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Di sicuro non vincerà i Mondiali di calcio 2018, ma il Giappone merita il premio come squadra più dignitosa e al contempo civile.

Dopo la disfatta con il Belgio, ad un passo dal sogno di arrivare ai quarti di finale, i giapponesi salutano la rassegna iridata a testa alta, dimostrando di sapere accettare le sconfitte con grande dignità.

Ed è così che invece di andarsene arrabbiati da quello stadio che li ha prima visti assaporare il vantaggio sull’avversaria di ben due reti e poi infrangere il sogno nell’ultima parte del match, decidono di lasciarsi alle spalle questa esperienza mondiale con un gesto di civiltà: ripulire gli spogliatoi e persino le tribune da cartacce e immondizia lasciate durante la partita.

Sia i giocatori che i tifosi nipponici hanno la stessa pensata.

Eppure non deve essere stato affatto facile affrontare la delusione di una vittoria mancata, sfuggita per un soffio quando ormai sembrava quasi fatta.

Nella prima parte del match, la nazionale dei diavoli rossi si è lasciata andare lottando senza determinazione e permettendo all’avversaria di guadagnare quel vantaggio importante che ha fatto accendere la speranza di conquistare il passaggio turno. Ma la gioia del Giappone si è affievolita già dopo il primo gol e si è quasi definitivamente spenta con la rete che ha determinato la parità.

Sullo sfondo dei tempi supplementari sempre più vicini, che davano ancora un barlume di speranza alla nazionale giapponese, arriva poi quel gol decisivo che distrugge i sogni di un intero paese, cresciuto guardando Holly e Benji e sognando di sollevare la coppa del mondo come nel celebre cartone animato.

Ma la squadra di Nishino, dopo le inevitabili lacrime al termine del match, lascia il segno e lo fa nello spogliatoio, senza telecamere e riflettori, perché la vera classe si vede anche e soprattutto dietro le quinte. Solo un messaggio scritto in russo, “grazie”, e alle spalle uno spogliatoio splendente.

E non sono da meno i suoi tifosi, che con ancora addosso i singolari quanto grotteschi costumi per sostenere la propria squadra, pulisce gli spalti. Le immagini della tifoseria con i sacchi della spazzatura in mano e lo sguardo ancora deluso hanno fatto il giro del mondo.

Non li vedremo in finale a competere per il titolo, ma i giapponesi (così come i senegalesi prima di loro) hanno guadagnato ammirazione e rispetto da parte di tutto il mondo per la loro condotta esemplare e questo forse vale anche di più di qualsiasi altro riconoscimento.