stata assegnata la maglia bianca, come Miglior giovane.

Ecco la classifica generale del Giro d’Italia 2018:

  1. Chris Froome (Gb) 89h 02′ 39”
  2. Dumoulin (Ola) a 46”
  3. Lopez Moreno (Col) a 4′ 57”
  4. Carapaz (Col) a 5′ 44”
  5. Pozzovivo (Ita) a 8′ 03”
  6. Bilbao (Spa) a 11′ 50”
  7. Konrad (Aus) a 13′ 01”
  8. Bennett (Aus) a 13′ 17”
  9. Oomen (Ola) a 14′ 18”
  10. Formolo (Ita) a 15′ 16”

Elia Viviani concede il bis. Al termine della più lunga delle tappe della 101esima edizione del Giro d’Italia, partita da Be’er Sheva e giunta dopo 229 km a Eilat, sul mar Rosso, non prima di aver attraversato il deserto del Negev, il velocista veronese della Quick-Step Floors si impone in volata beffando il connazionale Sacha Modolo della Education First e soprattutto Sam Bennett, della Bora Hansgrohe, giunto terzo al traguardo.

L’irlandese era in vantaggio quando mancavano meno di 300 metri al traguardo, fino a che Viviani, dopo essere entrato in scia, non l’ha sopravanzato da destra, vanificando il tentativo di Bennett di stringerlo alle transenne e conquistando la seconda vittoria consecutiva in questo Giro.

La tappa era iniziata con una fuga di tre corridori, gli italiani Enrico Barbin e Marco Frapporti ed il canadese Guillaume Boivin.  Il gruppo lascia fare e i tre fuggitivi accumulano presto fino a sei minuti e mezzo di margine, poi negli ultimi venti chilometri sono le squadre dei velocisti a prendere in mano la corsa e la fuga si conclude, forse anche complice il caldo estenuante del deserto con temperature intorno ai 32°, a 7 km dal traguardo.

Tra i primi dieci classificati figurano anche gli azzurri Mareczko e Belletti, rispettivamente quarto e settimo. Per quanto riguarda la classifica generale, rimane tutto pressoché invariato: la BMC scorta adeguatamente l’australiano Rohan Dennis, che conserva la maglia rosa con un secondo di vantaggio sull’olandese Dumoulin.

Domani, nel primo giorno di riposo della corsa rosa, la carovana rientrerà in Italia. Si riprenderà martedì con la quarta tappa, in Sicilia, da Catania a Caltagirone per un totale di 198 km ricchi di insidie, compreso un chilometro finale con una pendenza media dell’8.5% e punte del 13%.

Tel Aviv, città dove ci si diverte, laddove a Gerusalemme si prega ed Haifa si lavora, dopo la seconda tappa del Giro d’Italia 2018, partita da Haifa e giunta proprio nella capitale israeliana, potrebbe essere ricordata anche come la città in cui si pedala e l’Italia vince.

Infatti, ad alzare le braccia al cielo sul traguardo posto sulla Kaufmann street è stato Elia Viviani, veronese della Quick-Step Floora, velocista doc, già campione olimpico a Rio 2016 nella pista, specialità Omnium. Il nostro connazionale ha preceduto in volata, al termine di una rimonta sensazionale, Jakub Mareczko, italiano nato in Polonia, che corre per la Wilier Triestina, dedicando la vittoria alla fidanzata Elena Cecchini, tre volte campionessa italiana. L’ultima vittoria di Viviani al Giro risaliva alla seconda tappa dell’edizione del 2015, la Albenga-Genova.

Nel complesso è stata una giornata decisamente positiva per il ciclismo nostrano, considerando anche i piazzamenti di Bonifazio, Modolo e Belletti, rispettivamente quarto, quinto e ottavo.

Per quanto riguarda la classifica generale, l’australiano Rohan Dennis, della BMC, ha strappato la maglia rosa all’olandese Tom Dumoulin, del Team Sunweb, grazie ai 3″ di abbuono conquistati in seguito alla vittoria sul traguardo volante di Caesarea, dopo poco più di 105 chilometri di corsa.

Mentre ha ancora poco senso parlare di classifica generale, Israele si appresta ad ospitare la sua terza ed ultima tappa del Giro dedicato a Gino Bartali, che partirà da Bèer Sheva e si concluderà ad Eliat, località turistica sul Mar Rosso, attraverso il deserto di Aravà, nella regione del Negev. 229 chilometri attraverso un percorso durissimo, per il quale i medici hanno già indicato ai ciclisti la corretta alimentazione da seguire. Ma questa è una storia che deve ancora essere scritta, oggi è il tempo di godere appieno di un netto successo del ciclismo italiano.

Alla fine, l’edizione numero 101 del Giro d’Italia, dedicata a Gino Bartali, ha avuto inizio, in maniera certamente inedita: per la prima volta infatti una grande competizione ciclistica europea parte da una località posta al di fuori del Vecchio Continente, in una città, Gerusalemme, che Israele reclama tutta per sé.

Nei mesi scorsi non sono mancate di certo le polemiche: dapprima il governo israeliano aveva minacciato di boicottare l’evento sportivo dopo che alla presentazione ufficiale del Giro a Milano era stato fatto riferimento a “Gerusalemme ovest”, mentre dopo la rimozione della suddetta dicitura, numerose Ong hanno espresso tutto il loro disappunto in solidarietà con la causa palestinese. Come se non bastasse Tom Dumoulin, vincitore del Giro 2017, aveva attaccato alla vigilia della partenza Chris Froome, vincitore di quattro Tour de France e risultato positivo ad un controllo antidoping effettuato durante l’ultima Vuelta, affermando che la presenza del britannico non fosse un bene per il ciclismo.

Ad una location inedita non è corrisposto un esito altrettanto sorprendente della prima tappa, tutt’altro: su 176 corridori proprio Tom Dumoulin, l’olandese campione in carica della Sunweb,  si è infatti aggiudicato la prima tappa a cronometro individuale di 9,7 km con il tempo di 12’02”, due secondi in meno dell’australiano Rohan Dennis e del belga Victor Campenaerts, classificati a pari tempo.

Dumoulin, che ha gareggiato con la maglia di campione del mondo, ha dominato dal primo all’ultimo metro registrando anche il miglior intertempo a metà circuito. Deludenti invece le prove di Froome, staccato a 37″ ma con l’attenuante della caduta durante la ricognizione mattutina e di Fabio Aru, il meno brillante tra i grandi favoriti, finito a 49″ dal vincitore.

Sorprendente invece la prova del lucano Domenico Pozzovivo, giunto decimo a 27” dal vincitore, che ha disputato la miglior crono della carriera risultando di gran lunga il miglior uomo di classifica dopo Dumoulin.

In attesa della seconda tappa che si svolgerà il 5 maggio da Haifa a Tel Aviv, un grande risultato è già stato raggiunto, almeno per il momento: le polemiche sono state accantonate e finalmente si parla e scrive solo di ciclismo, quello vero.

Alla vigilia dell’inizio del 101esimo Giro d’Italia tutto è pronto per questo grande evento che presenta delle importanti novità rispetto agli scorsi anni.

La prima è proprio il luogo di partenza, fissato a Gerusalemme il 4 maggio. Solo tre volte nella storia di questa competizione i ciclisti in gara sono partiti da una città così fuori dall’Europa, nel 1911, nel 1950 e nel 2009.

In un percorso che prevede un totale di 3562.9 km, in media 169.7 km a tappa, i ciclisti dovranno cominciare la gara ad Israele, che durerà tre giorni tra vento e deserto, e poi spostarsi in Sicilia, dove la maggiore insidia è rappresentata dall’Etna, con il suo primo dei tanti percorsi in salita. Le difficoltà legate agli arrivi in salita continuano infatti poi con altre alture, come il Monte Zoncolan, il Colle delle Finestre, Jafferau e Sestriere. L’arrivo è previsto a Roma per la passerella finale.

Saranno 22 le squadre pronte a partire per l’edizione 101 di questa corsa rosa: 18 di World Tour e 4 invitate, Bardiani Csf, Androni, Wilier Triestina e la Israel Academy. I ciclisti, invece, saranno 176, che correranno in formazioni di 8 corridori. Questa è un’altra novità legata a motivi di sicurezza, per tentare di monitorare maggiormente il rischio cadute.

Grande favorito di questa competizione 2018 è sicuramente Tom Dumoulin, vincitore del Giro d’Italia 2017. Il suo più insidioso rivale potrebbe essere proprio Chris Froome, vincitore dell’ultima Vuelta, che torna a concorrere per la maglia rosa dopo ben 8 anni, dopo la squalifica del 2010. La sua partecipazione, però, è accompagnata da molte polemiche, anche da parte dello stesso Dumoulin, a causa dei problemi di doping di Froome non ancora risolti:

Se mi fossi trovato nella situazione di Chris non mi sarei presentato al via del Giro. Cosa succederà se vincerà lui? Magari passeranno settimane prima di avere certezze

Prima di dare il via al Giro d’Italia 2018, Israele ha deciso di rendere onore al grande Gino Bartali con una cerimonia ufficiale che gli conferisce la cittadinanza onoraria per aver contribuito a salvare la vita ad oltre 800 ebrei, agendo nell’ombra solo con l’aiuto della sua bici.

Tra passato e presente, questa edizione vuole fare la differenza, con le sue grandi novità, le sue insidiose salite e i suoi campioni in gara che lottano per il titolo. Tra lori ci sono anche altri grandi ritorni, come Pinot, Fabio Aru e Chaves.

Per l’Italia, non sarà Vincenzo Nibali a tenere alto il tricolore ma Domenico Pozzovivo, nuovo capitano della Bahrain Merida. Lo squalo, infatti, ha deciso di non partecipare per allenarsi in vista dei Mondiali di Innsbruck, in Austria.

TAPPE DEL GIRO D’ITALIA 2018

1/a tappa venerdì 4 maggio: Gerusalemme-Gerusalemme, 9,7 km, cronometro individuale

2/a tappa sabato 5 maggio: Haifa-Tel Aviv, 167 km, pianeggiante

3/a tappa domenica 6 maggio: Bèer Sheva-Eilat, 229 km, pianeggiante

Lunedì 7 maggio riposo e trasferimento in Italia, in Sicilia

4/a tappa martedì 8 maggio: Catania-Caltagirone, 191 km, media montagna

5/a tappa mercoledì 9 maggio: Agrigento-Santa Ninfa, 152 km, pianeggiante

6/a tappa giovedì 10 maggio: Caltanissetta-Etna, 163 km, alta montagna

7/a tappa venerdì 11 maggio: Pizzo-Praia a Mare, 159 km, pianeggiante

8/a tappa sabato 12 maggio: Praia a Mare-Montevergine di Mercogliano, 208 km, media montagna

9/a tappa domenica 13 maggio: Pesco Sannita-Gran Sasso d’Italia, 224 km, alta montagna

Lunedì 14 maggio riposo

10/a tappa martedì 15 maggio: Penne-Gualdo Tadino, 239 km, media montagna

11/a tappa mercoledì 16 maggio: Assisi-Osimo, 156 km, media montagna

12/a tappa giovedì 17 maggio: Osimo-Imola, 213 km, pianeggiante

13/a tappa venerdì 18 maggio: Ferrara-Nervesa della Battaglia, 180 km, pianeggiante

14/a tappa sabato 19 maggio: San Vito al Tagliamento-Monte Zoncolan, 181 km, alta montagna

15/a tappa domenica 20 maggio: Tolmezzo-Sappada, 176 km, alta montagna

Lunedì 21 maggio riposo

16/a tappa martedì 22 maggio: Trento-Rovereto, 34.5 km, cronometro individuale

17/a tappa mercoledì 23 maggio: Riva del Garda-Iseo, 155 km, media montagna

18/a tappa giovedì 24 maggio: Abbiategrasso-Prato Nevoso, 196 km, media montagna

19/a tappa venerdì 25 maggio: Venaria Reale-Bardonecchia, 181 km, alta montagna

20/a tappa sabato 26 maggio: Susa-Cervinia, 214 km, alta montagna

21/a tappa domenica 27 maggio: Roma-Roma, 118 km, pianeggiante