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Con tanti campioni in gara tutti più o meno allo stesso livello era inevitabile che la finale fosse uno spettacolo. E così è stato: si è svolta una gara piena di emozioni e anche di colpi di scena che ha decretato unico e assoluto vincitore il cinese Ruoteng Xiao, con un punteggio complessivo di 86.933.

Un trionfo assoluto per il cinese che può ereditare lo scettro dell’imperatore Kohei Uchimura, che non ha potuto partecipare alla finale in seguito ad un infortunio che lo visto costretto a ritirarsi. Dopo ben 8 anni Montreal elegge il suo nuovo campione del mondo.

Una performances pulita e precisa effettuata con grande concentrazione quella di Ruoteng Xiao. Ecco i numeri che lo hanno portato in cima al podio: 14.433 al corpo libero, 14.800 al cavallo, 13.800 agli anelli, 14.900 al volteggio, 14.600 alle parallele, 14.400 alla sbarra.

Una gara con i più grandi della ginnastica artistica che si sono sfidati fino all’ultimo, regalando al pubblico di tutto il mondo emozioni e suspence. Anche i suoi avversari, infatti, hanno dimostrato tutto il loro talento in ogni prova. La finale è stata decisa dalla sbarra, l’attrezzo decisivo che ha visto eccellere l’orientale Ruoteng Xiao e superare tutti gli altri

Al secondo posto si aggiudica la medaglia un altro cinese, Chaopan Lin, che ha totalizzato 86.448 come punteggio. A pochissima distanza, ottiene il bronzo il nipponico Kenzo Shirai, con un punteggio di 86.431.

La Cina trionfa due volte e si aggiudica il titolo di nazione più forte nella ginnastica artistica maschile.

Al successo del campione Ruoteng Xiao si contrappone la delusione del cubano Manrique Larduet, che i pronostici vedevano come il probabile vincitore. Il ginnasta non è riuscito a eguagliare la splendida prova fatta durante le qualificazioni e, tra errori e incertezze, si è dovuto accontentare di un quinto posto. Una posizione prima di lui, il russo David Belyavskiy, si classifica quarto con un punteggio di 86.315.

Altra delusione per Oleg Verniaiev, l’unico a dare del filo da torcere al grande Uchimura nelle olimpiadi di Rio del 2016. In questa finale non sono mancati gli errori che lo hanno fatto classificare oltre il quinto posto.

La classifica finale si può consultare qui.

All’interno della classifica all around maschile non è presente nessun italiano, perché l’unico a concorrere per questo concorso generale, Lorenzo Galli, durante le qualifiche non è riuscito a primeggiare e accedere alla gara finale.

Le emozioni di questo mondiale di ginnastica artistica 2017 continuano questa notte con la finale di all around femminile che vedrà l’Italia tifare per Lara Mori e domenica per la finale di corpo libero in cui vedremo ancora la ginnasta insieme alla leonessa Vanessa Ferrari. Nella finale di stasera una grande protagonista della ginnastica artistica, Nadia Comaneci, sarà colei che consegnerà la medaglia alla vincitrice.

«Signori, questa è la nuova campionessa del mondo». Il palazzetto applaude l’esibizione senza sbavatura della ginnasta italiana Vanessa Ferrari, lei abbraccia il suo allenatore Enrico Casella, il punteggio ufficiale ancora non c’è, ma Yuri Chechi, uno che con gli anelli ha vinto cinque titoli mondiali, in telecronaca è certo: la sedicenne Orzinuovi ha vinto la medaglia d’oro al campionato mondiale di ginnastica artistica nel concorso generale individuale. Era il 18 ottobre 2006, nei Mondiali di Aarhus, in Danimarca, e la giovane ginnasta della provincia di Brescia entra nella storia dello sport italiano: prima italiana a conquistare l’oro, le uniche due medaglie mondiali risalgono a 56 anni prima, durante i Mondiali di Basilea nel 1950, quando Wanda Nuti e Licia Macchini conquistarono rispettivamente l’argento ed il bronzo alla trave che garantirono il terzo posto all’Italia.

Mezzo secolo dopo, dunque, un’italiana sale sul podio, questa volta sul gradino più alto con 61.025 punti conquistati nei quattro attrezzi dell’all around (corpo libero, trave, volteggio e parallele asimmetriche) precedendo la statunitense Bieger, con 60.750 punti, e la rumena Izbasa con 60.250. Leggera, elegante, ma determinata e pungente, per Vanessa Ferrari la prova è stata in salita: durante l’esercizio della trave, uscendo da una combinazione, sbilanciata, è scesa dall’attrezzo.
Una sbavatura, una macchia potenzialmente fatale, ma la cannibale di Orzinuovi non si è persa d’animo e alla quarta prova, nel corpo libero, ha compiuto un autentico capolavoro: scesa, momentaneamente al secondo posto, per puntare all’oro, era necessario un punteggio di 15.225. Minuto dopo minuto, dinanzi a un esercizio elegante, difficile, ma sempre limpido e preciso, il pubblico inizia ad accorgersi che è davvero possibile. Sulle note del “Nessun dorma” la 15enne convince i giudici: 15.500 e primo posto irraggiungibile.

Un traguardo storico che le valse il Collare d’oro del Coni, massima onorificenza sportiva, e nel 2007, la nomina a Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. La danza di Vanessa Ferrari rimane e rimarrà il momento più alto e glorioso dell’artistica italiana: qualcosa di eterno, difficilmente emulabile, ma che ha dato ulteriore vitalità e attenzione mediatiche a una disciplina sportiva che sta cullando tante atlete valide. Vanessa Ferrari ha vinto tanto, il quarto posto alle Olimpiadi di Rio 2016 e i vari infortuni (i suoi peggiori nemici ha detto in un’intervista recente) suonano come un dolce e inesorabile principio di addio. Ma a Vanessa Ferrari possiamo solo dire una parola: grazie!