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A settembre compirà 30 anni, eppure ha lasciato il ricordo di una meteora che sarebbe potuta diventare una stella. E invece è rimasto fermo alle gesta di quando non aveva neanche 20 anni. Dieci anni fa Alexandre Pato era considerato uno dei giovani più promettenti sul panorama internazionale. Oggi riparte per la seconda volta dal San Paolo dopo i due anni in Cina nel Tianjin Quanjian. Ha firmato un contratto fino al 2022 scegliendo il club che ha battuto la concorrenza di Palmeiras, Santos e Galatasaray.

Un talento fermato da un fisico fragile

Pato, tuttavia, non potrà disputare il campionato paulista (dello Stato di San Paolo) perché la lista da presentare alla federazione scadeva il 22 marzo. Potrà rifarsi nel Brasileirao, con l’esordio tra un mese contro il Botafogo. Per il Papero è la terza esperienza in patria. Esploso nell’Internacional di Porto Alegre, dove ha militato nelle giovanili, Pato era approdato al Corinthians dopo gli anni rossoneri. Prima di emigrare in Cina era passato, senza troppe fortune, da Chelsea e Villareal, racimolando solo 26 presenze (di cui la miseria di due gettoni con i Blues) e 7 reti tra il 2014 e il 2016.

La prima parentesi al San Paolo era stata di tutto rispetto. Tra il 2014 e il 2016 scende in campo in 100 partite segnando 38 gol, solo 26 nel 2015 con il titolo di capocannoniere del club. Poi il biennio in Cina con 46 centri in 58 partite. Numeri confortanti lontani, però, da quel calcio europeo in cui aveva fatto sognare i tifosi del Milan. Pato si mette in vetrina quel 13 gennaio 2008 con quell’esordio pirotecnico contro il Napoli. I continui guai fisici gli impediranno di esprimere a pieno il suo potenziale, visto solo a sprazzi. Come nelle notti europee da ricordare al Bernabeu (prima vittoria del Milan contro il Real a domicilio) o al Camp Nou. Eppure, se chiedete a un tifoso del Diavolo di Pato, molti vi ricorderanno il mancato scambio con Tevez nel 2012 a causa della relazione dell’attaccante brasiliano con Barbara Berlusconi.

La telenovela degli ultimi giorni si è conclusa. Krzysztof Piatek è il nuovo attaccante del Milan, con Gonzalo Higuain passato al Chelsea di Sarri.

Il polacco, dopo le visite mediche, ha deciso quello che sarà il suo numero di maglia. La novità è che la 9 lasciata dal Pipita resta libera, poiché, l’ex Genoa ha deciso che indosserà la 19.
Il numero scelto dal neo acquisto non evoca dolci ricordi ai tifosi rossoneri dato che è appartenuta la passata stagione a Leonardo Bonucci. Riguardo questa decisione, infatti, c’è chi la presa in maniera ironica:

L’anno scorso, inoltre, la maglia 19 è stata al centro di un piccolo caso nello spogliatoio milanista.
Arrivato a Milano, Bonucci ha richiesto esplicitamente di prendersi lo stesso numero di maglia indossato alla Juve, già in possesso però all’ivoriano Franck Kessié.  Il centrocampista africano, per evitare polemiche, ha deciso di assecondare la scelta del difensore viterbese optando per la numero 79 (che ha tuttora, nonostante il ritorno di Bonucci alla Juve).

Tuttavia, ai positivissimi mesi a Genova con la 9, Piatek ha preferito diversamente: forse a causa della pressione di avere una maglia che è stata di grandi campioni o forse anche un po’ di superstizione poiché, dopo Inzaghi, si sono susseguiti tanti calciatori che l’hanno indossata senza successo, incluso Higuain.

In effetti se si pensa ai “nove” che ha avuto il Milan negli ultimi anni, beh probabilmente l’idea di Piatek non è poi così sbagliata.
C’è stato il brasiliano Alexandre Pato che in 18 presenze ha segnato 4 reti. L’attuale attaccante dello Tianjin Qanjian ha esordito con la 7 per poi cambiare con la 9 lasciata da Pippo Inzaghi. Il bottino non è stato dei migliori.

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Pato con la maglia 9 dal 2012 fino al gennaio 2013

C’è stato Alessandro Matri, acquistato dal Cagliari dopo una stagione a suon di gol, ma che invece nel Milan ne ha realizzati soltanto uno in 18 apparizioni.

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La sfortunata parentesi di Matri al Milan

La meteora Fernando Torres.  El Niño ha collezionato solo 10 gettoni e un misero gol all’attivo. In realtà la fase calante dello spagnolo era iniziata già da tempo.

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Toccata e fuga per l’attaccante iberico Torres

Male anche Mattia Destro (15 presenze con 3 reti) e Luiz Adriano (6 gol in 29 presenze), fino agli ultimi, prima di Higuain, Gianluca Lapadula (8 in 26 partite) e mister 38 milioni André Silva. Il portoghese ha giocato 40 partite con il misero bottino di 10 reti, per quello che è stato definito uno degli acquisti peggiori del club rossonero.

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Arrivato dal Porto, non ha mai realmente dimostrato il suo valore

Al Milan, comunque, non importa questi aspetti ma soltanto che abbia trovato un grande attaccante che possa regalare gioia a tutti i tifosi.