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Pane per i denti dei collezionisti italiani negli ultimi giorni. Dopo la storia del rarissimo album Panini dei Mondiali del 1970 in Messico, completo di tutte le figurine e con due autografi di Pelé, dalla Germania arriva una fotografia che ha scomposto numerosi tifosi e appassionati di calcio in Italia. Un cimelio, un “must have” dimenticato.

Vi ricordate il podio sul quale Fabio Cannavaro, durante la notte del nove luglio 2006, ha alzato nel cielo di Berlino la Coppa del Mondo? Sì proprio quel podio dove gli azzurri di Marcello Lippi hanno esultato dopo aver battuto la Francia nella finale dell’Olympiastadion.
E’ un simbolo, di certo non da conservare in casa in una vetrinetta, ma quanto meno ci sarebbe piaciuto vederlo a Coverciano o in qualche sede ufficiale della Figc. Invece è ancora in Germania e questo non sarebbe un problema: è all’Olympiastadion, anzi, per meglio dire, è abbandonato come un rifiuto nel parco che circonda lo stadio.

Ci sentiamo un po’ tutti come quando Checco Zalone, nel film “Cado dalla nubi”, scopre che il padre della ragazza che le piace ha buttato tutte le orecchiette nella spazzatura. «Madre, perdonili (verbo volutamente sbagliato) perché loro non sanno quello che fanno». Espn.com, il network che ha denunciato l’episodio, ha contattato Martin Pallegen, portavoce dell’assessorato allo sport del Comune, il quale ha risposto: «Non posso dirvi da quanto tempo sia lì».

Senza giri di parole, invece, Lutz Imhof, event manager dell’Olympiapark, spiega:

E’ un avanzo. Una casa d’aste con sede ad Amburgo, che agisce per conto della Fifa, non è riuscita a venderlo: un paio di italiani si sono interessati, ma nessuno l’ha mai comprato. Adesso, chi lo vuole, lo può prendere

Sebbene stia cadendo a pezzi, il podio, nonostante il deterioramento causato da 11 anni di abbandono, fa ancora gola. Rievoca suggestivi ricordi e c’è chi sembra essere davvero intenzionato a riprenderselo. Uno che proprio in quella finale ha segnato, si è trovato al centro di un episodio controverso che ha segnato il calcio moderno e che ha messo un cappellino, durante la festa, sulla Coppa del Mondo realizzata dallo scultore italiano Gazzaniga.
In quel Mondiale c’è tanto di Marco Materazzi, dal gol contro la Repubblica Ceca a quello nella finale contro la Francia, dall’espulsione contro l’Australia alla testata ricevuta da Zidane. Fino al rigore segnato nella lotteria finale. Così, attraverso la Gazzetta dello Sport, l’ex difensore dell’Inter fa sapere: «Lo voglio io».