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Un secondo posto che lascia un bel po’ di amaro in bocca a Valentino Rossi ad Austin, in Texas.

Il Dottore sale in classifica generale piazzandosi alle spalle di Andrea Dovizioso che, nonostante il quarto posto, scalza Marc Marquez nella generale.

C’è del rammarico, però, per Rossi. Rammarico legato al campione del mondo Maqruez che, su circuito del gp  delle Americhe, ha imbeccato in una domenica storta facendosi del male da solo: lo spagnolo è caduto mentre guidava la gara in solitaria. Poteva essere la gara buona per tornare alla vittoria per il nove volte campione del mondo il quale non riesce a salire sul gradino più alto del podio dal lontano 2017, trionfo sul circuito olandese di Assen. Il cowboy del Texas è stato un altro spagnolo, Alex Rins sulla Suzuki.

Senza giri di parole Valentino si è detto emozionato quando ha visto il rivale Marquez a terra, ma è altrettanto schietto nel ribadire che, a causa di due errori commessi nell’ultimo giro, non è riuscito a piazzare un colpo a sorpresa per beffare Rins durante le ultime curve, prima del traguardo.

Aldilà dell’harakiri di Marquez si può comunque guardare il bicchiere mezzo pieno e ciò significa che Valentino Rossi c’è e potrebbe dire la sua in questo Motomondiale, nonostante le 40 primavere.

Abbastanza soddisfatto, seppur vivendo un weekend sottotono, è Andrea Dovizioso che, con il quarto posto, riesce a piazzarsi leader della generale dopo tre Gp.

Prossima tappa è Jerez de la Frontera con il gp di Spagna, primo fine settimana europeo, e per Rossi è già un importante banco di prova dato che la Yamaha nelle ultime due edizione ha avuto enormi difficoltà.

Il countdown è già iniziato. Con la pole di Lewis Hamilton al Gp degli Usa ad Austin, l’edizione 2018 della Formula 1 potrebbe avere presto il suo campione. L’inglese ha chiuso davanti a Kimi Raikkonen, che scatta dalla seconda piazza in griglia, a 70 millesimi, con il tedesco della Ferrari Sebastian Vettel, l’unico che potrebbe tenere testa al pilota Mercedes, che aveva il secondo tempo con un distacco di 60 millesimi, ma è costretto a partire dal quinto posto in griglia per la penalizzazione di tre posizioni, per non aver rallentato abbastanza in regime di bandiera rossa nelle prime prove libere.

Mancano una manciata di punti, dunque, per Lewis Hamilton per avvicinarsi al quinto sigillo iridato di una carriera stratosferica. Il britannico della Mercedes ora deve fare un po’ il ragioniere contabile: per mettersi in tasca il titolo, il pilota deve far salire il margine su Sebastian Vettel da 67 a 75 punti. Sarebbe il colpo del definitivo e matematico ko perché, in quel caso, se anche il tedesco della Ferrari vincesse gli ultimi tre Gran premi della stagione (in Messico, in Brasile e negli Emirati Arabi Uniti), a fronte di uno zero in fatto di punti da parte del britannico, sarebbe sempre Hamilton a laurearsi campione del mondo per il maggior numero di GP vinti in stagione.

 

Il quinto posto di Vettel, ovviamente, facilita l’impresa di Lewis: può laurearsi campione del mondo se trionfa e Vettel arriva terzo; se chiude al secondo posto e il tedesco si piazzasse quinto; se è terzo e il ferrarista è settimo; se si classifica quarto e Vettel non riesce ad andare oltre l’ottavo posto.

La gara di Austin è trasmessa in diretta e in chiaro su Tv8, tasto 8 del telecomando, o su Sky Sport F1, canale 207. Appuntamento alle 20.10.

 

Una cosa è certa: gli organizzatori del Gp di Austin, prossima tappa del Mondiale di Formula 1, avranno tutto il tempo e la quasi certezza di preparare una celebrazione esclusiva a Lewis Hamilton, a un passo – aritmetico – dal vincere il quinto titolo iridato della sua carriera.

Sì perché il Gran Premio del Giappone ha visto il pilota della Mercedes tagliare il nastro del traguardo per primo, per la quarta volta di fila e per la nona volta stagionale: ora sono 67 i punti di vantaggio in classifica su Vettel, alle prese con un’altra domenica da dimenticare a Suzuka. Il gap è ormai pressoché incolmabile. La rimonta del ferrarista si è fermata al 6° posto a causa di un contatto con la Red Bull di Verstappen, poi 3°. Sul podio anche Bottas. Quinto, invece, Raikkonen.

 

Sebastian Vettel è partito alla grande ha recuperato in un soffio diverse posizioni, portandosi sino al quarto posto, anche grazie a un errore di Max Verstappen, che ha accompagnato fuori Kimi Raikkonen, beccandosi 5″ di penalità. Il problema è che poco dopo, nel tentativo di passare anche l’olandese, il ferrarista di Germania ha esagerato in frenata e ha causato un contatto, di cui ha pagato il maggior prezzo (ma nessuna penalità visto che è stato giudicato incidente di gara). Si è ritrovato al 19° posto e da qui ha iniziato un recuperato forsennato, che però gli ha impedito di fare meglio della sesta piazza nonostante il giro più veloce nel finale.

 

Per Lewis Hamilton, invece, la gara di Suzuka è comunque stata una delle più facili, avendo preso la testa del gruppo alla prima curva e mantenendola in scioltezza per tutti i 53 giri, accompagnato da un Valtteri Bottas, che non lo ha mai infastidito.

Non si sbottona il pilota inglese quasi pentacampione:

Dobbiamo fare un passo alla volta, ora abbiamo vinto un grandissimo Gran Premio, c’è un bel gap su Sebastian, ma non vogliamo cantare vittoria troppo presto. Spero di fare bene ad Austin, in un circuito in cui mi diverto molto

Amareggiato (ed è dir poco) Seb Vettel:

Ci ho provato. Ho spinto al massimo fin da subito. Ho notato subito che c’era un gap. Ci ho provato con Verstappen, ma non mi ha lasciato spazio. Non abbiamo potuto fare la curva insieme. L’incidente è stato un vero disastro. Dopo il contatto con Max, la macchina era danneggiata. L’atmosfera nel team? Con risultati simili non è facile essere ottimisti. Lavoriamo forte per tutto l’anno e quando non arrivano i risultati difficile per tutti. A volte non so che dire. Non è stato un risultato giusto per noi

Quando mancano quattro appuntamenti alla fine della stagione, la classifica politi dice: Hamilton 331 punti, Vettel 264, Bottas 207. Anche nella classifica costruttori dominio Mercedes con 538 punti rispetto ai 460 della casa di Maranello.

 

Si torna a parlare di Marc Marquez, ma stavolta non sono le polemiche a destare l’attenzione su di lui. Protagonista del Moto Gp di Austin sale sul primo gradino del podio e conquista per la sesta volta consecutiva il record di vittorie su questo circuito texano.

Nonostante sia la sua prima gara vinta nel mondiale 2018, rappresenta un successo su tutti i fronti e viene incoronato sceriffo del Texas. Concentrato, veloce e senza insicurezze, lo spagnolo in sella alla sua Honda ha mantenuto la prima posizione fino al traguardo, lasciandosi alle spalle Maverick Viñales, arrivato secondo e Andrea Iannone in terza posizione.

È stata una questione di strategia: dovevo solo partire bene e poi spingere. Non c’era bisogno di fare battaglia. Torniamo in Spagna contenti e fiduciosi

Ma la sua è una vittoria che va oltre la semplice gara e diventa un motivo per ricordare un altro grande campione del motociclismo, Nicky Hayden, scomparso nel 2017 in seguito ad un incidente mentre era in bicicletta.

È a lui che Marquez dedica il suo successo e lo fa in modo eclatante, sbandierando il numero che ha segnato la carriera del pilota, il 69.

In Texas il nome di Hayden risuona da più parti ancora prima della gara con effetti scenici di grande impatto, come il gigantesco 69 sul prato del circuito texano. Qui il campione era di casa e il gesto fatto dal vincitore del Moto Gp di Austin è stato accolto con applausi e consensi, anche da parte degli altri piloti in gara.

Non è la prima volta che il pilota spagnolo dedica una sua vittoria ad Hayden: era già successo l’anno scorso, nel mese di luglio, quando per primo ha superato il traguardo del Sachsenring. In quell’occasione il lutto per la scomparsa prematura del pilota era ancora recente e Marquez attendeva di poter trionfare per portare con sé questa dedica speciale che ora rivive in Texas.

Archiviate quindi le polemiche del Moto Gp d’Argentina e gli scontri con il rivale Valentino Rossi, questa terza tappa del motomondiale sarà ricordata col sorriso e non con quell’amaro in bocca dovuto a tensioni sia durante che dopo la gara.

Uno sguardo al promontorio a bordo pista con il numero 69 nel ricordo di Hayden basta a sedare gli animi e vivere serenamente una gara all’insegna dello sport e dei motori, dove Marquez segna col suo passaggio il dominio in questo circuito e lo fa senza “battagliare” con nessuno.