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La sua partenza della prova crono è fissata alle 16.15 (visibile su Rai Sport ed Eurosport). Gianni Moscon è l’unico italiano in gara e vuol provare a spingersi oltre i limiti per avvicinarsi quanto più ai primi posti del Campionato Mondiale di Ciclismo 2017 che si sta svolgendo in questi giorni a Bergen, in Norvegia.

Cerchiamo di conoscere meglio il ciclista italiano che vuole farsi largo fra professionisti del calibro di Tony Martin, Tom Dumoulin o Chris Froome. Moscon è nato in Trentino il 20 aprile 1994. Ad appena 23 anni si è già fatto notare nel mondo del ciclismo per la sua grinta e le sue doti, che gli hanno permesso di ottenere già degli importanti successi.

Le gare che lo hanno fatto conoscere al mondo sono soprattutto due: la Parigi-Roubaix e la Vuelta a España. Nella prima, Moscon conquista un importante e significativo quinto posto e nella seconda si avvicina addirittura moltissimo a vincere la tappa nella tredicesima frazione.

Anche nel nostro Paese ha potuto far vedere il suo talento, aggiudicandosi il primo posto nel campionato italiano a cronometro del giugno 2017: un grande risultato considerando che corre da professionista soltanto dal 2016. Proprio l’anno scorso è entrato a far parte del Team Sky. Possiamo dire che il suo è stato un anno d’oro, anche se ha avuto pure dei grattacapi, nella sua nascente carriera.

Risale al mese di aprile 2017, infatti, la sua espulsione dal Team Sky, a causa di un episodio di stampo razzista. Pare che durante il Tour de Romandie si sia lasciato andare a uno sproloquio razzista nei confronti di un suo avversario, il ciclista francese Kévin Réza. Ben sei settimane di riposo forzato che hanno però permesso all’italiano di allenarsi duramente in vista dei prossimi obiettivi.

Oggi lo ritroviamo carico e pieno di aspettative per questo Mondiale, come uno che potrebbe dare qualche grattacapo al campione in carica Tony Martin. Gianni Moscon è pronto per farsi notare ed entrare nella top 10: il percorso odierno è sicuramente alla sua portata, essendo lui,  come sappiamo bene, molto forte nei percorsi in salita.
Ma ricordiamoci che si scontra con i professionisti e non sarà facile primeggiare anche stavolta. Fra loro ci sarà lo stesso Chris Froom, al quale faceva da gregario nella Vuelta a España.

In che forma fisica ed emotiva svolgerà la sua prova di cronometro individuale di oggi?

Sembra sia abbastanza in forma, nonostante il Team Sky non gli dia tregua perché punta molto su quello che considera un talento emergente, ma è proprio grazie alla fiducia che ha riposto in lui che Moscon può dire oggi di essere un professionista.

In una recente intervista, oltre alla sua ammirazione per il Team Sky, Moscon ha anche ribadito di essere molto tranquillo per questa nuova prova che sta per affrontare. Sa bene che dovrà vedersela con ciclisti di punta, ma promette di dare il meglio di sé. Non possiamo fare altro che tifare per lui e seguire la sua prova.

Lilian Calmejane ha vinto l’8/a tappa del Tour de France, da Dole a Station des Rousses di 187 km. Il francese della Direct Energie, colpito da crampi a meno di 5 km dal traguardo, ha vinto il solitaria davanti all’olandese Robert Gesink (Team Lotto NL-Jumbo), arrivato con un ritardo di 36″ e il gruppo con tutti i migliori, compreso Fabio Aru (6/o assoluto), a circa 50″.

La maglia gialla resta sulle spalle del britannico Chris Froome. Froome conserva 12″ di vantaggio su Thomas, 14″ su Aru (che oggi ha lasciato la vetta della graduatori riservata agli scalatori a Calmejane). Dalla quarta alla nona piazza, poi: l’irlandese Daniel Martin, a 25″; l’australiano Richie Porte (Bmc), a 39″; il britannico Simon Yates (Orica, maglia bianca, come miglior giovane), a 43″; il francese Romain Bardet (AG2R La Mondiale), a 47″; lo spagnolo Alberto Contador (Trek Segafredo), a 52″; il colombiano Nairo Quintana (Movistar), a 54″.

Entusiasta e sfinito all’arrivo Calmejane.

“Non mi aspettavo di vincere oggi. Mi dicevano, in questi giorni, che scherzavo troppo ma io non ho mai preso alla leggera questa corsa; infatti sono riuscito a vincere questa bellissima tappa. E’ stata molto dura, una battaglia, ho cambattuto anche con i crampi ma questa cosa penso che sia comprensibile”

ha detto il transalpino, festeggiato dai compagni e non solo, in attesa dei “fuochi d’artificio” di domani.

Prevista fra meno di 24 ore grande lotta, anche e soprattutto in chiave maglia gialla. Nella nona frazione, la Nantua-Chambery (di 181 chilometri), infatti, sono in programma ben sette Gran Premi della Montagna, dei quali tre “hors categorie”.