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È estate ed è tempo di mercato in Nba. Nel campionato di basket più famoso al mondo sinora sono stati una serie di trasferimenti di cestisti nelle varie squadre che fanno parte del campionato Usa.

Tra i nomi, non sono mancati gli italiani che giocano oltreoceano. Di poche ore è la notizia del cambio maglia di Danilo Gallinari che dai Nuggets di Denver è passato a Los Angeles nei Clippers. Contratto faraonico da 65 milioni in tre anni per il 28enne azzurro che diventa così lo sportivo italiano più pagato.

Prima di lui anche un’altra stella del basket italiano in Nba ha deciso di cambiare aria. Si tratta di Marco Belinelli che, dopo la vittoria del campionato con i San Antonio Spurs nel 2014 e l’ultima avventura a Charlotte, la prossima stagione giocherà ad Atlanta per gli Hawks.

Tuttavia i due giganti azzurri non sono stati certo i primi cestisti italiani a volare in America. Infatti certamente prima di loro, a emigrare nel basket che conta è stato Vincenzo Esposito, attuale coach dell’Olimpia Pistoia.

Classe ’69, Vincenzo Esposito vola negli States a 26 anni nella stagione 1995/96. A ingaggiare la guardia italiana sono i Toronto Raptors, i quali, stregati dalle belle prestazioni del cestista casertano prima nella sua Juvecaserta e poi a Bologna nella Fortitudo, hanno subito cercato di portarlo in Canada per sottoscrivere il contratto.

In quei giorni anche un altro italiano era in procinto di firmare per una compagine americana: Stefano Rusconi. Il cestista veneto si trasferì a Phoenix nei Suns. Seppur fu il secondo a sottoscrivere un contratto, fu il primo a esordire e a mettere a segno un punto.

Il team canadese dei Raptors era fresco di fondazione e con una gran voglia di fare bene. Il giovane Esposito si trova catapultato in una realtà ben diversa da quella italiana.

L’arrivo, la firma e la presentazione furono un momento bello ma anche un po’ stressante. Ero un po’ come un oggetto strano, tanto più in una città che viveva di hockey su ghiaccio e non conosceva l’Nba.

A farlo sentire meno solo, i tanti italiani che vivevano a Toronto. Proprio il cognome Esposito era uno dei più diffusi in Canada.

L’esordio stagionale avviene il 15 novembre 1995 contro gli Houston Rockets campioni Nba in carica. Il primo punto a segno è un tiro libero. Un paio di settimane dopo, il 5 dicembre, arrivarono i primi canestri su azione, contro Seattle: in 18 minuti, 7 punti ma anche 6 palle perse.

El Diablo, così era chiamato in quei tempi, ha vissuto la sua serata indimenticabile a New York in cui ha siglato 18 punti in mezz’ora di gioco.
Tuttavia, nonostante il bell’impatto iniziale, Enzino (era chiamato anche così) dopo averci pensato su decide di rinunciare ad altri due anni di contratto per tornare in Italia dove ad aspettarlo c’era la Scavolini Pesaro.

In una sola stagione nel campionato americano El Diablo disputa una trentina di partite alla media di 9,4 minuti e 3,9 punti per gara.

Ma se un po’ di amarezza sicuramente c’è per aver giocato solo una stagione in America, Esposito ha intrapreso una grande carriera da allenatore tanto da essere premiato come miglior coach della scorsa stagione.

Dario Sette