Tag

Tas

Browsing

Mio figlio è un guerriero!

Queste le prime parole della madre di Paolo Guerrero quando ha appreso la notizia che il figlio potrà partecipare ai Mondiali di Russia 2018.

Doña Peta, la sua prima tifosa, pronta a sostenerlo in qualunque caso, è stata una delle prime a gioire delle notizia giunta inaspettata dal Tribunale Federale della Svizzera. Il capitano del Perù è stato, infatti, graziato e potrà prendere parte alla competizione iridata, per poi scontare i suoi 14 mesi di squalifica per doping subito dopo la conclusione dei mondiali.

È festa in Perù dopo la conferma dell’attendibilità della notizia, che ribalta la sentenza del Tas e permette al giocatore di realizzare il suo più grande sogno.

Il caso Guerrero ha scosso non solo la nazione peruviana, ma anche l’intero mondo calcistico che era concorde nel ritenere ingiusta e troppo severa la decisione di escludere il calciatore dalla sua squadra proprio dopo una qualificazione che arriva dopo 36 anni.

Persino i capitani avversari delle squadre del Girone C, Danimarca, Australia e Francia, avevano espresso la loro opinione in una lettera rivolta proprio alla Fifa per richiedere una sospensione della pena solo in vista dei Mondiali.

Sostenuto da tutti, paese e avversari, Guerrero ha avuto la forza di affrontare questo periodo buio senza mai perdere la speranza e oggi si unisce alla festa in suo onore che lo elegge nuovamente un convocato ufficiale della prossima competizione in Russia.

È anche merito del presidente federale Edwuin Oviedo se finalmente si è data una svolta al suo caso.

El Depredador riaccende le speranze di un paese che non partecipa al Mondiale dal 1982 e, grazie alla presenza del suo capitano in campo, può tornare a sorridere pienamente e cercare il suo momento di gloria.

E per la mamma del calciatore tutta questa vicenda fa parte di un disegno più grande. Dopo aver ringraziato tutti i sostenitori del figlio, da fervente credente non può non ringraziare soprattutto Dio:

Mi congratulo con tutti quelli che hanno aiutato mio figlio. Ho sempre saputo che tutto si sarebbe risolto perché siamo benedetti. Dio ci ha aiutato, ha fatto tutto ciò che credevamo

La sua commozione, palese nelle sue parole espresse in diretta in una rete locale, è l’emblema di una battaglia vinta, che coinvolge non un singolo giocatore e la sua famiglia, ma un intero paese, che si unisce alla felicità di casa Guerrero e attende con ansia di vederlo in campo per la prima sfida del Perù ai Mondiali, che si terrà il 16 giugno alle ore 18.00 contro la Danimarca.

A poco meno di un mese dall’inizio della competizione mondiale in Russia, il Perù deve fare i conti con un’amara delusione. La gioia di ritrovarsi qualificati dopo ben 35 anni viene infatti offuscata dalla vicenda di Paolo Guerrero, capitano della nazionale, che è costretto a rinunciare al suo sogno di guidare la squadra.

Coinvolto in una vicenda di doping già sei mesi fa, la sua partecipazione al Mondiale era in dubbio da tempo.

Tutto risale al match giocato contro l’Argentina per le qualificazioni al Mondiale. In quell’occasione, dai controlli antidoping il capitano peruviano era risultato positivo ad un metabolita della cocaina. Immediata la squalifica per 12 mesi, poi ridotta a sei in seguito al ricorso presentato dal giocatore al Tas.

Una condanna dura ma scaduta di recente, fugando ogni eventuale dubbio sulla presenza del calciatore nella competizione iridata in Russia.

Ma quando ormai sembrava tutto finito arriva invece il ricorso presentato dalla WADA (agenzia Mondiale Antidoping) che chiede di prolungare tale squalifica fino a 14 mesi, precludendo per Guerrero la possibilità di prendere parte al Mondiale.

Il Tas pare abbia accolto il ricorso e Guerrero è stato ufficialmente eliminato dalla lista dei convocati della nazionale peruviana di cui già era parte integrante.

Un sogno infranto e un paese in rivolta: ecco cosa ha scatenato la sentenza del Tas. Né il protagonista né i suoi tifosi ci stanno e si continua a proclamare l’innocenza del capitano. Secondo la sua versione, infatti, non avrebbe fatto uso di droghe ma semplicemente bevuto un tè alla coca, popolare nel suo paese e addirittura in vendita nei market.

 

Attraverso i social si consuma lo sfogo di un giocatore deluso che attendeva da tempo la realizzazione del suo sogno di giocare nel Mondiale (di cui il Perù non fa parte dal 1982!) e invece sarà costretto a vedere e tifare la sua squadra da casa:

La prima cosa che voglio dire è che non c’è una prova di tutto ciò, nulla è mai stato provato. Quello che non capisco è come si possa dare una sanzione di 14 mesi, spezzando il mio sogno di giocare il Mondiale senza giustificazione. Spero che i giudici e le persone che hanno contribuito a rubare il mio sogno e il mio Mondiale continuino a dormire in pace. Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine, che sanno il professionista che sono e la persona che sono: spero che continuino a credere in me

Parole dure che esprimono un forte rammarico, ma che non gli impediscono di stare vicino ai suoi compagni, sostenerli e, ironia della sorte, apparire ancora nelle foto di gruppo del team mondiale.

Lui, che con il cuore è ancora lì a sentirsi uno dei convocati, può almeno illudersi di aver preso parte anche se per breve tempo a questo tanto atteso Mondiale. Anche se serve a poco, gli rimane la consolazione di vedere ancora la sua figurina nell’album Panini digitale che è espressione del grande evento e dove la sua immagine non può essere cancellata!