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Per chi queste partite le ha viste dal vivo e, oggi, le ricorda con un pizzico di magone che si trattiene in gola. Per chi non era ancora nato e guarderà i prossimi Mondiali in Russia per la prima volta da vero appassionato di calcio. Per chi può dire “io c’ero” e chi, invece, “ci sarò”. Il 14 giugno prossimo, con il match inaugurale tra Russia e Arabia Saudita, prenderà ufficialmente il via la 21a edizione dei Campionati mondiali di calcio e con Facebook e i social che, anche solo rispetto a quattro anni fa, sono entrati ancor più nella nostra quotidianità perché non rivivere alcune vecchie partite del torneo “iridato”?

Così la Fifa, sulla pagina Facebook ufficiale del Mondiale in Russia 2018, a partire dal pomeriggio di venerdì 16 marzo trasmette, per nove settimane, altrettante partite amarcord che in qualche maniera hanno segnato la proseguo della storia dei Mondiali e di noi stessi.
E l’inizio, per noi italiani, è col botto: la prima partita, infatti, è Italia – Brasile, di Spagna 1982. Il match, giocato il 5 luglio, allo stadio Sarriá di Barcellona, vede gli azzurri, trascinati da “Pablito” Rossi, imporsi per 3-2 sulla Nazionale Verdeoro: tale partita, considerata da alcuni come uno dei più grandi incontri di calcio di tutti i tempi, segna l’eliminazione della nazionale brasiliana dalla competizione e viene definita dalla stampa verdeoro “Tragedia del Sarriá”.

Qui potete vedere il cammino delle due squadre prima dello scontro diretto:

 

E’ possibile seguire la diretta dell’intero incontro all’interno di questo articolo a partire da venerdì 16 marzo. Per l’occasione, Mondiali.it vi fa entrare nell’atmosfera di quel caldissimo pomeriggio spagnolo grazie a un racconto di chi, in quello stadio, c’è stato e ricorda splendidi ricordi e qualche cimelio prezioso:

? QUEL GIORNO HO VINTO ANCH’IO

? DURA UN ATTIMO, LA GLORIA. DINO ZOFF E LA PARATA CONTRO IL BRASILE

?LE CURIOSITA’ E LE STORIE DEI MONDIALI

Ecco la partita integrale:

 

 

Qui potete vedere le prossime partite in programma. Avete segnato la data?

La Ferrari, quest’anno, sta andando davvero bene e sta alimentando l’entusiasmo sempre più coinvolgente di tanti supporter. La doppietta rossa al Gp d’Ungheria di domenica 30 luglio, poi, ha elettrizzato ancor di più l’ambiente: Sebastian Vettel è arrivato primo al termine di una gara da brividi, nella quale è stato a lungo alle prese con grossi problemi allo sterzo. Il tedesco della Ferrari ha siglato un capolavoro anche e soprattutto grazie al compagno finlandese Kimi Raikkonen che lo ha difeso, da buon gregario, scortandolo per tutto il tracciato.

Un’autentica impresa e tra chi si è complimentato con i due piloti, nel pomeriggio domenicale c’era anche Leonardo Bonucci, il difensore che ha infiammato il calciomercato passando dalla Juventus al Milan. Ecco il suo post su Facebook:

Tra vari hashtag ed emoji di rito, Bonucci ha definito Vettel e Raikkonen “stoici” aggettivo che riferendosi storicamente alla stoa, cioè alla scuola filosofica fondata da Zenone di Cizio, per estensione significa coloro che dimostrano fortezza d’animo dinanzi alle avversità. Tipo Vettel e il problema allo sterzo.
Tutto chiaro, no? Macché! Molti utenti di Facebook, la maggior parte juventini ancora infuriati/delusi e con la bile carica di frustrazione, hanno iniziato a ironizzare e sbeffeggiare il centrale difensivo perché, a loro giudizio, si sarebbe dimenticato la lettera erre. Insomma no “stoici”, bensì “storici”.

Oltre a sfottò da bontemponi misti a gravi offese, strappa più di un sorriso leggere certi commenti (tutti visibili sotto il post di Bonucci). Tipo Giulio Guidobaldi che dice: “Da quando sei del milan non sai più neanche scrivere”. Dario Maulini, invece, vede strane connessioni con la Cina: “Hai dimenticato la “L” di “STOLICI” #bilancinese #madeinchina”.
Come un disco rotto, l’accostamento con la nuova proprietà orientale è in loop: Antonio Lubraco commenta con “Un mese al milan già ha preso l’accento cinese #stoici”; poi c’è quello che, da fine conoscitore della lingua italiana, fa notare l’errore, lo corregge, scivolando, a sua volta, su una buccia di banana, tipo Giovanni Tamburrino: “Storici se mai Leo”. Semmai, Giovanni, semmai!

Prontamente e con tanta ironia, altri utenti hanno fatto notare l’esistenza dell’aggettivo “stoici”. Insomma, deliri domenicali causa assenza pennichella. Come fece Alessandro Manzoni con i suoi “Promessi sposi, forse un sarebbe opportuno “sciacquare i panni in Arno”. Sperando che non venga fraintesa pure questa.